LA STAMPA DI GENNAIO 2017

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 8

BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it
Il caso - I disservizi nel recapito registrati negli ultimi mesi in città e provincia
«Poste ha ammesso lo sbaglio e assicurato che fra un mese sarà tutto a posto»
Il prefetto ha incontrato i dirigenti Pt: «Un errore riorganizzare il servizio consegna sotto Natale»

Valerio Valenti Prefetto di Brescia «L’azienda confida in un calo del traffico postale Altrimenti sarà insostenibile»

Enrico Mirani - e.mirani@giornaledibrescia.it
«Secondo Poste Italiane è stata una serie di sfortunati eventi. Alcuni cercati, aggiungo io». L’azienda ammette «che gli ultimi mesi sono stati un periodo nero per il recapito nel nostro territorio, ma assicurano che entro un mese tutto rientrerà nella norma». A febbraio, nella sede regionale di via Dalmazia, sarà «istituito un Tavolo locale di confronto periodico per verificare l’andamento del servizio». Il prefetto Valerio Valenti riassume così l’esito dell’incontro di ieri con i responsabili del recapito della Lombardia e di Brescia, Marco Siri e Guido Tononi. Un appuntamento sollecitato una decina di giorni fa dallo stesso prefetto per parlare dei disservizi lamentati dai bresciani, capirne le cause e sentire cosa sta facendo Poste Italiane per rimediare. Sulla scrivania di Valenti ci sono la lettera inviategli da un cittadino con l’elenco dei disagi subiti e un biglietto di auguri. «Guardi, mi è stato spedito il 15 dicembre da Vercelli, è arrivato il 23 gennaio. Bella figura ho fatto», scherza (ma non troppo) il prefetto. Le ragioni. I funzionari di Poste Italiane, riferisce Valenti, hanno motivato i problemi con «un concorso di cause: scelte aziendali necessitate, la riorganizzazione degli uffici, il contratto con Amazon per la consegna dei pacchi, l’impossibilità temporanea di rinnovare il contratto ai portalettere assunti a tempo determinato». Il tutto nel periodo natalizio. Da qui l’accumularsi di un arretrato misurato in montagne di corrispondenza. «Hanno ammesso che cambiare il modello di recapito durante le settimane sotto Natale è stato uno sbaglio», aggiunge Valenti. Ai primi di novembre in 54 Comuni della provincia si è passati alla consegna a giorni alterni. A Brescia le aree dei portalettere sono state rimodulate, anche in questo caso il postino suona un giorno sì e l’altro no per quanto riguarda la corrispondenza ordinaria, mentre quella urgente (che costa di più) dovrebbe essere consegnata dai jolly del servizio Plus. Tuttavia, in questi mesi le cose sono andate male soprattutto in città. «Del resto - commenta il prefetto-ho fatto presente a Poste che questo sistema penalizza la grande maggioranza dei cittadini e anche le amministrazioni pubbliche, che non possono permettersi di pagare tariffe onerose». Da quel modello, comunque, pare che l’azienda non intenda tornare indietro. Amazon. L’esplosione dei pacchi Amazon, secondo l’azienda, è stato determinante nell’ingolfare il servizio. «Anche perché molti - è stato spiegato a Valenti- provenivano da Paesi extra Ue, dunque erano soggetti a specifici controlli più lunghi». Sarebbe stata una ragione in più, considera il prefetto, «per far partire la riorganizzazione a febbraio-marzo invece che a novembre». A questo punto, «Poste confida che il volume della corrispondenza calerà in modo fisiologico, così da poter smaltire l’arretrato». L’azienda ha riconosciuto che «un trend di crescita come quello degli ultimi mesi sarebbe insostenibile». Il tavolo. È stata poi confermata la creazione di un Tavolo provinciale, che si occuperà di monitorare la situazione del servizio postale. Un’idea scaturita la settimana scorsa a Milano al Tavolo Posta regionale. La sua articolazione bresciana farà base al Pirellino di via Dalmazia. Intorno al Tavolo siederanno Poste Italiane, la stessa Regione, l’Associazione dei Comuni Bresciani (Acb). «Ho suggerito di interpellare anche la Provincia», sottolinea il prefetto. In questo quadro si sta già muovendo anche l’Acb, che chiederà ai Comuni di inviare all’Associazione lamentele, suggerimenti, criticità da presentare a in quella sede. «Ho suggerito che gli incontri al Tavolo bresciano diventino periodici e che Poste informi sui suoi programmi prima di attuarli. Spero che i problemi di questi mesi vengano risolti. Da parte mia, ho chiesto di essere informato sull’evolversi della situazione». //

 

La scheda

I problemi.
Il nostro giornale nelle ultime settimane ha pubblicato un’inchiesta sui disservizi del recapito postale in città e in provincia. Corrispondenza consegnata in ritardo o non arrivata, ma anche bollette, avvisi di pagamento, fatture, solleciti giunti fuori tempo massimo. Insomma, disagi, ma anche danni agli utenti.

Le cause.
Secondo Poste Italiane si sono sommate varie circostanze: l’aumento del traffico dovuto al periodo natalizio, il rodaggio della riorganizzazione del servizio di consegna a giorni alterni, il contratto per la distribuzione dell’e-commerce (i pacchi Amazon). Tutto vero, ma secondo i portalettere che hanno parlato con il giornale ci sarebbe un problema strutturale: proprio il nuovo modello del recapito a giorni alterni, che provoca l’accumulo della corrispondenza.

E ora?
Poste Italiane ha promesso che entro un mese l’arretrato verrà smaltito e che tutto rientrerà nella normalità. In febbraio sarà anche istituito un Tavolo Poste provinciale con Regione, Comuni, Provincia per tenere monitorata la situazione.

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 8

Intanto avanzano i privati, e c’è chi si battezza «La Vera Posta»
Alternative  «Intendiamo il nostro lavoro come un servizio ampio da offrire ai clienti»

Di pari passo con le inefficienze del servizio postale pubblico, a  Brescia stanno nascendo e si stanno rafforzando attività di recapito gestite da imprese private. Una di queste si chiama Lvp (La Vera Posta), si trova in città in via Cipani, ha una filiale a Muscoline e funziona da ottobre, anche se l’amministratore Angelo Falconi e la moglie Romina hanno una lunga esperienza nelle consegne, avendo avviato il primo servizio di pony express in scooter nel 1999. Nella sede cittadina di Lvp lavorano cinque persone, due in ufficio e tre al recapito, in Valtenesi due. In via Cipani, come è immaginabile, contano di fare la differenza rispetto al servizio di Poste Italiane «puntando sulla qualità». Ma non è tutto. «Intendiamo il nostro lavoro non soltanto come attività di recapito ma anche e soprattutto come servizio più ampio da offrire al cliente - spiegano-. C’è infatti la possibilità di ricevere la posta direttamente al piano del proprio appartamento o di richiederne la consegna a un orario particolare o, ancora, di farci avere la posta da inviare rimanendo a casa o in ufficio. Per i quotidiani, poi, garantiami la consegna in mattinata, al massimo entro mezzogiorno, ma svilupperemo un’organizzazione di alto livello in grado di recapitare i giornali agli abbonati entro le nove». L’altro obiettivo importante di La vera posta è l’allargamento della rete di lavoro, ma per questo potrebbe volerci più tempo. Quanto all’aspetto, l’ufficio di via Cipani non è solo un ufficio postale ma ha le sembianze di un negozio. Vi si possono trovare anche buste e incartamenti per le spedizioni. E, per finire, dal prossimo settembre si potranno anche ordinare libri scolastici che, naturalmente, saranno recapitati a casa.
FLAVIO ARCHETTI

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 9

L’intervista - Emilio Del Bono, sindaco di Brescia
CLASS ACTION CONTRO POSTE? LOGGIA AL FIANCO DEI CITTADINI

D al dibattito parlamentare, con l’interrogazione sottoscritta dall’onorevole Alfredo Bazoli, all’interlocuzione diretta con il ministero dello Sviluppo Economico. Ad alzare il telefono per presentare il «caso poste» al sottosegretario Antonello Giacomelli, con delega alle Telecomunicazioni, è stato il sindaco di Brescia Emilio Del Bono. Cosa ha ottenuto? «Interesse e ascolto. Con la rassicurazione che la questione è all’attenzione della politica, oltre che dei tavoli tecnici. Mi sono coordinato con il prefetto perchè Brescia facesse sentire la sua voce a più livelli e con più attori. Deve essere chiaro che non si tratta del capriccio di qualcuno, bensì di un disagio serio, diffuso e prolungato che interessa direttamente cittadini, lavoratori, istituzioni, realtà economiche. Servono soluzioni strutturali e non solo emergenziali o temporanee. Al disservizio si sommano i danni. Lo scriva pure: siamo pronti ad affiancare i nostri cittadini in Tribunale qualora decidessero di intentare una class action contro Poste Italiane». Lei dice di aver trovato al ministero ascolto e interesse. Ma quali interventi? Con quali tempi? «Da subito, con il rafforzamento del personale che in parte può contribuire a smaltire le giacenze, a loro volta in parte provocate dalla necessità di rispondere in modo adeguato al contratto con Amazon. Il periodo delle feste di Fine anno con un incremento fisiologico della corrispondenza non ha certo aiutato». Lei invoca soluzioni strutturali, e non temporanee. Ritiene dunque che i «rinforzi» per superare la crisi post natalizia non siano sufficienti? «Non so quale sia la ricetta che Poste potrà o dovrà mettere in campo. Certo è che le soluzioni tampone non basteranno. Ritengo ci sia stata una grave sottovalutazione su Brescia: basta leggere i numeri di abitanti e imprese, andando più in là del mero confine amministrativo. Il giornale lo ha sottolineato più volte e giustamente: non siamo stati riconosciuti come città metropolitana malo siamo di fatto. Ne abbiamo tutte le caratteristiche e le complessità: basti pensare alla delocalizzazione delle aziende che si sono concentrate in Brescia e nell’hinterland. E poi gli abitanti, che nei paesi di confine trovano periferie appetibili perché dotate di servizi integrati con la città. Non solo: siamo ai vertici delle classifiche del commercio telematico. Insomma, tutti indicatori che non possono essere sottovalutati». Cercando le ragioni della «posta che non arriva», i sindacati puntano il dito su oneri Amazon e tagli al personale. Ritengono anche che il regime di consegna della corrispondenza a giorni alterni abbia di fatto provocato un aumento esponenziale della giacenza... «Appunto. Nelle città metropolitane il regime a giorni alterni non è scattato. Ci sarà un perchè. Lo stesso perché va preso in considerazione se vogliamo indagare sulle cause che hanno provocato il caos a Brescia: abitanti, imprese, e-commerce». Dunque lei rilancia Brescia città metropolitana? «Non c’è spazio per questo. Ma posso, anzi devo pretendere che Brescia venga considerata come tale. Ripeto, non per capriccio, ma perché lo dicono le cifre. Lo dice la realtà. Città come Firenze, Bari e Trieste non sono diverse da noi per problematicità. Anzi. Eppure sono città metropolitane perché coincidono con le loro province. Noi siamo penalizzati dalla conformazione del nostro territorio: andiamo da Ponte di Legno a Pontevico. Ed è difficile sostenere che gli abitanti di Edolo siano cittadini della metropoli bresciana. Sono poche le province che hanno caratteristiche come le nostre. Eppure, se consideriamo Brescia città e ci allarghiamo alla prima e alla seconda cintura (28 Comuni in tutto) superiamo il mezzo milione di abitanti: area metropolitana a tutti gli effetti. Ecco perché ritengo che la pressione su Poste Italiane sia non solo giusta, ma doverosa. Sono anche convinto che stiano rischiando di perdere un’occasione preziosa: se verrà lasciato un vuoto, altri lo riempiranno. Dimostrando magari che il servizio, nella nostra città, può dare soddisfazioni anche economiche».
NUNZIA VALLINI

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 9

Dall’Alta Valtrompia Sos bollette del telefono
Disguidi e disagi

Bollette del telefono abbandonate fuori dalle cassette della posta (e magari volate via per una folata di vento) o addirittura mai arrivate a destinazione: in Alta Valtrompia stanno aumentando i casi di utenti che si ritrovano a non poter più utilizzare l’apparecchio di casa. È capitato almeno una volta a decine di cittadini: un bel giorno alzano la cornetta e si rendono conto che i fili sono stati tagliati. Inizialmente pensano a un problema della linea, ma alla fine si ritrovano a fare i conti con il fatto di non aver pagato la bolletta. Perché quella busta contenente il bollettino da pagare, semplicemente, non l’hanno ricevuta. Storie di disguidi purtroppo sempre più frequenti che il responsabile cittadino per l’Italia dei valori Massimo Bertuzzi - il quale lo scorso agosto ha aperto una nuova sede a Marcheno - non intende far passare sottotraccia. «Giorno sì e giorno no - spiega - ricevo lamentele da parte di persone alle quali non vengono recapitate le bollette o altri documenti importanti, come gli inviti per le donazioni del sangue: da Marcheno fino a Marmentino, passando per i paesi della parte alta della Valle la situazione si sta facendo sempre più pesante. Così non si può più andare avanti: il problema di cui io stesso sono rimasto vittima colpisce specialmente gli anziani, una categoria che dovrebbe invece essere tutelata ma che si ritrova a essere più penalizzata delle altre a causa della poca dimestichezza con i nuovi mezzi di comunicazione».

BARBARA FENOTTI

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 9

Sette lettere spedite: solo una si è «persa»

L’esperimento

Un punto a favore. Che mutuando il gergo calcistico, fa classifica ma soprattutto morale. È quello conquistato da Poste Italiane la scorsa settimana, al termine del nostro «esperimento».
Venerdì 20 gennaio, come dimostra la fotografia, abbiamo preparato sette lettere da indirizzare in altrettante zone: in centro città, sul lago di Garda, nell’Hinterland, in Franciacorta, in Valcamonica, in Valtrompia e nella Bassa. Missive affrancate normalmente, quindi con francobollo da 90 centesimi, e spedite poco dopo le 15 dalla «buca» in via Ferramola. «Vediamo quanto tempo impiegano ad arrivarea destinazione», ci siamo detti. Beh, tra martedì 24 e mercoledì 25 gennaio le lettere sono puntualmente arrivate a destinazione. Tutte tranne una, perché ad oggi quella indirizzata nella Bassa, e nello specifico a Rudiano, si è evidentemente persa per strada. La persona che infatti doveva riceverla sta ancora aspettando... Una nuvola rispetto al «raggio di sole», addirittura con una... eccellenza: in Valtrompia la nostra busta è arrivata martedì 24, pur essendoci di mezzo il fine settimana senza consegna e la festa patronale. Insomma, un punto a favore...

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 9

L’Ufficio di Agnosine si trasferisce a Odolo

Lavori

Da domani, mercoledì 1° febbraio, l’ufficio postale di Agnosine, in via Dino Carli 8, sarà chiuso per consentire lo svolgimento di lavori infrastrutturali. In un comunicato Poste Italiane invita la clientela a rivolgersi all’ufficio postale di Odolo, in via Guglielmo Marconi 3, dove sarà attivo uno sportello dedicato proprio agli utenti abituali dell’ufficio di Agnosine. Allo sportello di via Marconi sarà possibile effettuare tutte le operazioni, compreso il ritiro di raccomandate, assicurate e atti giudiziari non consegnati per assenza del destinatario. L’ufficio di Odolo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,20 alle 13,45 e il sabato dalle 8,20 alle 12,45. Il servizio di recapito - conclude la nota - continuerà a essere svolto regolarmente.

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GIORNALE DI BRESCIA  Martedì 31 gennaio 2017 pag. 71

Lettere al direttore

POSTE Nessuno risponde alle raccomandate per i pacchi giacenti

Caro direttore, in questi giorni, leggo quotidianamente sul GdB lettere riferite al disservizio di Poste Italiane, leggo anche che sono intervenuti alcuni organi di governo per tentare di sbrogliare la situazione, ma credo che sia tutto inutile in quanto, personalmente, ho inviato ben10 raccomandate(PEC) all’indirizzo «reclamiretail@postecert.it», per avere informazioni sui miei pacchi che «giacciono» (proprio come i morti), presso Poste Italiane a Milano dal 3 gennaio 2017; nessunissima risposta, sembra di parlare, appunto, con i morti. Cosa dire...
R.R.

Poste Italiane non risponde a lei e direttamente neppure a noi ma quantomeno - ed è notizia delle ultime ore - ha riconosciuto che qualcosa non va. Lo ha fatto parlando con il prefetto(ne riferiamo nelle pagine della cronaca proprio oggi) al quale sono stati elencati i correttivi messi in campo. Qualcosa si sta muovendo (abbiamo spedito lettere-civetta, oggi facciamo cronaca anche di questo) ma evidentemente ancora non basta. Continuiamo a vigilare e - sempre oggi, nell'intervista al sindaco della città - informiamo i bresciani che qualora volessero intentare una causa contro Poste Italiane troveranno il Comune di Brescia al loro fianco.
(n.v.).

