LA STAMPA DI SETTEMBRE 2014

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Giornale di Brescia, 25 settembre 2014

OPERAZIONE PRINCIPE
Evasione fiscale, estorsione e usura
Otto in carcere, sei ai domiciliari

Ovest bresciano nel mirino di Arma e Fiamme Gialle. Sgominata associazione per delinquere. Al vertice un commercialista e soggetti vicini alla ’ndrangheta

Mente e braccio armato. Intelligenza e violenza. Creatività contabile e piombo. Professionisti insospettabili e imprenditori vicini alle cosche calabresi. Il tutto e tutti sotto un’unica insegna, quella dietro la quale si è celata per alcuni anni l’associazione per delinquere finalizzata a reati tributari, usura, truffa aggravata, ricettazione, riciclaggio, estorsione e porto abusivo d’armi sgominata nei giorni scorsi, al termine di un’articolata indagine che ha avuto come sfondo l’Ovest bresciano e il comparto edilizio, e che è stata condotta sul campo dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Brescia e dai militari del Nucleo Investigativo dell’Arma, dalla Procura della Repubblica di Brescia. All’alba di ieri gli inquirenti hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare sollecitata dal procuratore aggiunto Fabio Salamone e dal sostituto Silvia Bonardi e firmata dal gip Enrico Ceravone. In carcere sono finite otto persone. Ai domiciliari altre sei. Tra le prime figurano i tre promotori dell’organizzazione: Antonio - detto Tony, Zucca e Arturo - Lupino, 46enne originario di Taurianova, ma di casa a Erbusco; suo cognato Vladimiro Tiraboschi, 46enne bresciano di Corte Franca; e il «dottore» Maurizio Musso, 47enne di Noto, ma residente a Palazzolo con un passato da funzionario dell’Agenzia delle entrate di Chiari e un presente da commercialista. Con loro in carcere anche gli associati, i collaboratori più stretti: Roberto Polese detto Bobby, 41enne di Martinengo (Bg); Michelangelo Rodi, nato a Gioia Tauro 35 anni fa, ma di casa a Rovato come il 53 enne Paolo Tripodi, Mangiafuoco per gli amici. In carcere, per altre ragioni, c’erano già Giuseppe «Bucio» Zappia, 45enne reggino residente a Nuvolera, e Rocco Zerbonia, 43enne calabrese di casa a Cazzago San Martino. Domiciliari invece per altri sei indagati: Umberto Bianchi, 50enne romano; Maurizio «Restivo» Grazioli, 39enne bergamasco di casa a Padenghe; Antonio Saba, 30enne di Treviglio; Maurizio «Pettinato» Scattini, 48enne di Sarnico; Donald Sulo, 38enne albanese domiciliato a Almenno San Bartolomeo (Bg); e Salvatore Tripodi, 23enne nato a Gioia Tauro, ma residente a Rovato. In tutto sono 33 le persone finite sotto inchiesta. Tra loro anche la direttrice dell’ufficio Posta Impresa di via Gambara in città, un dipendente della filiale di Veneto Banca di via Triumplina, ma soprattutto un militare della Guardia di Finanza in servizio al centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Milano. I primi due sono accusati di non aver fatto scattare gli obbligatori controlli antiriciclaggio, il terzo di aver fatto sapere a due degli indagati l’esistenza di un’indagine a loro carico. Nonostante queste coperture gli uomini del colonnello della Gdf Michele Esposito e del comandante del Nucleo Investigativo dell’Arma, cap. Pietro D’Imperio, attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, sono riusciti a ricostruire i movimenti del sodalizio. E a stroncarlo anche sotto il profilo economico finanziario. Il gip infatti ha ordinato il sequestro di immobili, conti correnti, auto, portafoglio titoli, orologi fino alla concorrenza di 5 milioni e mezzo di euro. Ma anche quello finalizzato alla confisca di tutti i beni degli indagati in evidente contrasto con la loro dichiarazione dei redditi. Allo Stato, il maggiore dei danneggiati, sono finiti la lussuosissima villa con piscina di Musso, una Porsche Cabrio, un’abitazione in Costa Azzurra, ma anche un diamante da 16mila euro e un divano dorato.
Pierpaolo Prati


