LA STAMPA DI GENNAIO 2012

Brescia Oggi - domenica 29 gennaio 2012 CRONACA, pagina 12

LA POLEMICA. Da domani in vigore i nuovi turni degli sportelli, che saranno aperti 15 minuti prima rispetto al passato

"Orari poste, dipendenti penalizzati"

Se per gli utenti in fondo cambia poco o niente, i nuovi orari che interesseranno l´apertura e la chiusura degli uffici postali ha innescato un importante motivo di malcontento da parte di chi, per l´azienda italiana, lavora.
Il motivo? Semplice, se da un lato il volume di lavoro, inteso come carico orario non sembra subire alcuna variazione, dall´altro anticipare l´apertura dell´ufficio postale di 15 minuti rischia di rivoluzionare la vita dei lavoratori.
"Basti pensare a quelli che usano i mezzi pubblici - dice Giovanni Punzi, segretario del sindacato poste della Cisl - : adesso cosa dovranno fare? Arrivare al lavoro con mezz´ora di anticipo? O, ancora, come faranno a portare i bambini a scuola? Li lasceranno sul marciapiede? I vecchi orari erano assodati da tempo e i lavoratori avevano tarato abitudini ed esigenze addosso a quei parametri".
NEL MIRINO del sindacalista anche la procedura con cui i lavoratori sono venuti a conoscenza di quanto stava accadendo. A quanto pare l´informativa sulla modifica degli orari è arrivata via mail poco più di 48 ore prima della messa in vigore e sul sito di poste Italiane non figura ancora alcuna comunicazione ufficiale.
"La Dirigenza aziendale mostra i muscoli ma dimentica il buon senso - commenta Punzi - con decisioni unilaterali che sicuramente non aiutano a migliorare le relazioni sindacali e aggravano i disservizi: dalla carenza di personale che determina lunghe attese in coda negli uffici fino alla chiusura degli uffici postali, nei giorni scorsi è toccato a Bovegno, San Colombano, Tavernole, Brozzo. E tutto avviene nel quasi completo e complice silenzio delle Istituzioni".
Nel frattempo da domani saranno in vigore i nuovi orari: anche se la "rivoluzione" assume già i contorni del giallo dal momento che ancora non si sa se la direzione generale di poste Italiane "riuscirà - secondo Punzi - a modificare gli orari di disattivazione degli antifurti installati negli uffici postali. Se non riusciranno a farlo, suoneranno allarmi in ogni angolo della provincia". D.B.

Giornale di Brescia - 28 gennaio 2012

POSTE

Nuovi orari uffici, no dei sindacati
Sono interrotte le relazioni industriali tra Poste Italiane e sindacati regionali di categoria, "per l'atteggiamento di chiusura e di mancato confronto rispetto ai molti problemi presenti". L'ultima unilaterale iniziativa avviata dall'azienda è la modifica degli orari, a partire da lunedì 30 gennaio, di apertura e chiusura al pubblico degli uffici postali.

Brescia Oggi - sabato 28 gennaio 2012 CRONACA, pagina 16

Rottura delle contrattazioni sulla riorganizzazione dei servizi postali e sull´anticipo dell´apertura

poste, da lunedì nuovi orari
Sindacati sul piede di guerra

Le parti sociali critiche sul piano Marinaccio della Spl Cisl attacca: "Questa decisione è scandalosa" L´azienda: "Non cambia nulla"

Giuseppe Spatola
Sono bastati 15 minuti di orologio per cancellare ogni margine di trattativa tra poste Italiane e i sindacati regionali di categoria di Cisl, Uil, Confsal e Ugl. Un quarto d´ora di anticipo "accademico" delle apertura agli sportelli che, secondo le parti sociali, palesa "l´atteggiamento di chiusura e di mancato confronto rispetto ai molti problemi presenti nell´ambito dei servizi postali e del settore del bancoposta".
Così anche la modifica degli orari, a partire da lunedì 30 gennaio, di apertura e chiusura al pubblico degli ufffici postali e dei collegamenti dei furgoni che provvedono al ritiro della corrispondenza per l´inoltro alle varie destinazioni, ha contribuito alla rottura delle trattative e alla chiusura anticipata del tavolo che si era aperto per "assumere decisioni concertate".
"E´ scandaloso che anziché effettuare un confronto per la specificità delle diverse situazioni nelle varie province e realtà territoriali per poi preallertare per tempo la clientela - ha affondato Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Cisl Lombardia - a sole 48 ore dall´introduzione di una modifica di tale portata assistiamo al frettoloso invio tramite fax, praticamente all´orario di chiusura degli uffici, di cartelli da esporre al pubblico".
Non solo. "L´azienda a nostro avviso ha perso il controllo della situazione - non nasconde il suo dissenso Marinaccio - e non si preoccupa dei disservizi e dei danni all´immagine che ne conseguono, in considerazione anche della carenza negli organici del personale che ha portato ad un forte aumento dei tempi di attesa in coda con tante postazioni di lavoro vuote".
In un momento già difficile per tutte le aziende, denuncia la Cisl poste regionale, una gestione così approssimativa dei servizi postali in un´importante regione come la Lombardia, rischia di compromettere la tenuta occupazionale e di vanificare i sacrifici dei lavoratori "che con senso di responsabilità - ha concluso Marinaccio - hanno contribuito, attraverso una serie di riorganizzazioni, alla tenuta complessiva dell´azienda che vanta utili di bilancio da oltre nove anni, risparmiando sui costi anche del personale e non investendo in innovazione, sicurezza e formazione".
IN SOSTANZA, per la stragrande maggioranza degli uffici (che sono a turno unico), dal lunedì al venerdì vi sarà una riduzione di 20 minuti di apertura al pubblico, mentre al sabato i tempi complessivi rimangono invariati.
Polemiche che non sembrano turbare poste Italiane. "I nuovi orari non rappresentano alcuna rivoluzione copernichiana - sottolineano alle poste -. Si tratta di un anticipo di apertura di qualche minuto che non danneggerà nè gli utenti nè i lavoratori. Ogni decisione è stata presa analizzando l´organizzazione complessiva dei servizi". Come dire che la direzione delle poste respinge al mittente qualsiasi polemica e getta acqua sul fuoco. Del resto, scorrendo le nuove tabelle degli orari la differenza è effettivamente poco significativa. Discorso diverso se si pensa ai lavoratori che, per entrare in ufficio dieci minuti prima dovranno anticipare la partenza in treno o uscire di casa anche un´ora prima. Su questo punto i sindacati sembrano essere intransigenti, criticando il piano di riorganizzazione e quei 15 minuti di scarto tra il nuovo "tabellone" e quello rispettato fino ad oggi. Lunedì gli sportelli seguiranno la nuova scaletta e gli eventuali disservizi verranno a galla immediatamente.
Intanto c´è chi ha cercato lumi sui nuovi orari anche via internet. ma sul sito di poste Italiane gli orari sono ancora quelli vecchi.