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GIORNALE DI BRESCIA Venerdì 27 gennaio 2017 ·pag. 16

LA CITTÀ
Poste promette: entro un mese disservizi finiti
L’on. Bazoli ha incontrato a Roma i dirigenti dell’azienda che affermano: «Dal 13 gennaio la tendenza si è invertita»

Il caso
Enrico Mirani e.mirani@giornaledibrescia.it
Alfredo Bazoli Deputato Pd: «Continuerò a monitorare la situazione Vanno risolti i problemi strutturali»

Dal 13 gennaio Poste Italiane «ha messo in atto contromisure per smaltire la corrispondenza arretrata nel Bresciano. Entro un mese il problema sarà risolto. Così, almeno, ci ha detto l’azienda». Parole dell’on. Alfredo Bazoli (Pd), che ha ieri ha ascoltato le promesse delle Pt in un incontro a Roma con i responsabile per i rapporti istituzionali. Una riunione chiesta da Bazoli e da altri colleghi deputati lombardi del Pd di Lecco e Varese per parlare dei disservizi registrati negli ultimi due mesi. «Poste - commenta Bazoli - è consapevole dei problemi. Ha sottolineato che la riorganizzazione del servizio, messa in atto dal 2015 e che comprende il recapito a giorni alterni, è dovuta a necessità di bilancio e alla riduzione del volume di traffico del 10%». Il servizio perde più di 500milioni l’anno. In particolare, per Brescia, «si attendevano qualche disagio iniziale, ma non il collasso che, secondo le Poste, sarebbe stato provocato dall’enorme traffico dell’e-commerce nel periodo natalizio». Contromisure. L’azienda, dunque, avrebbe provveduto ad attuare contromisure per superare l’emergenza, «invertendo la tendenza dal 13 gennaio. In particolare ci hanno parlato di assunzioni di contratti a termine». Tuttavia, i deputati del Pd hanno insistito «perché siano risolti i problemi strutturali, al di là dei picchi straordinari. Altrimenti continueranno a presentarsi emergenze». Poste ha comunque assicurato alcune azioni future: stop alla chiusura degli uffici nei Comuni sotto i 5.000 abitanti, riorganizzazione dell’attività dei portalettere anche con l’utilizzo di strumenti digitali, rafforzamento delle strutture, disponibilità ad aprire tavoli locali per verificare la qualità del servizio. Tavoli. «Abbiamo chiesto - prosegue Bazoli - si attivare tavoli provinciali ai quali siedano le Poste e gli amministratori locali, di aumentare i servizi telematici per velocizzare i tempi e favorire chi non può muoversi, di dotare di wi-fi tutti gli uffici postali, anche quelli dei piccoli Comuni». Nei prossimi giorni Bazoli e gli altri faranno un sopralluogo al centro di smistamento della corrispondenza a Peschiera Borromeo per valutare la situazione. «In ogni caso - chiude il deputato bresciano - continueremo a monitorare l’andamento del servizio e a sollecitare Poste Italiane». Nei giorni scorsi, sulla vicenda, Bazoli aveva anche presentato una interrogazione al Ministero dell’Economia.

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GIORNALE DI BRESCIA ·Venerdì 27 gennaio 2017 pag. 59

LETTERE AL DIRETTORE
LA DENUNCIA/1
Poste, aggiungete il mio caso alla lista dei disservizi

Vorrei aggiungermi alla lista delle «vittime» della famigerata riorganizzazione di Poste Italiane. Caionvico 11 gennaio 2017 (preciso per chi non lo sapesse che si tratta di un quartiere alla periferia est della città), mi trovo nella cassetta delle lettere l’avviso di mancata consegna (non c’era nessuno al momento del passaggio del postino) sul quale sono indicati gli orari in cui posso ritirare l’oggetto presso l’ufficio postale di S. Eufemia. Sabato 13 gennaio con avviso e documento d’identità mi ci reco ma... sorpresa, dopo qualche minuto di attesa, uscendo dal (suppongo) deposito pacchi, una gentilissima quanto imbarazzata impiegata dell’ufficio mi comunica che l’oggetto in questione è finito, non si sa come all’ufficio postale del Villaggio Prealpino (sempre per chi non lo sapesse, periferia nord della città). A questo punto chiedo alla signora/ina quali tempi d’attesa per il ricevimento dovrò affrontare ma... ri-sorpresa, loro, Poste Italiane, non possono farci niente, dovrò andare io a ritirarlo oppure il mio pacco/plico dopo i trenta giorni di deposito tornerà al mittente, e così sarà poiché io lavorando in proprio potrei andarci (al Prealpino) ma visti gli orari di apertura degli sportelli, solo chiudendo la mia attività per un paio d’ore, cosa che mi guarderò bene dal fare.
Lettera firmata

LA DENUNCIA/2
Mai riconsegnata la ricevuta di ritorno della raccomandata
Alle molte segnalazioni e proteste che ha ricevuto per la mancata consegna della posta, desidero aggiungere anche la mia. Ai primi dello scorso dicembre mio marito ha inviato a Roma una raccomandata all’Inps, con ricevuta di ritorno. Nonostante la salata tariffa ad oggi la ricevuta non è ancora tornata. Il 6 di dicembre scorso mi è stato inviato da Londra un buono-regalo da spendere in un negozio cittadino. Mai ricevuto. Come tanti altri utenti mi chiedo se le poste, così come le conosciamo, hanno ancora senso di esistere. Poi mi rispondo di sì. Basti pensare a quante volte siamo costretti a dimostrare... Farà fede il timbro postale. ecc. Il recapito puntuale della posta dovrebbe essere la norma in un Paese moderno e civile. Evidentemente non siamo né una cosa né l’altra. Mi auguro, come molti altri utenti colpiti datale disservizio, che i dirigenti trovino una soluzione quanto prima, per salvare il loro posto di lavoro e quello degli addetti alla distribuzione.
Marialuisa Bruniera Brescia

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GIORNALE DI BRESCIA · Giovedì 26 gennaio 2017 pag. 59
LETTERE AL DIRETTORE

DISSERVIZI/1
Probabilmente le Poste stanno «vuotando il sacco»
Egr. Sig. Direttore, per la posta non è mai troppo tardi... La mattina del 24 gennaio mi è stata finalmente recapitata la «famosa» lettera che mi ero spedito il giorno 5 dicembre 2016, porta il timbro Verona C.M.P. 06/12/2016.
Con la lettera il portalettere mi ha consegnato anche la copia del settimanale «Gente» N. 47 del 29/11/2016. Ieri un’amica mi ha telefonato per informarmi di avere ricevuto il notiziario da me inviatole, tramite «postatarget», il 14 ottobre 2016. Probabilmente le Poste stanno «vuotando il sacco». Mi complimento con Lei, Sig. Direttore, per il modo in cui il suo Giornale sta dando il giusto risalto a questo incredibile disservizio.
Pier Giorgio Guindani Brescia

Anche noi stiamo registrando un’inversione di rotta nella consegna della corrispondenza: sarà anche a giorni alterni, ma quantomeno la posta comincia ad arrivare.
Del resto Poste Italiane ha finalmente dimostrato di aver preso atto dei disservizi (riconoscendo che la nostra provincia è tra quelle più problematiche) e messo in campo interventi ad hoc. Non sappiamo ancora se risolutivi o solo tampone. Vedremo gli sviluppi. Intanto, anche grazie ai lettori, noi continuiamo a vigilare e denunciare. Nessun accanimento, ma diritto-dovere di dar voce alle denunce dei singoli lettori che altrove non trovano ascolto.
(n.v.)

DISSERVIZI/2
La mia patente per ora resta in ostaggio di Poste
La mia patente di guida è in ostaggio delle Poste Italiane. Anzi, del servizio «postapatente» di Poste Italiane. L’ho rinnovata qualche giorno fa e mi sono stupito nel trovare nella buca delle lettere, solo a pochissimi giorni di distanza, uno scontrino di Poste Italiane che recita più o meno così: «1°avviso di mancata consegna. Non si preoccupi, abbiamo noi la sua patente ma non abbiamo trovato nessuno in casa. Può chiamarci al numero… e prenotare una nuova data di consegna nei giorni dal lunedì al venerdì previa verifica di fattibilità e disponibilità da parte di Poste Italiane (ma ci dia almeno due giorni di tempo per organizzarci, dopo la telefonata). Se non ci  contatterà riproveremo a consegnarla tra 10 giorni solari, senza nessun ulteriore costo aggiuntivo».
Finalmente l’Italia si aggiorna e la burocrazia diventa efficiente! Dopo alcuni (molti) tentativi di contattare il mitico 803.160 (a cui risponde il ContactCenter di Poste Italiane, come scritto sullo «scontrino») e avere digitato in sequenza i vari 1,2, 5, 18, 64 , 27… , e dato finalmente l’autorizzazione ad essere richiamato per un sondaggio di soddisfazione del cliente (ogni volta che negavo il consenso la linea cadeva dopo pochi secondi, ma sarà stato sicuramente un caso… continuo a ripetermelo che deve essere per forza un caso… ma tanto è caduta anche quando mi hanno richiamato per il sondaggio) mi risponde una gentilissima operatrice. Cerco di spiegarle che io e mia moglie lavoriamo e siamo fuori casa sempre, nei normali orari di ufficio, quindi preferirei sapere dove è in giacenza la mia patente per ritirarla personalmente (è scaduta, e mi serve anche per lavoro).
La risposta è immediata e sintomatica di una efficienza da Paese nordico: non posso ritirarla presso una loro struttura, ma posso prenotare una nuova riconsegna, anzi… potrei, se non fosse che il sistema è in aggiornamento e quindi in realtà non e possibile prenotarla. Ma posso stare tranquillo: tra10giornisolari ci riproveranno, quindi basta che io mi faccia trovare a casa alla solita ora in cui passa il postino (mai visto in vita mia, visto che io a quell’ora lavoro a parecchi chilometri di distanza, e mai saputo a che ora passa) e potrò ritirarla. Ribadisco alla gentilissima operatrice che io non sono mai a casa di giorno, quindi chiedo che mi venga consegnata in ufficio (almeno sono sicuro di esserci ogni giorno a ogni ora). Ovviamente non è possibile la consegna ad un indirizzo diverso da quello di residenza, ma mi garantiscono che loro, per contratto, devono fare tre tentativi a distanza di10giorni (solari), quindi basterà che io non ci sia tutte e tre le volte e poi verrò ricontattato per concordare dove potrò ritirarla. Io non ho dubbi che in quei tre tentativi non ci sarò a casa, e ho la certezza che tre tentativi a distanza di dieci giorni solarifanno30giorni (solari, specificarlo è sintomatico di efficienza e precisione, quindi loro lo fanno), ho anche la certezza che la mia patente è scaduta, che all’estero il mio pezzetto di carta del rinnovo non ha alcun valore, e infine ho una grande e amara certezza: che siamo in Italia, e che ogni sforzo per lanciarci in una nuova epoca implementando servizi efficienti si scontra con una mentalità ottusa da burocrazia ottocentesca. Complimenti ha chi ha pensato questo nuovo servizio «postapatente», un po’ meno alla manica di incompetenti (avrei usato un termine un po’ più deciso, ma non credo me lo avreste passato) che nell’attivarlo è riuscita a trasformare quella che era una buona idea di un Servizio, utile al cittadino che lavora, in una faccenda kafkiana degna della peggiore burocrazia. Come sempre il problema non sono i cervelli in fuga: sono quelli che rimangono…
Lettera firmata

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GIORNALE DI BRESCIA Mercoledì 25 gennaio 2017 -·pag. 54
Lettere al direttore

DISSERVIZI
A Fiumicello niente posta da ben 54 giorni
Mi permetto aggiornarLa in merito al problema della mancata consegna della corrispondenza. Nel mio quartiere (Fiumicello - zona Ovest di Brescia - codice postale 25126) la corrispondenza non viene recapitata dal 2.12.2016, cioè ad oggi (24.01.2017) sono 54 giorni, non a giorni alterni come da programmazione stabilita da Poste Italiane! Ho letto sul Giornale che il problema è stato portato a Roma, ne sono a conoscenza in Regione Lombardia e si è interessato anche il Sig. Prefetto.
Tutti lo sanno, ma il problema resta!!! Ancora per quanto dobbiamo pazientare?
Adriana Galizzi Brescia

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GIORNALE DI BRESCIA Mercoledì 25 gennaio 2017 -·pag. 14

LA CITTÀ
Poste, a Brescia un tavolo di confronto per affrontare problemi e disservizi
Sarà istituito al Pirellino di via Dalmazia con azienda, Regione, Acb Ieri un vertice a Milano

L’incontro
Enrico Mirani . e.mirani@giornaledibrescia.it
Un tavolo specifico, con Regione, Poste Italiane, Associazione Comuni Bresciani, per discutere, affrontare e (sperabilmente) risolvere le criticità che riguardano il servizio postale in città e provincia. A cominciare dai ritardi e dai disservizi nel recapito. È questa la novità principale uscita dal vertice svoltosi ieri a Milano per esaminare la situazione delle poste in Lombardia. Il tavolo sarà convocato al più presto, comunque dopo l’incontro che il prefetto di Brescia, Valerio Valenti, avrà con i responsabili di Poste Italiane il 31 gennaio. Sede e riferimento organizzativo sarà l’Utr (Ufficio
territoriale regionale), il Pirellino di via Dalmazia. Analoghi tavoli saranno comunque attivati anche in altre province lombarde dove si sono registrate le maggiori criticità. Brescia, Cremona e Como sono i territori maggiormente colpiti. L’incontro di ieri è stato voluto dal sottosegretario alla presidenza della Regione con delega agli enti locali Daniele Nava, che presiede il Tavolo Poste istituito nel 2015.
Dossier. Sulla sua scrivania un corposo dossier con le lamentele dei territori. A cominciare da Brescia. Nei giorni scorsi l’Acb aveva inviato al sottosegretario le lettere, gli articoli, l’inchiesta del nostro giornale sui disservizi registrati negli ultimi mesi.
Ieri l’Acb era presente con il suo direttore, Veronica Zampedrini, proprio per sottolineare l’urgenza del problema. «Vogliamo essere vicini ai Comuni e ai sindaci» commenta. «Saremo presenti al tavolo bresciano quando verrà costituito per dare il nostro contributo alla soluzione dei problemi». Al vertice milanese sedevano anche l’Anci Lombardia e alcuni dirigenti di Poste Italiane, fra i quali Gabriele Di Marzio (responsabile di Ingegneria e operazioni, divisione posta, logistica e pacchi), Fabio Toniolo (responsabile area logistica Lombardia di Poste) e Francesca Paglia (relazioni esterne).
Disservizi. Poste ha ribadito la sua posizione, già espressa in un comunicato nei giorni scorsi: la causa dei disservizi starebbe nell’esplosione dell’e-commerce e dei pacchi, aggiunta al solito sovraccarico natalizio. La situazione, secondo le Pt, dovrebbe dunque rientrare progressivamente nella normalità. Tuttavia, i portalettere e i sindacati hanno più volte sottolineato che il problema risiede nel sistema di recapito a giorni alterni. «Ho chiesto a Poste – sono parole del sottosegretario Nava – una verifica puntale, provincia per provincia, informando che, come Regione, si potranno mettere a disposizione le sedi territoriali come luogo di incontro per affrontare e risolvere le criticità locali ». Una disponibilità raccolta da Poste. Dunque, a breve saranno avviati «momenti di confronto per individuare le migliori soluzioni, con il supporto della Regione». I cittadini attendono.

 

Flop del fondo immobiliare Irs: coinvolti 260 bresciani
Sono circa 2.600 i risparmiatori lombardi coinvolti dal flop del Fondo immobiliare Irs, collocato da Poste Italiane. Intorno ai 260 i bresciani. È emerso nell’incontro fra le associazioni dei consumatori e Poste, tenutosi a Roma nell’ambito della procedura di conciliazione. Sono circa 1.500 i rapporti di deposito titoli che hanno acquistato quote del Fondo, circa 2.600 i clienti, così distribuiti in Lombardia: Milano 26%, Bergamo 17%, Varese, Como e Brescia circa il 10% per ciascuna provincia, Pavia, Lecco, Monza e Mantova circa il 5% ciascuna, Cremona, Lodi, Sondrio il 2% ciascuna. Sul totale, il 10% sono clienti ultra80enni, ai quali Poste riconoscerà, grazie all'intesa con le associazioni dei consumatori, il rimborso immediato dei 2.500 euro del valore nominale originario della quota del Fondo. Agli altri sarà offerta la sottoscrizione di una polizza vita quinquennale a costo zero, per raggiungere il valore dell'investimento iniziale. 

