LA STAMPA DI DICEMBRE 2012

Giornale di Brescia, 30 dicembre 2012

Tagli alle Poste, intervengono Stefano Saglia (Pdl) e Fabio Rolfi (Lega)

Anche le voci della politica intervengono sul progetto di ristrutturazione che Poste Italiane ha pensato per la nostra provincia, e che comporta cento portalettere in meno sul territorio. Da parte sua l'on. Stefano Saglia (parlamentare Pdl e coordinatore cittadino del partito) dichiara: "Alla luce dell'articolo pubblicato sul Giornale di Brescia ho subito contattato la presidenza di Poste italiane. Dall'azienda ho avuto rassicurazione che i progetti di riorganizzazione mireranno allo sviluppo dei servizi per i cittadini e per le imprese. Non vi sono lavoratori di Poste a rischio e ogni progetto di riequilibrio degli organici sarà comunque preventivamente condiviso con le organizzazioni sindacali". "La contrazione dei servizi di corrispondenza - prosegue la nota di Stefano Saglia - metterà a disposizione numerosi portalettere che potranno essere impiegati allo sportello. L'azienda dovrà assicurare la riqualificazione. I passaggi potranno migliorare anche la posizione economica. Vigileremo - conclude il parlamentare - affinché sia rispettata la concertazione con i sindacati". "Stiamo dalla parte dei lavoratori bresciani delle Poste - rilancia Fabio Rolfi, segretario provinciale della Lega Nord - che passeranno la fine dell'anno col dubbio di perdere il posto di lavoro. Mi chiedo che criteri usino in Poste Italiane quando decidono i tagli su quelli che definiscono esuberi. I numeri parlano chiaro, ad essere svantaggiati sono ancora una volta i cittadini del Nord. A Napoli, sono previsti rinforzi, 37 assunzioni, a Catania da 333 lavoratori l'incremento arriverà a 352. A Brescia invece il servizio postale dovrà fare a meno di 244 impiegati del settore. Uno squilibrio inspiegabile". "Daremo battaglia in tutte le sedi sui nuovi tagli che incombono nel Bresciano. L'abbiamo già fatto - conclude Rolfi - quando a chiudere dovevano essere gli uffici postali improduttivi, lo facciamo oggi con maggiore vigore".