 

Giornale, di Brescia, 27 gennaio 2012

Poste, nuovi orari All'ultimo minuto

Se siete frequentatori abituali degli uffici postali, magari di quelli che molte volte arrivano sul filo del minuto sia al mattino che a fine giornata, oggi dovete fare attenzione alla comunicazione che troverete affissa in bacheca o sui vetri degli sportelli.
È delle ultime ore infatti la notizia che la direzione centrale di Poste Italiane ha deciso di modificare gli orari di apertura e chiusura al pubblico di tutti gli uffici. Un provvedimento messo in campo a tempo di record, che prevede l'inizio del nuovo regime già per lunedì prossimo. Un passaggio destinato a cambiare l'innalzamento o l'abbassamento delle saracinesche di poco, quasi sempre nell'ordine di cinque, dieci o quindici minuti, che comunque potrebbe riservare sgradite sorprese ai più indaffarati, così come ai mattinieri o a quelli dell'ultimo istante. In sostanza comunque, e questo è importante, il tempo dedicato al pubblico rimarrà sempre uguale.
Il nuovo orario, le cui nuove modalità sono state rese pubbliche ieri dal sindacato Slp Cisl senza al momento la conferma ufficiale dell'azienda, prevedono l'apertura dalle 8 e 25 alle 19 e 10 per tutti gli uffici che lavorano sul "doppio turno" mattina-pomeriggio e l'apertura dalle 8 e 25 alle 13 e 35 per quanti osservano il "turno unico"; per i più piccoli invece, i cosiddetti "mono o bi-operatore", il nuovo orario sarà dalle 8 e 15 alle 13 e 45. Per il sabato sia i "doppio turno" che i "turno unico" saranno accessibili dalle 8 e 25 alle 12 e 35, mentre i "mono e bi-operatore" dalle 8 e 15 alle 12 e 45.
Come è facile immaginare queste modifiche, comunicate con sole 48 ore di anticipo, hanno suscitato non poco malumore nei rappresentanti dei lavoratori.
"Ancora una volta non riusciamo a capire quale logica si celi dietro a questo modo di fare - dice il segretario Slp Cisl di Brescia Giovanni Punzi - né come sia possibile pensare di comunicare questo tipo di provvedimenti con così poco preavviso. A nostro parere la dirigenza di Poste Italiane sta perdendo il controllo della situazione e non si preoccupa di agire con l'obiettivo di ridurre i disservizi. Come è possibile - si chiede Punzi - concentrarsi su variazioni d'orario che generano solo problemi e allo stesso tempo ignorare la carenza di personale che genera lunghe code in molti uffici? E ancora: come si può pensare di far fronte alla mancanza di personale chiudendo all'improvviso, e senza alcun preavviso all'utenza, gli uffici dei paesi più piccoli? Quello che riteniamo di buon senso - conclude il segretario Cisl - sono invece interventi sulla gestione dei servizi, che funzionando in maniera sempre più approssimativa rischiano di compromettere la tenuta occupazionale".
Particolarmente difficile, secondo il sindacato, sarebbe nella nostra provincia la situazione in Valtrompia e Valsabbia: i cittadini hanno trovato le saracinesche abbassate a Bovegno, San Colombano, Tavernole e Brozzo.

Giornale di Brescia, 24 gennaio 2012

DISSERVIZI E DISAGI

La Posta non consegna il giornale agli abbonati

Per un errore indipendente da nostre responsabilità, ieri mattina Poste italiane non ha consegnato il Giornale di Brescia agli abbonati che risiedono in città. La copia dovrebbe giungere nelle cassette postali stamattina, assieme a quella nuova. Un disservizio che si è trasformato in un disagio per il giornale e per i suoi lettori

http://www.cislbrescia.it

Brescia Oggi - domenica 22 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 22

CORTE FRANCA. Spiazzati dalla riforma Fornero dopo le dimissioni concordate con l´azienda

Lo "scivolo" alla pensione si trasforma in un incubo

Da "promessi" pensionati a disoccupati: l´odissea di cinque lavoratori Le poste non li riassumono ma sono costretti a pagare anni di contributi

Fausto Scolari
Si definiscono con un neologismo originale "esodati postali", vittime di una legge che dall´oggi al domani li ha portati da "promessi" pensionati a disoccupati. Una sgradevole sorpresa che in Italia ha colpito cinquemila persone, di cui 70 a Brescia e provincia. A Corte Franca abitano addirittura cinque delle vittime dei devastanti effetti di quella che è stata ribattezzata la "macelleria sociale in guanti bianchi" del governo Monti.
Si tratta di Beppe Zani, ex portalettere di Paratico, e il quasi omonimo collega di Zocco di Erbusco, Giuseppe Zani; e poi Martino Loda che consegnava la corrispondenza ad Adro, Pietro Botticini direttore uscente dell´ufficio postale di Calino e Giambattista Pezzotti che ha lavorato allo sportello di Bornato. "Siamo tutti su una stessa barca che... va alla deriva", osserva Botticini. "Attendevamo la pensione, ma la riforma della Fornero ci ha travolto con effetti più devastanti rispetto ad altre categorie di lavoratori" incalza Loda. Già, perchè poste Italiane usa lo strumento dell´incentivo alle dimissioni. Ai dipendenti vicini ai limiti di anzianità contributiva viene offerta una somma per coprire il minor guadagno per il periodo che manca al godimento della pensione. In questo importo è prevista anche una quota forfettaria che il lavoratore dovrà utilizzare per il versamento volontario dei contributi che gli mancano al raggiungimento del requisito pensionistico. L´accordo è irreversibile.
"Questo strumento, al quale anche noi abbiamo aderito - continua Beppe Zani -, poste Italiane l´ha usato senza problemi per 6 anni. Fino a che è arrivato il Governo Monti".
La legge ora stabilisce che non bastano più 40 anni per l´anzianità contributiva. L´asticella per i lavoratori è stata innalzata a 42 anni. Per esempio, chi avrebbe maturato il requisito dei 40 anni nel 2012 (è il caso di Giambattista Pezzotti e Pietro Botticini) dovrà attendere ancora. Anzi loro, senza introiti da lavoro, dovrebbero versare contributi volontari per quasi 2 anni e mezzo in più (indicativamente 10 mila euro all´anno per un totale circa di 25 mila euro) per avere la stessa pensione. Anzi no. Bisogna vedere che età avranno in quel momento.
LA PENALIZZAZIONE del 2% per ogni anno che manca all´età di 62 anni può portare ad un taglio del 10% del vitalizio. Una situazione che ha tolto il sonno a tutti. "A luglio e settembre abbiamo sottoscritto le dimissioni quando la condizione era 40 anni più uno di attesa per l´erogazione della pensione - raccontano Loda e Beppe Zani -. Al momento delle dimissioni, avevamo maturato rispettivamente 38 anni e mezzo e 39 anni e 6 mesi di lavoro: avremmo dovuto versare volontariamente per alcuni mesi i contributi per raggiungere i 40 anni richiesti. Oggi ne servono 42. Siccome poste Italiane non riassumerà le altre migliaia di persone nella nostra stessa situazione, come pensa il Governo Monti di risolvere questa questione?".
"È un grave problema al quale non abbiamo trovato riscontro da parte dei parlamentari bresciani. Abbiamo trovato ascolto solo in alcuni, e fuori provincia: Cesare Damiano, Lucia Codurelli, Pier Paolo Baretta, Luisa Gnecchi. Sotto la spinta del Pd sono state approvate, in sede di esame del decreto milleproroghe, alcune modifiche delle quali non sappiamo la portata. Per ora siamo fermi alle indiscrezioni giornalistiche o poco più. Attendiamo il testo per una valutazione. Comunque il tutto sarà discusso alla Camera domani e poi al Senato. Solo allora sapremo quali saranno le modifiche apportate e che effetto avranno su ciascuno di noi".