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GIORNALE DI BRESCIA · Martedì 24 gennaio 2017 pag. 55 Lettere al direttore

DISSERVIZI
Non ricevo i pacchi e purtroppo me la prendo col postino

Egregio direttore le scrivo questa lettera per segnalare la mia storia e al contempo rispondere all’articolo di quel postino che si sente uno schiavo. Premetto che ho il massimo rispetto per chi lavora, qualunque lavoro esso faccia (io stesso sono un operaio...) e comprendo benissimo la frustrazione di persone che si sentono aggredite dall’utente finale. Rimane comunque il fatto che noi utenti con qualcuno dobbiamo pur prendercela se le cose non vanno, cercare di parlare con «i piani alti» di poste italiane è praticamente impossibile e presentare un reclamo anche (lo puoi fare solamente on-line con un massimo di 100 caratteri, non parole).
Comunque, le faccio degli esempi per far capire la mia frustrazione.
Io sono un compratore accanito di e-commerce (che bello l’inglese) soprattutto all’estero. Per mia sicurezza cerco sempre di avere della posta registrata. Ora capita che in questo periodo abbia ordinato della roba ad Hong-Kong ed in Russia spedita tramite raccomandata.
Tramite il servizio di ricerca ho scoperto che entrambe sono partite, la prima il 13/12 la seconda il 25/12. Entrambe dopo 2 giorni, il 15 ed il 27/12 sono arrivate a Milano, ebbene entrambe al 21 gennaio non si sono ancora mosse da Milano, anzi non si sa dove siano! È mai possibile che dopo 35 giorni non siano ancora state consegnate? Si aggiunga poi che, nel frattempo, ho scoperto che la mia posta non mi viene più consegnata dai postini del mio paese (abito a 500 metri dalla posta) ma da quelli di Castegnato (6 km di distanza...). Inoltre il ritiro personale in ufficio postale non è più possibile dato che i postini il sabato non lavorano e gli impiegati dell'ufficio fanno parte di un’altra divisione e non possono «mettere le mani» in quella dei postini. Aggiungiamo poi la consegna a giorni alterni (in pratica a settimane alterne) e tutti possiamo capire le arrabbiature di noi utenti. Il mio materiale fortunatamente è materiale di diletto e non di lavoro, ma è comprensibile che chi si affida alle poste per lavoro sia molto arrabbiato, senza contare le bollette, gli atti e via dicendo.
Quando poi riesci a contattare il call center ti trovi delle signorine (gentili) che ti rispondono di non preoccuparti che nei prossimi mesi la cosa si risolverà da sola. Forse sarebbe meglio che le Poste Italiane ritornassero a fare quello per cui sono nate e la smettessero di fare le banche, le assicurazioni e via dicendo.
Lettera firmata

Gentile lettore, grazie per la denuncia circostanziata che va ad alimentare il nostro dossier, a dispetto di chi insiste nel sostenere che i disservizi postali siano ormai cosa superata. Anzi. Se ad esserne coinvolto è anche il settore del commercio telematico, indicato sino ad ora tra i servizi privilegiati, la questione sembra essersi ulteriormente complicata. Nell'attesa di registrare l'annunciata inversione di rotta di Poste Italiane, continueremo ad accogliere le piccole-grandi storie come la sua, sintomo di un disagio più diffuso di quanto si voglia far credere.
(n. v.).

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GIORNALE DI BRESCIA - Domenica 22 gennaio 2017 pag. 11

L’INTERVENTO
Una eventualità illustrata dal deputato bresciano Alfredo Bazoli
«SE DANNEGGIATI DALLE PT CLASS ACTION POSSIBILE»

Flavio Archetti
Proteste e scioperi hanno messo i disservizi postali di questi ultimi due mesi nell’occhio del ciclone, ma non hanno cambiato la situazione. La corrispondenza ordinaria continua ad arrivare nelle cassette postali di famiglie e aziende con grave ritardo, quando arriva, e i postini continuano a lavorare duro senza riuscire a recapitare tutta la corrispondenza. Un modo per smuovere la dirigenza di Poste Italiane potrebbe esserci. Secondo l’avvocato e deputato bresciano Alfredo Bazoli (che ha presentato una interrogazione sul disservizio postale al Ministero per lo sviluppo economico) gli utenti danneggiati potrebbero agire attraverso una class action, cioè una pratica legale collettiva introdotta in Italia dalla Finanziaria del 2008. Viene considerata lo strumento migliore con cui i cittadini possono tutelarsi e farsi risarcire per i torti subìti delle grandi aziende o delle multinazionali, in quanto l’eventuale sentenza favorevole può essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovano nella stessa situazione.
«Una class action con un risultato favorevole per chi la intenta – spiega Bazoli - può causare un danno economico anche grave all’azienda, in virtù di un risarcimento tanto più grande quanti sono i cittadini che vi prendono parte, oltre naturalmente a un danno d’immagine non trascurabile. In questo modo, forse, Poste Italiane potrebbe essere indotta a modificare il suo assetto organizzativo e tornare a svolgere in modo efficiente il suo compito».
Ma l’operazione non è semplice. «L’inadempimento contrattuale di Poste è da provare concretamente, con dati certi», precisa Bazoli. «È probabile che i responsabili della spa sappiano quello che fanno a livello legale, e si stiano tutelando da possibili guai derivanti da sentenze giuridiche. Come?
Selezionando la corrispondenza urgente da quella che non lo è, evitando così di trascurare il materiale che può arrecare danno economico». Una class action non ha un limite di persone che possono parteciparvi. In corso di svolgimento può accogliere altre adesioni. La sua forza è data dal collettivo, e spaventa, perché se i partecipanti sono molti, i risarcimenti economici lievitano in proporzione.

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GIORNALE DI BRESCIA - Domenica 22 gennaio 2017 pag. 10

LE POSTE NEL BRESCIANO
Uffici 264 di cui 24 in città
Zone di consegna 654
Dipendenti 2.000 di cui 1.000 recapito, 900 impiegati, 100 responsabili amministrativi
Posta consegnata 25 tonnellate al giorno

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GIORNALE DI BRESCIA - Domenica 22 gennaio 2017 pag. 10

La soluzione: promuovere Brescia a città metropolitana
La testimonianza
Il postino ringrazia il giornale: «Ora gli utenti sanno che non è colpa nostra»

La soluzione? Che Poste Italiane faccia un passo indietro, tornando alla consegna quotidiana della corrispondenza in tutte le zone. Basterebbe dichiarare Brescia città metropolitana per il suo rango di centro industriale ed economico. A parlare ad alta voce, esprimendo il pensiero dei suo colleghi, è un portalettere di Brescia, in servizio da molti anni. Come gli altri postini che hanno raccontato al giornale la loro esperienza preferisce l’anonimato per non rischiare sanzioni dall’azienda. Lo chiameremo Massimo. «Credo che il Giornale di Brescia, denunciando i problemi, stia facendo un buon servizio ai cittadini, ma anche a noi portalettere», commenta. «Per noi è molto importante che gli utenti capiscano la situazione: se la posta arriva tardi o non arriva, non è colpa nostra, ma della nuova organizzazione decisa dall’azienda». Un sistema, quello dei giorni alterni, «che non funziona».
«Siamo stanchi di metterci la faccia con le persone che se la prendono con noi pur non avendo responsabilità», aggiunge Massimo. Il quale descrive i portalettere «frustrati, umiliati, arrabbiati» per ciò che sta accadendo. «Capita di portare tre-quattro numeri di una rivista settimanale tutti insieme: l’abbonato se la prende con noi».
Eppure, «prima che il nuovo modello venisse introdotto in Lombardia si sapeva che non funzionava nemmeno al Sud o nelle altre regioni». I pacchi Amazon, insiste Massimo, non c’entrano. Il portalettere segnala una situazione preoccupante sul posto di lavoro. «Sono aumentati gli infortuni. Cose lievi, per fortuna. Si esce col motorino sovraccarico, si ha fretta di recapitare per non perdere tempo, così capita di cadere, scivolare, farsi male». Inoltre, «sta aumentando la tensione fra i colleghi e con i superiori messi sotto pressione dai dirigenti». Ci sono litigi con i jolly, il servizio Plus che dovrebbe portare le cose più urgenti, proprio per la suddivisione della posta.
E. MIR.

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GIORNALE DI BRESCIA - Domenica 22 gennaio 2017 pag. 10

BRESCIAEPROVINCIA - cronaca@giornaledibrescia.it

La protesta L’Associazione Comuni Bresciani sui disservizi
«La posta a giorni alterni? L’avevamo detto che avrebbe creato gravi disagi»
La posizione del presidente dell’Acb Gabriele Zanni Martedì il caso Brescia approda in Regione

EnricoMirani - e.mirani@giornaledibrescia.it
«L’avevamo detto ai responsabili delle Poste: guardate che la consegna a giorni alterni potrebbe creare gravi problemi. Difatti». Gabriele Zanni, presidente dell’Associazione Comuni Bresciani (Acb) e sindaco di Palazzolo, interviene sul caso sollevato dal Giornale di Brescia: i disservizi nel recapito della corrispondenza in città (soprattutto) e in provincia.
«Quandoi dirigenti della società ci presentarono il progetto sul nuovo sistema, come sindaci avanzammo subito perplessità». Ascoltate con cortesia, ma ignorate. «In effetti - riconosce Zanni - c’è sempre stata interlocuzione fra l’Acb e le Poste. Le abbiamo incontrate spesso per cercare di capire dove si stava andando, ma le nostre osservazioni non sono state quasi mai considerate. Più che discutere, ci comunicavano le loro decisioni già prese». È accaduto anche con la scelta avviata ai primi di novembre della consegna a singhiozzo. «Una scelta infelice, difficilmente sostenibile», chiosa Zanni.
In Regione. La vicenda, comunque, martedì 24 approderà in Regione, sul tavolo di Daniele Nava, sottosegretario agli Enti locali. Spieghiamo. Nel 2015 le Poste attuarono un piano di riorganizzazione degli uffici: tagli e chiusure. Nell’occasione, il Consiglio regionale decise l’istituzione di un tavolo tecnico per discutere le criticità, composto dal Pirellone e dai rappresentanti dei Comuni (l’Anci Lombardia) e delle Province (l’Upl). Il tavolo è rimasto attivo anche dopo il riassetto delle Poste proprio per valutare i problemi che via via si presentano. Martedì è in programma una riunione dell’organismo. L’Acb ha approfittato della circostanza per sollecitare l’Anci Lombardia a mettere al centro dell’incontro i disagi registrati in queste settimane nel Bresciano. «Abbiamo inviato tutti gli articoli pubblicati dal Giornale di Brescia», sottolinea il presidente Zanni. Insomma, uno strumento di pressione in più verso la società perché affronti la questione, tuttavia senza nutrire grandi aspettative, vista l’esperienza passata.
Chiusure. «I problemi che riguardano il servizio postale – sottolinea Zanni – sono da anni all’ordine del giorno dell’Acb, che a suo tempo aveva osteggiato con forza la chiusura e il ridimensionamento di numerosi uffici, sapendo che la decisione avrebbe provocato tanti disagi». Ma azienda e Comuni (in rappresentanza dei cittadini) sembrano parlare lingue diverse. Basta leggere la lettera di Poste Italiane inviata il 16 luglio dell’anno scorso al sottosegretario Nava e al presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti (sindaco di Monza), per presentare proprio l’introduzione del nuovo modello di  recapito a giorni alterni in 436Comunilombardi. «Negli ultimi anni - si legge – il contesto nel quale viviamo si è trasformato con particolare velocità e l’utilizzo della posta fra privati sièdrasticamente ridotto. Di conseguenza, per mittenti e destinatari l’aspetto primario del servizio è la certezza del recapito prima che la velocità». Prima osservazione: in questi ultimi tre mesi si lamentano molti casi di posta non arrivata, altro che certezza. Seconda osservazione: la velocità conta eccome, basta chiedere ai cittadini che hanno ricevuto in ritardo fatture, bollettini, avvisi di pagamento, solleciti, con relativi danni.
Il seguito della lettera di Poste è illuminante sulle ragioni dei tagli: «La Legge di Stabilità 2015 ha ridotto sensibilmente i contributi pubblici a sostegno del servizio postale universale». Ragioni economiche, dunque. Suona come beffa la previsione dell’azienda: «Poste Italiane ha messo in campo una riforma del servizio coerente con i bisogni dei clienti, con impatti molto limitati sui cittadini».
Senza commento.

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GIORNALE DI BRESCIA Sabato 21 gennaio 2017 pagg. 12-13

LA TESTIMONIANZA Da trent’anni alle Poste
«Io, portalettere, mi sento uno schiavo»
«Non avrei mai immaginato di diventare maleducato con le persone», dice con le lacrime agli occhi

Anna Della Moretta
Umiliato, offeso, esasperato. Perché non avrebbe mai immaginato di diventare uno schiavo. A raccontare il devastante declino del suo impiego è un portalettere, assunto poco meno di trent’anni fa da Poste italiane. Nel descrivere una sua ordinaria giornata di lavoro, emergono i contorni netti di un incubo, lo stesso che viviamo tutti noi da qualche mese, da quando è entrato in vigore il nuovo piano industriale delle Poste. Tutti noi, clienti reali e potenziali di un servizio che ha, evidentemente, qualche problema di troppo. La conferma dalle parole del postino, che ci spiega cosa accade dall’altra parte, in un crescendo di faticosa esasperazione.
Racconta che proprio in questi giorni lui sta distribuendo atti giudiziari datati novembre, mentre si accumula la corrispondenza ordinaria, ma anche le riviste settimanali e mensili, recapitate un mese dopo, e i quotidiani, che rischiano di diventare pure loro dei mensili. Tutto ciò, mentre in ufficio si vocifera che uno degli obiettivi dei vertici è ampliare l’orario di lavoro fino alle nove della sera per garantire la consegna delle cartelle esattoriali. Voci che si rincorrono.
«Quel che è certo è che nè io, nè i miei colleghi, riusciamo a distribuire la corrispondenza della giornata: ne consegniamo al massimo la metà, se rispettiamo l’orario di lavoro. Se sforiamo, non oltre il 70% e a nostro rischio e pericolo perché gli straordinari non vengono pagati se non autorizzati dalla direzione. Spesso non lo sono, perché l’ordine di scuderia è quello di ripetere che tutto va bene e, dunque, è evidente che riconoscere gli straordinari sarebbe ammettere che c’è bisogno di più tempo per garantire il servizio. A rimetterci, in questo caso, sono soprattutto i più giovani e i trimestrali. Che ritornano disoccupati – un paradosso, no? - poco dopo aver imparato, senza alcuna guida, i segreti della zona loro assegnata. Non importa, ciascuno è mandato allo sbaraglio. Non ce la fa? Che si arrangi».
Paolo, nome di fantasia di un ordinario portalettere della nostra città, dovrebbe lavorare dalle 7 alle 14.17, con una pausa pranzo di un quarto d’ora, che viene regolarmente saltata. Fino allo scorso ottobre, aveva una zona ben definita, che conosceva nel dettaglio così come le persone che vi abitavano. Poi, con la riduzione delle zone di recapito da 104 a 68, è stato spostato in altri quartieri. Ogni zona, a sua volta, è stata suddivisa in A e in B, con la distribuzione della posta a giorni alterni. «Folle. Un esempio: il giorno dell’Epifania era un venerdì. Se di turno era la zona A, ovvio che quel giorno non avrebbe ricevuto la posta. Ma il lunedì successivo, però, era la volta della B. Risultato? Chi abita nella A ha visto il postino cinque giorni dopo», racconta.
Mentre lo fa, Paolo scuote la testa ed ha le lacrime agli occhi: «Non avrei mai immaginato di diventare maleducato con le persone. Mai, in trent’anni, mi ero innervosito perché qualcuno, dopo aver suonato il campanello per la consegna di una raccomandata, non si era precipitato come un maratoneta dalle scale per non farmi perdere tempo. Ora, accade anche questo. E succede perché abbiamo 120 secondi calcolati, due minuti, per far firmare e consegnare la lettera. Il «cronometro» parte dal momento in cui si suona il campanello. Tuttavia, anche se si è fortunati con l’utente che esce rapidamente, si possono avere altri inghippi, come il palmare e la stampante che si inceppano.
Anche questo, è ordinaria amministrazione. Al pari con la mancanza di benzina nei motorini in dotazione». Umiliato, come mai avrebbe immaginato di essere. «Riuscire a raggiungere ogni numero civico delle due zone è praticamente impossibile, nel poco tempo che ho a disposizione: il ritmo è acceleratissimo e, malgrado ciò, torno al Centro con sacchi di posta inevasa. Che si accumula di giorno in giorno, ma che "magicamente" sparisce quando arriva l’annunciata ispezione».
Umiliato e offeso. Per 1.100 euro al mese, dopo trent’anni.

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GIORNALE DI BRESCIA Sabato 21 gennaio 2017 pagg. 12-13

«La società racconta una realtà che non c’è»

I sindacati

Rivedere il nuovo metodo di consegna a giorni alterni?
In teoria, per Poste Italiane non se ne parla. Di fatto invece - secondo quanto riferisce la Cisl bresciana – la spa a maggioranza pubblica avrebbe già provveduto ad aumentare di 263 unità nel Paese le zone di consegna della posta, e a effettuare correttivi a favore di editoria veloce e messi. Nel faccia a faccia di mercoledì scorso a Roma, l’azienda ha illustrato i risultati del nuovo assetto, dichiarando risultati positivi su ricavi, volumi, organici, flessibilità operativa, gestione delle eccedenze, e interventi svolti.
«Ovviamente rimangono distanze nel giudizio sulla validità della nuova organizzazione - spiega in un comunicato Slp Cisl - perché le notizie che giungono dai territori confermano un andamento fallimentare del nuovo modello».
Più duro il giudizio della Uil cittadina. «Ci saremmo aspettati una presa d’atto delle tante disfunzioni segnalate nei vari incontri, e una concreta disponibilità a mettere in campo correttivi a vantaggio della qualità del servizio e della vita lavorativa degli addetti - si legge in un comunicato siglato dalla Struttura Nazionale-. Invece incredibilmente la posizione aziendale è stata di altro tenore. Attraverso una copiosa documentazione ha illustrato una situazione completamente diversa da quella percepita da tutti».
Poste sarebbe quindi intenzionata a continuare il confronto solo per le azioni riorganizzative da mettere in campo per il 2017, e per non accumulare ritardi avrebbe intenzione di attivare la procedura dell’art. 2 (che le consente azioni unilaterali) qualora non si arrivasse a un’intesa nei tempi prescritti.
F.A.

