LA STAMPA DI DICEMBRE 2011

Brescia Oggi - sabato 31 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 30

Poste a rischio "taglio" Dieci sportelli periferici rischiano di scomparire?

Fino a qualche anno fa ogni piccola frazione di ogni Comune aveva, oltre all´irrinunciabile campanile, l´immancabile ufficio postale. Oggi però che poste Italiane, a seguito dell´operazione di privatizzazione, è diventata una società per azioni, i vertici della Spa sono più che mai attenti ai costi. E razionalizzazione significa anche chiudere quegli uffici periferici.
Ecco perché le chiusure parziali degli uffici postali di Berzo Demo, Cerveno, Cogno, Erbanno, Gratacasolo, Monno, Ossimo Inferiore, Saviore dell´Adamello, Sonico e Vione, in questi giorni di festività di fine anno, fanno temere a molti che si tratti del preludio alla chiusura.
"PURTROPPO la chiusura dell´ufficio di Ossimo Inferiore - spiega Cristian Farisè, sindaco del comune dell´altipiano camuno - rappresenterebbe un problema soprattutto per quei cittadini più deboli, come ad esempio gli anziani, che più necessitano dei servizi degli uffici postali perché in difficoltà a spostarsi in altri paesi".
Anche la gente dei paesi più piccoli vedono male l´idea di perdere anche gli uffici postali come già è accaduto in passato per altri servizi, come ad esempio le scuole, ritenendolo un ulteriore disagio per quelle comunità che ancora presidiano il territorio in quei borghi per lo più di montagna.
"Chiudere sembra la strada più facile - argomenta Giancarlo Maculotti, sindaco di Cerveno -, mentre una soluzione potrebbe essere al contrario investire allestendo uno sportello postamat; una soluzione che, garantendo il credito in un piccolo centro dove non ci sono banche, potrebbe offrire un servizio e assicurare il ritorno economico per garantire la presenza di un ufficio postale". P.MOR.

Giornale di Brescia, 23 dicembre 2011

Quaranta uffici postali chiusi: è polemica

Per ora sono 38 gli uffici postali bresciani - dalla Bassa alle Valli - che chiuderanno a giorni alterni o effettueranno turni di lavoro ridotti nel periodo dal 24 al 31 dicembre. A darne notizia non sono Poste Italiane (erano migliori quando c'era il vecchio simbolo?), ma il sindacato. Ed è polemica. a pagina 24

Natale in Posta servizio a metà per 40 uffici

Dal 24 al 31 dicembre Poste Italiane ha deciso di chiudere per un'intera settimana con modalità non precisate gli uffici postali di Botticino Mattina, Brescia succ. 18, Calcinatello, Calino, Calvagese della Riviera, Castelletto di Leno, Coniolo, Corticelle Pieve, Ludriano, Mazzano, Padernello Bresciano, Remedello Sotto, San Martino della Battaglia, San Pancrazio di Palazzolo, Virle Treponti, Bagolino, Berzo Demo, Cerveno, Clusane, Cogno, Cogozzo, Collio, Erbanno di Darfo, Gratacasolo, Incudine, Lumezzane Sant'Apollonio, Monno, Navazzo, Ossimo Inferiore, Ponte Caffaro, Preseglie, Provaglio Valsabbia, San Vigilio di Concesio, Saviore dell'Adamello, Sonico, Vione, Zanano e Zone. La notizia - che non mancherà di creare malumori per l'evidente disagio che ricadrà su molti utenti - lascia di stucco.
Poste Italiane tace sulle scelte adottate per la chiusura dei 38 uffici oggetto del provvedimento. Tanto che risulta impossibile elencare con compiutezza quali degli uffici in elenco chiuderanno a giorni alterni, oppure saranno aperti in unico turno fino alle 14 o ancora non apriranno le porte per un'intera settimana. Solo in Valcamonica, come riporta la nota che pubblichiamo in questa stessa pagina, si hanno delle informazioni più definite. Se nell'azienda le bocche restano cucite, è il sindacato (Cisl/Slp, Uil Poste, Confsal e Ugl Comunicazioni) a farsi carico dell'informativa. E sono le stesse organizzazioni dei lavoratori a porre seri dubbi sul futuro stesso degli uffici oggetto dello stop festivo. "Che si tratti di prove generali per il definitivo abbandono di questi uffici da parte di Poste Italiane?". Questa è la preoccupazione di fondo espressa nel comunicato diffuso ieri dalle rappresentanze dei lavoratori. "La tempistica di queste chiusure - si legge nella nota - è del tutto inopportuna, visto che con l'approssimarsi di fine mese vanno effettuati diversi pagamenti. Non ci sono a dicembre le vacanze in massa del periodo estivo e fare conto sul calo del numero di operazioni per giustificare questa scelta è decisamente fuori luogo". "Certo, se l'obiettivo vero è un altro - e cioè verificare la reazione dei cittadini nel vedersi chiuso l'ufficio postale per l'intera settimana - non c'è periodo migliore di questo", aggiunge la nota. "Anzi, l'Azienda prende due piccioni con una fava. Visto che la cronica carenza di personale porta i dipendenti alla impossibilità di godere delle ferie, con lo stop di una settimana risolve il problema, a spese dei cittadini ovviamente". Il sindacato, quindi, sposa la tesi della chiusura per un'intera settimana ed è l'unica fonte di cui possiamo per ora disporre. Nel resto della nota, comunque, il sindacato rincara la dose. "Ormai non resta che l'indignazione della popolazione, visto che Poste Italiane ha trovato il modo di sterilizzare la protesta dei sindaci. Alla Prefettura, infatti, demanda di fatto le questioni della sicurezza degli uffici, mentre da azienda privata ha trovato nella Regione il partner a cui far gestire la patata bollente del piano di accorpamenti e chiusure, tanto che ieri nella sede del Pirellino di Brescia sono stati convocati i sindaci di quei Comuni che verranno privati dell'ufficio postale o dove verrà ridotto il servizio. Sarà interessante conoscere con quali incentivi la Regione spianerà la strada a Poste Italiane". E questo sarà un passaggio da verificare.