«Ha vinto la nostra intelligenza»

Dell’Osso: conferma delle infiltrazioni mafiose

«È stata una guerra di intelligenze, questa volta a vincere è stata la nostra». A dirlo è Giuseppe Arbore, comandante provinciale della Guardia di Finanza nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina in Procura. Alla sua soddisfazione ha fatto eco quella del comandante provinciale dell’Arma, Giuseppe Spina. «Questo è il modo di procedere e di contrastare la criminalità economica» ha detto il colonnello. Della sinergia messa in campo da Carabinieri e Guardia di Finanza, e dei risultati che la collaborazione interforze ha portato, si è complimentato anche il procuratore Tommaso Buonanno, prima di illustrare numeri e significati dell’operazione «Principe». Il procuratore generale presso la Corte d’appello Pier Luigi Dell’Osso ha sottolineato come la brillante inchiesta della Procura bresciana sia la riprova della massiccia presenza di «soggetti contigui per non dire infiltrati con la criminalità organizzata. Per fortuna - ha concluso Dell’Osso possiamo contare su corpi di polizia di prim’ordine e su una Procura che, sebbene drammaticamente sottodimensionata, raggiunge livelli di produttività da primato»

Compensazione. Questa la parola d’ordine del gruppo finito nel mirino

Parola d’ordine? Compensazione. L’arma più efficace a disposizione della criminalità economica, anche di quella attiva nella nostra provincia, ha le sembianze di un modello F24. È sufficiente inventarsi crediti d’imposta fittizi, iscriverli nell’apposita colonna per pagare senza sborsare un centesimo centinaia di migliaia dieurodi contributi. Per arricchirsi indebitamente alle spalle dell’Erario e del mercato che non vuole rinunciare alla legalità a favore del profitto.
Di compensazione, per l’accusa, si sono arricchiti anche promotori e associati del cartello finito nell’ordinanza dicustodia cautelare eseguita ieri da Carabinieri e Guardia di Finanza.
Articolato il sistema adottato. Antonio Lupino - che il gip definisce pluripregiudicato di notevole spessore criminale, e il commercialista Maurizio Musso, amministratori di fatto dalla Bam System, società diconsulenzafiscale, e di Soluzione Impresa Srl, specializzata nella gestione delle buste paga, hanno costituito unamiriadedi ditte operanti formalmente nel settore edile, metallurgico o pubblicitario, in realtà utilizzate per altro. In particolare per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, che fruttavano al sodalizio il 20% dell’importo fatturato, o perla cessione di manodopera, che invece consentiva a promotori e associati di praticare sconti considerevoli ai clienti e di trattenere parte del denaro che sarebbe dovuto servire per il pagamento dei contributi (fittiziamente compensati).
Gli inquirenti hanno calcolato un guadagno di 200 euro ad operaio assunto. Per migliaia di casi.
I soldi così guadagnati venivano o prestati a tassi usurai (anche del 300% annuo) o investiti nell’acquisto di immobili intestati a società amministrate da prestanome compiacenti e stipendiati, in modo da sottrarre gli illeciti profitti a sequestri di qualsiasi sorta.
Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno in più occasioni avuto modo di prendere atto anche della particolare violenza di Luppino e dei suoi. Che non hanno esitato a far ricorso all’uso delle armi per dimostrare la loro potenza e per ottenere i risultati voluti.
Due le pistole sequestrate dai carabinieri nel corso delle operazioni.Una di queste, stando ad un’indagine balistica, sparò nel 2006 alla vetrina di un’agenzia immobiliare dellaValcamonica. Diverse altre per gli inquirenti invece erano nella disponibilità del gruppo militare dell’associazione per delinquere, almeno a giudicare dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali che rappresentano l’ossatura dell’indagine e dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Enrico Ceravone.
pi. pra.