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GIORNALE DI BRESCIA Sabato 21 gennaio 2017 pagg. 12-13

E il planner del 2017 arriva il 19 gennaio

Un’agenda e un planner per il 2017. Il tutto targato Poste Italiane e arrivato nella nostra redazione giovedì 19 gennaio. Si può ben dire che il disservizio è democratico, ovvero non risparmia nessuno, neppure le stesse Poste che firmano un grazioso omaggio di programmazione dell’attività del nuovo anno e lo riescono a recapitare solo con un mesetto di ritardo.

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GIORNALE DI BRESCIA Sabato 21 gennaio 2017 pagg. 12-13

Alternative garantite per gli abbonati al GdB
I nostri lettori

Il giornale del lunedì che ti viene recapitato di mercoledì, che quotidiano è? E se non ti arriva l’avviso di scadenza dell’abbonamento con allegato bollettino per il rinnovo, che puoi fare? Quando ti accorgi di cosa è successo, sei già rimasto senza informazione per giorni.
La consegna ad ostacoli della posta coinvolge anche la cosiddetta «corrispondenza protetta» che poi tanto protetta non è. Quotidiani compresi. E ovviamente compreso anche il Giornale di Brescia.
Un servizio, vale la pena sottolinearlo, che Poste Italiane non fa gratuitamente ma che pagano in quota parte l’abbonato così come l’editore.
Il Servizio Diffusione e Abbonamenti del Giornale di Brescia - sollecitato dai lettori che lamentano il mancato recapito del quotidiano in giorni od orari utili - sta affinando le opportunità di distribuzione. Da subito ha rafforzato il già prezioso servizio di appoggio in edicola degli abbonamenti. Sono oltre 2200 i lettori abbonati del Giornale di Brescia che già usufruiscono di questa modalità di ricezione del giornale. Quasi altrettanti (ma solo residenti in città e nelle aree di San Zeno e Collebeato) vengono raggiunti a domicilio da fattorini privati, sette giorni su sette. Gli abbonati di Botticino, Bovezzo, Cellatica, Concesio, Gussago, Nave e Rezzato, invece, si trovano recapitato il giornale a casa dal lunedì al sabato.
Per tutti questi è richiesta la presenza di una cassetta delle lettere esterna all’abitazione, raggiungibile dal fattorino senza dover suonare campanelli. Insomma, i disservizi di Poste Italiane non ci impediranno di raggiungere ugualmente i nostri abbonati.

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GIORNALE DI BRESCIA Sabato 21 gennaio 2017 pagg. 12-13

BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

Il caso Ritardi e problemi, parla Valerio Valenti
Il Prefetto scende in campo: «I disservizi? Incontro le Poste»
Faccia a faccia martedì 31
«La distribuzione della corrispondenza è un servizio pubblico»

Nunzia Vallini - n.vallini@giornaledibrescia.it
Altro che suonar due volte. Il postino non suona affatto. E quando lo fa, è in ritardo. Disservizi ripetuti, circostanziati, documentati. Mentre il Giornale raccoglie storie e testimonianze, Poste Italiane affida a stringati comunicati la promessa di interventi risolutivi a breve. Il caso è finito in Parlamento con l’interrogazione dell’on. Alfredo Bazoli e a Brescia ad interrogarsi è anche il prefetto Valerio Valenti.
Prefetto Valenti, con la privatizzazione delle Poste dobbiamo rassegnarci a dire addio ad un servizio pubblico?
«Assolutamente no. Un servizio pubblico non è tale perché svolto da un ente pubblico, ma perché assolve a finalità pubbliche. E la distribuzione della corrispondenza è certamente da considerarsi tale».
Eppure operatori del settore e sindacati puntano il dito contro inefficienze strutturali ed organizzative, non legate solo all’intasamento dovuto al periodo natalizio. Lei cosa ne pensa?
«Che il sistema sia in affanno è sotto gli occhi di tutti. Ho chiesto spiegazioni ai vertici regionali di Poste italiane: bisogna capire le cause e se c’è l’intenzione di rimuoverle, altrimenti il problema diventa ancora più serio e i versanti sono altri. Le Poste hanno ammesso che si sono verificati problemi soprattutto a Brescia città. Per i dettagli abbiamo fissato un incontro per il 31 prossimo e mi hanno anche garantito che per quella data buona parte della questione sarà superata. Vedremo».
I disservizi hanno dei costi. Chi li pagherà?
«Chi si ritiene danneggiato può sempre rivalersi nelle sedi opportune. Ma non è questo il punto: io auspico che questo difficile momento possa servire a trovare correttivi non solo per sanare il passato ma anche per mettere a norma un sistema che deve funzionare sempre. Tutti ne siamo stati vittime».
Anche lei?
«Anche a me scoccia fare la figura del maleducato perché solo ieri ho ricevuto una cartolina di auguri di Natale partita ancora il 10 dicembre. Poca cosa, lo so, ma è la misura di un servizio che non funziona come dovrebbe».
I postini puntano il dito contro l’organizzazione di consegna della posta a giorni alterni: fosse città metropolitana Brescia ne sarebbe risparmiata. Forse Brescia meriterebbe una considerazione diversa ...
«Se questo si rivelerà il nocciolo della questione, credo che anche la politica possa fare la sua parte. C’è già un’interrogazione parlamentare. Lo stesso sindaco della città Emilio Del Bono mi ha chiesto se il problema era già all’attenzione dei miei uffici. Per capire come intervenire, bisogna conoscere. Aspetto il 31».
Che idea si è fatto?
«Il mondo cambia. Anche le Poste. Da figlio di postelegrafonico sono cresciuto tra lettere, buste e timbri. Ricordo gli impiegati con i salvamaniche neri antimacchia. Oggi le Poste svolgono un’infinità di nuovi servizi, anche finanziari. E lo fanno in modo competitivo. Quelli tradizionali registrano invece un preoccupante scadimento. Così non va: in questo campo la sana concorrenza non si è ancora sviluppata a sufficienza».
A chi ci chiede di dare voce alla protesta sino a soluzione avvenuta, cosa possiamo dire?
«Apprezzo l’impegno del Giornale e garantisco anche il mio».

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GIORNALE DI BRESCIA Venerdì 20 gennaio 2017 pag. 1

LO SPOT DELLE POSTE
UN FUTURO DAL VOLTO MARZIANO

Clementina Coppini
Uno più uno non fa due in tutte le dimensioni. Poste Italiane di certo lo sa, visto che ha deciso di ambientare il suo nuovo spot in quello che, citando testualmente, viene chiamato «Il futuro dal volto umano».
In questo splendido mondo c’è un robot uscito dall’universo di Isaac Asimov che si strugge perché vuole capire come funziona la Posta. Fa una fatica mostruosa, aiutato da una colonna sonora suggestiva quanto deprimente, e lo ammette pure. A lui va tutta l’umana comprensione. Ma quanto ha ragione tale poveraccio a domandarsi come si svolgono certi meccanismi? Tanta solidarietà per questo nuovo mito mediatico.
CONTINUA A PAGINA 7

GIORNALE DI BRESCIA Venerdì 20 gennaio 2017 pag. 1

dalla prima
UN FUTURO DAL VOLTO MARZIANO

CLEMENTINA COPPINI
Noi umani ce lo chiediamo da una vita, come facciamo a raccontarglielo in poche parole? Non abbiamo gli strumenti, non le competenze e ultimamente nemmeno le lettere e le raccomandate. Solo una casella delle lettere vuota. Viene il legittimo sospetto che le Poste abbiano spostato la sede su Alfa Centauri: ecco spiegato il motivo di tutti i disservizi.
Sciocchi noi a non averlo capito: ci hanno confezionato anche il video esplicativo, ciò che ora si chiama tutorial. Vogliono diventare extraterrestri: basta guardare l’evidenza. Certo che se anche il robot depresso dei tempi a venire ha dei dubbi esistenziali sul funzionamento della macchina postale allora siamo proprio a posto. Si fa le nostre stesse domande. Si chiede come si sviluppi il concetto di umanità, come si possa imparare a comprendere certe dinamiche. Appunto. Chiediamolo agli anziani che non ricevono le bollette per tempo e sono costretti a subire l’umiliazione del pagamento tardivo (per loro è un disonore, si sa), chiediamolo al postino che fa il suo lavoro ogni giorno per strada (attualmente al gelo), sentendo lamentele di ogni sorta. Chiediamolo alle persone che lavorano allo sportello, costretti a gestire questioni bancarie, pacchi, raccomandate e bollettini come se tutto fosse sempre uguale, come se mele, pere, salami, prelievi, prosciutti, bonifici e radiazioni cosmiche fossero la stessa identica cosa.
Ormai ci si vergogna ad andare a pagare una banalissima bolletta della luce all’ufficio postale. Ci si sente stupidi. Ma come, sei così indietro che non riesci a fare l’addebito sul conto corrente, che non usi l’homebanking? E se uno (anziano o meno) volesse per esempio uscire e farsi una passeggiata con la scusa che deve fare un pagamento? Tale attività non può essere assimilata a una forma di fitness e di socializzazione? Non è di moda pure quello? Ma torniamo al postino, che viene ogni giorno mortificato dal fare consegne tardive. Come confortarlo sul suo senso di inadeguatezza nel deludere le persone, nel percepire che sta facendo in modo approssimativo il suo mestiere non per colpa sua?
Ma ascoltiamo le esternazioni del robot afflitto dello spot. «Perme la tecnologia è tutto e ho scoperto che Poste Italiane ha creato app per scambiarsi il denaro e risparmiare tempo. Nuove formule per proteggere persone e risparmi (e mentre dice ciò il nostro automa va in traghetto verso un’isola che ha una montagna in mezzo. Comodo. Ma se è così bravo perché non vola?). Il portalettere telematico. Tecnologia a domicilio in tutta Italia. Ovunque vada vi sento miei simili (infatti indossa una camicia hawaiana che non si metterebbe nessuno). Ma c’è una cosa che non capisco. Mi parlano di umanità e questa formula mi sfugge: vicinanza, fiducia, disponibilità.
Voglio allenarmi tanto, ma non mi arrendo. Così un giorno potrò diventare come loro».
Caro automa con problemi di autostima, tu non lo sai ma sei già come noi: credi che quella sia una posta e invece ha tutta l’intenzione di diventare un’altra cosa, sulla pelle nostra e sui circuiti tuoi. Vorresti continuare a sperare di parlare con esseri viventi e invece c’è l’apposita app. Ci stanno chiedendo di umanizzarci disumanizzandoci.
Chissà cosa significa. Cosa si deve fare a questo punto? Semplice. Per esempio a partire da oggi stringere la mano al postino e all’impiegato dell’ufficio postale. Giusto per aiutare il robot dello spot a trovare la sua umanità, per insegnargli infine quello che spiegava uno slogan dell’Alfa Romeo (un aggeggio meccanico, accidenti) di qualche anno fa: senza cuore saremmo solo macchine.
Appunto.

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GIORNALE DI BRESCIA Venerdì 20 gennaio 2017 pag. 55
SERVIZI E DISSERVIZI
La giornata tipo e le difficoltà di un postino

Gentile direttore, scrivo al vostro giornale perché sento la necessità di lanciare un messaggio a tutti i lettori che si lamentano dei disservizi postali e se la prendono sempre con i postini.
È bene rendere nota anche l’altra campana con un rapido excursus di quella che è la giornata tipo, e di quelle che sono le difficoltà, del postino. Mi scuso, ma le devo chiedere l’anonimato, perché temo ritorsioni.
Vengo al dunque: per tutti coloro che ancora non lo sapessero, da qualche mese è entrato in vigore il fallimentare sistema di recapito a giorni alterni che, precocemente o meno, ha reso manifesto a tutti (spero anche ai dirigenti delle Poste) la precarietà e l’impraticabilità di tale sistema. Noi poveri postini, che prima di tale sistema eravamo molti di più e gestivamo una sola «areola»(o zona), ora ne dobbiamo gestire due (giustamente bisogna coprire tutte quelle scoperte per effetto del colpo di scure dei tagli al personale). Difatto, ogni giorno si viene a creare un accumulo di posta arretrata che diventa giacenza, difficilmente smaltibile.
Qualcuno di noi addirittura se la porta a casa, per portarsi avanti per il giorno successivo. La finalità è buona, ma sappiamo bene che non si dovrebbe fare. Eppure è una corsa contro il tempo: bisogna recuperare e incasellare lettere, bollette, riviste, giornali e soprattutto una marea di pubblicità; questo ovviamente va fatto anche per quella zona dove la corrispondenza verrà consegnata solo il giorno successivo.
A sommarsi a tutto ciò non dobbiamo dimenticare anche la posta a firma e i pacchi di Amazon che dobbiamo andare a ritirare e preparare, caricando tutto il materiale (sono quasi sempre molti pacchi e più di 100 pezzi a firma) sui lentissimi palmari; si tratta di un’operazione che richiede minimo un’ora o un’ora e mezza (salvo guasti alla linea di rete, essenziale per la sincronizzazione dei palmari) e che porta il postino a scasellare il tutto e a confezionare la posta a pacchetti per poter uscire. Una volta usciti dobbiamo fare i conti con moltissimi contrattempi quali le intemperie meteorologiche, il traffico, la difficoltà nel trovare qualcuno che ci faccia entrare nei condomini (molti si lamentano perché citofoniamo) quando basterebbe mettere le cassette all’esterno; in questo modo noi eviteremmo di aspettare molti minuti per entrare e soprattutto non disturberemmo nessuno.
Aggiungiamo poi le difficoltà connesse alla posta a firma: i palmari possono incepparsi, la gente può metterci tanto tempo a scendere per firmare o, non fidandosi, ci rivolge raffiche di domande che ci fanno perdere tempo. Molte quindi le difficoltà dovute a questo sistema. Molti anche i colleghi che restano al lavoro ben oltre la fine del turno, senza garanzie di retribuzione dello straordinario non concordato. Insomma, c’è chi fa di tutto e di più per garantire agli utenti il servizio. Cerchiamo di non dimenticare che il postino è una persona umana ed è ben lungi dall’essere un «robottino telematico».
Lettera firmata

Raccogliamo la lettera-sfogo di questo postino manifestando piena solidarietà a quanti si stanno prodigando per mitigare i disservizi nella consegna della corrispondenza.
E sono tanti. Per fortuna ben lontani dal volto marziano pubblicizzato da Poste Italiane, oggetto dell’editoriale del giornale di oggi, a firma Clementina Coppini. Sappiamo bene che i portalettere sono solo l’ultimo anello di una catena che vantava servizi d’eccellenza. Il postino non è certo quel robottino alla ricerca del volto umano sbandierato nello spot-beffa.
Lui, il postino dei giorni alterni, la faccia già ce l’ha. E la mette in mostra tutti i giorni esponendosi alla inevitabile e pubblica protesta che rischia di sfogare sull’obiettivo sbagliato la rabbia per un servizio che non c’è più.
(n.v.)

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GIORNALE DI BRESCIA Giovedì 19 gennaio 2017
Bazoli: «Il Ministero indaghi e intervenga»
Alla Camera
I disagi postali nella nostra provincia arrivano in Parlamento.
L’on. Alfredo Bazoli (Pd) ha presentato ieri una interrogazione al Ministero per lo sviluppo economico. Il deputato bresciano chiede di sapere se quest’ultimo è «a conoscenza della situazione di disservizio rilevata sul territorio nazionale e in particolare in provincia di Brescia e quali iniziative intende predisporre»; se «intenda verificare presso le autorità competenti il rispetto del contratto di programma sottoscritto con la Società Poste Italiane e quali provvedimenti intenda assumere nel caso emergano inadempienze rispetto al contratto».
La consegna ritardata della posta, sottolinea  Bazoli, «causa sovente a cittadini e imprese danno economico per la mancata ricezione entro le scadenze previste di bollette, avvisi di pagamento, solleciti e simili, con conseguente scatto di interessi di mora». Il testo completo dell’interrogazione è sul sito www.giornaledibrescia.it

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GIORNALE DI BRESCIA Giovedì 19 gennaio 2017
LA CITTÀ
Poste, la protesta degli artigiani: «Disservizio enorme»
Il presidente Massetti sui ritardi nella consegna della corrispondenza «Siamo danneggiati»
L’intervento
Enrico Mirani - e.mirani@giornaledibrescia.it
È un disservizio enorme, che stiamo pagando caro.
Due volte. Per le tariffe tutt’altro che economiche e perché la posta arriva con enormi ritardi ». È la voce di Eugenio Massetti, nella doppia veste di presidente della Confartigianato di Brescia e di imprenditore. «I disagi sono evidenti, toccano la mia associazione come i singoli artigiani». Il giorno dopo la pubblicazione della nostra inchiesta, ecco le prime reazioni. Nulla, come d’abitudine, dai responsabili del servizio. Si fanno invece sentire l’on. Alfredo Bazoli (leggi sotto) e Massetti. «I problemi con le Poste sono storia vecchia - dice il presidente del sindacato che raccoglie 14.820 artigiani –ma negli ultimi tempi la situazione è precipitata».
I libri. Gli esempi si sprecano. Massetti, editore, è titolare della Compagnia della Stampa. «Ben prima delle Feste la mia azienda da Roccafranca ha spedito dei libri a Brescia. Clienti che volevano donarli a Natale. Un paio mi hanno chiamato pochi giorni fa: non sono ancora arrivati. Addio regalo. Me li rispediranno. Già, chissà quando li riceverò». Battute a parte, per gli artigiani lavorare con le Pt è diventato un problema. «Alcune delle lamentele che sento più spesso dai nostri associati - continua Massetti – riguardano il mancato arrivo in tempo delle fatture da registrare oppure degli avvisi di pagamento». Faccenda delicata, quest’ultima. Se il creditore ha già depositato la ricevuta bancaria, il debitore rischia di risultare insolvente. Dunque, inaffidabile. Il danno è chiaro. «Ci capitano spesso queste segnalazioni», sottolinea Massetti.
Via sms. Tanto che la Confartigianato, per le sue pratiche, ha scelto anche la via dell’sms. «Per spedire ai soci estratti conto e scadenze di pagamento - spiega una funzionaria - usiamo una società privata, che invia messaggi ai cellulari». Il ricorso a soggetti diversi dalle Pt è tutt’altro che raro. In alcune aree della provincia sono attivi alcuni fornitori di servizio. «Ad esempio li usiamo per la zona di Orzinuovi », dice Massetti. Del resto, le ultime esperienze di consegna attraverso le Poste sono state «disastrose». Confartigianato, per la sua attività, spedisce decine di migliaia di pezzi l’anno. I tempi normali di ricevimento erano sui venti giorni, «mentre spesso, per i nostri eventi, abbiamo bisogno di consegne entro una settimana». Da tre mesi le cose sono peggiorate. Come abbiamo scritto ieri, il sovraccarico natalizio, i pacchi Amazon, ma soprattutto l’introduzione (dal 7 novembre) del sistema di recapito a giorni alterni.
Inviti. «Il caso più clamoroso – racconta Massetti – è la mancata consegna o l’enorme ritardo di arrivo degli inviti per l’inaugurazione della nostra nuova sede di Palazzolo il 10 novembre. Spediti in ottobre sono arrivati a metà dicembre!». Oppure gli inviti per un dibattito politicodel7novembre: affidati alle Poste dieci giorni prima, alcuni sono arrivati a Natale. Senza parlare del servizio Posta target, per comunicazioni pubblicitarie, promozionali, pieghevoli. A tariffa agevolata: «Solo che spesso non vengono consegnati o molto in ritardo», dice la funzionaria. «Ci spediamo anche una copia per verificare la data di arrivo».
Conclude Massetti: «Non c’è più certezza della comunicazione, si perde tempo e si riceve un danno. E protestare è praticamente inutile».

