LA STAMPA DI NOVEMBRE 2016

 

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Giornale di Brescia, 27 novembre 2016

SERVIZI E DISSERVIZI

Da due settimane non ricevo posta né raccomandate  

Da due settimane e mezzo non ricevo posta . Né giornali e riviste a cui sono abbonata, né tanto meno bollette che avrei dovuto pagare e che, se mai arriveranno, sarò costretta a pagare con la mora . Per non parlare di lettere ed altra corrispondenza personale. Abito nel cuore di Brescia, non in uno sperduto paesino di montagna. Leggo sul GdB che ben 8 tonnellate di posta giacciono negli uffici postali e che il personale è stato ridotto. Tuttavia non c’è soluzione e, con l’avvicinarsi del Natale, la situazione non può che peggiorare. Nemmeno due raccomandate non mi sono giunte. Trovo che non sia degno di un Paese civile.

 Maria Vino Brescia

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Brescia Oggi - venerdì 25 novembre 2016 PROVINCIA, pagina 29

IL CASO. Tra loro Beppe Zani di Corte Franca
Gli esodati alla Camera incontrano l'ex ministro

Una delegazione di dipendenti postali esodati (composta da tre bresciani ed un romano: Emilio De Martino, Beppe Zani, Adele Bono e Renato Gorno) è stata ricevuta dal presidente della Commissione Lavoro della Camera l'ex ministro Cesare Damiano al quale sono state consegnate le 1641 firme raccolte in calce alla petizione con la quale si chiedeva di riprendere la discussione sul mancato riconoscimento della «Buonuscita».«Abbiamo ripreso - spiega Beppe Zani di Corte Franca - i passaggi che hanno portato a questo ingiusto trattamento ed evidenziato che tra chi è transitato dal pubblico al privato solo i dipendenti postali hanno avuto questo trattamento». «Cesare Damiano ha anche detto - aggiunge l'ex dipendente postale - che la gravità dell'attuale situazione pone il nostro problema in condizioni di non priorità. Tuttavia si impegna a chiedere che il Governo risponda in commissione lavoro all'interrogazione dell'on. Marialuisa Gnecchi». F.SCO

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GIORNALE DI BRESCIA - Giovedì 17 novembre 2016 – BRESCIAEPROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it
Otto tonnellate di posta giacente solo in via Dalmazia dopo i «tagli»
I sindacati lanciano l’Sos: portalettere in difficoltà nella gestione di due zone e del doppio del materiale

Flavio Archetti

La nuova modalità di consegna della posta «a giorni alterni » è partita da soli dieci giorni, mail Centro di smistamento postale (Cpd) di via Dalmazia, in città, è già in tilt, con accumuli di lettere, raccomandate, pacchi e stampe in giacenza che si aggirerebbe sugli 8mila chili. Colpa della riduzione delle zone di recapito e di conseguenza del numero dei portalettere, passato da 119 a 87, con un taglio di risorse quantificabile a Brescia nel 26% quando però le quantità di posta in arrivo e da lavorare giornalmente sono rimaste uguali.
Le cause. A mettere in grave difficoltà i portalettere della città è «la nuova mole di materiale da gestire - spiega il segretario di Uil Poste Brescia, Angelo Lo Presti - perché ognuno di loro si trova oggi a dover lavorare la posta di due zone ogni giorno, anche se poi il giro di consegna viene effettuato solo su una, e quindi a giorni alterni.
Non sono però soltanto le quantità a complicare la situazione, anche se già queste bastano per far slittare l’uscita per le consegne di almeno un’ora e mezza - continua Lo Presti -. Va infatti precisato che le singole zone dei portalettere sono state tutte ampliate, con un chilometraggio cresciuto mediamente del 40%. In più - aggiunge ancora il segretario di Uil Poste - i palmari, cioè gli strumenti in dotazione al personale per registrare il lavoro, hanno un’efficienza inadeguata rispetto al nuovo lavoro da svolgere, essendo stati concepiti per un certo numero di pezzi e trovandosi a doverne supportare il doppio. Questo inconveniente causa a sua volta ritardi nella partenza dei portalettere, che in molti casi al termine delle sette ore e 12 minuti giornaliere da contratto, rientrano alla base riportando in ufficio parte della posta che non hanno avuto il tempo di recapitare. In genere, comunque, tutti i lavoratori cercano naturalmente di evitare di farlo per i pezzi importanti».
Posta in calo. Precisazioni arrivano anche a proposito della tendenza per cui le quantità di posta sono in calo.
«Innanzitutto premettiamo che avere una squadra di consegna di 87 persone a fronte di 200mila abitanti è un dato che si commenta da sé – sottolinea Lo Presti -, considerato anche che Brescia ha un numero di imprese e un movimento ben superiore a quello di quasi tutte le altre città italiane di dimensioni simili. Non ci si dimentichi poi che la riduzione della posta tradizionale è stata compensata dall’azienda con l’acquisto di lavoro da svolgere per Equitalia, Amazon e con la consegna delle patenti di guida e degli atti giudiziari.
Detto questo - sostiene il rappresentante sindacale – riteniamo da irresponsabili la realizzazione di tagli di questa portata senza dare ascolto a chi conosce i bisogni dei territori.
Chiediamo quindi all’azienda di tornare al tavolo della trattativa per ridiscutere questo piano».
Un appunto polemico arriva anche nei confronti delle sigle sindacali che hanno firmato l’accordo del febbraio di quest’anno, quello che ha consentito sforbiciate fino a punte del 50%: «Noi - conclude Lo Presti –eravamo d'accordo soltanto con quello di settembre 2015, quando con i tagli era previsto di non andare oltre il 20%».

