LA STAMPA DI APRILE 2014

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Giornale di Brescia, 27 aprile 2014

LA LETTERA
Il bravo postino, il senso del dovere e la società pedagogica

Con questa lettera vorrei fare a nome mio e di altre persone coinvolte una particolare considerazione e   soprattutto apprezzamento per una persona che sta svolgendo il suo lavoro in modo molto dignitoso e onorevole. Questa persona è il nostro postino Giorgio che opera nella zona di Monticelli Brusati - Ome. Come purtroppo succede anche in altri settori lavorativi i disservizi ci sono e tante volte dovuti anche alla poca professionalità e umanità che esistono nelle persone che svolgono il proprio lavoro. Non è sicuramente il caso di Giorgio che quotidianamente è in grado di regalare un sorriso ad ogni persona a cui consegna la corrispondenza e cerca in ogni modo di rimediare agli errori degli altri colleghi senza lamentarsi e cercando sempre il lato positivo in ogni situazione. Nonostante abbia comunque una famiglia da gestire dedica molte ore extra al suo lavoro pur di far avere la corrispondenza alle famiglie e non creare ulteriori disagi. Sicuramente è anche questione di carattere e passione per il proprio lavoro però è questa la mentalità che dovrebbe esistere in tutti per far andar bene l’Italia o comunque cercare di migliorare la situazione «precaria» che stiamo vivendo in questo periodo almeno per quanta riguarda i «servizi». Spero che il caso di Giorgio sia un esempio per tutti quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro al giorno d’oggi. Grazie Giorgio di tutto.
Lettera firmata

Caro lettore,
il tema che Lei solleva con questa lettera è da troppo tempo dimenticato, messo da parte in ragione della necessità di riformare tutto, o quasi: il senso del dovere. Non che in questo Paese di riforme non ci sia bisogno,ma la prima vera trasformazione consisterebbe nel vedere applicato ciò che già c’è, ciò che di buono potrebbe esserci. La differenza, infatti, possono farla solo le persone, con il loro impegno, la loro buona volontà. Siamo malati di burocrazia e, almeno per ora, la prognosi resta riservata. E capita che quando abbiamo a che fare con un servizio efficiente, ci stupiamo. Sì, ci stupiamo della normalità, del quotidiano svolgimento dei compiti, o della «rapidità», elemento raro nel nostro sistema. Lei ha fatto bene a segnalare la puntualità, la simpatia e il buon servizio che il postino del suo Comune rende a tutta la collettività. Infatti, ci sono alcuni parametri per misurare la civiltà di un sistema e, fra questi, non c’è dubbio, rientra il tema delle comunicazioni. Il servizio postale ne è parte integrante, affianca quello telematico, completa il cerchio. Ebbene, anzi, male. Troppi intoppi rallentano l’efficienza delle reti, classica e on line e anche in questo caso dobbiamo prendere atto di come la soluzione si possa trovare certamente nelle regole,ma anche e soprattutto nelle persone, nello specifico in quelle che hanno il compito di decidere l’organizzazione del lavoro e gli investimenti. E non sono sempre dinamici come il postino di Monticelli - Ome. Pensano alla teoria dei tagli, semplici e poco impegnativi. In pratica in troppi scelgono di volare basso e non mettono in cantiere piani industriali dinamici e competitivi. E rieccoci al punto: accanto alle regole servono persone in grado di interpretare il presente e scommettere sul futuro. Ne abbiamo bisogno come l’acqua. Vede, caro lettore, siamo partiti dal «suo» postino e siamo nei Cda, pubblici e privati. Per capire ancora meglio il ragionamento, dovremmo disturbare le teorie sulla società pedagogica, che sa premiare l’impegno. Ma limitiamoci a quanto ci insegna la nostra Costituzione (pure in fase di riforma). La legge delle leggi ci spiega che il diritto, la raccolta dei codici, se utilizzata solo per affrontare le contingenze, abdica al proprio ruolo principale, che è quello di fare evolvere la società. Ecco, il postino di Monticelli Brusati-Ome crede al proprio ruolo e svolge al meglio il compito che gli è stato assegnato. Fa evolvere, per la sua quota di responsabilità, la società. Lo fa con cura e passione. Speriamo venga premiato. (c. v.)