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GIORNALE DI BRESCIA 19/01/2017
Poste, nodo disguido in Parlamento: interrogazione di Bazoli
I disagi postali nella nostra provincia arrivano in Parlamento.
L’on. Alfredo Bazoli (Pd) ha presentato ieri una interrogazione al Ministero per lo sviluppo economico. Il deputato bresciano chiede di sapere se quest’ultimo è «a conoscenza della situazione di disservizio rilevata sul territorio nazionale e in particolare in provincia di Brescia e quali iniziative intende predisporre»; se «intenda verificare presso le autorità competenti il rispetto del contratto di programma sottoscritto con la Società Poste Italiane e quali provvedimenti intenda assumere nel caso emergano inadempienze rispetto al contratto». 
La consegna ritardata della posta, sottolinea Bazoli, «causa sovente a cittadini e imprese danno economico per la mancata ricezione entro le scadenze previste di bollette, avvisi di pagamento, solleciti e simili, con conseguente scatto di interessi di mora». 
Qui il testo completo dell'interrogazione:

Oggetto: DISSERVIZIO POSTALE
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA primo firmatario On. Alfredo Bazoli

Al Ministero per lo Sviluppo Economico – per sapere – premesso che

il servizio erogato dalla Società Poste Italiane è regolato da apposito contratto di programma stipulato con il Ministero per lo Sviluppo Economico

il 15 dicembre 2015 il contratto per il quadriennio 2015 - 2019 è stato firmato dall’Amministratore Delegato della Società, Francesco Cairo, e dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi

il contratto è stato registrato dalla Corte dei Conti il 19 febbraio 2016 al numero 436 ed è attualmente in vigore

all’art. 1 comma 2 del contratto si riporta che Stato e Società perseguono obiettivi di coesione sociale ed economica e prevedono la fornitura di servizi utili al cittadino, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni mediante l’utilizzo della rete postale della Società

il contratto recepisce la legge 23 dicembre 2014 n.190 la quale stabilisce che gli obiettivi percentuali medi di recapito dei servizi postali universali sono riferiti al recapito entro il quarto giorno lavorativo successivo a quello di inoltro nella rete pubblica postale, salvo quanto previsto per gli invii di posta prioritaria

il contratto richiama la necessità di “adeguare i livelli di servizio alle mutate esigenze degli utenti in funzione dei mutamenti intervenuti nel contesto tecnico, economico e sociale, anche al fine di tener conto della sostenibilità economica e finanziaria della fornitura dei servizi, compatibilmente con i bisogni dei consumatori e della collettività”

la legge 214/2011 affida all’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni la funzione di Autorità di Regolamentazione, vigilanza e tutela dell’utenza del settore postale

l’articolo 3 comma 7 del contratto conferisce ad Agcom, ai sensi dell'articolo 12 comma 4 del decreto legislativo n.261 del 1999, la verifica periodica su base campionaria sulle prestazioni rese dalla Società Poste Italiane

l’articolo 3 comma 8 del contratto stabilisce che la società trasmette all’Autorità con cadenza semestrale, e comunque entro i tre mesi successivi alla scadenza del semestre di riferimento, i risultati di qualità conseguiti nei servizi inclusi nel servizio universale, ivi compresi quelli in esclusiva, non sottoposti al monitoraggio di cui al comma 7; tali risultati, unitamente a quelli relativi al monitoraggio di cui al comma 7, sono pubblicati dall’Autorità con periodicità annuale

la Carta del Servizio Postale Universale, redatta in conformità all’art. 12 del D.Lgs. 261/99 ed alle delibere dell’Autorità di regolamentazione del settore postale (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, AGCom) n. 184/13/CONS e n. 413/14/CONS, alla voce Obiettivi di qualità / Tempi di consegna indica per l’Italia la consegna entro 4 giorni lavorativi successivi a quello di accettazione nel 90% dei casi, entro 6 giorni lavorativi successivi a quello di accettazione nel 98% dei casi; per l’Europa la consegna nell’85% dei casi in 8 giorni lavorativi - esclusi sabato e festivi - oltre il giorno di
spedizione nell’85% dei casi; per il Bacino del Mediterraneo la consegna nell’85% dei casi in 12 giorni lavorativi - esclusi sabato e festivi - oltre il giorno di spedizione; per il Nord America e l’Oceania la consegna nell’85% dei casi in 16 giorni lavorativi - esclusi sabato e festivi - oltre il giorno di spedizione e per il resto del mondo la consegna nell’85% dei casi in 22 giorni lavorativi - esclusi sabato e festivi - oltre a quello di spedizione

numerose segnalazioni da parte di utenti, sindaci e organi di stampa della Provincia di Brescia sulla consegna della corrispondenza ben oltre le tempistiche indicate si intensificano in corrispondenza delle ferie estive e delle festività natalizie ma si verificano durante l’intero arco dell’anno

i ritardi lamentati dagli utenti di Poste Italiane si susseguono da almeno 2 anni in diverse zone del territorio nazionale ed in particolare in Provincia di Brescia coinvolgendo sempre più Comuni, senza che si vedano segni di un miglioramento del servizio

la consegna ritardata della posta causa sovente a cittadini e imprese danno economico per la mancata ricezione entro le scadenze previste di bollette, avvisi di pagamento, solleciti e simili, con conseguente scatto di interessi di mora

se il Ministero dello Sviluppo Economico sia a conoscenza della situazione di disservizio rilevata sul territorio nazionale ed in particolare in Provincia di Brescia e quali iniziative intenda predisporre
se il Ministero dello Sviluppo Economico intenda verificare presso le autorità competenti il rispetto del contratto di programma sottoscritto con la Società Poste Italiane e quali provvedimenti intenda assumere nel caso emergano inadempienze rispetto al contratto.

On. Alfredo Bazoli

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GIORNALE DI BRESCIA · Mercoledì 18 gennaio 2017 - pag 55

SERVIZI
Se la posta consegna non a giorni ma a mesi alterni

Il 16 gennaio 2017, il postino consegna al mio studio una busta rosso brillante: contiene gli auguri di Natale che un mio assistito molto gentile, detenuto nel carcere di Opera, mi ha spedito il 17 dicembre. Qualche lentezza nello smistamento della corrispondenza in carcere ha fatto sì che la busta sia partita alcuni giorni dopo: il timbro dell’ufficio postale di Milano dice il 21 dicembre.
E poi? Cos’è successo? Che qualcosa fosse cambiato nell’organizzazione del servizio postale l’avevo intuito la scorsa settimana quando mi sono state consegnate due raccomandate alle 19 e l’operatore, al mio stupore per l’orario insolito, ha mestamente dichiarato: «Con noi assunti a tempo determinato fanno quello che vogliono». La voce meccanica del numero verde di Poste Italiane ricorda che è in atto il nuovo sistema di consegna della posta a giorni alterni. Mi pare si dovrebbe dire a mesi alterni, e in orari imperscrutabili…
Avv. Stefania Amato Brescia

Gentile avvocato, c’è di più: il disservizio non si limita agli auguri tardivi o ai turni massacranti del poco personale a disposizione rispetto alla mole di corrispondenza da recapitare. Nella cassetta della posta - come riferiamo nella nuova tappa della nostra inchiesta pubblicata oggi a pagina 10 e 11 – finiscono anche bollette scadute, quotidiani ormai vecchi e convocazioni superate a fronte di call center perennemente occupati e uffici postali inaccessibili.
Non c’è cittadino o associazione risparmiato dal problema. La voce ufficiale di Poste Italiane dice che presto i disagi spariranno mentre alcuni operatori del settore (che proteggiamo garantendo loro l’anonimato per evitare ritorsioni) non sono d’accordo e denunciano retroscena da Terzo Mondo. Non so come andrà a finire. So però che storie e opinioni qui continueranno a trovare ospitalità.
(n.v.)

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GIORNALE DI BRESCIA - Mercoledì 18 gennaio 2017 – pagg. 10 e 11

BRESCIA E PROVINCIA - cronaca@giornaledibrescia.it
Società. Cresce la protesta dei cittadini

Ritardi, disservizi mancati recapiti: quando il postino non suona più
Da oltre due mesi è diventato un problema avere la corrispondenza Una lunga serie di tagli

Enrico Mirani e.mirani@giornaledibrescia.it
L’ironia di Facebook e gli sfoghi sul nostro giornale Situazione critica soprattutto in città
Giacomo di Chiari, su Facebook, la mette sul ridire: «Ma da noi consegnano ancora la posta? Sono tre settimane che non ne ricevo, sto aspettando ancora la cartolina per la naia». Battuta con retrogusto amaro. Meno spiritosa Sara, che segnala di avere ricevuto, il 10 gennaio, una bolletta da pagare entro la fine del 2016.
Lo fanno apposta per eliminare la carta e costringerci ad usare soltanto la posta elettronica, commenta allora Daniela.
Un giudizio un po’ drastico, eccessivo, ma comprensibile visto ciò che sta accadendo in queste settimane in città e provincia con il (dis)servizio di recapito della posta. Facebook, le lettere al nostro giornale, l’esperienza quotidiana di ognuno descrivono una situazione insopportabile. Perché il diritto dei cittadini ad avere un servizio postale efficiente viene prima di ogni altra considerazione, anche economica. È un principio sacrosanto in un Paese che voglia definirsi civile: e lo Stato dovrebbe garantirlo, al di là della natura societaria di chi riceve, smista e consegna lettere, raccomandate, atti giudiziari.
Tanto più in questo caso, visto che le Pt, quotate in Borsa, sono società privata ma a partecipazione pubblica.
Lamentele. Angelo, di Brescia, ci scrive che da settimane attende plichi importanti. Maria, sempre residente in città, lo stesso. A Giulia è arrivata ai primi di gennaio la convocazione, spedita a metà novembre, per una vaccinazione da fare a metà dicembre. Silvana lamenta che ormai il postino non suona più per le raccomandate, e spesso sbaglia anche indirizzo.
Luca deve prendersi un giorno di permesso per ritirare un pacco, per non parlare degli abbonati costretti (quando arrivano) a leggere giornalieri viste con grande ritardo.
Un rosario di casi e lagnanze registrate sulle nostre pagine, che restano volentieri aperte a tutte le vostre segnalazioni. Del resto, sono alcuni anni che si assiste una riduzione progressiva della presenza delle Pt nel Bresciano. Sempre con lo stesso motivo: taglio dei costi per rendere appetibile la società al mercato di Borsa. Ai danni, tuttavia, degli utenti, spesso considerati più sudditi che cittadini.
I tagli. Possiamo elencare. Si è cominciato con la chiusura degli uffici minori nelle località periferiche (dove la Posta rappresentava anche un valore sociale), quindi sono state introdotte le aperture settimanali a singhiozzo, poi le chiusure pomeridiane e infine, dal 7 novembre scorso, il recapito a giorni alterni, la scelta (leggi la testimonianza nell’altra pagina) che ha fatto precipitare la situazione. Il nuovo sistema era stato introdotto oltre un anno fa nella zona di Breno-Edolo, adesso è stato esteso alle aree che fanno capo ai centri di Bagnolo, Darfo, Chiari, Franciacorta, Verolanuova, Brescia. In aggiunta a tutto ciò bisogna considerare i tagli al personale effettuati negli ultimi anni. Un serie di provvedimenti che hanno pesato sul servizio: è vero che il materiale cartaceo «viaggiante» è diminuito (social, posta elettronica, email certificate...), ma siamo lontani dal recitare il de profundis. Tanto più in una provincia popolosa e sviluppata (industria, commercio, studi professionali...) come la nostra.
Inoltre, fra dicembre e gennaio si è fatto sentire – eccome - il peso della distribuzione dei pacchi Amazon: le Poste hanno vinto l’appalto di due mesi per il servizio a favore del colosso dell’e-commerce e Brescia, con Piacenza, è il centro di smistamento nazionale.
Rassegnazione. I cittadini hanno accolto il progressivo ridursi dei servizi con rassegnazione.
Le Pt stanno rivolgendo sempre più il loro interesse verso settori di attività remunerativi, come quelli finanziari, assicurativi, del risparmio gestito. La vocazione di origine, la posta tradizionalmente detta, è secondario.
Non è certo da essa che Poste Italiane genera utili, anzi: in termini economici è una perdita. Eppure non può e non deve essere penalizzato ancora. I cittadini bresciani reclamano un servizio dignitoso, all’altezza di un Paese occidentale. Com’è giusto.

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GIORNALE DI BRESCIA - Mercoledì 18 gennaio 2017 – pagg. 10 e 11

Le peripezie per avere una raccomandata
La curiosità
È sempre antipatico pensare che i «tempi andati» fossero migliori di quelli che stiamo vivendo. Eppure, pensando alle poste italiane credere che il passato fosse meglio del presente, non è così fuorviante. Le raccomandate, ad esempio. Accadeva – il mese scorso, non un secolo fa – che il portalettere suonasse al campanello del destinatario. Solo dopo aver insistito e non aver ricevuto risposta, lasciava un avviso – una volta una cartolina ora una striscia di carta – nella buca delle lettere. Con scritto: dalle 10,30 di domani la raccomandata potrà essere ritirata, con l’indirizzo dell’Ufficio postale a cui rivolgersi.
Accade, ora, di trovare la stessa striscia di carta. A volte nella buca delle lettere - sulla quale continuano ad esserci scritti nome e cognome - più spesso in terra o appoggiata sul mobile di tutte le cassette postali condominiali.
L’«avviso di giacenza» è molto gentile e dà la possibilità di richiedere la consegna della raccomandata già per il giorno successivo, scegliendo che venga nuovamente recapitata a domicilio, oppure che sia messa a disposizione all’Ufficio postale. Basta telefonare, dalle 8 alle 20, al numero 803.160.Lo si compone, ma invano: se va male, è occupato, a qualsiasi ora. Se va bene, è libero ma di venta occupato in un baleno, come se qualcuno vi avesse attaccato il telefono in faccia. Non resta che attendere la terza opzione: dalle 10,30 del quarto giorno solare... Ecco, dal quarto giorno, si può ritentare, andando in posta. Come il mese scorso, ma con quattro giorni di ritardo.
ANNA DELLA MORETTA

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GIORNALE DI BRESCIA - Mercoledì 18 gennaio 2017 – pagg. 10 e 11

«Non mi arriva più la rivista già pagata»
Lettere dai lettori
La protesta monta via... lettera.
Pubblichiamo due fra le ultime arrivate al nostro Direttore da parte di cittadini che lamentano problemi con il recapito.

«Finalmente lo posso dire: un plauso a Poste Italiane e Bresciane per la loro solerzia, caparbietà e prese di posizione nello svolgimento del loro operato! È troppo semplice usare il termine disservizio, che prevede un successivo e sollecito miglioramento, bensì di presa in giro della cittadinanza, una vera e propria schifezza». Così ci scrive Giuliano Trevisan, di Brescia. «Ho dovuto sospendere l’abbonamento ad una rivista (peraltro già pagato in anticipo), poiché - continua – da tre mesi non mi viene più recapitato nulla; sono in attesa di un plico partito la prima settimana di novembre dalle poste di Aland, già pagato (116 euro)! La risposta è: non sappiamo cosa fare. Partendo dal presupposto che Poste Italiane rappresentano un importantissimo servizio per l’utenza, se tale servizio viene totalmente a mancare, chi paga?».
Adriana Galizzi, sempre di Brescia, rincara: «Ho l’impressione che in questa vicenda non vi sia alcun rispetto dei diritti dei cittadini! Voglio solo ricordare che ritardi e disservizi sono iniziati molti mesi prima del periodo natalizio; io stessa li avevo già segnalati al vostro giornale nel mese di settembre. Sono proprio tutte azzeccatele scelte dei dirigenti di Poste Italiane? È solo colpa dell’e-commerce dei pacchi cinesi», come sostenuto in una nota stampa delle Pt pubblicata nei giorni scorsi?