 

«In un giorno 150 raccomandate» La testimonianza
Nel marasma generale pare che le difficoltà stiano investendo tutto, compresi pezzi pregiati come le raccomandate.
Nella nostra provincia ci sono casi di aumento dei carichi di lavoro che dovrebbero far riflettere.
«Portavo una media di 50-60 raccomandate al giorno - racconta un portalettere dipendente di Poste Italiane da vent’anni -. Da quando è iniziata la consegna a giorni alterni mi è crollato il mondo addosso. L’altro giorno e ne sono trovate 150. Sapete cosa vuol dire? Solo per consegnare quelle non mi sarebbe bastata l’intera giornata, se si considera che quando suoniamo il campanello per avvisare, la gente non scende certo catapultandosi di sotto, e se comprendiamo la firma e due parole, ci vogliono cinque minuti solo per la consegna per strada. Per 150 raccomandate quindi sono dieci ore di lavoro, senza considerare il resto della posta, numericamente molto superiore.
Cosa volete che faccia? Ho visto colleghi mettersi a piangere sotto la pressione dei capi. Ci dicono che dobbiamo farcela e basta. Ma dove siamo finiti? Vi sembra un modo di fare questo?»

 

In tilt anche gli uffici della provincia, straordinari per i postini
La mappa.
Mentre gli utenti si lamentano (legittimamente) per i ritardi

Montagne di posta in giacenza e portalettere che si sobbarcano ore straordinarie non pagate per riuscire a liberare il loro
casellario.
Il problema scatenato lo scorso 7 novembre dall’introduzione delle consegne a giorni alterni non riguarda solo la città. La provincia, dove la fase sperimentale in alcuni Comuni è iniziata qualche mese prima, è «sott’acqua». Il raddoppio della mole di lavoro, a fronte dello stesso afflusso di posta, ha mandato tutti in crisi.
Da Montichiari a Travagliato, passando per Nave, Rovato, Ospitaletto, Lumezzane, Iseo e Palazzolo sull’Oglio: non c’è più un ufficio in cui le consegne non rischino il collasso.
In uffici come Palazzolo sull’Oglio, Chiari e Rovato si è tagliato il 50% dei lavoratori o anche di più. A Chiari, per esempio, i postini fino a pochi giorni fa erano 36 e sono scesi a 18. Stesso discorso per Rovato, dove sono calati da dieci a cinque, e Palazzolo passato da 11 a cinque. I cumuli non si contano più a chili ma a cassette, che di chili ne possono contenere qualche decina.
Uno dei problemi più gravi - a questo punto - riguarda le condizioni del personale portalettere, spremuto fino all’osso.
«In uffici come Nave- riferiscono da Uil poste-dovrebbero chiudere il loro turno di lavoro alle 15.30 e invece recapitano roba fino alle 18, sacrificando all’impiego postale il tempo dedicato solitamente ad altre attività o alla famiglia, naturalmente senza essere ricompensati in alcun modo, cioè gratis. Il medesimo discorso vale per Travagliato, dove i più rapidi riescono a fare mezz’ora di straordinario al giorno (sempre senza compenso), ma altri fanno regolarmente un’ora o anche due».
Ai portalettere tocca anche il confronto con gli utenti, tra le case e le imprese, che legittimamente si lamentano per i ritardi con i quali ricevono la posta, ignari della rivoluzione in atto negli uffici.