Brescia Oggi - giovedì 19 gennaio 2012 NAZIONALE, pagina 5

WELFARE. Convocato l´incontro. Il governo: mobilità e flessibilità

Lavoro, tavolo con i sindacati
Misure in vista per le pensioni

ROMA
Il governo apre il tavolo su "riforma del lavoro in una prospettiva di crescita". Le parti sociali sono state convocate per lunedì a Palazzo Chigi. Mentre il premier Monti anticipa: il governo sta facendo "sforzi per ridurre la segmentazione del mercato del lavoro" e per "l´ingresso dei giovani". Con un pacchetto che mira "alla prospettiva di aumentare la competitività dell´economia"; si va verso un modello di "flex security", intervenendo sul sistema degli ammortizzatori sociali, per creare le condizioni per una "maggior mobilità", che "proteggerà il lavoratore ma non renderà il mercato del lavoro sclerotico". Dai sindacati arrivano segnali di fiducia, ma viene ribadito l´invito al governo a garantire un confronto vero. E ad allargare l´agenda del confronto sul modello della piattaforma unitaria definita martedì dai vertici di Cgil, cisl e Uil: cambiare politica economica puntando su crescita, occupazione, equità sociale e fiscale; e in questo quadro discutere di riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali, ma anche di redistribuzione della pressione fiscale, delle pensioni, del dossier liberalizzazioni. La Cgil pesa parola per parola l´ordine del giorno della convocazione arrivata da Palazzo Chigi ("riforma del mercato del lavoro in prospettiva di crescita"), e rileva che sarebbe "più giusto il contrario": "Prospettive di crescita per un´occupazione stabile e qualificata in un mercato del lavoro riformato"; l´auspicio è che il confronto che si apre "sia aperto e costruttivo e che tenga insieme crescita e equità".
IL NODO PENSIONI. Strettamente legato al lavoro è il capitolo pensioni. Ieri come previsto sono stati presentanti nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, gli emendamenti dei relatori al Decreto milleproroghe per la parte relativa alla previdenza. Di fatto arriva un salvagente per i lavoratori precoci e i cosiddetti "esodati", coloro che messi in mobilità o in prepensionamento con le nuove norme rischiano di rimanere per alcuni anni senza reddito nè pensione. Il capitolo pensioni non è però l´unico contenuto nel decreto. Tra le novità c´è la norma che prevede che le Regioni in deficit sanitario possano coprire il "buco" finanziario vendendo immobili, ma dovranno farlo entro quatto mesi. Slitta al 2013 la stretta alle spese per il personale educativo e scolastico degli enti locali. Arriva una nuova sanatoria per le affissioni di manifesti politici: le violazioni commesse fino al 29 febbraio 2012 potranno essere sanate versando mille euro per ogni anno e provincia. Il governo non ha ancora sciolto le riserve sulle coperture finanziarie del decreto, oggi le Commissioni voteranno il testo.

Giornale di Brescia - 19 gennaio 2012

Milleproroghe, spunta un salvagente sulle pensioni

I banchi del Governo a Montecitorio

ROMA Misure per mitigare il rigore della riforma previdenziale, a beneficio dei professori di scuola, dei lavoratori precoci e dei cosiddetti "esodati" sono contenute in alcuni emendamenti al decreto Milleproroghe, presentati ieri nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, che stanno esaminando il provvedimento.
Ma è spuntata tra le proposte anche un condono sulle affissioni abusive da parte dei partiti. Il Governo non ha ancora sciolto le riserve sulle coperture finanziarie e oggi le Commissioni voteranno il testo che approderà in aula lunedì prossimo. In mattinata i relatori hanno presentato dodici emendamenti dopo un breve incontro con il Governo. I più attesi erano quelli riguardanti le pensioni. Il primo prevede che i lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare a meno di 20 anni, potranno ritirarsi prima dei 62 anni senza le penalità previste dalla riforma. Il secondo dà un approdo anche agli "esodati", cioè quelli che avevano accettato di lasciare le aziende in crisi, con la prospettiva di andare in pensione nel giro di uno-due anni e che con la riforma non hanno né il lavoro né la pensione stessa; anche per essi varranno le regole precedenti. Analogo il discorso per il personale della scuola: coloro che avranno raggiunto i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro agosto 2012 potranno lasciare il lavoro. Il Governo non ha detto "no", ma si cercano circa 100 milioni per coprire finanziariamente i costi.
Altre proposte dei relatori riguardano le Regioni: quelle non sottoposte ai piani di rientro, potranno vendere i beni immobili per coprire il buco nella sanità. Inoltre gli Enti locali potranno assumere personale nelle loro scuole con contratti a tempo determinato fino al 2013.

Giornale di Brescia, 17 gennaio 2012

Cisl: nelle Poste occupazione a rischio se si liberalizza

BRESCIA Occupazione a rischio per i lavoratori lombardi delle Poste Italiane, a causa delle liberalizzazioni decise dal Governo. A lanciare l'allarme è il sindacato di categoria Slp Cisl regionale. "Nell'ormai imminente decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe rientrare anche Poste - sottolinea Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Cisl Lombardia -. Gli effetti prevedibili e certi sono la contrazione dell'occupazione il peggioramento dei servizi per i cittadini e per le imprese". "L'attuale assetto di Poste nella regione garantisce utili per l'Azienda e per lo Stato, e un posto di lavoro a circa 22mila famiglie in Lombardia - aggiunge -. La separazione del Bancoposta dal settore Corrispondenza comporterebbe per cittadini ed imprese una limitazione del servizio e ulteriori oneri per lo Stato, con la probabile cassa integrazione a sostegno di esuberi".

Giornale di Brescia, 17 gennaio 2012

La "missione impossibile" all'Ufficio postale Sabato scorso...