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GIORNALE DI BRESCIA - Mercoledì 18 gennaio 2017 – pagg. 10 e 11
LA TESTIMONIANZA
Il racconto di un portalettere che indica la causa dei disagi per gli utenti

«LA CONSEGNA A GIORNI ALTERNI È UN DISASTRO»

Enrico Mirani·- e.mirani@giornaledibrescia.it

«C’è posta che giace da novembre. Sa qual è il paradosso? Lavoriamo di più e male, ma il servizio è peggiorato e gli utenti hanno la sensazione di non vederci mai». Giovanni è un portalettere della città. Nome inventato, perché la sua conversazione con il cronista potrebbe costargli pesanti sanzioni da parte dell’azienda. Vista dal di dentro la ragione di ciò che accade in queste settimane è semplice: «Il recapito a giorni alterni, ideato per tagliare il personale, è un fallimento». Certo, Amazon, i pacchi, il Natale hanno aumentato i problemi, ma «la causa di tutto è stata l’introduzione del nuovo sistema». Ogni portalettere ha una zona A e una B. Due volte la settimana passa da una parte, tre volte dall’altra; la settimana dopo si inverte. Risultato: posta doppia da consegnare con l’accumulo della giacenza. Basti pensare al tempo impiegato per la consegna dei pezzi da «firma», come atti giudiziari, contrassegni, raccomandate. C’è la linea Plus, vale a dire squadre speciali che, nel caso di emergenza, provvedono a portare la posta urgente. Ma non bastano. «Per altro - considera Giovanni - i risparmi previsti dai tagli sono in parte vanificati proprio dal ricorso a questi jolly».
Il sistema dei giorni alterni (con il nulla osta dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) è stato attuato progressivamente in Italia dal 2015. A fine 2016 è arrivato in Lombardia, «provocando problemi ovunque». Perché un conto, sottolinea Giovanni, «è la quantità di posta in certe parti del Paese, un’altra nella regione più sviluppata». Con imprese, attività economiche, studi professionali, uffici, servizi... Eppure il Consiglio di amministrazione di Poste Italiane, commentando i risultati economici dei primi nove mesi del 2016, aveva esaltato la novità, che avrebbe consentito di «servire al meglio le mutate esigenze della clientela». Proprio così.
Tutti i portalettere, commenta Giovanni, contestano il sistema. «La posta di Brescia viene smistata a Milano. Se là ci sono degli intoppi, come sta capitando in queste settimane, si ferma per poi arrivare tutta insieme. Immagina che casino? È un doppio impegno nel nostro ufficio di smistamento e nella consegna». In due-tre settimane capita «che si alzino delle muraglie cinesi di carta». La situazione della città e della provincia «è disastrosa. Alcune zone di recapito sono troppo ampie, impossibili da coprire. Tenga presente che fra noi c’è chi lavora ben oltre l’orario, gratis, per smaltire la posta ed evitare le giacenze». I cittadini «sono imbufaliti. In certe aree la posta non arriva per settimane. E anche dove la portiamo regolarmente l’utente ci dice "E un po’ che non ti vedo!"».
Secondo il nostro interlocutore sarebbe stato meglio «allungare le zone esistenti per ognuno dei portalettere». Così, invece, «dobbiamo smaltire il doppio e si resta indietro, c’è accumulo su accumulo». Per altro, «cominciare con i giorni alterni prima di Natale e con i pacchi Amazon in arrivo non è stato un’idea brillante». E infine, cosa «capiterà nei periodi di ferie? Finora i portalettere della zona vicina si spartivano il carico. Adesso sarà impossibile».

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GIORNALE DI BRESCIA - Mercoledì 18 gennaio 2017 – pagg. 10 e 11

In città e provincia ci sono 264 uffici e 2.000 dipendenti
I numeri

L’organizzazione di Poste Italiane a Brescia è capillare e complessa. Nonostante le picconate degli ultimi anni la struttura continua ad avere un ruolo fondamentale, occupando molte persone e fungendo da riferimento per migliaia di attività economiche.
Nel Bresciano gli uffici postali sono 264, di cui 24 nel capoluogo. Le persone che vi lavorano sono circa 2mila: 1000 nel settore del recapito (tra portalettere, ripartitori, capisquadra, addetti al controllo della qualità e al supporto), 900 impiegati, 100 responsabili amministrativi. Il numero dei postali, comunque, è in continua riduzione, visto che da dieci anni l’azienda ha incrementatole uscite con «l’accompagnamento alla pensione» (quindi con incentivo per pagarsi i contributi per due anni, ma senza assegno a fine mese), e così ogni anno tra recapito e sportelleria lasciano il loro posto una cinquantina di persone.
A subire i tagli più pesanti è stato il recapito. In tutta la provincia fino al 2010 le zone di consegna (ognuna con un portalettere) erano 950, sono state ridotte a 654. In città erano 108 e sono diventate 64, a cui vanno aggiunte le 13 delle linee Plus (dedicate agli oggetti prioritari da recapitare nei giorni in cui non passa il portalettere) e 10 linee mercato (che servono i grandi clienti e fanno da supporto nella consegna dei pacchi). Il settore delle consegne è sostenuto anche dai ragazzi assunti con contratto a tempo determinato, di norma una quarantina, sparsi in tutto il Bresciano.
Il lavoro degli uffici continua a essere strategico. Molti sportelli svolgono tra le 200 e le 240 operazioni per turno (l’azienda considera già un buon risultato arrivare a 170).
A livello di consegne, invece, da nord a sud sulla nostra provincia transitano ogni giorno una media di 25 tonnellate di lettere, giornali, pacchi e pubblicità da consegnare ai destinatari, circa 35-40 chili per ogni postino. Per il futuro, senza investimenti, sono previste ancora riduzioni sia di portalettere che di impiegati. Avanti di questo passo, perdendo servizi e operazioni interne, vivendo di commissioni, e scontando una condizione aziendale troppo ingessata e centralizzata, quale futuro si prospetta?
FLAVIO ARCHETTI

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CORRIERE DELLA SERA -  Martedì 17 Gennaio, 2017
Invest Real, così i rimborsi di Poste
La società compenserà le perdite ai 14 mila sottoscrittori del fondo immobiliare Saranno restituiti massimo 1.452 euro per ogni quota. L’alternativa della polizza
ROMA Poste Italiane si fa carico delle perdite del fondo immobiliare Invest Real Security (Irs). Ma solo 3mila clienti avranno il rimborso totale in contanti. Il consiglio di amministrazione del gruppo, presieduto da Luisa Todini, ha deliberato le modalità per il ristoro dei 14 mila risparmiatori che nel 2003 hanno sottoscritto le 56.400 quote del fondo Irs collocato da Poste. L’obiettivo è scongiurare che l’intera vicenda si configuri come l’ennesimo episodio di risparmio tradito. Con la chiusura del fondo, lo scorso 31 dicembre, sono infatti emerse perdite sul capitale pari al 58%. Un tonfo dovuto al cattivo andamento del mercato immobiliare negli ultimi anni. In pratica, per ogni quota sottoscritta, pari ad un valore di 2.500 euro, i risparmiatori ne hanno persi 1.452.
La scelta di Poste Italiane è risarcire quest’ultima cifra, mentre non sarà calcolato né ristorato il mancato rendimento del capitale investito in Irs. «Riteniamo l’iniziativa davvero significativa in questo particolare contesto di mercato, l’obiettivo è rafforzare il legame di fiducia che da sempre abbiamo con i risparmiatori», annuncia l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio. Le settimane scorse sono servite all’azienda per condividere la procedura di rimborso con Bankitalia, Consob, Ivass e associazioni dei consumatori. L’esito è quello reso noto dall’azienda. Le condizioni migliori sono quelle accordate ai risparmiatori anziani. Tutti i sottoscrittori che al 31 dicembre scorso avevano compiuto 80 anni (sono circa 3 mila) avranno diritto, da aprile, a un ristoro di 1.452 euro, il risarcimento è cash. Vale aggiungere che l’adesione all’offerta è volontaria e ha natura transattiva. Chi aderisce, insomma, non potrà rivendicare alcunché in caso di ripensamento. Per i quotisti con meno di 80 anni la soluzione individuata è la sottoscrizione gratuita di una polizza Vita Ramo 1. Questo il meccanismo: il risparmiatore conferisce nella polizza 390 euro (cioè la liquidazione ottenuta alla chiusura del fondo), Poste versa circa 1.060 euro (la differenza per arrivare a quota 1.452). La polizza avrà durata di 5 anni e alla scadenza (stante un rendimento di circa il 2,8%) il sottoscrittore recupererà la quota di capitale mancate rispetto a quanto investito nel 2003. Una modalità più macchinosa e più lenta, rispetto alla soluzione in contanti destinata agli over 80, che non piace al Codacons. In tutto l’operazione di ristoro costerà a Poste circa 50 milioni di euro.
Andrea Ducci

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Giornale di Brescia, 14 gennaio  2017

DOPO LE PROTESTE

Le Poste rispondono «Disservizi legati ai pacchi natalizi»

Le attività di smistamento della corrispondenza presso il Centro di Meccanizzazione Postale (CMP) di Peschiera Borromeo si stanno svolgendo con regolarità. Il Centro, come ogni anno in questo periodo, è nella sua fase di massima operatività. Infatti è proprio nei mesi che vanno da novembre a gennaio che si registra un importante incremento degli invii postali. Tale incremento quest’anno è stato ulteriormente accentuato dal fenomeno dell’e-commerce che ha visto crescere gli acquisti on line di merce proveniente dall’estero (in particolar modo dalla Cina). Per poter far fronte ai picchi di spedizioni Poste Italiane ha messo in campo una serie di iniziative volte a garantire lo svolgimento del servizio tra cui l’inserimento di nuovo personale e l’attivazione temporanea di ulteriori centri di smistamento. Gradualmente, nel corso delle prossime settimane, gli invii provenienti dall’estero si ridurranno e il centro di smistamento passerà dalla fase di massima operatività ad una fase di operatività ordinaria.
Poste Italiane Servizio di Comunicazione Territoriale Lombardia - Milano

Fermi tutti: dopo ostinato silenzio, parla Poste Italiane! E lo fa via mail, perché con il postino chissà se questa nota sarebbe mai arrivata. Colpa dell’e-commerce - ci viene spiegato - che ha intasato il centro di smistamento. Prima di lanciarsi in un nuovo (e remunerativo) servizio, non andava forse valutato il grado di sostenibilità invece di abdicare a tutti gli altri doveri, che sono poi i diritti di tutti noi? E se comprendo le cause, mi riesce davvero difficile digerire la soluzione prospettata: la consegna della corrispondenza ordinaria tornerà (forse) nella normalità solo quando diminuirà quella straordinaria dei pacchi.
(n.v.)

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Giornale di Brescia – 13 gennaio 2017
DISSERVIZI
E il portalettere lascia solo avvisi e indirizzi sbagliati
Buongiorno, mi unisco a tutte quelle persone che in questi giorni lamentano un disservizio delle nostre Poste Italiane spiegando quanto succede normalmente a Brescia e più precisamente in Via Fausto Gamba. Il portalette che dovrebbe consegnare raccomandate e piccoli pacchi non suona più il campanello (così non perde tempo) ma lascia l’avviso in cassetta fregandosene se i destinatari ci sono e stanno aspettando documenti importanti. In più non solo non suona ma sbaglia anche a riportare all’Ufficio Postale quanto non consegnato scrivendo sull’avviso che è presso l’Ufficio Postale di via Don Vender mentre invece lo riporta all’Ufficio di via Lattanzio Gambara, così doppia perdita di tempo da via Don Vender a via Lattanzio Gambara altro capo della città. Cosa dire di più? Viva le Poste Italiane che ci fanno diventare Paese del Terzo mondo.
Silvana Signoroni Brescia

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BresciaOggi - venerdì 13 gennaio 2017 ECONOMIA, pagina 28
Slp-Cisl, Celso Marsili è il segretario generale
Slp-Cisl di Brescia: il nuovo leader è Celso Marsili, 55 anni, delegato sindacale dal 2009, eletto dal Direttivo della categoria che ha accolto le dimissioni di Giovanni Punzi presentate per favorire il rinnovamento del gruppo dirigente dell'organizzazione sindacale di categoria. EX OPERAIO metalmeccanico all'Iveco di Brescia, Celso Marsili è stato assunto in Poste Italiane nel 1990 attraverso uno degli ultimi concorsi banditi dall'azienda; delegato sindacale, componente della Rsu e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è componente della segreteria provinciale della Slp dal 2013. Su sua proposta il Direttivo ha completato la squadra di vertice della categoria eleggendo Gloria Matti (segretario generale aggiunto) e Armando Fiengo. «Il mio lavoro sarà nel segno della continuità con quanto impostato in questi anni da Giovanni Punzi - ha detto Marsili nel suo intervento dopo l'elezione - con una vicinanza quotidiana ai lavoratori, affrontando i problemi e cercando le soluzioni migliori, avendo bene in mente la natura sociale di un servizio come quello che pur tra mille difficoltà viene garantito ogni giorno dagli addetti di Poste Italiane».

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Giornale di Brescia, 13 gennaio 2017
Slp Cisl (Poste): Celso Marsili eletto segretario provinciale
BRESCIA. La Slp Cisl di Brescia ha un nuovo segretario provinciale. È Celso Marsili, 55 anni, delegato sindacale dal 2009. Lo ha eletto ieri pomeriggio il direttivo della categoria, che ha accolto le dimissioni di Giovanni Punzi presentate per favorire il rinnovamento del gruppo dirigente. Ex operaio della Iveco, Celso Marsili è stato assunto in Poste Italiane nel 1990. Su sua proposta il direttivo ha completato la segreteria eleggendo Gloria Matti (segretario generale aggiunto) e Armando Fiengo.

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Giornale di Brescia, 12 gennaio 2017
CAOS POSTALE / 1
Spot sull’efficienza Robottino simpatico la realtà un po’ meno  
Gentile direttore, leggo sul GdB una lettera di reclamo per il servizio di Poste Italiane. Anche io aspetto pacchi spediti il 10 dicembre 2016, e mi chiedo se mai arriveranno. A tal proposito, mi fa sorridere la pubblicità che compare in questi giorni fatta appunto da Poste Italiane, in cui si autoproclamano efficienti e tecnologici, alla ricerca dell’umanità che il robot (nel filmato) ancora non ha, che stride e contrasta evidentemente contro la realtà del servizio in essere e che, definire, scadente è dire poco. Questa purtroppo è la realtà di un paese che,pur in presenza diautority che dovrebbero vigilare su servizi postali, telefonici o energetici affinché si comportino onestamente nei confronti dei consumatori, imponendo loro l’applicazione di servizi e tariffe in linea coi mercati; sono totalmente ciechi sui comportamenti poco chiari e inefficienti che i cittadini ricevono. Anche nell’energia ad esempio, pur con il petrolio ancora sotto i 60 dollari da moltissimo tempo, non vi è stata nessuna diminuzione delle tariffe, sia per elettricità e gas, sia per i carburanti anzi, l’autority preposta al controllo, ha deciso un corposo aumento per il 2017. Lo stesso per le compagnie telefoniche, accade spesso che vengano multate per comportamenti disonesti verso i consumatori ma, mentre le sanzioni di migliaia di euro entrano nelle casse di chi controlla, ai consumatori truffati nulla viene mai restituito.  
Renato R.

CAOS POSTALE / 2
Consegna a giorni alterni; un segno di inciviltà
Mi aggiungo alle già numerose lettere di protesta e di denuncia del disservizio postale, con alcune semplici riflessioni. Da sempre, il buon funzionamento del servizio postale è un punto di valutazione dell'efficienza di un Paese. Conosco alcuni Paesi meno sviluppati del nostro, dove non è garantita neppure la distribuzione dell’acqua o dell’energia elettrica, ma che fanno del servizio postale un punto di orgoglio nazionale, garantendo la consegna della posta in massimo 48 ore! Nel nostro Belpaese si assiste al fenomeno opposto: le Poste trascurano la missione principale della buona gestione del servizio postale. Preferiscono dirottare la parte preponderante delle proprie energie in attività collaterali, dove tral'altro non eccelle (finanziamenti, raccolta risparmio, investimenti, servizi assicurativi, conti correnti). La recente decisione di effettuare la consegna a giorni alterni non ha certo migliorato la già precaria efficienza. Il risibile tentativo pubblicitario poi di recuperare la fiducia di una utenza insoddisfatta suona inoltre come un oltraggio alla decenza: «II volto umano delle Poste». Che cosa c’è di umano nel non consegnare la posta, anche raccomandata, per un mese? Oltre al danno, la beffa. Auguriamoci che il management delle Poste si ravveda e dia ai cittadini un servizio postale eccellente, a cui hanno diritto.
Mauro T. Brescia

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CISL Brescia - 11 gennaio 2017

Cambio al vertice dei Postali Cisl. Celso Marsili eletto segretario provinciale della categoria
La Slp Cisl di Bresica ha un nuovo segretario provinciale. E’ Celso Marsili, 55 anni, delegato sindacale dal 2009. Lo ha eletto oggi pomeriggio il Direttivo della categoria che ha accolto le dimissioni di Giovanni Punzi presentate per favorire il rinnovamento del gruppo dirigente.
Ex operaio metalmeccanico alla Iveco di Brescia, Celso Marsili è stato assunto in Poste Italiane nel 1990 attraverso uno degli ultimi concorsi banditi dall’azienda; delegato sindacale, componente della Rsu e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è componente della Segreteria provinciale della Slp dal 2013.
Su sua proposta il Direttivo ha completato la Segreteria bresciana eleggendo Gloria Matti (segretario generale aggiunto) e Armando Fiengo.