 

Per gli abbonati del GdB soluzioni personalizzate
Il giornale

La rivoluzione postale sta coinvolgendo anche i giornali quotidiani, determinati a garantire agli abbonati la loro costante presenza, nonostante il momento difficile.
Anche il Giornale di Brescia intende continuare a raggiungere tutte le case, anche le più lontane e impegnative dal punto di vista logistico.
In alcuni Comuni la consegna a giorni alterni è già iniziata. Sono Corteno Golgi, Incudine, Monno, Ponte di Legno, Prestine, Temù, Caino, Gargnano, Limone sul Garda, Monte Isola, Offlaga, Pozzolengo, Serle, Tignale, Toscolano Maderno, Tremosine sul Garda, Vallio Terme e Zone.
Agli abbonati di questi centri è stata rivolta un’attenzione personalizzata: ognuno di loro è stato contattato telefonicamente dall’ufficio abbonamenti e, caso per caso, si è valutato come mantenere la presenza quotidiana del giornale.
Le opportunità non mancano. Per qualcuno è risultato agevole appoggiarsi all’edicola più vicina, per altri l’ingresso in casa del nostro Giornale continuerà attraverso l’abbonamento digitale. Il digitale, in modo particolare, contempla un’offerta ampia e variegata in cui le possibilità sono molto elastiche e si adattano a ogni esigenza, coprendo un intero anno, a una sola stagione, fino a poche copie.
Il lavoro comunque prosegue e proseguirà nei prossimi giorni, cercando soluzioni alternative che non facciano mancare l’informazione bresciana ai bresciani.

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Brescia Oggi - giovedì 17 novembre 2016 PROVINCIA, pagina 20
IL CASO. Disagi e polemiche per il servizio
Poste a singhiozzo Montisola scopre l'effetto dei «tagli»
Alessandro Romele
È rimasto soltanto un portalettere e deve arrivare in traghetto da Iseo

Anche Montisola sta pagando pegno per la «riorganizzazione» di Poste Italiane: dimezzati i portalettere, la corrispondenza arriva a giorni alterni. A SOLLEVARE il problema è stato il circolo della Sinistra Montisolana, che sta distribuendo un volantino durissimo: «Da anni i Governi che si sono succeduti hanno fatto la scelta di privatizzare tutti i servizi pubblici. Le Poste Italiane, servizio indispensabile per i cittadini, svendute ai privati - è l'accusa -: e gli uffici postali dei piccoli paesi di montagna e collina vengono chiusi, facendo l'interesse di banche private». Il tono è accusatorio, ma l'accusa è di sostanza: i tagli non sono una novità, e ultimamente le cose sono vistosamente peggiorate. Fino a poche settimane fa, a Montisola, operavano in coppia due postini che si occupavano di recapitare lettere, fatture e giornali ognuno alla sua porzione di paese. Da pochi giorni invece uno dei due è stato dirottato sulla terraferma, a Iseo, raddoppiando di fatto il lavoro del collega sull'isola. Questo ha causato diversi disagi agli utenti. Primo fra tutti il fatto che a partire da ora, la posta verrà consegnata a giorni alterni e tutto diventa più difficile, più lento, più complicato. A bordo del suo scooter il postino non riesce infatti a coprire in tempi ragionevoli, nell'orario regolare di lavoro, tutte le frazioni. Se il lunedì consegnerà a Carzano e Siviano, il martedì passerà a Peschiera, Menzino e Sensole. Consegne a giorni alterni, per tutti. Senza contare che da un paio di mesi, anche il metodo di recapitare la posta dalla terraferma all'isola è cambiato: il postino si deve recare tutte le mattine agli uffici a Iseo, caricare sacchi e pacchi, trasportarli in battello prima e in bus poi a Siviano, sede dell'ufficio isolano, e da qui partire per la consegna. Ma così non va.