DISSERVIZI
Sabato scorso mi sono recato nell'Ufficio postale del mio paese di residenza per attivare il sistema "Sicurezza web" di Poste italiane, che consiste nel rilasciare il proprio numero di cellulare su cui poi verrà inviata tramite sms una password dispositiva per autorizzare e rendere possibile ogni operazione di pagamento sui siti Poste italiane. Sistema che diverrà obbligatorio dall'1 febbraio 2012 e che se non attivato entro tale data non permetterà di effettuare alcuna operazione dispositiva sul sito di Poste.it.
Purtroppo quella che poteva sembrare una semplice formalità si è subito evidenziata una "missione impossibile". Infatti nonostante mi fossi preventivamente dotato di tutti i documenti che prevedevo mi sarebbero stati richiesti (anche se sono già correntista!) - carta d'identità, codice fiscale, tessera sanitaria (sic!) - e di una buona dose di pazienza, l'operazione non ha avuto esito felice per l'impossibilità di collegarsi tramite computer con i terminali centrali delle Poste, nonostante la buona disponibilità e l'efficienza dell'addetta all'ufficio.
Commenti? Non ne faccio. Mi sono cadute le braccia... E poi si parla tanto di efficienza dei servizi della pubblica amministrazione, di modernizzazione, di rivoluzione digitale... Cosa posso dire? Se mi è permesso (e se non si pagano tasse) citerò Totò: "Ma mi faccia il piacere".
Aggiungo che, vista la qualità del servizio, i tempi e le procedure a volte veramente cervellotiche per effettuare alcune operazioni sul sito di Poste.it, ho deciso di chiudere il conto.
Faccio notare che identica operazione effettuata con l'home banking della mia banca si è risolta in pochi secondi, tramite computer da casa.
Valentino Massardi
Puegnago del Garda

Sabato 14 Gennaio 2012 Corriere della Sera

Poste, 70 prepensionati restano senza stipendio ma i contributi da versare

La sveglia, in casa Zani, suona ogni mattina. All'alba. Come ha fatto negli ultimi 39 anni e sei mesi. Suona persino la domenica. Quasi che, pure la domenica, Giuseppe dovesse alzarsi, infilare il cappello, afferrare la borsa e inforcare la sua bicicletta. Come ha fatto negli ultimi 39 anni e sei mesi. Ogni mattina. Giuseppe Zani, 54 anni, i vicoli e gli anfratti di Paratico, li conosce meglio di tutti. Perché, ogni mattina, negli ultimi 39 anni e sei mesi, in ogni angolo ci ha recapitato la posta. Fino allo scorso ottobre. Quando, dopo una vita di fatiche ("pensi che per sostenere l'esame di terza media ho dovuto chiedere il permesso al mio capo: già lavoravo"), è andato in esodo anticipato. Quello previsto per i dipendenti con almeno 35 anni di servizio alle spalle. Lui, ne aveva quasi 40. "Ho lasciato le Poste in anticipo con la garanzia di avere i contributi e lo stipendio pagati per tutto il 2012. Poi, sarei stato ufficialmente un pensionato". Sarebbe. Già, perché ad accordo siglato, quando tutto era già stato definito, quando cappello e borsa erano ormai posati sul tavolo, è arrivata la riforma Fornero. Quella che consente di andare in pensione anticipata solo se si superano 41 anni e un mese di contributi (per le donne) e 42 anni e un mese (per gli uomini). Con un assegno decurtato del 2% l'anno per chi ha meno di 60 anni. Quindi? Quindi Giuseppe dovrà versare 2 anni e 5 mesi in più di contributi. Mica spiccioli: 25 mila euro. Senza percepire lo stipendio. Come lui, altri 70 impiegati delle Poste di Brescia, e la metà di loro da dicembre 2010 attende dall'lpost il consenso al versamento volontario dei contributi. Ma l'lpost non esiste più. S'è ridotto a un link sul sito dell'lnps. "E a una sola sede con tre impiegati cui spetta smistare le pratiche di sei mila persone che dovrebbero andare in esodo". Dovrebbero.
Alessandra Troncana

Giornale di Brescia, 14 gennaio 2012

"Affitti più cari se le Poste tagliano"

Sindaci camuni sul piede di guerra contro Poste Italiane

VALCAMONICA Provvedimenti clamorosi. La Valcamonica schiera compatta le sue truppe per combattere la paventata razionalizzazione degli uffici postali sul suolo camuno.
Dopo l'improvvisa (e unilaterale) decisione di chiudere il servizio in una decina di paesi della Valle (in tutto, nel Bresciano, sono stati 37) tra Natale e Capodanno e il sentore che il gesto sia l'anticamera della chiusura definitiva, i sindaci si armano.
"Poste ha intenzione di tagliare il servizio nei Comuni piccoli e meno redditizi? - si chiedono gli amministratori valligiani -. Bene, allora noi disdiremo tutti gli affitti delle sedi comunali, particolarmente calmierati, nel segno di una vecchia collaborazione che a quanto pare non c'è più". Questo è l'assunto preso l'altro ieri in Comunità montana, dove erano presenti, oltre al presidente Corrado Tomasi e al direttore dell'Associazione Comuni bresciani (Acb) Veronica Zampedrini, alcuni primi cittadini dei paesi che "rischiano grosso".
Già stabiliti i prossimi passi: Acb effettuerà una mappatura sulla proprietà delle sedi postali (dovrebbero essere quasi tutte comunali) e quindi chiederà un incontro alla direzione di Poste, per ribadire che l'importante presidio rappresentato ancora oggi dagli uffici postali non venga cancellato.
"Se si chiude Ossimo, a esempio, tutti gli altri Municipi rivedranno i loro contratti di affitto - afferma Tomasi -, in un meccanismo di sussidiarietà che abbiamo concordato".
I sindaci, in particolare, hanno lamentato il "comportamento scorretto dell'azienda, che nei giorni precedenti Natale ha presentato i nuovi prodotti postali, dichiarando di essere vicina alla piccole realtà, e subito dopo, con una semplice telefonata, ha comunicato la chiusura".
"Ci sentiamo presi in giro - ha rincarato il primo cittadino di Ossimo Cristian Farisè - e non abbiamo neppure modo di parlare, perché si ragiona solo sui numeri, senza conoscere la realtà.
Sull'Altopiano è presa di mira la sede di Ossimo Inferiore, aperta solo due giorni a settimana (il giovedì e il sabato). La stessa situazione vale per l'alta Valle, dove gli uffici vengono chiusi "con logiche assurde, quando c'è maggiore affluenza turistica e dove ci sono centinaia di depositi, quasi tutti di raccolta". Si prospettano tempi duri.

