LA STAMPA DI AGOSTO 2015

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Giornale di Brescia, 28 agosto 2015

Mazzata sui “piccoli”: posta a giorni alterni per tredici Comuni
La lettera ai sindaci è arrivata il 31 luglio: la novità colpisce anche Ponte di Legno e Temù

Valcamonica
Giuliana Mossoni
■ Alle docce più o meno gelate di Poste Italiane, negli ultimi anni, ci si è quasi abituati. Uffici postali chiusi per più giorni a settimana, orari ridotti, personale all'osso. Mai, finora, si era però toccato il servizio di consegna e ritiro della posta. Un evento che tredici comuni valligiani e i rispettivi cittadini dovranno però rassegnarsi a subire.
Lettera ai sindaci. Risale al 31 luglio scorso la lettera che la società ha inviato ai sindaci, per avvertirli che da ottobre verrà applicato il «modello di recapito a giorni alterni», ovvero  facendo base su due settimane  la prima la posta sarà consegnata il lunedì, mercoledì e venerdì; e la seconda il martedì e sabato.
La stessa cosa avverrà per i ritiri della corrispondenza dalle cassette delle lettere. Una scelta che, secondo Poste, è dettata da una duplice motivazione.
Anzitutto i cambiamenti della clientela, che sta sempre più utilizzando le email; e quindi per la Legge di stabilità 2015, che punta a ridurre l'onere del servizio per il calo delle risorse pubbliche. Come conseguenza, la posta prioritaria non sarà più consegnata in un giorno ma in tre e, molto probabilmente, verranno disdetti gli abbonamenti ai quotidiani. I Comuni camuni interessati dal taglio sono i più piccoli: Cedegolo, Cerveno, Cevo, Cimbergo, Corteno, Incudine, Losine, Lozio, Monno, Paisco, Paspardo, Prestine, Sellero, Saviore, Vione, ma ci sono anche le due località turistiche di Ponte e Temù.
La replica. Il primo a chiedere che si prendano provvedimenti è il consigliere di Sellero Severino Damiolini, che ricorda come ai cittadini verrà tolto un «servizio universale», riconosciuto dalla Commissione e dalla direttiva europea sui servizi postali del 2008. «Invito il sindaco a non perdere tempo e a intervenire per contrastare l'ennesimo taglio a discapito dei comuni montani  dice Damiolini. Ancora una volta le scelte non sono concertate ma vengono calate dall'alto in nome di una razionalizzazione che si preannuncia preludio a qualcosa di peggio».
Gli amministratori sono purtroppo consapevoli che ben poco potrà essere fatto, visto anche l'esito di recenti trattative con Poste per scongiurare altri tagli. «Ci proveremo ancora  dice Gianpiero Bressanelli, sindaco di Sellero  ma è come parlare al vento. Hanno le loro strategie e c'è poco da fare. Ieri sera abbiamo avuto un incontro e ci organizzeremo come Comunità montana, sapendo che le possibilità sono poche».

La Scheda
Servizio necessario.
Nonostante le comunicazioni mail stiano soppiantando le cartacee, il recapito delle lettere è ritenuto necessario per «assicurare il diritto alla comunicazione tra cittadini e la coesione sociale e territoriale».

Commissione europea.

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CORRIERE DELLA SERA  Domenica 23 Agosto, 2015