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Brescia Oggi - martedì 15 novembre 2016 PROVINCIA, pagina 23
ALTO GARDA. Problemi in diversi Comuni
Poste a «singhiozzo» Consegne lumaca per lettere e giornali
Con la «riforma» del servizio il recapito è a giorni alterni Da Toscolano a Tignale si moltiplicano i disagi

Bei tempi quando tutti i giorni il postino suonava sempre due volte. Dall'ultima settimana di settembre il postino passa un giorno sì e uno no, e nell'alto Garda, con Comuni composti da frazioni spesso molto distanti fra loro, il disagio si fa sentire. Il nuovo sistema introdotto da Poste Italiane è strutturato secondo uno schema bisettimanale: lunedì, mercoledì, venerdì una settimana e martedì giovedì quella seguente. Emblematiche le ripercussioni è il caso dell'alto Garda: nei Comuni dall'entroterra vastissimo come Toscolano Maderno, Gargnano, Tignale e Tremosine. A lamentarsi non sono solo i cittadini, ma gli stessi addetti al servizio del recapito della corrispondenza: «Adesso - spiega un portalettere, che per ovvi motivi preferisce mantenere l'anonimato - le lettere arrivano a giorni alterni, con noi postini impegnati in subzone di competenza: un giorno serviamo la zona A e il giorno dopo la zona B». La novità dovrebbe essere l'introduzione del postino «plus», un addetto che garantisce la consegna quotidiana di raccomandate e giornali, ma in alcuni Comuni non viene contemplato: «Qui da noi sulla sponda bresciana del lago il servizio è attivo fino a Gardone Riviera, poi basta. L'assurdità è ad esempio che il Comune limitrofo di Toscolano Maderno, che ha un numero di residenti quattro volte superiore a Gardone Riviera, non ha questo servizio. Non parliamo poi degli altri Comuni dove non si riesce a fare il giro di tutte le vie in un singolo turno e negli uffici cominciano ad accumularsi lettere. Se poi come venerdì a Gargnano c'è la festa patronale e gli uffici restano chiusi, certe zone non ricevono la posta per quattro giorni di fila».Un problema nuovo, di cui si sta prendendo coscienza. Prevedibili, a breve, proteste anche ufficiali da parte degli stessi sindaci. L.SCA.

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CORRIERE DELLA SERA    - Sabato 12 Novembre, 2016
Il polo Poste-Cdp-Anima vuole Pioneer
Accordo per un progetto comune nelle gestioni, presentata l’offerta a Unicredit

ROMA Costruire un robusto operatore per la gestione del risparmio privato. È l’obiettivo del progetto guidato da Poste Italiane che, insieme a Cassa depositi e prestiti e Anima Holding, ha presentato un’offerta a Unicredit per l’acquisto del Gruppo Pioneer Global Asset Management. Altre offerte vincolanti sono arrivate da Amundi, Macquarie e Ameriprise Financial, che controlla Threadneedle Asset Management. Le offerte sono state confermate dalla stessa Unicredit che con grande cautela precisa: «Non vi è alcuna certezza che queste trattative possano portare a alcuna transazione, né certezza in merito alle condizioni alle quali tale operazione possa procedere». Intanto le offerte, secondo gli insider, oscillerebbero tra i 3 e i 4 miliardi.
La vendita di Pioneer rientra nella revisione strategica che il gruppo sta portando avanti «per rafforzare e ottimizzare la dotazione di capitale — è stato spiegato —. L’esito di questa revisione sarà comunicato a Londra il 13 dicembre prossimo durante il Capital Market Day». Appare quindi probabile che una decisione su Pioneer possa essere presa prima di tale data.
Appena la notizia dell’offerta di Poste è arrivata a Piazza Affari, le azioni di Anima hanno fatto un balzo toccando i 4,87 euro (+18%),segno che in Borsa si scommette sul progetto per rilevare le attività di asset management di Pioneer. Poste, Cdp e Anima opereranno attraverso un progetto guidato da Poste che avrà la maggioranza del capitale e che nel corso del 2017 conferirà ad Anima la propria Società di gestione (Sgr) — Bancoposta Fondi — portando la propria partecipazione dal 10,32 al 24,9%. Nascerà così un operatore per la gestione del risparmio privato in Italia che ha l’obiettivo nel tempo di creare valore per i rispettivi azionisti.
L’ad di Poste, Francesco Caio, sottolinea: «Abbiamo l’ambizione di creare un player italiano che, avvalendosi di nuove competenze anche internazionali, rafforzi le sue pro-spettive di crescita in un settore strategico per il Paese e possa diventare un polo di eccellenza e trasparenza per risparmiatori e investitori istituzionali». Parole condivise da Marco Carreri, ad di Anima Holding: «A poco più di un anno dalla firma del primo importante accordo commerciale col Gruppo Poste, portiamo la nostra collaborazione a un livello superiore». E Fabio Gallia, ad di Cassa depositi e prestiti, guarda avanti: con questo progetto «si conferma la valenza strategica del risparmio come canale di immissione di risorse private nel sistema produttivo del Paese per sostenere l’economia reale».
Francesco Di Frischia