Brescia Oggi - venerdì 13 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 23

LO SCONTRO SUI SERVIZI. I primi cittadini della valle presentano un pacchetto di contromisure piuttosto convincenti

Poste, le minacce dei sindaci

Per fermare la politica dei tagli si parla di aumenti degli affitti per gli uffici ospiti nei locali civici e di pensioni dirottate in banca

Luciano Ranzanici
E se i sindaci della Valcamonica rivedessero i contratti di locazione (che sono decisamente vantaggiosi) stipulati con poste italiane spa per quegli uffici di proprietà comunale del più grande gruppo nazionale di servizi? E se i pensionati venissero invitati a trasferire altrove l´accredito e la riscossione del loro mensile, magari negli istituti di credito? Quelle appena citate sono due opportunità che potrebbero concretizzarsi a breve scadenza, annunciate dopo l´incontro che gli stessi sindaci hanno organizzato ieri mattina in Comunità montana, alla presenza del presidente Tomasi.
Convocati dall´Associazione comuni bresciani, i primi cittadini hanno avuto l´occasione, di fronte al direttore di Acb Veronica Zampedrini, di manifestare ancora una volta tutto il loro disappunto per i disservizi che si sono verificati in particolare nel periodo natalizio, dal 24 al 31 dicembre, quando poste italiane ha disposto la chiusura di ben 37 uffici della provincia (10 in valle, Berzo Demo, Cerveno, Cogno, Erbanno, Gratacasolo, Monno, Ossimo Inferiore, Saviore, Sonico e Vione). Per inciso, la scorsa estate un accordo di razionalizzazione aveva interessato 10 sedi postali in provincia (con Gorzone e Ossimo Superiore); poi, nell´ultima settimana di dicembre si sono create situazioni di grande disagio soprattutto nei paesi periferici.
Nei sindaci sta poi prendendo piede la convinzione che il gruppo nel corso dell´anno possa decidere la chiusura di alcuni di questi sportelli, adducendo motivazioni che si fanno ricondurre a una ormai consolidata "riorganizzazione permanente ed estiva". Da qui la decisione di avviare un´azione forte per costringere poste italiane a rivedere questo modo di pianificare aperture e funzionamento dei propri sportelli sulla pelle dell´utenza; di quella anziana in particolare.
È poi come minimo strano il comportamento tenuto dai vertici dell´azienda alla vigilia dello scorso Natale: con altri colleghi, i primi cittadini della valle erano stati invitati a un incontro organizzato in collaborazione con la Regione per la presentazione dei nuovi prodotti, e proprio il giorno successivo, all´insaputa degli interessati, è stata comunicata telefonicamente la chiusura per una settimana dei 37 sportelli in provincia.
Veronica Zampedrini è stata incaricata di predisporre una mappatura degli uffici che funzionano in edifici di proprietà comunale in vista di un´azione di forza, e se non verrà posto un freno ai disagi, gli amministratori locali si impegneranno in un´opera di convinzione degli anziani, consigliando loro per ritorsione di dirottare altrove la pensione.
Non solo: il presidente della Comunità e indistintamente tutti i sindaci chiederanno di incontrare e di avviare un confronto al più presto con i vertici di poste italiane, e intanto stata inviata una comunicazione al Prefetto, ai presidenti di Regione e Provincia, ai parlamentari bresciani, agli assessori e ai consiglieri regionali bresciani nella quale si esprime l´auspicio che il provvedimento di sospensione del servizio non venga più reiterato nelle comunità di montagna; e pure la richiesta di sapere "quali misure si intendono intraprendere per scongiurare la chiusura indiscriminata degli uffici".

Giornale di Brescia, 12 gennaio 2012

Desenzano Rapina in coppia al Postamat finisce con fuga e manette

DESENZANO Finisce in rapina, con arresti nell'immediatezza, l'appostamento della coppia di nomadi - lui italiano di sui 50 anni, lei 47enne di passaporto croato - che arraffano al volo le banconote appena prelevate al Postamat dell'Ufficio postale di via Scavi Romani da un indiano 31enne con residenza in città. Quest'ultimo finisce a terra a seguito della spinta assestata dallo sconosciuto che gli si appressa. E gli porta via i 170 euro appena prelevati.
Sono circa le due del pomeriggio quando l'indiano si rialza e insegue i fuggiaschi che scappano via fino a prendere strade diverse. La zona è quella a ridosso del lago, a due passi da piazza Malvezzi. Lui si nasconde in un bar verso il lungolago. Lo rintracciano i poliziotti della Volante del Commissariato e gli agenti della Polizia locale. Stessa sorte per la donna, intercettata dalle parti di via Dal Molin. Per entrambi la giornata finisce con l'arresto. Condivisa l'accusa di rapina.

Libretti al portatore, il tetto si abbassa ancora

Il tetto dei mille euro ha già prodotto alcuni effetti di "restrizione" sui libretti di deposito (bancari o postali) e sui titoli al portatore aperti dal 6 dicembre scorso. Per tutti quelli già attivi da quella data, invece, dovranno essere regolarizzati entro il 31 marzo se il loro saldo è superiore ai 999,99 euro.
Lo prevede il decreto Salva-Italia che abbassa ulteriormente la capacità massima di questi strumenti di risparmio dagli attuali 2.500 euro a 1.000 euro. In caso contrario scatterà una sanzione pari al cento per cento dell'importo versato.
I libretti al portatore già aperti alla data del 6 dicembre 2011 con un saldo pari o superiore ai mille euro potranno essere regolarizzati in tre modi. Il primo: estinzione del libretto con incasso della somma accreditata. Il secondo: prelevamento della somma eccedente i fatidici mille euro in modo da portare il saldo a 999,99 euro. Infine la terza opzione dà la possibilità di trasformare il libretto al portatore in libretto nominativo. E in questo caso è opportuno spiegare meglio la differenza. Il libretto al portatore ha il limite dei mille euro di giacenza e lo si può "girare" a chiunque, che a sua volta può presentarsi in banca (o in posta) ed incassarlo (vale anche se lo perdi e non denunci lo smarrimento). Il libretto nominativo, invece, non ha alcun limite di versamento (e giacenza) e le operazioni possono essere effettuate solo da soggetti determinati come l'intestatario o eventuali delegati.
Infine, quando si trasferiscono più libretti per un importo complessivo pari o superiore ai mille euro, il cedente e il cessionario devono recarsi presso una banca o un ufficio postale perché l'operazione deve essere obbligatoriamente effettuata in presenza dei loro funzionari che rilasceranno una attestazione dell'avvenuto trasferimento. Tale certificato dovrà poi essere conservato dai due soggetti. e. bis.