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Giornale di Brescia, 26 aprile 2014
Il «rebus» dei postini: solo 40 i sì al full time
Poste ha chiesto a 78 portalettere part time di passare a tempo pieno, ma solo la metà di questi ha accettato

Un primo passo è stato fatto. Negli ultimi quattro mesi Poste Italiane hanno aggiunto 40 portalettere a tempo pieno all’organico bresciano, ampliando l’orario di altrettanti contratti part time. Altri passi però rimangono da fare, visto che secondo una stima dei sindacati Slp Cisl e Failp Cisal la carenza di personale nel recapito tra Brescia e provincia si aggira ancora sulle 50 unità. Una mancanza che anche di recente ha affossato l’obiettivo «qualità», creato disagi e prodotto disservizi sul territorio, con la posta che tra raccomandate e lettere fatica spesso a raggiungere le cassette postali di destinazione, e in qualche caso, come quello eclatante della Loggia,ha portato
l’importante cliente a rivolgersi a un gestore privato. «La squadra dei portalettere è stata rafforzata trasformando 40 contratti a tempo parziale (sei mesi su dodici) in contratti a tempo pieno – racconta il segretario Slp Cisl cittadino Giovanni Punzi -. Dieci sono stati assegnati a Brescia e trenta alla provincia. È un primo passo nelle direzione giusta ma altri ne rimangono da fare, considerato che secondo noi l’organico dei portalettere si completerebbe ampliando l’orario ad altre 50 persone». Un compito non proprio facile per l’azienda, visto che molti tra gli interpellati (in totale a Brescia i part time erano 78) hanno rifiutato il passaggio al tempo pieno perché preferiscono lavorare sei mesi continuativi a Brescia e gli altri sei mesi tornare ai propri paesi d’origine, chi in Sicilia, chi in Calabria o comunque nelle regioni del sud. Sanare le mancanze rimaste non sembra quindi un compito così semplice, anche se il diffuso malfunzionamento del servizio richiederebbe provvedimenti urgenti.
«Ci sono paesi in cui la posta esce a singhiozzo – spiega il segretario Failp Cisal di Brescia Nino D’Angelo - e altri in cui le zone senza titolare accumulano continuamente giacenze e consegne inevase, anche di raccomandate e giornali. Sappiamo di problemi di questo genere a Carpenedolo, dove le zone sono sei e quelle scoperte due; a Chiari, dove sono un totale di 32 e quelle vacanti cinque; e a Desenzano, dove a fronte di 10 zone di consegna almeno due non sono coperte da titolare. I problemi non risparmiano nemmeno la città - precisa D’Angelo - visto che al Cmp di via Dalmazia le zone sono 118 e quelle scoperte tra le cinque e le otto». Qualche anomalia la segnala anche l’associazione Lega dei consumatori, affiliata all’Acli di via Spalto San Marco. «A San Polo stiamo assistendo da qualche tempo alla consegna della corrispondenza a giorni alterni - riferisce il presidente Fabio Scozzesi -. Rispetto al passato non c’è più regolarità. Riceviamo anche molte segnalazioni da utenti che lamentano la mancata consegna degli oggetti a firma anche se sono in casa. Semplicemente non vengono avvisati di scendere a firmare, ma si trovano nella cassetta delle lettere l’avviso di ritiro all’ufficio postale. Per il servizio allo sportello le proteste più insistenti si riferiscono ai depositi di denaro, specialmente quando si tratta di
successioni - conclude Scozzesi -. In questi casi abbiamo visto più di una persona attendere mesi e mesi per avere il denaro che le spetta per legge».

Flavio Archetti

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Giornale di Brescia, 25 aprile 2014

FISCO
I Cud alle Poste anche in via telematica

Poste Italiane digitalizza il rilascio della documentazione fiscale per la denuncia dei redditi 2014. In tutti gli uffici postali si potrà ritirare il Certificato unico dei redditi (Cud) 2014 e sarà disponibile anche in formato telematico.

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Giornale di Brescia, 25 aprile 2014

FISCO
I Cud alle Poste anche in via telematica

Poste Italiane digitalizza il rilascio della documentazione fiscale per la denuncia dei redditi 2014. In tutti gli uffici postali si potrà ritirare il Certificato unico dei redditi (Cud) 2014 e sarà disponibile anche in formato telematico.

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Giornale di Brescia, 23 aprile 2014