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Giornale di Brescia, 12 novembre 2016
DISSERVIZI  
La posta che latita non dipende dal postino malato  

Anche questa settimana non l’ho visto; forse è scomparso. Allora provo a telefonare. Dopo vari tentativi a numeri da cui nessuno risponde - o che se rispondono: non sanno,non è competenza loro, non è loro responsabilità - finalmente un funzionario bendisposto lo trovo. Non è scomparso, assicura, quello, il portalettere è solo ammalato e nessuno  lo sostituisce. È gentile il funzionario, e per il giorno dopo mi fa recapitare la posta in arretrato. Ma dei settimanali, in particolare quello con i programmi TV, cosa ne faccio. E sì, gentile Direttore, che i denari con cui ho sottoscritto gli abbonamenti (uno peraltro è costituito da un Vs. dono) erano buoni. Passa un paio di settimane ma la speranza di guarigione del postino sembra vana, la corrispondenza non giunge. Allora ritelefono e il gentile funzionario mi dice che «probabilmente il disservizio dovrebbe terminare con la settimana entrante». Bene! Operazione riuscita. Illuso, tutto come prima: posta lumaca! Ed io che ritenevo quello postale un "servizio pubblico" la cui interruzione rappresentasse un illecito. Però il numero di telefono lo posseggo ancora ed il funzionario, ancora disponibile, mi precisa che sì il portalettere è guarito, ma che il disservizio ora è dovuto a problemi di smistamento, e che spera- ma non assicura - che in una ventina di giorni se ne possa venir fuori. Intanto la posta latita.
Vincenzo Mainetti Brescia

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Giornale di Brescia, 07 novembre 2016

Posta a giorni alterni e il problema degli abbonati

Da qualche mese la posta viene consegnata a giorni alterni, potrebbe sembrare una cosa sopportabile perché cosa cambia ricevere la posta il giorno dopo? Sarebbe così se la consegna avvenisse entro tempi ragionevoli, ad esempio entro una settimana dalla spedizione, ma non è così, a me è capitato di spedire delle convocazioni un mese prima ed alla riunione metà delle persone erano assenti perché non avevano ricevuto l’invito. Quindi diciamolo chiaramente: le poste italiane una volta funzionavano bene, ora un po’ meno, cosa è cambiato? Io non lo so forse i tagli al personale? Forse l’organizzazione centrale o quella periferica? Certo è che gli inconvenienti si vedono, prendiamo ad esempio la consegna del quotidiano, chi ha l’abbonamento con consegna postale ora lo riceve il giorno dopo, ed è grave perché si sa, il giornale vecchio non serve proprio a niente. Ed allora cosa fare? Semplice, l’anno prossimo nessuno farà l’abbonamento ed il giornale bisognerà andare a prenderlo in negozio. Vi sembra cosa da niente? Io abito in una frazione, tirare fuori la macchina dal garage, tutti i giorni, scendere in paese a prendere il giornale e ritornare, ...non credo, io mio malgrado caro direttore mi trovo costretto a rinunciare all’abbonamento al giornale di Brescia.
Mario Marchetti  - Toscolano  Maderno