Brescia Oggi - giovedì 12 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 25

DESENZANO. Assalto in via Crocefisso. Già arrestati i responsabili

Rapinato da due nomadi
dopo il prelievo Postamat

Aggredito, picchiato e rapinato per sottrargli i soldi, che aveva prelevato poco prima allo sportello Postamat di via Crocefisso a Desenzano. Gli autori, un uomo di 50 anni e una donna croata di 47 di origine nomade, sono stati individuati e la Polizia li ha arrestati.
La rapina è avvenuta alle 14 di martedì. Il rapinato, di origini indiane, ha chiamato il "113" segnalando al poliziotto del Commissariato di Desenzano di essere stato aggredito da due stranieri. Da ricercare un uomo ed una donna. La vittima aveva prelevato dalle poste 170 euro in contanti. Il tempo di prendere le banconote ed è scattata l´aggressione. Un uomo gli ha strappato di mano i soldi, dopo averlo spinto e fatto cadere a terra. Subito dopo la precipitosa fuga in compagnia della complice che aveva fatto da palo.
Il rapinato non si è perso d´animo e ha in seguito la coppia di rapinatori, che dopo alcune centinaia di metri si sono divisi scappando in direzioni opposte: la donna in direzione di via Marconi mentre il complice verso il lungolago Cesare Battisti.
Le ricerche dei due malviventi, che hanno impegnato oltre ai poliziotti del commissariato anche gli agenti della polizia locale, hanno portato all´immediato arresto dell´uomo che aveva trovato rifugio all´interno di un bar. Sperava di confondersi tra i clienti. Gli è andata male.
Gli agenti della Volante hanno individuato la donna in via Dal Molin. E´ stata portata al Commissariato e dichiarata in arresto dopo il riconoscimento. Stessa sorte per il complice. Si indaga per accertare se abbiano messo a segno altre rapine a Desenzano. F.MO.

Brescia Oggi - sabato 07 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 22

LUMEZZANE. Pressioni inutili: i cittadini perderanno uno sportello

Le poste per le imprese - Piatucco cambia musica

Cambiamento, razionalizzazione, riordino degli uffici. Si può chiamare come si vuole la strategia adottata da poste italiane per offrire più spazio alle aziende a Lumezzane. Una scelta che, però, per un terzo dei valgobbini rappresenterà una rivoluzione poco piacevole. A partire da febbraio, infatti, chi era abituato a raggiungere lo sportello di Piatucco per ritirare la pensione, fare operazioni sul proprio conto o inviare una semplice raccomandata dovrà cambiare abitudini: tra poche settimane, infatti, queste operazioni saranno possibili solo nelle sedi di San Sebastiano e Sant´Apollonio.
È una decisione perentoria quella presa dall´azienda, che il 21 dicembre aveva incontrato nella sede bresciana della Regione anche il sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi, con il consigliere Rocco Ferraro e altri primi cittadini della provincia. Il problema della specializzazione nei servizi al business della sede di Piatucco era stato discusso due volte anche in consiglio comunale. Poi, prima dell´ultima assemblea dell´anno in municipio, il sindaco valgobbino e i capigruppo di maggioranza e opposizione avevano incontrato il direttore della filiale di Brescia 2 Giuseppe Erario per formulare una proposta: attivare il servizio business per le aziende, ma mantenere uno sportello aperto a tutti nello stesso edificio o nelle vicinanze.
"Per una settimana ho contattato il direttore senza avere risposta - aveva detto il primo cittadino nell´ultima seduta consiliare -; allora ho deciso di scrivere una lettera alla quale mi ha risposto con una convocazione con i dirigenti locali". L´incontro nel "Pirellino", però, preceduto da una raccolta di firme per impedire la trasformazione, non è servito a nulla. L´unica novità positiva emersa in quella occasione è stata rappresentata dalla conferma del potenziamento dell´ufficio di San Sebastiano, che è destinato a diventare così il principale della Valgobbia. Peccato però che in quest´ultima sede ci siano problemi di parcheggio.

Brescia Oggi - venerdì 06 gennaio 2012 NAZIONALE, pagina 2

CONCORRENZA. Nel testo, un riferimento all´"interesse generale" e alla sua "prevalenza sugli egoismi di categoria"

L´Antitrust: liberalizzare poste, energia, banche e trasporti

L´Authority che fu di Catricalà invia una segnalazione a governo e Parlamento: "Tutto questo va fatto garantendo l´equità"

ROMA
Andare avanti sulla strada delle liberalizzazioni e realizzare "un circolo virtuoso" superando "egoismi di parte" e "resistenze degli interessi consolidati" nell´interesse del Paese.
L´Antitrust ribadisce in una segnalazione a governo e Parlamento, firmata dal presidente Giovanni Pitruzzella, i settori da aprire per "fare ripartire al più presto la crescita", ma avverte che questo processo deve essere accompagnato da "interventi che garantiscano l´equità sociale e che favoriscano, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di inserimento per i soggetti che ne uscissero particolarmente penalizzati". I settori sui quali intervenire sono, in gran parte, quelli sui quali l´Autorità, fino a poche settimane fa guidata dall´attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà - sulla cui scrivania passerà, in effetti, il dossier relativo alle liberalizzazioni - ha concentrato la propria attenzione negli ultimi anni.
Si va dai servizi pubblici locali alle poste, dai trasporti alle banche e all´energia, dai farmaci di fascia C ai taxi, dal commercio alla tutela dei consumatori, fino alle professioni e alla semplificazione dell´attività amministrativa. Secondo l´Antitrust, occorre scorporare Banco Posta dalle poste Italiane, ridefinire il servizio universale limitandolo ai servizi veramente essenziali e ridurre la durata dell´affidamento alle poste, attualmente fissata a 15 anni. Per Banco Posta, secondo Pitruzzella, è necessario prevedere la costituzione di una società separata dalle poste, che abbia come oggetto sociale lo svolgimento dell´attività bancaria e risponda ai requisiti della normativa settoriale. Secondo l´Antitrust la legge sulla concorrenza è lo strumento con il quale procedere: per vincere ostacoli e resistenze dei gruppi che si sentono danneggiati, "occorre infatti recuperare la dimensione dell´interesse generale e la sua prevalenza sui vari egoismi di categoria, procedendo con interventi di ampia portata che contestualmente sciolgano i nodi anticoncorrenziali su mercati diversi e con attori economico-sociali differenti".
L´Antitrust sa che per superare ciò che definisce le "incrostazioni corporative e le resistenze dei grandi attori economici" che ritiene di dover condurre "ad un´effettiva apertura del mercato , la politica di liberalizzazioni dovrà inevitabilmente essere una sorta di work in progress". Tuttavia, l´urgenza della crisi - a giudizio dell´autorità antitrust - richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione". Allo stesso tempo, però, viene detto che "non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni".
Così, l´Autorità invita istituzioni e forze politiche a garantire l´equità e a favorire opportunità di lavoro "per i soggetti che per i complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo