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Brescia Oggi - giovedì 25 settembre 2014 CRONACA, pagina 10

IL CASO. I giudici del Tribunale di Roma hanno accolto il ricorso
Dipendente delle Poste disabile vince causa e torna in Molise

Il Tribunale di Roma ha condannato Poste Italiane a trasferire una dipendente disabile molisana da Brescia al Molise dopo il «no» della società italiana ad assegnare alla donna i benefici della legge 104 per patologie intervenute durante l´attività lavorativa.
I giudici hanno sancito, a conclusione di una battaglia sindacale e processuale, il diritto della dipendente di scegliere la sede più vicina a casa anche nel caso di handicap con accertato stato di gravità sopravvenuto e riconosciuto nel corso del lavoro.
La dipendente, difesa dall´avvocato Vincenzo Iacovino di Campobasso, aveva ottenuto i benefici della legge 104 per il padre durante una grave malattia del genitore, successivamente deceduto. Anche è stata vittima di una grave patologia che l´avrebbe portata al licenziamento per impossibilità di continuare a prestare servizio in mancanza di un trasferimento vicino alla famiglia che l´aiutasse.
La donna è riuscita a vincere la causa a vedere riconosciuti i propri diritti. Il giudice, infatti, di fronte al reiterato diniego di Poste Italiane alla richiesta di trasferimento, ha accolto la tesi difensiva della Cisl-poste molisana. «In assenza di specifica regolamentazione della legge 104/92 sul punto, nel rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della salute, il diritto di scelta del luogo di lavoro può essere esercitato dal diversamente abile oltre che al momento dell´assunzione anche successivamente e quando la situazione di handicap intervenga in corso di rapporto, sia Il Tribunale di Roma ha condannato Poste Italiane a trasferire una dipendente disabile molisana da Brescia al Molise dopo il «no» della società italiana ad assegnare alla donna i benefici della legge 104 per patologie intervenute durante l´attività lavorativa.
I giudici hanno sancito, a conclusione di una battaglia sindacale e processuale, il diritto della dipendente di scegliere la sede più vicina a casa anche nel caso di handicap con accertato stato di gravità sopravvenuto e riconosciuto nel corso del lavoro.
La dipendente, difesa dall´avvocato Vincenzo Iacovino di Campobasso, aveva ottenuto i benefici della legge 104 per il padre durante una grave malattia del genitore, successivamente deceduto. Anche è stata vittima di una grave patologia che l´avrebbe portata al licenziamento per impossibilità di continuare a prestare servizio in mancanza di un trasferimento vicino alla famiglia che l´aiutasse.
La donna è riuscita a vincere la causa a vedere riconosciuti i propri diritti. Il giudice, infatti, di fronte al reiterato diniego di Poste Italiane alla richiesta di trasferimento, ha accolto la tesi difensiva della Cisl-poste molisana. «In assenza di specifica regolamentazione della legge 104/92 sul punto, nel rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della salute, il diritto di scelta del luogo di lavoro può essere esercitato dal diversamente abile oltre che al momento dell´assunzione anche successivamente e quando la situazione di handicap intervenga in corso di rapporto, sia quando essa preesista».

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Giornale  di  Brescia,  22  settembre  2014

Dello La posta cambia indirizzo e imbocca un senso unico
Inutile la protesta del sindaco Monaco: «È una sede disagevole» Lo sportello resterà in via Roma: iniziati i lavori di ristrutturazione