Gentile lettore, il tema del servizio postale a singhiozzo affligge purtroppo molti Comuni della provincia e finisce con il coinvolgere direttamente anche noi e i nostri abbonati, ma non dappertutto. Approfitto della sua accorata lettera per rassicurare i nostri lettori che nei 40 paesi che da questa settimana si vedranno recapitare la posta giorno sì giorno no la distribuzione dei giornali (così come quella delle raccomandate) viene comunque garantita nel quotidiano. Diversamente avviene per gli abbonati di altri 18 Comuni (compreso il suo) che dal giugno scorso hanno la possibilità di optare per la fruizione digital del giornale o di affrancarsi all’edicola più vicina, che in alcuni casi garantisce anche servizio a domicilio. In ogni caso il suo sconforto è anche il mio: togliere i servizi alle periferie significa allontanarle sempre più. (n.v.)

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Brescia Oggi - sabato 05 novembre 2016 ECONOMIA, pagina 29
PROTESTA. Battaglia di cifre tra gli organizzatori, la Uil e fonti aziendali
Lavoratori in sciopero contro le Poste privatizzate
ROMA
«Adesione del 70%» per i cinque sindacati che hanno proclamato lo sciopero dei dipendenti di Poste Italiane, «sotto il 40%» per la Uil che non ha aderito, del «36-38%» per una fonte vicina all'azienda. Bandiera della manifestazione e principale preoccupazione dei sindacati, la quotazione in Borsa della seconda e ultima tranche del capitale di Poste in capo al ministero dell'Economia, attesa per il 2016 e rimandata, ma non accantonata. Per Annamaria Furlan, segretaria Cisl la privatizzazione «è un salto nel buio senza il necessario coinvolgimento di sindacato e lavoratori nel processo di riorganizzazione». Susanna Camusso, leader Cgil, punta contro «un processo di riorganizzazione che non va avanti, un rapporto tra scelte e assetto complessivo degli appalti e del funzionamento che non funziona», criticità pesanti che si complicano se coniugate «al tema della privatizzazione e delle modalità con cui si intende farla». La Uil, contraria alla privatizzazione, non ha aderito allo sciopero perché «il governo non ha reiterato il decreto e ha rinviato l'eventuale vendita».Fra le manifestazioni che hanno accompagnato lo sciopero, a Roma si è tenuto un presidio davanti al ministero dell'Economia al termine del quale i segretari delle organizzazioni sindacali hanno fatto consegnare al ministro Pier Carlo Padoan una lettera in cui chiedono che il processo di privatizzazione sia definitivamente accantonato. Dopo lo sciopero di ieri «la mobilitazione», annunciano i sindacati «continua» con lo sciopero degli straordinari al 23 novembre. Per Slp Cisl, Slc Cgil, Confsal Com, Failp Cisal e Ugl Com la protesta riguarda anche i disservizi del recapito a giorni alterni, criticato anche dall'Europarlamento e per rivendicare un piano di rilancio della logistica. Grave, per i sindacati, anche la situazione degli organici carenti con oltre 10mila part time che aspettano da anni la trasformazione del contratto a tempo pieno.

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Brescia Oggi - sabato 05 novembre 2016 - ECONOMIA, pagina 31
LA MOBILITAZIONE/1
POSTE: IN LOMBARDIA ADESIONI AL 70%  ALLO SCIOPERO
Uffici chiusi e disagi in tutta la Lombardia ieri per lo scopero generale dei lavoratori delle Poste, proclamato da Slp-Cisl, Slc-Cgil, Failp-Cisal, Confsal.com e Ugl-Com contro la decisione del Governo di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il rimanente 35% del capitale. Oltre 3000 lavoratori, arrivati da tutta la Lombardia hanno manifestato in piazza Affari a Milano. Per i sindacati è stata «forte l'adesione, con picchi del 70 per cento».

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CORRIERE DELLA SERA  Sabato 5 Novembre, 2016

Poste, oltre 3 mila lavoratori in piazza

Secondo Cisl e Cgil l’adesione è stata pari al 70%, secondo l’azienda tra il 36 e il 38%. Oltre 3 mila i lavoratori di Poste italiane in agitazione davanti al palazzo di Borsa italiana a Milano per protestare contro l’ulteriore tranche di privatizzazione di una quota dell’azienda allo studio dell’azionista Tesoro.