Giornale di Brescia, 05 gennaio 2012

Iseo Disservizi Asl e Poste, replica il sindaco

ISEO Colpiti nel segno dal sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti, che ha denunciato pubblicamente i disservizi delle Poste e dell'Asl ed in particolare le code e i disagi segnalati e subiti dai cittadini, i due Enti si sono subito mossi.
Nelle scorse ore infatti si è svolto un incontro tra i direttori di Poste, Filiale Brescia 2, Giuseppe Erario e dell'ufficio di Iseo, Carlo Maffeis, insieme al sindaco che, nella stessa giornata ha ricevuto anche la replica dell'Asl tramite le pagine del nostro giornale.
L'ufficio postale di Iseo risulta "in linea" con gli obiettivi del servizio - come segnala Poste italiane - visto che ha una media di tempo speso per utente più bassa rispetto all'obiettivo: 15 minuti.
"Il servizio di Iseo presenta punte di utenza soprattutto all'inizio di ogni mese quando i cittadini si presentano in massa al ritiro della pensione - spiega la responsabile della comunicazione di Poste - mentre in media ha un tempo di prestazione per utente di 11 minuti, minore rispetto all'obiettivo di quindici minuti". L'ufficio di Iseo inoltre dimostra di avere un'affluenza tutt'altro che scarsa visto che le operazioni svolte a novembre sono state 2.600 mentre nella frazione di Pilzone, dove c'è stata una riduzione nell'orario, sono state 500.
"Non è meglio ripensare ad un ampliamento dell'orario di apertura invece di continue contrazioni?" ribatte il sindaco Venchiarutti. In merito poi alla risposta dell'Asl che accusa il Comune di essere latitante, lo stesso sindaco spiega invece come sia vero il contrario. "Il Comune di Iseo fa la sua parte da almeno 20 anni, visto che concede gratuitamente all'Asl i locali della palazzina ex Inam ai Giardini Garibaldi - spiega il primo cittadino - non so quindi chi altro può vantare condizioni così vantaggiose; inoltre nello stesso luogo è appena stato realizzato l'adeguamento della struttura con un investimento di 100mila euro e qui al piano terra saranno disponibili nuovi spazi per l'Asl, sempre in comodato gratuito. È vero che da almeno 8 anni - continua Venchiarutti - l'Asl chiede l'adeguamento di alcune strutture ma è altrettanto vero che è stata questa Amministrazione a impegnare oltre 100mila euro". v. m.

Giornale di Brescia, 04 gennaio 2012

Ruba la pensione a una novantenne

Ha novant'anni. La deruba un "avvoltoio" di strada. Lei è attesa al varco, non lontano dall'Ufficio postale dove ha ritirato la pensione. Il tintinnio di alcune monetine cadute sull'asfalto è l'esca per richiamare l'attenzione dell'anziana. Che si ferma per dare una mano allo sconosciuto. Lui la ripaga portandole via la busta con i soldi. In tutto 935 euro. E con loro evapora lo spirito delle feste appena passate.
L'inqualificabile agguato si snoda in pochi metri e secondi in via Carolina Bevilacqua, a Fiumicello, intorno alle 9.30. Il malfattore si trova piazzato in luogo strategico, vicino alla Posta.
L'attesa è finalizzata ad un proposito che è riduttivo definire vergognoso. Ci vuole poco per "inquadrare" l'anziana signora, classe 1921 e residenza nel quartiere, in via Luciano Manara, che esce dalla Posta e si incammina per recarsi al supermercato. Deve fare la spesa, ma il malvivente l'attende al varco. Ne ha seguito i passi e nota la busta infilata nella tasca del giaccone. Lì ci sono i denari della pensione, quei 900 euro e rotti che le servono per tirare avanti.
Il trucco è di quelli consolidati per questi furti che mettono al centro gli anziani, le persone più indifese. Lo sconosciuto, un uomo sui 50 anni, raggiunge la 90enne, le passa davanti e lascia cadere alcune monete. Pochi spiccioli bastano per richiamare l'attenzione dell'anziana che avverte lo sconosciuto. Poi si china per aiutarlo. Viene ripagata con un rapido colpo di mano.
In una frazione di secondo la busta con i soldi viene presa dalla tasca e portata via. Ci vuole poco per spiegare la fretta del malvivente che si allontana di corsa.
La sorpresa cede il passo all'amarezza. Alla ricerca di una mano amica, di una voce che possa dare conforto. Qualcuno si ferma, telefona al 113. Arriva la pattuglia della Squadra Volante.
La descrizione del malvivente, visto per pochi attimi, non può essere precisa. È un italiano di mezza età, almeno così pare all'anziana. Le prime ricerche lasciano il bollettino in bianco. La palla delle indagini passa alla Mobile. Resta l'amaro in bocca, alla fine di quest'altra brutta vicenda. Per l'oltraggio all'indifesa. E ai capelli bianchi. B

Brescia oggi - mercoledì 04 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 21

A Calino fa discutere il Natale senza poste: "Siamo preoccupati"

Non è piaciuta agli abitanti di Calino, frazione di Cazzago San Martino, la decisione di poste Italiane di chiudere l´ufficio postale del paese durante le feste natalizie. Dal giorno della Vigilia fino all´Ultimo dell´anno la saracinesca di piazza Caduti è rimasta abbassata, creando disagi ma soprattutto alimentando il timore che il provvedimento possa essere il preludio alla chiusura definitiva. Per questo il consiglio di frazione ha deciso di farsi portavoce del malcontento dei residenti. Come? Scrivendo un telegramma alla direzione di poste Italiane di Brescia.
"CI SONO GIUNTE da parte dei nostri concittadini vibranti proteste per la chiusura temporanea del locale ufficio postale. Ricordiamo che oltre ai calinesi, anche quattro grosse frazioni confinanti - Villa Pedergnano, Torbiato, Borgonato e Monterotondo - gravitano intorno all´ufficio. Per queste ragioni ci appare inconcepibile il fatto che sia stato seppur momentaneamente chiuso. Attendiamo poi urgenti rassicurazioni anche per quanto riguarda la titolarità dell´ufficio". Il titolare dell´ufficio è infatti andato in pensione e ora nella sede franciacortina c´è un supplente.
"CALINO - ricordano al consiglio di frazione - è una località popolosa che sfiora i 1600 abitanti dove non esiste neppure uno sportello bancario. La presenza dell´ufficio postale è dunque basilare sia per le operazioni proprie di tale sportello che come banca postale. Se consideriamo che su questo servizio si riversano anche molti abitanti delle frazioni di altri paesi, dove non esistono uffici postali, è chiara la necessità di avere una posta sempre aperta e casomai potenziata. Non vorremmo invece che giunga anche da noi la razionalizzazione in corso in altre zone della Franciacorta".
Insomma, la chiusura parziale durante le festività fa temere ai calinesi ulteriori e più drastici provvedimenti; provvedimenti che, vista l´operosità dello sportello, apparirebbero ingiustificati. D´altro canto l´aria che si respira in provincia, dalla Vallecamonica alla Bassa, è quella di una razionalizzazione in vista, un ripensamento della presenza sul territorio che non potrebbe non penalizzare le sedi periferiche. F.SCO.