IN VALCAMONICA

Vione, Monno e Incudine chiusi tre giorni

Quando si tocca un tema delicato come quello del taglio dei servizi in montagna, si scatenano sempre fermenti e polemiche, se non addirittura serrate. È quanto minacciano gli amministratori dell'alta Valcamonica da quando hanno saputo che Poste Italiane avrebbe intenzione di razionalizzare alcuni ambiti nel Bresciano, in particolare nei Comuni più a nord della provincia. Il primo campanello d'allarme è già arrivato: il 24, 27 e 29 dicembre gli uffici postali di Vione, Monno e Incudine resteranno chiusi. A stupire i sindaci è la decisione di sospendere il servizio nel periodo di maggior afflusso turistico, quando gli uffici vengono utilizzati e frequentati anche dai villeggianti. "Dal punto di vista aziendale ed economico mi sembra una scelta senza senso - commenta il presidente dell'Unione Alta Valle Mauro Testini - perché mai come a Natale, da noi, circola gente. Spesso le poste sostituiscono poi gli sportelli bancari e mi sembra assurdo chiudere. Già in passato ci sono stati forti tagli, e come sindaci non tollereremo alcun ridimensionamento. Già i piccoli Comuni sono in difficoltà e ci mancherebbe anche questo".
L'Unione Comuni dell'Alta Valle e la Comunità montana stanno valutando le soluzioni da adottare.

Giornale di Brescai, 21 dicembre 2011

POSTE
La raccomandata che non trova la giusta via

Ero convinto che, in questo grave momento di crisi occupazionale, chi ha la fortuna di avere un posto di lavoro, anche se precario o mal retribuito, facesse di tutto per conservarlo; purtroppo si apprezza quello che si ha solo quando si perde!
Dopo aver verificato l'esattezza dell'indirizzo del destinatario, ho inviato una lettera raccomandata a/r, contenente una costituzione di messa in mora. Dopo alcuni giorni la raccomandata mi è stata restituita con la dicitura "destinatario sconosciuto". Convinto di una defezione di Poste Italiane, ho ricontrollato la correttezza dell'indirizzo e inviato una nuova raccomandata; anche questa mi viene restituita con la dicitura "destinatario sconosciuto". Mi reco all'indirizzo indicato nella raccomandata e, in loco, fotografo, la cassetta delle lettere che riporta a chiare lettere nome e cognome del destinatario della raccomandata. Per ulteriore sicurezza chiedo all'ufficio anagrafico il rilascio del certificato di residenza del destinatario e da questo risulta che l'indirizzo indicato sulla raccomandata è corretto. Formulo due ipotesi: o si tratta di una omissione abituale del portalettere o di una presunta compiacenza del portalettere in favore del destinatario. Mentre rifletto sul da farsi, incrocio il portalettere di zona e chiedo spiegazioni; mi risponde che le raccomandate vengono recapitate da un altro incaricato e mi indirizza al centro di smistamento di Poste italiane di via Dalmazia. Alle Poste di via Dalmazia l'accesso ai privati è precluso, ma trovo chi mi consiglia di rivolgermi ad un servizio privato (del quale mi si rilascia il numero) e con la spesa di 15,00 euro potrò essere sicuro che il recapito avverrà. Sbalordito, mi presento al responsabile dell'Ufficio operativo gestionale di Poste Italiane di via L. Gambara e presento il reclamo e la documentazione che comprova la veridicità di quanto contestato. Rimane incredulo, ma davanti alle prove fornite, mi presta assistenza per l'invio di una terza raccomandata con le scuse per quanto accaduto, mi assicura che prenderà severi provvedimenti nei confronti dei responsabili e mi garantisce che qualora anche questa raccomandata non venga ritirata, seguirà l'iter dell'avvenuta giacenza, come previsto dalla Carta dei Servizi di P.I.
Spero che tutto si concluda nel migliore dei modi, anche se avverto un velato senso di colpa e mi chiedo cosa avverrà al portalettere inadempiente; mi consola pensare che un'altra persona volenterosa, in cerca di lavoro, forse, prenderà il suo posto. Roberto Marchina - Brescia