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Giornale di Brescia, 01 novembre 2016

Il postino suona a giorni alterni La «rivoluzione» arriva anche in città
Da lunedì consegna due o tre volte la settimana I sindacati: in sei anni «persi» 320 portalettere

Paola Gregorio
La posta a giorni alterni. La «riorganizzazione» che Poste italiane ha messo in campo da inizio 2015 in tutto il Paese, dal 7 novembre sarà operativa anche in tutta la nostra provincia. Dopo l’esordio di un anno fa a Breno-Edolo, e l’allargamento via via agli altri centri di distribuzione, da lunedì toccherà anche alle porzioni di territorio che fanno capo ai centri di Bagnolo Mella, Boario Terme, Chiari, Franciacorta, Verolanuova e Brescia-Dalmazia.
Due zone. «Il portalettere, se prima era titolare di una zona di recapito, ora lo sarà di due - spiega Giovanni Punzi, segretario generale della Slp Cisl di Brescia -. Per cui il lunedì, mercoledì e venerdì consegnerà nella zona A, il martedì e giovedì nella zona B. La settimana seguente ripartirà con la B, per garantire la consegna su tre giorni, mentre la zona A la riceverà per due». E per la corrispondenza urgente? Entra in scena una nuova figura di portalettere detto «Plus», aggiunge Punzi, «con il compito di consegnare il giorno stesso nella zona che resta ferma». Questa è solo l’ultima tappa della razionalizzazione varata da Poste Italiane, rammenta il sindacalista: «La nuova organizzazione registrerà in provincia di Brescia una perdita di 160 posti di lavoro nel solo settore del recapito, che sommati agli 80 in meno del primo taglio del 2010 e agli ulteriori 80 del 2013, porterà una perdita complessiva di 320 portalettere negli ultimi sei anni».
Criticità. Rispetto alla formula a giorni alterni «avremmo preferito evitarla – spiega Punzi -. Ma dopo il confronto, anche perché c’era un delibera Agcom, condividemmo la piattaforma, a condizione che si basasse su determinati criteri. Purtroppo restano criticità. Ad esempio i centri di smistamento non garantiscono flussi di corrispondenza regolari, con ritardi nell’arrivo della posta ai centri di distribuzione e conseguenti carichi di lavoro eccessivi in alcuni giorni della settimana e bassissimi in altri. Chiediamo all’azienda,e questo è uno dei punti caldi dello sciopero del 4novembre, di riaprire il confronto per apportare correttivi. E recuperare servizi che stiamo perdendo a favore di altri concorrenti».
Il governo procede con quotazione in Borsa e conferimento di capitale a Cassa depositi e prestiti

IN SCIOPERO CONTRO LA  «PRIVATIZZAZIONE»

Flavio Archetti
Venerdì 4 novembre non  sarà un giorno ideale per recarsi in posta. Per quella giornata infatti le segreterie nazionali di Slc Cgil, Slp-Cisl, Failp-Cisal, Confasal-Com e Ugl-Com, hanno proclamato lo sciopero generale dei dipendenti di Poste Italiane, che per l’intera giornata lasceranno chiusi sportelli e uffici postali. In un momento delicato come quello attuale, in cui le poste stanno rivoluzionando ogni loro settore, i sindacati prevedono infatti una partecipazione attorno all’80%, quindi almeno1500-1600 lavoratori su circa 2 mila. Previste manifestazioni in ogni regione, e a Roma un presidio al Ministero dell’economia e una manifestazione davanti alla sede centrale. Nessuna manifestazione a Brescia,  perché tutti i dipendenti lombardi si ritroveranno a  Milano. Dalla città partiranno almeno in 200. I postali spiega la segretaria di Cgil Poste,  Laura Storti -protesteranno per la decisione del Governo di quotare in Borsa un altro 29,7%, e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il restante 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane. La privatizzazione per i sindacati «ha il solo fine di fare cassa, ma incidendo in maniera irrilevante sul debito pubblico. La manovra non considera il ruolo sociale di Poste e le potenzialità di innovazione e sviluppo del segmento logistico, oltre alla tenuta occupazionale».