Brescia Oggi . mercoledì 04 gennaio 2012 CRONACA, pagina 9

Getta per terra le monetine e ruba la pensione a 90enne

Sfilata dalla tasca del cappotto la busta dove erano stati riposti i 935 euro appena ritirati Era già accaduto in piazza Vittoria

Franco Mondini
Lo stratagemma delle monetine gettate a terra per "ingolosire" le vittime ha funzionato ancora. Era già accaduto in piazza della Vittoria, all´esterno delle poste, con una pensionata derubata da chi voleva aiutarla a raccogliere i soldi. Il ladro si era allontanato con il denaro appena ritirato.
Con le stesse modalità, alle 9.40 di lunedì, in via Bevilacqua, una traversa di via Milano, una signora di 91 anni che risiede nella vicina via Manara è stata alleggerita dei soldi che aveva appena ritirato dallo sportello. Via la sospirata pensione, pari a 935 euro. I soldi erano in una busta che aveva messo nel cappotto.
L´ANZIANA si stava dirigendo a piedi e da sola verso casa per mettere i soldi al sicuro, quando ha sentito cadere a terra alcune monetine. Si è fermata e visti i centesimi per terra, lasciati volutamente cadere da chi le aveva teso la trappola, si è chinata per raccoglierli. In tempi di crisi anche qualche centesimi può far comodo. Il malvivente si è offerto di aiutarla. Ma, chinandosi a terra, ha sfilato agevolmente la busta dalla tasca del cappotto. Consegnate alcune monetine alla pensionata, l´ha salutata e se ne è andato.
LA DONNA solo dopo alcuni minuti si è accorta che la pensione era sparita e ha collegato gli episodi. Ha chiesto aiuto ai passanti, che hanno allertato il 113. In via Bevilacqua sono intervenuti gli agenti della squadra volante per i primi accertamenti.
La pensionata, che era molto spaventata e amareggiata, ha detto agli agenti che non aveva mai visto prima quell´uomo sui 50 anni e quindi non sapeva chi fosse. Neanche chi si trovava nelle vicinanze è stato d´aiuto alla polizia.
Non si esclude che il ladro fosse appostato in via Manara o in via Bevilacqua vicino alle poste, e che abbia atteso l´arrivo di un anziano per derubarlo. Ciò non sarebbe accaduto se la pensione fosse stata accreditata.

Giornale di Brescia, 03 gennaio 2012

ISEO "Troppi disservizi", il sindaco scrive a Poste e Asl

ISEO
In Posta o agli uffici dell'Asl, i disservizi a Iseo si traducono spesso in lunghe code e attese snervanti, ambienti saturi e privi di posto dove sedersi, soprattutto per la fascia di popolazione più anziana.
Informato a più riprese dai cittadini il sindaco Riccardo Venchiarutti ha deciso di prendere in mano carta e penna per segnalare la situazione ai direttori di Poste, Filiale di Brescia 2, Giuseppe Erario, e dell'Asl, Carmelo Scarcella.
Il primo cittadino iseano ha chiesto a entrambi, tramite una lettera, di poter disporre di una diversa modalità di servizi per ridurre al minimo i disagi.
Disagi che "durano ormai da lungo tempo", soprattutto per operazioni quali riscossione della pensione, pagamenti e ritiro-invio della corrispondenza nel primo caso e per le cure primarie nel secondo.
Le segnalazioni del sindaco Venchiarutti sono state inviate nei giorni scorsi. Ora si attendono le risposte delle Poste e dell'Asl. v. mass.

 

Lumezzane Addio Poste a Piatucco

Le Poste di Piatucco: qui non si potranno più ritirare le pensioni né inviare raccomandate

LUMEZZANE
L'ufficio postale di Lumezzane Piatucco, dai primi di febbraio sarà dedicato esclusivamente al settore business. I cittadini che vorranno fare operazioni nel mese di gennaio, saranno accettati, ma invitati per il futuro a rivolgersi agli altri due sportelli, di S. Sebastiano e S. Apollonio, che diventeranno i soli due attivi per i servizi classici.
La notizia arriva dopo l'incontro tenuto la scorsa settimana dal primo cittadino Silverio Vivenzi, accompagnato dal consigliere comunale Rocco Ferraro, con i responsabili bresciani delle Poste, che non hanno voluto sentire ragioni. Poteva persino andare peggio, visto che nell'aria poteva esserci anche la chiusura totale di uno dei tre uffici.
La questione era emersa anche in Consiglio comunale a seguito di un'interpellanza del consigliere dell'Udc Flavio Pelizzari, che chiedeva l'intervento dell'Amministrazione.
Già in precedenza in verità, si era tenuto un incontro con il dottore Giuseppe Erario, responsabile della filiale Brescia 2 di Poste Italiane spa, che aveva illustrato le intenzioni dell'azienda in un'ottica di riordino degli sportelli in capo a Lumezzane: in particolare era stato illustrato il progetto di trasformare l'ufficio di Piatucco in "PT business", ossia in un ufficio totalmente dedicato alle aziende, ai professionisti e ai possessori di partite Iva.
Sull'altro piatto della bilancia la società metteva l'eventuale potenziamento dell'ufficio postale della frazione di San Sebastiano.
La frazione di Pieve, oltre a Piatucco comprende anche le contrade di Fontana, Gazzolo e Valle e conta su 8.000 residenti, di cui cinquecento pensionati. Tutti costoro dovranno rivolgersi quindi altrove per i servizi postali, a cominciare dal ritiro dell'agognata pensione. La questione non è di secondo piano, vista la dislocazione morfologica del territorio lumezzanese, che si estende per 10 chilometri lineari, ed è privo di servizio di trasporto pubblico interno. L'unico servizio esistente è quello fornito dalla Sia per il collegamento con Brescia.
"Mi ero già mosso ad inizio novembre - ricorda Vivenzi - quando con il presidente del Consiglio comunale, Ruggero Zobbio, l'assessore ai Lavori pubblici Mario Salvinelli, i capigruppo Gianbattista Foresti per la Lega Nord, Matteo Zani per il Pd e Flavio Pelizzari per il gruppo dell'Udc, abbiamo incontrato il responsabile della filiale Brescia 2, per avere dei chiarimenti. Non avendo più saputo nulla, ho fatto seguire una lettera di sollecito che ha portato all'incontro del 21 dicembre", con il risultato ricordato all'inizio.
Purtroppo a nulla ha portato anche la posizione assunta dal Consiglio comunale lumezzanese, che aveva fatto presente al dirigente delle Poste come l'ufficio postale di San Sebastiano, su cui andrà a gravare tutto il pubblico della frazione di Pieve, sia posto in una zona centrale, con una situazione viabilistica tutt'altro che ottimale e con ampia insufficienza di parcheggi.
Ma le Poste hanno tenuto una posizione assolutamente irremovibile.
Angelo Seneci

 

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