Brescia Oggi - sabato 17 dicembre 2011 LETTERE, pagina 61

DISAGI A SAN POLO

Dalla rabbia all´iniziativa

Caro direttore, si sa che non succede solamente a San Polo, ma la "posta" arriva sempre molto in ritardo. Esempio dalla Spagna una cartolina imbucata a fine ottobre è pervenuta a fine novembre - un notiziario con data metà novembre da Brescia è arrivata a fine mese - due riviste settimanali arrivano a destinazione insieme ed in ritardo. Si potrebbero elencare altri fatti; fatti spiacevoli che fanno innervosire la gente la quale il più delle volte (a mio parere ingiustamente) se la prende con il "postino".
Per non parlare delle moltissime lunghe code nell´Ufficio postale e anche qui, tanti se la "prendono" con la inefficace organizzazione da parte degli addetti agli sportelli... per l´enorme perdita di tempo, quel tempo che oggi più di ieri vale oro!
Ed ecco che le numerose telefonate ai Responsabili dell´Uff. postale non vengono recepite (non c´è risposta o non c´è il tempo per rispondere) e quando dall´altra parte della cornetta ti rispondono c´è il solito consiglio: stiamo vagliando la situazione.
Questo stato di cose, lo stress e il nervoso talvolta porta a patologie serie. E noi continuiamo a lamentarci. Ma non ci chiediamo se il personale addetto agli sportelli o alla consegna della posta è sufficiente e preparato o se invece il tutto non è da imputare ai tagli e all´eliminazione degli "esuberi" orchestrati dal Brunetta?
In questa parte della città (San Polo) esistono problemi certamente più gravi come le malattie e i decessi per l´enorme inquinamento o come il traffico pesante che attraversa il quartiere storico o il super sfacelo di questo territorio, ecc.
Perchè queste nostre "arrabbiature" non le facciamo diventare "iniziative di pressione" per far sì che ci sia più personale negli uffici postali, per far sì che ci sia più personale efficiente a difesa del territorio dalla devastazione e dai veleni, che ci sia più personale qualificato per difendere quel bene primario che è la salute!
Difendere il territorio e difenderci da malattie cancerogene o dallo stress nervoso... avrebbe un costo bassissimo se fossimo capaci di realizzare una idonea maggior occupazione per la prevenzione.
Sarebbe il massimo. O è forse impossibile?
Silvano Savoldi

Giornale di Brescia, 11 dicembre 2011

Le Poste offrono il vecchio libretto e gli strumenti dell'elettronica

ROMA Convincere i pensionati all'utilizzo della moneta elettronica non sarà facile. Ma se il Parlamento approverà la manovra, anche chi non è avvezzo all'uso delle carte di credito o degli sportelli automatici dovrà abituarsi. Se la norma rimarrà così, chi riceve più di 500 euro al mese non potrà più ritirare l'assegno in contanti, ma dovrà richiedere l'accredito su un conto corrente postale o bancario, su un libretto o su una carta elettronica.
Gli strumenti di Poste sono numerosi, ma non è escluso che dopo l'approvazione del testo ne vengano aggiunti, per rispondere alle esigenze del pubblico.
La soluzione più rapida rimane il libretto postale, molto usato nei piccoli centri abitati. Un'altra possibilità è Postepay, carta prepagata ricaricabile che si può ritirare negli uffici postali presentando un documento di identità e il codice fiscale e che si può utilizzare sui circuiti Postamat (con cui si può prelevare contante), Visa, Visa electron in Italia, all'estero e su Internet. Lo strumento più facile per le piccole spese è infine Postepay NewGift Contacless: basta avvicinare la tesserina magnetica a un lettore e un segnale luminoso e acustico indicherà che è stata letta e la transazione avverà in pochi istanti e in sicurezza. Il conto BancoPosta consente infine di usufruire della somma della pensione per tutto il mese e protegge anche da tentativi di furto che avvengano davanti agli uffici postali.