Fino a qualche mese fa sembrava solo una chiacchiera, ma oggi l’informazione risulta più che fondata. L’ufficio postale di Dello trasloca davvero:fra poche settimane dovrà lasciare la storica sede di via Roma 108 per trasferirsi, sempre in via Roma, al civico 21, in un locale più ampio. A nulla sono servite le rimostranze del sindaco Ettore Monaco, che già lo scorso aprile, ai primi rumors, aveva preso carta e penna e scritto al direttore di Poste Italiane. Nella lettera il sindaco chiedeva se fosse vera la notizia del trasloco dell’ufficio. «Vista la situazione allarmante generatasi all’interno della comunità dellese, in qualità di primo cittadino sono a chiedervi se ciò corrisponde al vero. Senza alcuna pretesa di condizionare scelte che appartengono alla libera valutazione di codesto spettabile ente, mi permetto di segnalare la necessità che la nuova collocazione dell’ufficio tenga conto della valenza pubblica del servizio svolto». La risposta a questa lettera giunse qualche settimana dopo.«Nella risposta mi confermarono - commenta con rammarico il sindaco Monaco - che c’era l’intenzione di trasferire l’ufficio postale. Nulla di personale nei confronti del privato che ha ceduto l'immobile, ma la scelta di Poste Italiane non mi pareva tra le più oculate. Questo tratto di strada è un senso unico, molto trafficato perché ci sono diversi esercizi commerciali e i parcheggi sono pochi». Monaco ha pure incontrato i responsabili di Poste Italiane. «Nell’incontro - continua il sindaco- ho messo sul tavolo alcune alternative, molto più interessanti ed oggettivamente meno pericolose dal punto di vista viabilistico,ma non hanno voluto saperne. Ciò che mi rammarica è che questa decisione sia stata unilaterale, senza sentire il parere dell’amministrazione. Mi auguro solo che questa nuova collocazione dell’ufficio postale non crei problemi agli anziani, che dovranno per corre a piedi questo tratto di via Roma a senso unico». I lavori di ristrutturazione in quella che sarà la futura sede dell’Ufficio postale di Dello sono iniziati in questi giorni. Indietro non si torna.
Maria Teresa Marchion

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Brescia Oggi - giovedì 18 settembre 2014 LETTERE, pagina 45

Poste e problemi di successione

Con altri eredi sono stato partecipe nella successione testamentaria di una zia per la cui esecuzione abbiamo fruito di servizi professionali, bancari e fiscali e devo dire che con il Notaio, l´Agenzia delle Entrate - Territorio e la banca, tutto ha funzionato a dovere con tempi accettabili; anche gli uffici comunali ci hanno assistito sollecitamente per il reperimento dati, modalità di compilazione ed in genere per ogni necessità.
I problemi sono iniziati con la liquidazione dei rapporti gestita da Poste Italiane, riscontrando un atteggiamento di totale noncuranza della controparte, assenza di dialogo e impossibile individuazione di un responsabile del procedimento in quanto l´impiegato postale funge solo da portavoce di un fantomatico TSC (Team Servizi Centralizzati) che opera secondo tempi, modalità e criteri non concordati con gli effettivi proprietari dei valori e titoli.
Già l´esordio fu sintomatico degli avvenimenti: per l´emissione della certificazione del credito si richiedono 10,00 euro a pagarsi con bollettino e applicazione della relativa commissione, come dire che si sono presi anche la mancia per un documento recapitato dopo oltre un mese mediante fax all´ufficio postale e poi consegnatoci, cosa che ha fatto alzare le sopracciglia al Notaio il quale, giustamente, pretendeva un documento in originale; per inciso la stessa certificazione ci è stata fornita gratuitamente dalla banca in due giorni.
La successiva procedura di estinzione dei rapporti e messa a disposizione delle spettanze ha avuto la durata indecente di oltre cinque mesi, contro i quattro giorni della banca ed è stata scandita da comportamenti unilaterali ed ostruzionistici in danno degli eredi, ai quali è stato perfino impossibile aderire al buyback di una obbligazione per l´assenza di interlocutori; ci è stato opposto, tramite l´impiegato postale, un secco diniego senza spiegazioni.
La continua dilazione ci ha fatto anche incappare, dopo tre mesi, nell´aumento di tassazione del 6% sugli interessi da attività finanziarie.
In conclusione Poste Italiane ha causato lo slittamento dei tempi di successione di oltre sei mesi con il conseguente sequestro immotivato dei nostri beni e procurando anche perdite connesse al ritardo. Dopo questa sconfortante esperienza mi sono quindi ripromesso di evitare in futuro, per quanto possibile, i “servizi” di Poste Italiane foss´anche per un semplice bollettino di pagamento, o di Banco Posta per una qualsiasi loro proposta finanziaria.