La Lente Poste, pronto il programma di emissioni da 2 miliardi

Francesco Caio, l’amministratore delegato di Poste Italiane, ha voluto completare anche l’ultimo passaggio in vista della quotazione attesa i primi giorni di novembre, mercati permettendo. Affiancato dal direttore finanza Luigi Ferraris, ha aggiornato il nuovo programma di emissioni obbligazionarie Emtn (Euro medium term note) registrato alla Borsa di Lussemburgo dove saranno quotati i futuri bond del gruppo della consegna postale: in tutto vale 2 miliardi. Il gruppo ha così blindato anche questo capitolo prima dell’Ipo. Sebbene i mercati obbligazionari siano contraddistinti da elevata volatilità (soprattutto in vista del possibile rialzo dei tassi da parte della Fed), la società vuole essere pronta, una volta quotata a Piazza Affari, a usufruire di tutti gli strumenti finanziari per fare provvista sul mercato. La privatizzazione prevede che l’offerta in Borsa di una quota fino al 40% sia tutta in vendita, destinata quindi a non portare liquidità nelle casse dell’azienda. La regia del programma è stata affidata a Banca Imi e Bnp Paribas. Bisognerà invece aspettare settembre per conoscere il nome con cui il Tesoro, socio al 100% del gruppo, riempirà la casella nel board di Poste, lasciata vuota da Antonio Campo dall’Orto che lo scorso 6 agosto è stato nominato direttore generale della Rai.

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Giornale di Brescia,  12 agosto 2015

PEZZOTTA: COLPA DI BONANNI - TORRI: SIAMO TRASPARENTI

Il rude bergamasco tale si è confermato. Rude ma chiaro. Intervistato a proposito dello scandalo sui maxi compensi di alcuni vertici nazionali della Cisl, l’ex segretario generale Savino Pezzotta non ha dubbi: «I guai - ha detto - sono iniziati con Bonanni», ovvero il suo successore mal digerito da Pezzotta, che qualche anno fa - nel giro di una notte - annunciò le sue dimissioni lasciando a sua volta il posto ad Annamaria Furlan, attuale numero uno cislino. La vicenda, in sintesi estrema, è questa: nei giorni scorsi un sindacalista di Verona ha fatto un elenco di funzionari cislini con compensi eccessivi. Fra i citati, il caso di Ermenegildo Bonfanti, (segretario generale dei Pensionati) con uno stipendio da 225mila euro. Il sindacalista di Verona autore della denuncia è stato espulso dalla Cisl,ma poi sui giornali è scoppiata la storia. La Furlan non ha smentito con nettezza che alcune cifre siano reali, anche se ha assicurato interventi di ridimensionamento e trasparenza. «Da lei - dice Pezzotta - mi sarei aspettato una presa di posizione più netta, che dicesse: chi ha fatto il furbo è fuori dalla Cisl, se gli stipendi sono stati aumentati senza tener conto dei nostri regolamenti, chi l’ha fatto deve restituire quei soldi». E invece? «Invece questa sua reazione mi sembra un modo per galleggiare. Non voglio accusare Bonanni di niente, però quei problemi sono iniziati in quel periodo e la Furlan - dice Pezzotta nell’intervista – lo sa...». Bonanni prima di andar via è passato da uno stipendio di 267mila euro nel 2010 a 336mila nel 2011... «Fate voi i conti», commenta Pezzotta che ricorda al cronista di Lettera43 che il suo ultimo stipendio (ottobre 2006) era stato di 3.183 euro al mese. La vicenda - dolorosa – intacca l’anima cislina. Enzo Torri, segretario dell’organizzazione bresciana, in una nota chiede «chiarezza» e ricorda che, da anni, «i nostri stipendi sono on line». Se andate su www.cislbrescia.it e aprite la cartella sulla Segreteria - ricorda Torri - «chiunque può vedere il mio stipendio, quello dei miei colleghi e degli operatori che lavorano nell’organizzazione». Verificato. Torri prende 2.585,14 euro al mese, i componenti della Segreteria 2.165,87. E quindi, aggiunge il segretario bresciano, «i comportamenti scorretti vanno verificati e perseguiti. Dico subito però che queste posizioni, individuate a quanto sembra a livelli molto precisi e circoscritti, non possono essere usate per gettare fango su un’organizzazione fatta di persone che ogni giorno fanno sindacato con passione ed impegno». Parole ovviamente condivisibili. Va però aggiunta una considerazione: i sindacati (confederali e padronali, anche l’Aib per intenderci) fanno «fatica», per usare un eufemismo, a rendere pubblici i propri bilanci, come invece fanno le aziende. Essendo libere associazioni ne hanno facoltà, intendiamoci, a poiché sono associazioni del tutto particolari, che della trasparenza dovrebbero farne un valore, non si comprende perché non dovrebbero – tutte - rendere pubblici i propri bilanci.