Conto corrente per tutti: perplessi i pensionati soprattutto i più anziani

BRESCIA Dalle code agli sportelli al conto corrente. Le misure incluse nella manovra finanziaria stilata dal Governo Monti mettono mano anche alle modalità di erogazione delle pensioni che, con l'entrata in vigore del decreto Salva Italia, scorderanno definitivamente il contante.
Fatta eccezione per gli importi fino ai 500 euro - distribuiti ancora in "cash" -, gli accrediti superiori a questa cifra verranno infatti versati direttamente in banca. Vincolando così l'apertura di un conto corrente bancario a chi ancora non lo possiede.
La soluzione, prevista dal decreto all'articolo 12 sul limite d'uso dei contanti, ha sollevato per prime le critiche di Adusbef, Associazione difesa utenti di servizi bancari e finanziari. Più in generale, al centro della polemica ci sono le difficoltà d'utilizzo dei più classici strumenti bancari, quali bancomat e carte di credito, soprattutto per i più anziani e le eventuali spese bancarie da sostenere con scadenza periodica. Aspetto, quest'ultimo, sul quale il Ministero dell'economia ha voluto subito far chiarezza, annunciando l'attivazione di conti correnti agevolati - addirittura a costo zero per le fasce meno abbienti -, resa possibile grazie a una collaborazione con l'Abi (l'Associazione bancaria italiana).
Intanto dubbi e perplessità si registrano anche tra i pensionati bresciani, nei commenti che abbiamo raccolto ieri mattina davanti ai banchi del mercato di piazza Loggia: "Un grande errore - sostiene Andrea - , molti pensionati sono ormai abituati da troppi anni a ritirare i soldi in posta e disporne immediatamente". Per far fronte alle eventuali emergenze, "ma anche per tutte quelle spese che vanno fatte ogni giorno - aggiunge Caterina - in questo modo si complicano solo le cose". Svantaggi più rilevanti, specifica Giancarlo, "per gli anziani con problemi di mobilità che dovrebbero farsi accompagnare ogni volta agli sportelli di prelievo bancomat". Contando inoltre che "molti piccoli paesi della provincia sono forniti di ufficio postale, ma non sempre di filiali bancarie".
Nel capitolo dei costi, nonostante le condizioni "basic" predisposte da Palazzo delle Finanze, "c'è da tener conto delle commissioni sulle transazioni - puntualizza Arnaldo - che in molti casi saranno parecchio incisive".
Si parla anche di tracciabilità dei flussi economici nella lettura di una riforma economica che non manca di suscitare l'indignazione di qualcuno: "È così che combattono le irregolarità, cercando i grandi evasori tra i piccoli pensionati?", attacca Franco.
Alle voci contrarie dei molti che reputano la scelta governativa poco pratica e funzionale, si contrappone chi, invece, intravede nella novità un cambiamento ragionevole: "Io sono in pensione da quasi vent'anni e ho sempre ricevuto gli importi tramite bonifico bancario - spiega Silvia - l'addebito sul conto è decisamente più pratico. Per quanto riguarda i prelievi, basta regolarli in base alle proprie esigenze". Inoltre, basta code in posta "e meno rischi fuori dallo sportello - rimarca Renato - almeno non saremo più costretti a girare con tutti quei soldi in tasca e rischiare una rapina".
Alessandro Carboni

Brescia Oggi - domenica 11 dicembre 2011 CRONACA, pagina 12

Pensioni senza contanti le poste garantiscono: "Servizio più efficiente"

Dal 6 dicembre non è più possibile pagare in contanti oltre i 999,99 euro. Una novità che le poste tuttavia recepiranno solo dal mese prossimo per il pagamento delle pensioni. In tutto il Paese secondo una stima di poste Italiane sono ancora 2,3 milioni i pensionati che riscuotono in contanti. "Ma non ci saranno traumi" garantisce l´azienda, attraverso Agostino Mazzurco dell´Ufficio stampa di Milano. Le nuove norme sulla circolazione di denaro contante volute dal Governo Monti hanno infatti inasprito le precedenti limitazioni a 2.500 euro del precedente esecutivo, ma per ora gli effetti maggiori non sono ancora visibili.
"ATTENDIAMO il varo delle nuove normative - spiega Mazzurco -, il problema non sussiste: basterà incrociare le banche dati e tutto verrà automatizzato". In attesa di capire come opereranno nel dettaglio le poste hanno evidenziato che la nuova disciplina per ora: "Non è ancora operativa e non è ancora stata varata". Ma sul piano pratico tutto sembra portare ad una semplificazione senza traumi: "Non cambierà sostanzialmente nulla - ha aggiunto l´azienda - perchè di fatto con l´accredito automatico tutti avranno la somma disponibile sul proprio conto il primo del mese e la possibilità di riscuoterla in qualsiasi ufficio. Due novità che velocizzano le operazioni e permetteranno anche di debellare il rischio di scippi". "Tra libretto, conto e poste pay - conclude Mazzurco - non ci sarà alcuno problema: quando capiranno il vantaggio di tutto questo saranno contenti".
IERI intanto agli sportelli attivi in città tutto ha continuato a scorrere senza problemi. Gli operatori hanno confermato di non aver ancora attivato alcuna misura alternativa e di aspettare ordini dall´alto, ovvero dall´azienda ma anche dal Parlamento che dovrà approvare tutte le misure nello specifico. La gente allo sportello ieri mattina era sostanzialmente ignara della novità.