VICINI AI LAVORATORI E AI LORO PROBLEMI
Il mio lavoro sarà nel segno della continuità con quanto impostato in questi anni da Giovanni Punzi – ha detto Marsili nel suo intervento dopo l’elezione – con una vicinanza quotidiana ai lavoratori, affrontando i problemi e cercando le soluzioni migliori, avendo bene in mente la natura sociale di un servizio come quello che pur tra mille difficoltà viene garantito ogni giorno dai lavoratori di Poste Italiane, e l’importanza che esso ha per i cittadini e più in generale per il sistema economico e per l’amministrazione pubblica.

SFORZO SPECIALE PER COINVOLGERE I GIOVANI LAVORATORI
“Attenzioni e sforzi speciali li dedicheremo al coinvolgimento dei giovani lavoratori di Poste Italiane, per far crescere la sensibilità sindacale e la specifica sensibilità della Cisl, garanzia di rappresentanza autentica, di tutela e di partecipazione”.

IL VIVO RICONOSCIMENTO DEL LAVORO SVOLTO FINO AD OGGI
Celso Marsili ha avuto parole di vivo ringraziamento per Giovanni Punzi, per quanto ha fatto dal 2000 ad oggi a servizio della categoria e della sua autonomia. Parole alle quali si è associato il segretario provinciale della Cisl Francesco Diomaiuta che ha sottolineato l’impronta di confederalità che Punzi ha dato alla categoria e il suo contributo alla crescita e al consolidamento di tutta l’organizzazione. Ai lavori del Direttivo ha partecipato anche Giuseppe Marinaccio, componente della Segreteria nazionale della categoria, già segretario lombardo della Slp Cisl.

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Giornale di Brescia, 11 gennaio 2017

I ritardi delle Poste fanno male anche ai... benefattori

Disservizi
La onlus «Amore», attiva in Africa, non riceve i documenti per le detrazioni

Le lettere che arrivano a destinazione con mesi di ritardo o non arrivano, creano problemi di tempistiche o organizzazione a chi attende. E può anche succedere che la mancata consegna provochi danni economici. Come alla onlus«Amore», gruppo attivo nella solidarietà verso i paesi del Terzo mondo con sede in città, in via Inganni. La onlus - il cui raggio d’azione raggiunge Etiopia, Kenia e Gibuti - riceve donazioni pecuniarie. Come spiega dal tesoriere Bartolomeo Capello,«i donatori hanno la possibilità di detrarre fiscalmente la donazione, ma per farlo devono ricevere dalla onlus la ricevuta del versamento. Per emettere la ricevuta, però, noi abbiamo la necessità di conoscere l’identità del donatore, che ci viene resa nota soltanto attraverso un documento redatto dopo la donazione e spedito da Poste Italiane. Allo sportello, infatti, le procedure prevedono che l’identità non sia svelata». Ebbene, da qualche mese i ritardi nel recapito della posta stanno quindi impedendo ad «Amore» di conoscere, ringraziare, e soprattutto fornire la ricevuta; e, quindi, ai donatori di detrarre. «Da novembre ho visto il postino raramente - continua Capello -. Nel frattempo siamo stati oggetto di quattro donazioni, ma di comunicazioni ne abbiamo ricevuta solo una». Il rischio in effetti è concreto, visto che - come denunciano i Cobas - tra i centri di smistamento di Peschiera Borromeo e Linate sono ferme 5mila tonnellate di posta. Montagne di materiale da consegnare, in procinto però- stando alle indiscrezioni sindacali - di riversarsi sulla Lombardia e Brescia. Per chi è ancora inattesa la speranza potrebbe non essere vana.
FLAVIO ARCHETTI

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Brescia Oggi -mercoledì 11 gennaio 2017- LETTERE, pagina 45

Abito al Quartiere Abba. Da inizio anno mi hanno portato il giornale 2 volte. Telefonare alle Poste così brave nella riorganizzazione del recapito è impossibile. Uno schifo! Che fare?

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Giornale di Brescia, 07 gennaio 2017
Fondi immobiliari Poste: «Presto azioni pro-clienti»
ROMA. Nel 2007 il mattone in Italia aveva raggiunto il momento di massimo splendore. Da allora, complice la crisi economica, i prezzi delle compravendite e degli affitti hanno avviato un percorso di costante discesa, che ha finito per pesare soprattutto su chi aveva scommesso sul prezzo delle case. Ora alcuni nodi iniziano a venire al pettine. A fine 2016 è andato in scadenza Invest Real Security, un fondo dal valore iniziale di 141 milioni di euro con 56.400 quote collocate a 2.500 euro e liquidate a 390 euro. Il Fondo - decennale - aveva come scadenza naturale dicembre2013, ma è stato prorogato di tre anni per far fronte alla cattiva condizione del mercato immobiliare, evidentemente senza risultati. Il caso. Invest Real Security è uno dei quattro fondi collocati da Poste Italiane fra il 2002 ed il 2005. E proprio Poste Italiane intende «finalizzare ed avviare, nel breve, iniziative in favore dei clienti» che hanno sottoscritto il fondo. L’occasione propizia per una valutazione delle forme del ristoro potrebbe essere rappresentata dal CdA di inizio anno atteso per i prossimi giorni. Nel frattempo lo stesso amministratore delegato Francesco Caio si è impegnato a trovare una soluzione. Non sono però tardate le proteste. Dal Pd, che con Michele Meta annuncia la volontà di chiamare alla Camera i vertici di Poste e della Consob, ai consumatori del Codacons: «Se ancora una volta i risparmi degli italiani andranno in fumo, saranno inevitabili nuove azioni risarcitorie a tutela dei piccoli investitori».

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Giornale di Brescia, 07 gennaio 2017
Ha una pistola giocattolo per il colpo alle Poste, preso e «atterrato»
A Breno i carabinieri hanno arrestato un 55enne già noto per altri reati
BRENO. Voleva rapinare l’ufficio postale ma si è dimenticato di guardarsi alle spalle. Manette ai polsi per un 55enne camuno residente in media Vallecamonica che mercoledì sera poco prima delle 19, ha tentato una rapina all’ufficio postale di Breno: l’uomo, che impugnava una pistola giocattolo, ha fatto irruzione nell’ufficio minacciando la cassiera affinchè gli consegnasse il denaro in cassa. La donna ha invece attivato la segnalazione alle forze dell’ordine e i militari dell’Arma sono piombati alle Poste in pochi minuti: come in una scena da film americano, l’uomo non si è accorto del sopraggiungere dei militari che, in pochissimi secondi, l’hanno preso alle spalle e l’hanno anche «atterrato» sul pavimento. Tra spavento e sollievo, i clienti hanno lasciato l’ufficio senza un graffio. L’uomo, un balordo già noto alle forze dell’ordine per reati minori, è stato arrestato per tentata rapina.

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Giornale di Brescia, 07 gennaio 2017
Tonnellate di posta in giacenza: si rischia il tilt
Centri di smistamento in crisi, contratti a termine scaduti: le ripercussioni arriveranno anche in città
Di Flavio Archetti
La crisi che sta attanagliando il recapito postale potrebbe addirittura peggiorare, e già dalla prossima settimana. Situazione critica. È notizia delle ultime ore infatti che nei centri di smistamento della corrispondenza lombarda - a Peschiera Borromeo e Linate - dopo l’introduzione della nuova modalità di recapito a «giorni alterni» si sarebbero accumulate montagne di giacenza quantificabili in 5mila tonnellate. Una cifra che fa impressione e smentisce nei fatti le motivazioni di fondo che hanno spinto Poste Italiane a ridurre seccamente negli ultimi anni i portalettere, una scelta motivata in diverse sedi sostenendo che «il traffico di corrispondenza viaggia tutto via e-mail». A gettare nuova benzina sul fuoco della polemica sono i Cobaspostali, preoccupati per quello che potrebbe toccare dai prossimi giorni agli uffici lombardi se si riversassero sul territorio le cinquemila tonnellate di lettere, pubblicità e giornali accumulati da inizio novembre e oggi fermi in giacenza. «Da Roma stanno per arrivare gli ispettori per verificare la condizione di crisi dei due centri di smistamento - spiega Stefano Ancona dell’esecutivo nazionale di Cobas Poste -. Cosa potranno fare? Organizzare nuove fasi di lavoro che permettano di ridurre progressivamente il gigantesco accumulo. Quello che ci chiediamo è il motivo di tanto ritardo, visto che l’azienda conosce la situazione reale dall’inizio». Tagli. «Crediamo - prosegue Ancona - che la roba sia stata tenuta ferma di proposito, per non far naufragare definitivamente gli uffici del territorio e innescare reazioni da parte di portalettere e associazioni di consumatori. A Roma vogliono evitare di ammettere di aver sbagliato i conti tagliando tutte queste zone di recapito. Tra Brescia e provincia, dal 2006 alla fine del 2016, ne sono sparite 410, riducendo il totale da 794 a 384 (-52%). Nel frattempo però i carichi di posta da distribuire, visto anche le nuove commesse per la consegna di pacchi Amazon e le notifiche di Equitalia, non si sono certo dimezzati. E poi non abbiamo capito come sia stato possibile disattendere le indicazioni dell’Agcom, il garante delle telecomunicazioni, che aveva dato il via libera al piano di riorganizzazione solo nei Comuni con meno di 200 abitanti per chilometro quadrato (circa 4mila 700) e non in tutti (tranne le sette città maggiori) come è poi avvenuto». A Brescia. Per Brescia ci sono anche altri problemi. Come confermato dal segretario Slp Cisl, Giovanni Punzi,  «la squadra di portalettere il 31 dicembre si è ridotta di 30 unità per la scadenza del contratto dei ragazzi assunti a tempo determinato. In questi giorni il loro posto è vacante perché le nuove assunzioni sono in programma dal 10 gennaio. Questi dirigenti - conclude Punzi – non immaginavano che la posta sarebbe arrivata anche nelle prime due settimane dell’anno?».

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Repubblica.it - Economia & Finanza 6 gennaio 2017

Poste, il risparmio tradito da quattro fondi immobiliari
Si chiamano Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 Alpha. Collocati tra il 2002 e il 2005, sono tutti in difficoltà. Allo studio un possibile risarcimento

di Walter Galbiati

MILANO. C'è un caso di risparmio tradito che ha fatto meno scalpore del Monte dei Paschi o dell'Etruria, ma che sta per deflagrare con numeri da capogiro. Riguarda migliaia di risparmiatori che hanno pensato bene di lasciarsi incantare dalla tradizionale sicurezza che garantivano i prodotti di risparmio postali, associati con un altro investimento "sicuro" come il mattone.

Era Sarmi.~Sì perché le Poste, insieme ad altri collocatori, dal 2002 al 2005, sotto la guida di Massimo Sarmi, hanno venduto nei loro 13mila uffici le quote di quattro fondi immobiliari, che avevano in comune due cose: il prezzo, di 2.500 euro l'una (un taglio non elevato e per questo accessibile a molti portafogli) e l'alta rischiosità dell'investimento. Il tutto era spiegato bene nei prospetti informativi dei fondi Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha, ma non sembra che sia stato spiegato altrettanto bene a chi si recava in Posta in cerca di consigli per i suoi risparmi. Che le cose non andassero nel verso giusto lo avevano capito tutti leggendo i rendiconti annuali dei fondi che hanno quasi sempre chiuso con perdite. Anno dopo anno, gli 850 milioni di euro raccolti inizialmente e divisi in oltre 340mila quote si sono quasi evaporati.

Il nodo è giunto al pettine con la scadenza del primo dei quattro fondi. Cinque giorni fa, il 31 dicembre 2016, l'Invest Real Security, dopo aver allungato con una proroga la propria vita di tre anni nella speranza di vendere al meglio i propri immobili, ha chiuso i battenti. Le parole scritte nel rendiconto del fondo suonano come una lapide per gli investitori: "Verrà effettuato un primo rimborso ad oggi stimato di 390 euro per quota entro il 31 marzo 2017". Mentre "il rimborso finale complessivo - che comunque avrà ad oggetto importi residuali - sarà determinato solo con la liquidazione del fondo". Potranno quindi arrivare pochi euro in più, ma si tratta comunque di un bagno di sangue per chi aveva comprato le quote a 2.500 euro l'una specie se si considera che in 13 anni il fondo ha distribuito solo 658 euro per quota. A giugno, gli esperti del fondo stimavano il valore delle quote a 1.229 euro, senza nemmeno immaginare che sei mesi dopo sarebbero state liquidate a meno di un terzo.

I motivi della debacle sono semplici. I fondi immobiliari raccolgono i capitali dai risparmiatori attraverso la vendita di quote e con il ricavato comprano palazzi: a volte li ristrutturano per poi venderli a un prezzo più elevato, a volte li rivendono dopo averli messi in affitto. Se le vendite e gli affitti vanno bene, i proventi vengono distribuiti o accumulati per aumentare il valore delle quote. Diversamente, si registrano perdite. Per portare a termine la propria missione il fondo ha 10 anni di tempo, ma in caso di difficoltà la società che li gestisce applica una proroga. Per tutti i fondi collocati dalle Poste, la crisi del settore e il crollo dei prezzi degli immobili non hanno lasciato scampo. Il fondo Invest Real Security ne è l'emblema: i suoi ultimi cinque immobili sono stati ceduti a prezzi di svendita. Il centro commerciale di Andria è stato venduto per 8,8 milioni con una minusvalenza di 14,2 milioni rispetto al valore certificato al 30 giugno. E così è andata per tutti gli altri, il centro commerciale di Bologna (perdita di 11,9 milioni), un immobile a Rutigliano (meno 1,76 milioni), un palazzo a Cinisello Balsamo (minusvalenza di 3,5 milioni) e uno a Torino (meno 9,4 milioni).

L'affare lo hanno fatto i compratori finali degli immobili, chi nel 2003 li ha venduti ai fondi e le società che li hanno gestiti. La Investire sgr, una società del gruppo Finnat, la banca della famiglia Nattino, ha curato l'Invest Real Security e il fondo Obelisco. Per il fondo Europa Immobiliare 1, si è mossa la Vegagest sgr, tra i cui azionisti figurano Carife, Cassa di Risparmio di San Miniato, Cattolica Assicurazioni, Popolare di Bari e Cassa di Risparmio di Cento, banche che non brillano certo per redditività. La Fimit sgr, controllata dal gruppo De Agostini (64%) e dall'Inps (29,7%), gestisce il fondo Alpha.

Nonostante le perdite dei sottoscrittori le Sgr hanno continuato a incassare ogni anno commissioni che variano tra lo 0,8 e l'1,8% del valore del fondo. E come loro hanno guadagnato le banche depositarie, gli esperti che hanno redatto le perizie degli immobili, pur cambiandone più volte il valore e determinando l'oscillazione del prezzo delle quote. Al 30 giugno 2016, la valutazione dei periti del fondo Obelisco era di 1.118 euro, mentre quella di Europa Immobiliare 1 era di 1.314 euro, meno della metà del valore iniziale. Le cose sembrano andar meglio per il fondo Alpha valutato 3.304 euro, ma si tratta di una salute apparente, perché dopo un avvio brillante è dal 2012 che non distribuisce più proventi e per riuscire a vendere gli immobili ha chiesto una proroga di 15 anni con buona pace dei pensionati che nel 2002 hanno investito nel fondo. Salute permettendo, dovranno aspettare fino al 2030.

Regolamento Consob.~Sui fondi avrebbero dovuto vigilare Banca d'Italia e Consob. Poste, dal canto suo, sostiene di non essere l'unico collocatore e sta cercando, non ancora ufficialmente, un accordo con i consumatori. Eppure, stando al regolamento Consob attuativo del Testo unico della finanza (art. 28), quei prodotti non sarebbero dovuti finire nei portafogli dei piccoli risparmiatori perché ad alto rischio: la durata temporale è medio-lunga e sono difficili da vendere. Le Sgr li hanno pure collocati in Borsa per renderli più liquidi, ma le quotazioni sempre a sconto non hanno permesso di venderli.