Renzo Pietroboni   MONNO

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Giornale di Brescia, 18 settembre 2014
Raccomandate scomparse: e io... pago
Nel mese di luglio ho ritirato una raccomandata inviatami da Equitalia (conguaglio Irpef sul trattamento di fine rapporto) presso l'Ufficio Protocollo del Comune di Gussago, poiché assente da casa al momento della consegna da parte di Poste Italiane. Con mia sorpresa la cartella esattoriale presentava, oltre l'importo dovuto, una sanzione pecuniaria (omesso versamento Irpef, maggiorazione per interessi ritardata iscrizione, compensi vari Equitalia, ecc.) ammontante a circa 540 euro. Mi sono recato all'Agenzia delle Entrate di Brescia per chiarimenti e con grandissimo stupore ho scoperto che nel Luglio 2013 lo stesso ufficio mi aveva inviato una richiesta di pagamento tramite raccomandata, raccomandata che io non ho mai ritirato poiché, assente al momento della consegna, nella mia casella postale non era stato depositato l'avviso di mancato recapito. (In quello stesso periodo ero inoltre venuto a conoscenza che un'altra raccomandata non mi era stata recapitata ma non mi ero preoccupato perché si trattava della convocazione dell'assemblea condominiale!!).
L'impiegato, molto gentilmente, mi ha anche spiegato che per potere evitare di pagare le varie sanzioni avrei dovuto produrre una dichiarazione rilasciata da Poste Italiane comprovante la mancata consegna della raccomandata.
Mi sono quindi recato all'Ufficio Postale di Gussago per avere delucidazioni sulla mancata consegna della raccomandata del luglio 2013. Si potrebbe pensare che possa essere una prassi normale per avere una risposta competente, invece mi è stato detto di rivolgermi al numero verde ed in seconda battuta, di fronte alla mia insistenza, mi è stato comunicato il numero di telefono dell'Ufficio di Nave, ufficio da cui dipendono i portalettere della zona. La responsabile, molto gentile, ha preso nota ma mi ha detto di rivolgermi anche al numero verde perché le loro ricerche si attivano solo su sollecitazione del numero verde. Così ho fatto e a questo punto le ricerche della raccomandata della Agenzia delle Entrate del 2013 continuano.
Poiché la raccomandata di Equitalia (ripeto: consegnata a luglio 2014, da me non ritirata perché in vacanza), mi è stata consegnata dall'ufficio protocollo del comune di Gussago, mi sono rivolto allo stesso pensando che anche quella della Agenzia delle Entrate del luglio 2013 avesse subito lo stesso iter: non ritiro da parte del destinatario, consegna da parte delle Poste al Comune per inoltro tramite messo comunale. Anche qui le risposte sono state assai scoraggianti: un impiegato afferma che non può cercare negli elenchi di luglio 2013 perché sono tantissimi, un altro dice che non sono obbligati a tenere questi elenchi, mi spiegano inoltre che solo la raccomandata di Equitalia, se non ritirata, viene depositata presso la Cassa Comunale, iter non riguardante la raccomandata con la quale viene spedita la richiesta di pagamento da parte delle Agenzia delle Entrate.
A conclusione dell'esposizione dei fatti, non scrivo alcun commento, la riflessione dovrebbe essere fatta da-gli organi competenti, aggiungo solo, come diceva qualcuno «e io pago», anche se resta sempre dell'amaro in bocca.
Cesare Crosio Gussago

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Giornale di Brescia, 17 settembre 2014