Brescia Oggi - venerdì 09 dicembre 2011 LETTERE, pagina 61

GOVERNO MONTI/1

Se le parole hanno ancora un senso...

Sig. Presidente del Consiglio, non credo Lei si abbasserà a rispondermi e quindi affido alla benevolenza del direttore di Bresciaoggi la possibilità di farLe arrivare (se mai lei potrà/vorrà leggere) queste righe.
Sono un cittadino residente in una zona periferica della provincia di Brescia e quindi lontano dai centri decisionali che a cascata arrivano prima del livello amministrativo territorialmente più vicino a me (comune) e vorrei esprimere la mia contentezza per i toni sobri che hanno contraddistinto questi suoi primi giorni. Le voglio dire anche che mi hanno fatto pensare le sue parole/programma "rigore, equità e crescita", ma di essere stato scettico sin dall´inizio sulla loro effettiva declinazione operativa. Da come la vedo io queste parole hanno un significato e provo a riassumere
Rigore. In materia economica la mia famiglia è composta da 4 persone: io e mia moglie abbiamo un introito annuo sui 30.000 euro lordi, meno della metà dei Suoi introiti mensili (se è vero quel che scrivono i giornali). Con un figlio che frequenta le superiori - immagino sappia quanto costa questo "investimento alla sperandio" (scegliere una scuola pensando ad un lavoro dopo 5 anni o più è puro esercizio teorico) per un iniziale titolo di studio "passepartout" - credo sia sufficientemente comprensibile che il rigore sul resto dei consumi sia un obbligo e non una scelta.
Per un anno ho provato a tenere il conto della spesa alimentare. Frequento discount e seguo le loro offerte al ribasso, bevo acqua del rubinetto, ecc. Sono sui 720-730 euro mensili di sola spesa alimentare per 4 persone che, su un netto di euro 1.800 circa incidono sono il 40%.
Equità. Dando credito a quanto si dice del suo reddito mensile penso che il suo reddito netto spendibile sia non meno di euro 30.000 ed ipotizzando che anche alla Sua famiglia servano gli stessi 730 euro (credo siate in 2, ma facciamo 4) la stessa spesa alimentare di incide per il 2,4%. Le pare equo? Non credo che servano torte o grafici per visualizzare la differenza tra le due entità. Stiamo parlando dell´essenziale per (soprav)vivere nella stessa Italia. E, pensi, io vedo persone in condizioni molto peggiori della mia. Lei no? Come può pensare di spillare altri soldi? Vedo anche persone che hanno ben altri e superiori tenori di vita che rivendicano il diritto a non pagare le tasse e beffeggiano coloro che, volenti o nolenti, le pagano. Equità vorrebbe che si smettesse di torchiare la stessa uva quando ce n´è dell´altra che può dare del buon mosto.
Crescita. Credo voglia dire "capacità di investire" e/o di "far girare l´economia" e quindi si parla del residuo utilizzabile al termine delle spese obbligate. Quale pensa possa essere nel mio caso questa cifra? L´unico valore che posso mettere a disposizione è quello del mio tempo libero che dedico al volontariato. Da economista, quanto valuterebbe questa presenza degli italiani che tamponano l´assenza dello Stato?
Inoltre la Sua decisione di intervenire sulle pensioni di anzianità (40 anni di lavoro) senza sentire altre ragioni mi ha messo nella condizione di essere senza lavoro e senza pensione. Sono dipendente di poste SpA, il cui maggior azionista è il Suo ministero. A luglio ho sottoscritto le mie dimissioni (stanno incentivando l´uscita di chi è vicino alla pensione per età o per anzianità lavorativa) quando la condizione era 40 anni più uno di attesa per l´effettiva erogazione della pensione (pochi giorni dopo, questo anno è stato allungato di un altro mese). Al momento delle mie dimissioni, operative dal 01-11-11, avevo 39 anni e 6 mesi: avrei dovuto versando volontariamente altri 6 mesi di contributi per raggiungere i 40 anni richiesti. Oggi Lei decide che ne serviranno 42. Le sembra equo? Lei è un tecnico ed il Suo ruolo è quello di dare risposte ai problemi, a maggior ragione se sono intervenuti per effetto di una Sua decisione. Siccome poste SpA non riassumerà le altre migliaia di persone nella mia stessa situazione, come pensa si possa risolvere questa questione? Non siamo esattamente dei giovincelli appetibili per aziende che vogliano assumere personale.
Già che ci sono vorrei parlare anche di Buonuscita. Non quella milionaria percepita dai "manager" pronto cassa (come alcuni dei Suoi ministri), ma quella indisponibile dei postali. Bloccata ai valori mai rivalutati del 1998 ora sarà pure disponibile per il lavoratore solo dopo 27 mesi dalle sue dimissioni e con gli importi del 1998. Nel mio caso euro 8.000 maturati fino al 1998 (10 anni di lavoro) non hanno lo stesso peso di 8.000 oggi (veda l´atto 7/00635 in commissione lavoro della Camera). Cosa c´è di equo?
Come ha visto le parole hanno un senso, non sono un "bibidibodibibu" e nella realtà hanno una certa declinazione della quale si dovrebbe rispondere.
Giuseppe Zani
CORTE FRANCA