LA PROTESTA
Disservizi postali a Castenedolo

Con questa lettera desidero raccontare a Lei ed ai lettori quanto è successo sabato mattina 19 aprile all’ufficio postale di Castenedolo a me e ad altri sfortunati utenti. Martedì mattina mi è arrivato un avviso per ritirare una raccomandata, non potendo ritirarla prima per motivi lavorativi, mi sono armato di pazienza e di 5 vite da consumare al famosissimo videogioco Candy Crush che sta andando tanto di moda sulla maggior parte dei telefonini di ultima generazione e sabato mattina mi sono recato presso l’ufficio postale per il ritiro della raccomandata. Appena entrato verso le 10.30 nell’ufficio pieno di utenti ho ritirato presso la biglietteria automatica il ticket n. 22 (numero che dimenticherò difficilmente) preceduto dalla lettera P (prodotti postali), mi sono seduto sull’unica seggiola disponibile e lì ho atteso la chiamata del mio turno. Invano. Ho esaurito le 5 vite a disposizione del videogioco, ho fatto passare in lenta rassegna le notizie sul mio profilo facebook e nel frattempo erano arrivate le 11.20 senza che venisse chiamato un solo numero con la lettera P. Nel frattempo mi vedevo passare davanti tutti quelli entrati dopo di me che avevano ritirato i biglietti con la lettera A (altri servizi) o con la lettera E (utenti correntisti delle Poste). Alcuni utenti hanno abbandonato la deliziosa location castenedolese cestinando il loro biglietto, io non potendo stare lì per altri motivi ho lasciato il mio posto chiedendo spiegazioni e mi è stato detto che essendoci lo sportello guasto (correttamente segnalato), tutte le operazioni P sarebbero passate in «secondo piano». «Incaz....». No, scusate, perdonatemi, intendevo innervosito per il tempo perso, non potendo approfondire la discussione sono uscito cestinando il mio P22. Arrivato a casa, fortunatamente o sfortunatamente a seconda della soggettività, il pranzo non era ancora pronto così, testardamente, sono ripartito in direzione Poste, sapete cambia l’orario magari cambiala direzione della fortuna... Sono entrato in ufficio verso le 12.15, ritiro il mio biglietto, P31 (se non erro e vicino a me c’era una donna incinta con il P26) e stavolta si parte in quarta verso una sportellista per sapere se per ritirare una raccomandata è necessario perdere circa mezza mattina vedendo passare in rassegna pure quelli che avendo un conto corrente postale hanno la precedenza come se fossimo in una banca privata. La malcapitata risponde che c’è un problema di sportello e di personale, che loro sono in due e cercano di fare quel che possono. È vero, io le ho viste e durante la mia non breve permanenza nell’ufficio posso dire che le due signore presenti agli sportelli non sono mai state ferme un attimo lavorando sempre con quello che un utente vorrebbe vedere: un sorriso sulle labbra. Purtroppo il loro sorriso sulle labbra non mi ha permesso di ritirare la raccomandata, per cui è stato richiesto di parlare con il direttore per avere spiegazioni e chiarimenti. La direttrice si è giustificata dicendo: 1) lo sportello è guasto: bene, se lo sportello è guasto il sistema che genera automaticamente i numeri che verranno chiamati non deve generarli con la lettera P ed eventualmente si mette un avviso sulla macchina dei biglietti. 2) Sono sotto con il personale: ok, se sono sotto con il personale le operazioni se pur a rilento devono seguire l’ordine della generazione dei biglietti. 3) I biglietti con la P sono stati chiamati tant’è che eravamo al P25: non mi racconti quella dell’orso come si dice da qualche parte qui da noi, io avevo il P22 e l’ho cestinato, quelli che mi precedevano hanno fatto la stessa cosa, e la tesi mi da ragione perché la ragazza incinta con il P26 si è arrabbiata talmente tanto che per un attimo ho temuto che potesse partorire in ufficio e permettetemi la battuta infelice: se i soccorsi fossero arrivati con la stessa velocità della P... 4) II sistema genera automaticamente la numerazione dei biglietti per cui loro non possono farci niente: e allora? Si dice ogni 5 minuti agli utenti che purtroppo oggi lo sportello è deficitario di alcuni servizi quindi a loro la scelta se perdere tempo o riprovare in altri giorni. Le testuali parole della direttrice che più mi hanno infastidito sono state: «Sono stufa di litigare tutti giorni con gli utenti, qui la gente non capisce niente, è colpa loro se bisogna sempre discutere di queste cose, se avete problemi scrivete alla direzione generale». Cosa? I castenedolesi non capiscono niente? È colpa nostra se lei non ha saputo gestire una situazione semplicissima da risolvere? Sicuramente scriverò alla direzione per lamentarmi, ma non per il disservizio, mi lamenterò di come allo sportello postale di Castenedolo non si sappia gestire una situazione non rovente, solo appena appena tiepida e la direttrice fa ricadere le sue incapacità sulla nostra pelle. Concludo dicendo che chi mi conosce sa che non sono una persona che fa polemiche, anzi cerco sempre di mediare, ma stavolta no anche perché mi è venuto un dubbio e a pensare male, diceva qualcuno, qualche volta ci si azzecca: sportello guasto? Personale in numero insufficiente? Sarà che questo sabato era un giorno prima di Pasqua...

Marco Vitali     --   Castenedolo