Poste Italiane: balzo dei ricavi a 15 miliardi, l’utile scende

ROMA  - Crescono i ricavi totali di Poste Italiane che nel primo semestre si sono attestati a 15 miliardi di euro, dai 13 miliardi del primo semestre 2013, beneficiando della positiva performance del comparto assicurativo. Il risultato operativo è stato di 506 milioni, contro i 661 del 2013. La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno, approvata dal Cda presieduto da Luisa Todini, mostra un utile netto di 222milioni in calo dai 362 del semestre corrispondente dell’anno scorso. I pagamenti elettronici hanno superato la soglia dei 20 miliardi. Nell’ambito del business della Logistica e della consegna pacchi - spiega una nota - «il Corriere Espresso ha conseguito risultati positivi grazie allo sviluppo dell’e-commerce». «Le buone performance hanno solo in parte mitigato la progressiva flessione dei servizi postali, che continuano a risentire della contrazione degli invii tradizionali e di una forte competizione sul prezzo nei segmenti remunerativi».

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Brescia Oggi - mercoledì 17 settembre 2014 ECONOMIA, pagina 27

Poste, primo semestre con l´utile giù e i ricavi su

Nel primo semestre per Poste Italiane spa ricavi a 15 miliardi di euro (13 un anno prima); performance positiva del comparto assicurativo. Risultato operativo, a 506 milioni (661); utile netto 222 (362). Pagamenti elettronici oltre 20 miliardi.
Nei sistemi di pagamento il gruppo totalizza 20 milioni di carte emesse, di cui 13 milioni prepagate; +5% di transazioni (294 milioni nel primo semestre 2014). I bollettini pagati dalla piattaforma servizi digitali sono stati 23 milioni e il valore delle transazioni finanziarie su PosteMobile ha superato i 150 milioni. Il gruppo assicurativo Poste Vita si è consolidato anche nel comparto dei piani pensionistici individuali superando 670mila adesioni.
Tuttavia Poste, prosegue la nota, è esposta «a una continua diminuzione dei volumi della corrispondenza che, nel contesto degli obblighi del servizio universale, si ripercuote sul margine operativo». Le priorità individuate per la crescita sostenibile del gruppo, sulle quali sono state già avviate specifiche iniziative, sono focalizzate al miglioramento della qualità e all´innovazione dell´offerta per recuperare quote di mercato nel servizio postale; al rilancio della logistica pacchi; all´innovazione dei servizi di pagamento e allo sviluppo dell´offerta di risparmio.

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Giornale di Brescia, 07 settembre 2014

LA PROTESTA
Disguidi postali a Mompiano
Desideriamo segnalare pesanti disguidi nel servizio postale, sempre più numerosi negli ultimi mesi nella zona dove abitiamo, Brescia Mompiano via Schivardi.
In particolare: nei giorni di pioggia (quest'anno numerosi) la posta, specialmente i giornali, è fradicia e, perciò, illeggibile perché non viene introdotta nelle cassette esterne, anche se sufficientemente capienti; saltuariamente nei mesi scorsi, sistematicamente nei mesi di luglio e agosto, la posta non viene consegnata tutti i giorni ma solo due volte la settimana e ad orari variabili, talora il pomeriggio dopo le ore 16; essendo abbonati a quotidiani questo significa che non possiamo usufruire di un servizio (lettura del giornale del giorno in cui viene stampato) per cui abbiamo anticipatamente pagato, ancora peggio per i settimanali che giungono addirittura dopo 2-3 settimane; raccomandate e avvisi vari vengono ricevuti al limite delle scadenze, con la possibile  ovvia conseguenza di ritardi nei pagamenti o altro; posta sicuramente spedita e regolarmente pervenuta in altre zone (es. cartoline) non è mai stata recapitata.
Tali problemi sono stati segnalati più volte verbalmente ai postini di turno (il cui turnover è peraltro molto elevato), i quali però hanno dato giustificazioni spesso poco convincenti (ad esempio, la sospensione del servizio nei giorni di pioggia). I numerosi tentativi di contattare telefonicamente, in orari diversi della giornata, i responsabili dell'ufficio addetto alla distribuzione posta del Cmp (tel. 030.2894280-281) non hanno dato risultati poiché nessuno ha mai risposto.
Lettera firmata