Brescia Oggi - giovedì 08 dicembre 2011 CRONACA, pagina 8

L´EMERGENZA. Situazione delicatissima per migliaia di "pubblici"

E gli accordi in uscita adesso non valgono più

Nel grande marasma generale, ci sono i casi particolari. Mara Polato, dopo 39 anni di lavoro, ha firmato a marzo un accordo con le poste che prevedeva l´uscita un anno prima con alcuni incentivi. Ora quell´accordo, accettato da qualche migliaio di dipendenti nella sua situazione, non vale più; ma l´azienda non la rivuole. Potrebbe rimanere senza stipendio e senza pensione, e forse non solo per un anno. "Per loro noi siamo fuori - racconta con grande ansia- faremo la nostra battaglia sindacale e legale, in tempi stretti, meno di un mese. In ogni caso, se mi andrà bene e sarò ripresa, dovrò pagare 1350 euro per avere cambiato idea".
SONO PARECCHI, in tempi di crisi, i lavoratori che sommando ammortizzatori e accompagnamenti riuscivano a raggiungere l´età per la pensione. Ora rimangono in un limbo, rischiando fino a sei anni senza un soldo nè di salario nè di Inps. Erano in 10mila coloro che potevano usufruire della vecchia normativa; sono stati portati a 50mila. Tuttavia un calcolo parla di 120mila a rischio in Italia, ma anche a Brescia con una Cig da milioni di ore, con un elenco dei fallimenti da record il numero non sarà molto limitato. I patronati dei sindacati sono già presi d´assalto perché ognuno cerca di conoscere meglio la sua personale posizione, che forse gli rivolterà la vita.
Non mancano nemmeno parecchi che hanno lavorato 43, 44 anni sborsando contributi a fondo perduto che non verranno calcolati.
I SEGRETARI generali della Funzione pubblica Donatella Cagno della Cgil e Angelo Galeazzi della Cisl rimarcano come per loro sia bloccata la contrattazione nazionale e decentrata fino al 2014 o più probabilmente fino al 2017, con relativo fermo delle assunzioni. "Ma non siamo esentati dai rincari e dalle tasse" dicono. Spiegano che i dipendenti pubblici non sono tutti uguali: "ci sono ambiti più pesanti come la sanità o la vigilanza, eppure è stato abrogato l´anticipo del riposo per cause di servizio". "La fotografia del settore mostra diversità geografiche, specificità di efficienza e di carattertistiche di cui non si tiene nessun conto, anzi si penalizzano proprio i luoghi meglio organizzati" aggiungono. E lanciano un allarme sulla sanità: "ci sono molti modi di far pagare i cittadini, per esempio trasformando in ambulatoriali pratiche da day-hospital, così da costringere al ticket".
"Se penso poi al trattamento delle donne che hanno sulle spalle la cura dei vecchi e dei nipoti, senza che per alleviarle non sia stato introdotto nulla, senza che si vedano all´orizzonte i servizi necessari alla famiglia, mi fa ancora più rabbia l´emozione della signora con le lacrime" sbotta la Cagno. Una situazione da denunciare che diventa ogni giorno sempre meno sostenibile.