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CORRIERE DELLA SERA Mercoledì 12 Agosto, 2015

Poste, l’offerta parte a metà ottobre Sul mercato fino al 40% del capitale
Il prospetto alla Consob. Possesso limitato al 5%. Quote per risparmiatori e dipendenti

ROMA Il ministero dell’Economia e Poste Italiane hanno depositato in Consob il filing (letteralmente, un tomo di 796 pagine) per la quotazione in Borsa del gruppo guidato da Francesco Caio. È il nuovo passo ufficiale verso il collocamento, dopo le delibere del consiglio di amministrazione e dell’assemblea di Poste dello scorso 31 luglio. Ieri, oltre alla domanda di approvazione del prospetto informativo da parte di Consob, è stata presentata a Borsa Italiana la richiesta di ammissione alla quotazione delle azioni di Poste Italiane sul mercato telematico.
L’operazione per il maxi collocamento voluto dal governo è, insomma, innescata. Il Tesoro, azionista al 100% del gruppo postale, in una nota ha confermato che una volta ottenuti i via libera di Consob e Borsa Italiana, «entrambi attesi per la prima decade di ottobre, si prevede che l’offerta possa essere lanciata a metà dello stesso mese, per concludersi nell’arco delle due settimane successive». Chiarita la tempistica restano da definire i dettagli. Per conoscere la quota del pacchetto azionario destinato al mercato bisognerà attendere i primi giorni di ottobre. Al momento è stabilita la possibilità di quotare fino al 40% di Poste. Del pacchetto in vendita è presumibile che il 60% vada a investitori istituzionali (a luglio Caio ha incontrato a Milano, tra gli altri, Eurizon, Pioneer e Azimut), per tutti è previsto un tetto al possesso azionario fissato al 5%. Al mercato retail dovrebbe dunque andare il restante 40% dei titoli in offerta. L’obiettivo del Tesoro è, del resto, agevolare un’operazione di azionariato popolare. Con tanto di incentivi sia per i piccoli risparmiatori, sia per gli oltre 142 mila dipendenti dell’azienda. Questi vantaggi saranno però decisi solo nella seconda metà di settembre e andranno a integrare, così come la forchetta di prezzo, il voluminoso prospetto informativo al vaglio di Consob. Proprio il prezzo resta la grande incognita dell’operazione. Una stima sommaria della società valuta Poste complessivamente tra 6 e 10 miliardi. L’incasso per il Tesoro oscilla perciò tra 2,4 e 4 miliardi. Un dato ancora vago, che solo i report degli analisti e il road show autunnale contribuiranno a definire con precisione. Per il ministero di Via XX Settembre la quotazione di Poste — ad affiancarli in veste di advisor sono rispettivamente Lazard e Rothschild — abbina la necessità di fare cassa all’obbligo di varare un’operazione che catalizzi il consenso e la fiducia dei mercati oltre il giorno dell’Ipo. Dopo Poste partirà infatti la quotazione di Ferrovie. E un valore di collocamento troppo elevato potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Andrea Ducci