I valori di Borsa riflettono le difficoltà nella cessioni degli immobili. L'ultima quotazione~del fondo Invest Real Security (28 dicembre 2016) era di 410 euro, ben lontana dai 1.229 euro del perito, ma ben più vicina al valore di liquidazione finale (390 euro). Oggi in Borsa Obelisco vale 216 euro, Europa Immobiliare 936 euro e Alpha 1.321. Per capire le perdite non serve un perito

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

La Voce del Popolo -
Opportunità

Per gli abbonati all’edizione cartacea anche quella digitale da consultare su pc, tablet e smartphone

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

Il parere del sindacato
I problemi? Questione meramente organizzativa
Mal comune mezzo gaudio, dice un vecchio adagio popolare, perché i problemi che “Voce” sta incontrando nel giungere puntualmente nelle case dei suoi abbonati, sembrano essere gli stessi che sperimenta quotidianamente chiunque si affida al servizio postale. “La causa di questa situazione – afferma Giovanni Punzi (nella foto), segretario bresciano del Sindacato lavoratori poste della Cisl − è prettamente di natura organizzativa. Da tempo avevamo segnalato a Poste Italiane che il mese di novembre non era di quelli più favorevoli per avviare la sperimentazione del sistema di consegna a giorni alterni”. Tradizionalmente, infatti, il periodo che precede e segue le festività natalizie è segnato da un grande aumento dei flussi di traffico postale.
L’avvio della sperimentazione avrebbe dovuto andare di pari passo con l’immissione di nuovo personale. L’azienda, continua ancora il sindacalista, ha preferito agire diversamente, con il risultato di mandare in fuori giri i centri di meccanizzazione, fulcro del nuovo sistema, con conseguenze negative che, a cascata, sono arrivate sino all’utenza che da settimane denuncia ritardi e disservizi. “Normalmente − afferma ancora Punzi − un’azienda a fronte di maggiori carichi di lavoro assume nuovo personale per garantire il servizio. Così non è stato per Poste Italiane con il conseguente accumulo di grandissime quantità di posta da consegnare”. Punzi non è aprioristicamente contrario al nuovo sistema di consegna a giorni alterni.
“Nella fase di sperimentazione − ricorda − qualche risultato positivo l’ha prodotto. Ben presto però sono emersi limiti e problemi. L’azienda avrebbe dovuto rivedere con lucidità la situazione”. Invece non c’è stato nulla di tutto questo, anzi. “Nei tavoli regionali e nazionale – conclude Giovanni Punzi − ci ha detto che il nuovo sistema di consegna funziona ovunque bene...” (m.v.)

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

La faticosa ricerca della puntualità perduta
“Voce” sta pagando le conseguenze dell’avvio della consegna della posta a giorni alterni. Da Brescia alla Bassa ritardi e mancati recapiti
Brescia
DI MASSIMO VENTURELLI
Prima o poi saremo costretti a seguire l’esempio de “Il ribelle”, il periodico clandestino stampato nel periodo della Resistenza, che sotto la testata riportava la dicitura “esce quando può”? Potrebbe essere un escamotage in grado di evitare le legittime arrabbiature di tanti abbonati che da settimane si vedono recapitare “Voce” in grande ritardo (vedi box a piè di pagina, ndr)
Lamentele. Al di là delle battute, da settimane sono andate aumentando le telefonate di chi lamenta questo disservizio che spinge tanti lettori di “Voce” e minaccia, se la situazione non dovesse tornare alla normalità, di sospendere l’abbonamento... E in una stagione già di per sé non certo facile si tratta di un invito che non può essere trascurato. Anche perché “Voce”, come tantissimi altri settimanali diocesani, negli anni ha costruito il rapporto con i lettori e le comunità di riferimento proprio sulla puntualità del recapito. Se questa viene messa in forse per molti lettori vengono meno le ragioni per portare avanti un legame importante.
Risposte. In queste settimane chi a “Voce” si occupa dei rapporti con gli abbonati non manca di informare costantemente Poste Italiane dei disagi denunciati. Ad oggi, stando al numero delle segnalazioni che giungono in via Callegari, la situazione non sembra essere migliorata... Da Poste Italiane arriva qualche mezza ammissione delle difficoltà in atto in alcune zone del Bresciano. Il 21 dicembre scorso, in risposta all’ennesima sollecitazione, il responsabile del servizio di monitoraggio e qualità del Centro di distribuzione di Poste Italiane ammetteva che “sulla zona di recapito abbiamo diverse problematiche, che fatichiamo a risolvere.
Siamo consapevoli del disagio e contiamo di riuscire a normalizzare il recapito a breve”. Ma niente di più...
Come “giornale locale roc” “Voce” dovrebbe essere consegnata il giorno dopo la postalizzazione
Disagi. Molti dei disagi che gli abbonati di “Voce” lamentano sono figli del nuovo sistema di distribuzione a giorni alterni. All’atto dell’avvio della sperimentazione, lo scorso autunno, Poste Italiane aveva assicurato che da questo nuovo sistema, con la creazione della figura del portalettere “Plus”, sarebbero state escluse raccomandate e quotidiani. “Voce” che da tempo gode del riconoscimento di Poste Italiane di “giornale locale roc”, che la equipara ai quotidiani, avrebbe dovuto godere dello stesso trattamento. La realtà, però, sembra essere un po’ diversa. Ritardi e disservizi sono all’ordine del giorno.
Forse sono la sommatoria di tanti problemi. Alla consegna a giorni alterni deve essere aggiunta la situazione critica denunciata a più riprese dai sindacati sull’organizzazione interna dell’azienda. Non bisogna poi dimenticare che molti dei disservizi si sono verificati nel periodo prenatalizio “tradizionalmente” impegnativo per le poste. Certo è che, mentre si fa profilando entro la metà di questo 2017 un aumento dei costi di spedizione, diventa necessario trovare una soluzione a un problema che, alla lunga, potrebbe costare caro ai settimanali.
“Voce”, che si è mossa per la ricerca di un interlocutore, è disponibile ad ospitare la versione di Poste Italiane, anche per un dovere verso i lettori che si lamentano.

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

Intervista- DI MASSIMO VENTURELLI
Mantenere alto il controllo
Sergio Criveller rappresenta la Fisc al Tavolo con Poste Italiane a cui segnala problemi e disagi
Sergio Criveller (nella foto), di Treviso, rappresenta tutti gli amministratori all’interno della Fisc come coordinatore nazionale del comitato tecnico della federazione dei settimanali diocesani. Negli anni ha portato le ragioni di questo mondo al tavolo di Poste Italiane.
Grazie al suo impegno le testate diocesane sono state riconosciute come “giornale locale Roc”, che le equipara nella consegna ai quotidiani e quindi usufruiscono del “J+1”, cioè la consegna nelle case il giorno successivo alla postalizzazione.
Criveller a che punto siamo con Poste?
A livello nazionale il lavoro è buono. I rappresentanti di Poste Italiane hanno capito chi siamo, le nostre ragioni e le nostre difficoltà. Poi c’è un problema locale dove la consegna non viene effettuata. Questi continui disservizi creano non pochi disagio tra i nostri lettori.
A Brescia molti abbonati lamentano ritardi e disservizi...
Le segnalazioni evidenziano le difficoltà per la consegna dei settimanali con il nuovo modello di recapito. Si è capito, dai vari incontri avuti con Poste, per esempio che il servizio di recapito è tarato sul carico medio giornaliero, senza tener conto della consegna dei nostri settimanali, che normalmente avviene il giovedì o il venerdì. Capita che spesso non ci siano portalettere sufficienti per il servizio. Sono disservizi che abbiamo prontamente segnalato a Poste Italiane. Non sempre, però, le circolari che partono da Roma arrivano in loco dove spesso ci si dimentica del nostro riconoscimento di giornale locale Roc e di quello che questo comporta nei tempi di consegna.
Poste Italiane ha il quadro della situazione?
L’azienda riconosce che ci sono delle difficoltà in molte zone d’Italia. Ecco perché ci chiede di segnalare tempestivamente i disservizi. Ma ci chiede anche di verificare bene i nostri indirizzi perché spesso si sono riscontrati errori soprattutto nei numeri civici. Ci chiede anche di far controllare ai nostri abbonati le cassette della posta dove spesso mancano i nomi e quando ci sono, sono illeggibili.
In più paghiamo la sostituzione del vecchio postino che conosceva tutti in paese. Il nuovo portalettere non hanno questa conoscenza e spesso sono precari.

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

LA MAPPA DEI DISSERVIZI
Come richiesto da ogni buona indagine giornalistica, in queste pagine si è cercato di dare voce a tutte le parti in causa. Accanto alle legittime lamentele degli abbonati si è voluto dare spazio alle ragioni di chi svolge il servizio di consegna postale. Il compito non è stato facile. I dipendenti dei vari uffici postali non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni, mentre chi ha questo potere è difficilmente raggiungibile (contatti a recapiti telefonici e indirizzi email hanno dato nei giorni scorsi sempre esiti infruttuosi). Quello che confermano, anche negli uffici periferici, è la situazione di difficoltà. A Chiari, per esempio, le consegne sembrano essere vicine al collasso. O almeno così denunciano i dipendenti stessi. E l’ufficio postale di viale Mellini è quotidianamente preso d’assalto da un’utenza numerosa costretta a lunghe attese. A Chiari si trova anche il Centro primario distribuzione di riferimento per lo smistamento e la consegna della posta che copre un bacino di utenza di 50mila persone, tra Castelcovati e Pontoglio.
Una decina di giorni prima di Natale una trentina di lavoratori del Cpd ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai sindacati e alla direzione di Poste Brescia, per lamentare che “la nuova organizzazione del recapito a giorni alterni sta creando enormi difficoltà in tutte le fasi di lavorazione e distribuzione, con quantità di posta giornaliera mediamente raddoppiata”. Le condizioni di lavoro sono peggiorate con conseguenze che finiscono col ricadere anche sull’utenza. Facile immaginare, anche se non ci sono conferme ufficiali, che parte dei disagi che i lettori di “Voce” lamentano siano anche frutto di questa situazione. Insomma un grido di allarme in merito a una situazione pesante, che è anche una richiesta di aiuto e un appello rivolto all’azienda e ai sindacati per risolvere la situazione a favore dei dipendenti certo, ma anche e soprattutto dei cittadini e utenti.
(Sergio Arrigotti)

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LA VOCE DEL POPOLO - 5 gennaio 2017 – pagg. 2 e 3

Testimonianze - DI MASSIMO VENTURELLI
Tante voci, una sola domanda: “Perché tanto ritardo?”
Una selezione delle lamentele che quotidianamente arrivano nei
nostri uffici. I lettori chiedono ragione di ritardi e mancati recapiti
Di seguito trova spazio una selezione delle tante lamentele degli abbonati che si rivolgono ai nostri uffici per conoscere le ragioni del ritardo o del mancato recapito di “Voce”.
Per comprensibili ragioni legate alla privacy gli abbonati che si sono rivolti ai nostri uffici sono citati solo con il nome e il Comune di residenza. Poste Italiane viene costantemente e dettagliatamente aggiornata sui presunti disservizi.
Brescia.
Giovanni: “Da settimane il giornale arriva con parecchi giorni di ritardo. Mi sono rivolto al portalettere, all’ufficio postale di riferimento e direttamente al Cmp. Tutti mi dicono che il disservizio non dipende da loro…”.
Santina: “Vorrei sapere perché il giornale arriva sempre in ritardo”
Nicoletta: “Da tempo ricevo il giornale con grave ritardo. Se a breve il servizio postale non tornerà alla normalità procederò alla disdetta dell’abbonamento”.
Maria: “Segnalo il ripetuto ritardo nel recapito di Voce”.
Ivonne: “Da tempo il settimanale non arriva più il giovedì ma il lunedì”.
Beppe: “Sono un vostro abbonato e vorrei far presente che sono già due settimane che non ricevo Voce…”.
Elvira, “È ormai un mese che non ricevo più il settimanale!!”.
Luigi : “Da tempo ricevo La Voce del Popolo la settimana seguente a quella di uscita”.
Adolfo: “Ricevo il giornale la settimana successiva a quella di uscita”.
Maria: “Non ricevo il giornale da tre settimane”.
Ghedi.
Antonia: “Vorrei segnalare che da tempo ricevo il giornale ogni due settimane”.
Salò.
Demea: “Sono due settimane che non mi viene recapitata copia del giornale”.
Fiesse.
Benito: “Vorrei conoscere la ragione per cui, da qualche settimana, il giornale arriva il martedì o il mercoledì della settimana successiva”.
Porzano di Leno.
Serafino: “Il giornale arriva il martedì o il mercoledì della settimana successiva. Se il disservizio continua sono costretto a disdire l’abbonamento”.
Monticelli Brusati.
Mario: “Da tempo il giornale non arriva puntualmente, ma con giorni di ritardo. Dall’Ufficio postale mi dicono che è un problema di smistamento”.
Orzinuovi.
Emanuele: “Il giornale arriva sempre dopo parecchi giorni”.
Lograto.
Parrocchia: “Non ci è giunto il pacco della copie”.
Flero.
Delia: “Da due settimane non ricevo il giornale. All’ufficio postale mi hanno detto che non arriva la posta dal Cmp di Brescia”.
Chiari.
Mario: “Comunico che il numero di Voce del 7 dicembre mi è stato consegnato solo il 12”.
Manerbio.
Franco: “Segnalo il mancato recapito del numero del 7 dicembre”.
Parrocchia: “Le nostre sei copie di Voce del 7 dicembre non ci sono mai state recapitate”.
Coccaglio.
Achille: “Comunico che a tutt’oggi, 14 dicembre, non ho ancora ricevuto il numero del 7 dicembre scorso”.
Gussago. Battista: “Voce arriva sempre la settimana successiva a quella di uscita, con notizie troppo datate”.
Achille: “Segnalo che la Voce dell’1 dicembre mi è stata recapitata solo il 12 e quella del 7 il 14”.
Mariettina: “La Voce dell’1 dicembre è arrivata solo il 12 e quella del 7 il 14”.
Marone.
Luigina: “Da tempo ricevo il giornale a settimane alterne”.
Pompiano.
Gianni: “Da tempo la Voce del Popolo arriva con una settimana di ritardo. A volte non viene recapitata”.
Roncadelle.
Francesco: “Lamento il ritardo nella consegna del giornale”.
Cogozzo.
Sergio: “Segnalo il sistematico tardivo recapito (una settimana dopo l’uscita) del giornale”.
Acquafredda.
Lorenzo: “Voce arriva 15 giorni dopo l’uscita. Alcune settimane non è addirittura arrivata”.
Viadana di Calvisano.
Giancarla: “Ricevo Voce una settimana dopo l’uscita”.
Rodengo Saiano.
Giuseppe: “Segnalo un disservizio. Il penultimo numero del 2016, quello del 15 dicembre, mi è arrivato il 23. L’ultimo sono stato costretto ad andare a ritirarlo presso l’ufficio postale. Mi è stato detto che quella in cui abito è una zona ferma”.

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Giornale di Brescia, 04 gennaio 2017

POSTE Consegnati i pacchi Latita tutta l’altra corrispondenza

Buongiorno, sono un vostro lettore nella versione digitale da molti anni, è da qualche tempo che ho voglia di scriverle in merito alla vergogna delle poste italiane e nello specifico di quelle di Brescia. Ho un’attività all’interno del mercato ortofrutticolo di Brescia che non riceve posta «normale» da oltre un mese e mezzo! Non arrivano fatture cartacee, avvisi di pagamento, Riba, Mav, bollette, giornali, riviste specializzate nell’ambito logistico e tanto altro. È una cosa che ormai si trascina da alcuni mesi, all’interno del mercato ortofrutticolo di Brescia ci sono oltre 30 attività nessuno di noi riceve più posta salvo quella consegnata dalle società private. L’altro giorno una postina, con tanto di macchina delle poste(non con il triciclo elettrico), ma un’autovettura, mi ha suonato per consegnarmi un piccolo pacco proveniente da  Amazon, ed il mio pensiero è stato: da Amazon sicuramente le poste prenderanno denaro per il servizio reso, invece per portare ciò per cui sono nate non hanno risorse né personale idoneo? Ma vi sembra possibile? Alla mia richiesta: «E la posta normale non la consegna la postina mi ha guardato con un sorriso e mi ha detto, bhe abbiamo le montagne di posta da consegnare...». E consegnano un pacchetto di Amazon? Oggi le poste fanno di tutto: vendono assicurazioni, polizze vita, lavatrici, Rc auto, libretti postali, pos ,telefonia, tutto di tutto meno che consegnare la posta. È una vergogna, penso che quello che sto dicendo venga condiviso da molti, soprattutto da quelli che sono in attesa di ricevere la posta.  
Lettera

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Giornale di Brescia, 02 gennaio 2017

DISSERVIZI POSTALI
La (vana) speranza che sia recapitata la corrispondenza

 La mia precedente lettera, relativa ai disservizi postali, inviata qualche mese fa, ha trovato gentile ospitalità sul suo Giornale. Oggi, purtroppo, devo nuovamente segnalare i disservizi nel recapito della corrispondenza nel mio quartiere: Fiumicello, zona Ovest di Brescia. Dal giorno 1 dicembre non mi viene più consegnata la posta. Sono abbonata a due riviste settimanali, che venivano recapitate il giovedì. Sono quindi quasi quattro settimane che aspetto, inutilmente. Sto aspettando anche documenti e dichiarazioni importanti, che mi è stato assicurato essere stati spediti. A questo punto mi chiedo: la consegna della posta è ancora un servizio garantito dallo Stato? Io aspetto fiduciosa e spero!!!
Adriana Galizzi Brescia

la risposta del Direttore:
Viene da dire: poveri noi! Speranzosi e fiduciosi, certo, ma anche instancabili nella denuncia di un disservizio che non risparmia neppure la città. Anche noi - e con noi tanti altri lettori - siamo in attesa di corrispondenza importante. Chissà che, dove Babbo Natale ha fallito, qualcosa riesca a fare la Befana... (n.v.)