Giornale di Brescia, 07 dicembre 2012

Provaglio "Le poste restino aperte"

PROVAGLIO D'ISEO La possibile chiusura dell'ufficio postale di Provezze? Il motivo sarebbe l'afflusso agli sportelli, ritenuto dall'ente gestore troppo basso perché il servizio venga mantenuto attivo.
"Abbiamo avuto la notizia lo scorso mese di ottobre quando la Prefettura di Brescia ha convocato i sindaci dei Comuni con sportelli a rischio chiusura comunicandoci la possibilità di vederci revocato il servizio - spiega Giuseppina Martinelli, sindaco di Provaglio d'Iseo -: per questo abbiamo pensato reagire, prima con un atto del Consiglio comunale, poi con una raccolta firme".
Nell'ultimo Consiglio comunale la questione ha visto maggioranza ed opposizione unite nell'esprimere la propria contrarietà alla chiusura dell'ufficio, il cui orario è già stato ridimensionato, aprendo soltanto due giorni alla settimana.
Il rischio della soppressione è stato sollevato nei giorni scorsi da una lettera inviata dai sindacati di categoria a sindaci, prefetto, Provincia, Anci e Comunità montane. Domenica 4 dicembre nella frazione, che conta 1500 abitanti, è stata organizzata anche una raccolta firme che ha riscosso un notevole successo.
"A Provezze ci sono la banca, la parafarmacia e abbiamo inoltrato la richiesta per avere una farmacia - spiega ancora il sindaco -, inoltre c'è un campus dell'infanzia nuovissimo; la chiusura dell'ufficio postale, oltre che a discapito degli anziani, colpirebbe tutti i residenti, impoverendo la frazione". v.m.

Brescia Oggi - mercoledì 07 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 23

MARCHENO. Entrava nei bar e poneva domande ai clienti fingendosi un carabiniere in borghese

Arrestato il "cane sciolto" delle rapine agli uffici postali

Il 49enne di Polaveno è stato preso in città dopo aver forzato un posto di blocco

Un rapinatore solitario, un cane sciolto dei colpi negli uffici postali. Ma nei bar della Valtrompia, lui, indagato una quarantina di volte per reati vari, fingeva di essere un carabiniere. Così è stato descritto Modesto Sirianni, 49 anni di Polaveno. L´hanno arrestato i carabinieri della stazione di San Faustino dopo che aveva forzato un posto di blocco: è considerato il responsabile della rapina all´ufficio postale di Marcheno, il 1° dicembre scorso.
L´arrestato, il giorno successivo al "colpo", ha forzato il posto di blocco con un´auto rubata in provincia di Lecco ma si è schiantato ed ha abbandonato il veicolo. Ha abbozzato un tentativo di fuga a piedi, ma è stato raggiunto ed arrestato. E se l´arresto è stato materialmente eseguito dai carabinieri della stazione di San Faustino, le indagini che consentono di attribuirgli il colpo a Marcheno sono dei colleghi della compagnia di Gardone Valtrompia.
Il bottino era stato di circa 1500 euro e addosso gliene sono stati trovati 715. Con sè aveva anche una pistola giocattolo. In Valtrompia, peraltro, la sua presenza era stata segnalata poichè si aggirava nei bar ponendo domande banali agli avventori e dicendo d´essere un carabiniere. Quelli veri lo stavano invece "monitorando", proprio per questo suo comportamento.
Sirianni, la sera stessa del colpo, si era schiantato a Roncadelle con un´altra auto rubata che aveva abbandonato, fuggendo a piedi. M.P.

Brescia Oggi - venerdì 02 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 27

PROVAGLIO D´ISEO. L´ufficio della frazione Provezze figura nella lista nera dei "terminali non strategici" per l´azienda

Consiglio unito per salvare le poste

Il sindaco Martinelli: "Non possono chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini locali"