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Brescia Oggi - sabato 01 agosto 2015 PROVINCIA, pagina 23
PROVAGLIO. Ad annunciarlo il sindaco Simonini: «Il 7 settembre l´ufficio chiuderà i battenti»
Provezze, Poste al capolinea
«Purtroppo devo darvi una brutta notizia: l´ufficio postale di Provezze chiuderà, salvo proroghe, il 7 settembre». Lo ha annunciato il sindaco di Provaglio d´Iseo, Marco Simonini, nel corso di una pubblica assemblea sul tema convocata nei giorni scorsi. «LE ABBIAMO provate tutte. Siamo stati in Regione, abbiamo mosso l´Associazione Comuni Bresciani, perfino alcuni parlamentari hanno presentato un´interpellanza, ma pare proprio che non ci sia nulla da fare. Poste Italiane è apparsa irremovibile su Provezze. Naturalmente siamo contrari a questa decisione. Abbiamo chiesto a Poste Italiane di ripensarci e se ciò non fosse possibile almeno di potenziare l´ufficio di Provaglio, dove in caso di chiusura dello sportello della frazione si riverseranno i 1500 utenti rimasti a piedi. Intanto vediamo se ci concedono una proroga della chiusura e l´aggiunta di un impiegato a Provaglio». Dalle parole del sindaco dunque appare quasi scontato il capolinea, cosa che preoccupa e non poco i cittadini della popolosa frazione. Soprattutto gli anziani si chiedono come faranno a ritirare la pensione e a sbrigare l´ordinario senza avere grossi disagi nello spostamento. Già alla fine del 2011 ci fu il rischio di chiusura di questo sportello. In quell´occasione probabilmente i tempi ancora non erano ritenuti maturi e Poste Italiane si fermò, accontentandosi di un ridimensionamento dei giorni di apertura. Stavolta sembra proprio che per le Poste di Provezze si sia giunti all´epilogo. E pensare che per tenere aperto lo sportello il Comune era anche pronto a trasformare il contratto di comodato dell´ufficio in titolo gratuito, rinunciando all´affitto del locale. Ma anche questo tentativo è andato a vuoto.

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Brescia Oggi - sabato 01 agosto 2015 ECONOMIA, pagina 28
LA QUOTAZIONE. Il bilancio semestrale è positivo, soprattutto nel comparto assicurativo
Poste raddoppia gli utili e corre verso la Borsa
Il premier Renzi: « Con la modifica del servizio, il risparmio annuo è di 100 milioni». Ora si attende la bozza del prospetto informativo

ROMA Poste italiane corre verso la Borsa con utili raddoppiati nel primo semestre. Risultati che ottengono anche il placet del premier Matteo Renzi. L´utile del semestre vola a 435 milioni di euro, contro i 222 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, mentre i ricavi ammontano a 16 miliardi (+7%). Bene soprattutto il comparto assicurativo, i cui ricavi sono in aumento del 10,9% a 11,2 miliardi, e in quello finanziario, con ricavi per 2,9 miliardi: i due comparti meno tradizionali hanno più che compensato l´attesa flessione dei ricavi per corrispondenza (-6,5% a 1,9 miliardi), indotta principalmente dalla riduzione dei volumi sulla corrispondenza (-11,8%), comunque in rallentamento rispetto al primo semestre dell´anno scorso (-9%). Significativa, peraltro, la crescita dei ricavi del comparto pacchi in aumento del 4,4% rispetto al 2014 e pari a 280 milioni. I servizi postali e commerciali registrano comunque una perdita operativa di 89 milioni (contro quella di 36 milioni del primo semestre 2014), che però è stata «mitigata dalle azioni di contenimento dei costi». Sono dati «davvero molto positivi», ha commentato Renzi, ricordando quella che ha definito «una operazione di vera spending review, perchè con la modifica del servizio universale otteniamo un risparmio da 100 milioni l´anno per il contribuente». Il premier si riferisce al provvedimento dell´Agcom che disciplina le nuove modalità del servizio universale. Con questo biglietto da visita, la società guidata da Francesco Caio, che ha parlato di «risultati incoraggianti in tutti i settori», si prepara alla quotazione in Borsa, per cui ieri sono stati compiuti altri passaggi formali. Il cda e poi l´assemblea hanno deliberato la domanda di ammissione alla quotazione e varato il nuovo statuto per adeguare il gruppo alla qualifica di società quotata. Sono stati poi nominati i due nuovi consiglieri, Umberto Nicodano e Chiara Palmieri. Può ora partire la fase esecutiva del processo di quotazione, che porterà sul mercato una quota fino al 40% entro l´anno (per un incasso stimato di circa 4 miliardi). L´attesa è ora per la bozza del prospetto informativo, che dovrebbe arrivare alla Consob entro la prima decade di agosto.