Le poste di Provezze non si toccano. All´unanimità (cosa inusuale a livello locale) il Consiglio comunale di Provaglio d´Iseo si è espresso contro la ventilata chiusura dell´ufficio postale e contro ogni "sfoltimento" delle giornate d´ apertura. Il sindaco Giuseppina Martinelli, il capogruppo della civica di minoranza "Comunità provagliese" Davide Boglioni e Gian Paolo Galli della Lega Nord, hanno ricordato tutti che "Provezze negli anni scorsi ha già dato tanto. Infatti l´ufficio postale è aperto soltanto due giornate alla settimana. Ulteriori sacrifici ai nostri cittadini non si possono chiedere".
Il rischio che l´ufficio postale della frazione venga soppresso è stato sollevato nei giorni scorsi da una lettera inviata dai sindacati di categoria a sindaci, prefetto, Provincia, Anci e Comunità montane.
Il "terminale" operativo della frazione di Provaglio figura infatti nella "black-list" degli uffici ritenuti non strategici dalla società. I dettagli e in particolare modi e tempi dei tagli, che coinvolgono altri nove uffici bresciani, sono ancora al vaglio dei manager di poste Italiane. Ma i sindacati lanciano già l´allarme.
"Il 14 ottobre in Prefettura assieme agli altri Comuni - ha detto la Martinelli in Consiglio comunale - ci hanno sottoposto la problematica di alcuni uffici postali con scarsa affluenza , fra cui Provezze. Abbiamo ribadito chiaramente la contrarietà a qualsiasi chiusura o ridimensionamento". Intanto a Provezze in molti, soprattutto gli anziani, sono in apprensione ed attendono fatti concreti per salvare l´Ufficio postale locale; e il parlamentino provagliese ha cominciato a muoversi votando all´unanimità la delibera che si oppone alla chiusura. F.S.

Brescia Oggi - venerdì 02 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 20

MARCHENO/2. Il colpo in tarda mattinata

Rapina alle poste Si finge un cliente e fugge col bottino

In azione un solo rapinatore a piedi e col volto scoperto Il malvivente è poi fuggito con 3000 euro in contanti

Rapina da manuale ieri all´ufficio postale di Marcheno. Il rapinatore ha agito con determinazione e rapidità. È arrivato a piedi, a viso scoperto, senza armi in vista, e se n´è andato allo stesso modo. Nemmeno il tempo di spaventarsi per le impiegate e i presenti. Nessuno all´esterno si è accorto di nulla. Insomma, tutto in quel momento appariva normale.
Erano le 11.20 quando il malintenzionato, che per età e abbigliamento poteva sembrare un semplicissimo cliente entrato nell´ufficio postale per sbrigare alcune commissioni, è entrato in azione. In quel momento nell´ufficio c´erano due impiegate e alcuni clienti. Tenendo una mano nascosta sotto la giacca, sul petto, come se impugnasse qualcosa, si è avvicinato allo sportello e si è fatto consegnare i contanti.
Il bottino della rapina, stando ai primi controlli effettuati, dovrebbe oscillare tra i 2000 e i 3000 euro. Una cifra plausibile, considerando che l´ufficio è molto frequentato dopo la riduzione di orari a Brozzo.
Pochissimi minuti e se n´è andato a piedi come era venuto, non si sa nemmeno in che direzione. Sul posto sono arrivati subito i carabinieri di Tavernole e Gardone, che si sono occupati dei verbali e degli accertamenti. E.BER.

Giornale di Brescia, 01 dicembre 2011

"La posta non ti arriva? Nomi sulla cassetta"

A Castelcovati la posta non arriva regolarmente

CASTELCOVATI Le lettere - in particolare quelle delle banche - spesso non arrivano a destinazione: vengono accatastate sui davanzali o inserite nelle cassette sbagliate.
Sta succedendo in queste settimane a Castelcovati. Il sindaco Camilla Gritti ha segnalato il problema a Poste italiane (che si sono dette estranee alle questione) e a Tnt Post (società di riferimento di molte aziende, banche e società del settore assicurativo e finanziario per la consegna della corrispondenza) che ha invece ammesso di avere una responsabilità. "I disservizi lamentati a Castelcovati - ci hanno spiegato - sono in parte un effetto della mancata etichettatura delle cassette postali da parte di tanti cittadini e in parte sono dovuti alla imperfetta conoscenza delle famiglie da parte dei nostri portalettere che si trovano a operare in paese da poche settimane, in conseguenza della espansione di Tnt Post nella provincia di Brescia". Per risolvere il problema l'operatore chiede ai cittadini di collaborare: "Al fine di aiutare i residenti a ricevere speditamente la posta - hanno aggiunto -, sarà avviata in questi giorni una campagna di comunicazione chiamata Eti- chetta la cassetta che prevede che il portalettere di Tnt Post inserisca, nelle cassette postali sprovviste di nominativo, i fogli con le etichette adesive su cui scrivere nome e cognome. Le etichette potranno essere apposte sul citofono e/o sulla cassetta della posta; ogni foglietto è infatti composto da due etichette adesive". Tnt sembra quindi intenzionata a collaborare: "Abbiamo inviato ispettori sul territorio - ci hanno spiegato - per garantire che l'attività di recapito si svolga in modo efficace e con soddisfazione dei residenti".
"So che Tnt Post sta cercando di organizzarsi al meglio per venirci incontro. Speriamo che il nostro problema - ha commentato il sindaco - con la corrispondenza venga risolto presto". b. b.

 

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