GIORNALE DI BRESCIA - 8 SABATO 29 DICEMBRE 2012
BRESCIA & PROVINCIA
Cento portalettere in meno nel riordino delle poste bresciane
A rischio anche il futuro del centro meccanografico in città che oggi occupa 321 addetti. Il bilancio degli uffici «salvati» e «chiusi»
SINDACATI Attesa l’apertura di un confronto sul progetto dell’azienda
Nemmeno il tempo di tirare il fiatoper la concertazione sulle chiusure degli uffici postali meno redditizi - che sta portando alla soppressione di nove piccole realtà di paese - che Brescia si trova a dover fare i conti con un’altra grana, addirittura peggiore della precedente: la possibile cancellazione di ben 100 zone di recapito dichiarate «in esubero» da Poste Italiane, che porterebbe il totale dei portalettere bresciani da 650 a 550.
Se nel 2012 quindi la «razionalizzazione» contro gli sprechi messa in atto dalla Spa a partecipazione pubblica ha fatto
molto discutere, per il 2013 non è possibile attendersi la fine dei problemi. Anzi.
A tenere banco in queste ore infatti c’è anche un secondo fronte del cambiamento, che sa di epocale: lo smantellamento del Centro Meccanizzato (Cmp) di via Dalmazia, che metterebbe a rischio 244 posti di lavoro sui 321 attuali. Per concludere un anno davvero funesto, poi, da poche ore è calata anche l’annunciata mannaia dei tagli su nove piccoli uffici sparsi in provincia, che hanno abbassato per sempre la saracinesca tra il 19 e il 23 dicembre scorso.
Si tratta di Remedello di Sotto, Gorzone di Darfo Boario, Ludriano di Roccafranca, Calvagese della Riviera, Bogliaco di Gargnano, Campione del Garda di Tremosine, Nozza di Vestone, Ponte Zanano di Sarezzo e Lumezzane Pieve. A questi vanno poi aggiunte le chiusure a inizio anno di Padernello di Borgo San Giacomo e di Bostone di Villanuova sul Clisi, per un totale di undici uffici eliminati negli ultimi dodici mesi.
Ma non è tutto. Parallelamente alle chiusure definitive, il 2012 ha visto la riduzione del tempo pieno anche per sedici sportelli di piccole realtà periferiche. Da inizio anno il funzionamento a singhiozzo (attuato portando da 6 a 3 giorni le aperture settimanali) è stato introdotto per gli uffici di Casto, Lavenone, Preseglie, Forno d’Ono (Pertica Bassa), Berzo Demo, Vione, Monno, Cerveno, Saviore dell’Adamello, San Colombano di Collio, Zone, Orzivecchi, Milzano, Seniga, Provaglio Valsabbia, Bione e Livemmo di Pertica Alta.
Una pillola amara da digerire la soppressione di così tanti punti di riferimento, resa più accettabile solo in parte da un parziale passo indietro di Poste Italiane, che qualche settimana fa ha deciso di mantenere attivi almeno sette dei sedici presidi destinati a chiudere. Quelli che continueranno a funzionare sono Pilzone d’Iseo, Coniolo di Orzinuovi, Corticelle Pieve di Dello, Navazzo di Gargnano, San Pancrazio di Palazzolo, San Colombano di Collio e via Lamarmora a Brescia.
Siamo nell’ambito di temi ancora una volta delicati dunque quando parliamo di Poste nella provincia di Brescia, visto che la tendenza alla riduzione dei servizi pare non volersi proprio interrompere.
In testa a tutte le preoccupazioni del momento - conseguenza dell’andamento del mercato - c’è il calo della corrispondenza cartacea e della pubblicità, un tasto dolente su cui però i sindacati rilanciano con decisione con proposte di possibile ammodernamento. «Ci sono spazi di manovra per il riscatto aziendale - spiega il segretario postale Cisl, Giovanni Punzi - ma va introdotto un modo di ragionare meno orientato a ridurre la nostra presenza sul territorio e più a mantenere la storica leadership che ci siamo guadagnati in un secolo di lavoro. Vedo come un atteggiamento perdente quello di abbandonare le nostre posizioni per lasciare campo libero alla concorrenza, e questo sarà il tema principale della discussione dei prossimi mesi con Poste. Per quanto riguarda le 100 zone di recapito a rischio - conclude Punzi - è vero che i carichi di lavoro sono calati, ma è altrettanto vero che un ambito come la consegna dei pacchi potrebbe tornareacreare lavoro, sfruttando il nuovo mercato del commercio con internet o il ruolo del corriere espresso. Altri ricollocamenti potrebbero riguardare la sportelleria, ampliabile con l'istituzione di nuovi servizi Bancoposta».
Con le scelte di Poste Italiane «il nostro storico Cmp potrebbe perdere la sua prerogativa di distributore di oggetti e lettereverso le varie zone del Paese per diventare una sede con compiti solo provinciali - racconta il segretario di Slc Cgil Alberto Sinico-. Attendiamo l’avvio di un tavolo politico che dovrà stabilire la ricollocazione degli esuberi. Fermo restando che l’azienda ha garantito che non lascerà nessuno senza lavoro, vogliamo subito ricordare che il Bresciano soffre di gravi carenze impiegatizie, tanto che non ci è difficile stimare un fabbisogno di almeno 100 persone agli sportelli. In più contiamo sul rilancio del recapito attraverso l'e-commerce». f. a.

I NUMERI
PORTALETTERE
Nel 2009 le zone di recapito bresciane erano 811, servite 6 giorni la settimana.
Nel 2010 ne sono state eliminate 80 e il passaggio è sceso a 5 giorni.
L’anno prossimo potrebbero esserne tagliate altre 100.
MONO-OPERATORE
All’inizio del 2010 gli uffici postali mono-operatore in attività erano 97. Ora ne sono rimasti a tempo pieno 58. Negli ultimi tre anni tra questi piccoli sportelli di paese si sono contate 11 chiusure.

SPORTELLI CHIUSI, «RIDOTTI» E SALVATI
Stop al servizio...
Bogliaco di Gargnano
Bostone di Villanuova
Calvagese della Riviera
Campione del Garda (Tremosine)
Gorzone di Darfo
Ludriano di Roccafranca
Lumezzane Pieve
Nozza di Vestone
Padernello (Borgo San Giacomo)
Ponte Zanano (Sarezzo)
Remedello di Sotto
... aperture ridotte
Berzo Demo
Bione
Casto
Cerveno
Forno d’Ono (Pertica Bassa)
Lavenone
Livemmo di Pertica Alta
Milzano
Monno
Orzivecchi
Preseglie
Provaglio Valsabbia
San Colombano di Collio
Saviore dell’Adamello
Seniga
Vione
Zone
Uffici «salvati» dalla chiusura

Brescia via Lamarmora
Coniolo di Orzinuovi
Corticelle Pieve di Dello
Navazzo di Gargnano
Pilzone d’Iseo
San Pancrazio (Palazzolo)
I rischi nel 2013
100 zone di recapito
244 posti del Centro Meccanizzazione Postale di via Dalmazia

E dal primo gennaio francobolli più cari
Dal primo gennaio 2013 aumenteranno le tariffe postali: fra pochi giorni spedire una lettera od una cartolina costerà 70 centesimi rispetto agli attuali 60 centesimi. Anche spedire una raccomandata costerà un po' di piu: 3,60 euro contro gli attuali 3,30 euro. L'aumento è approvato in una delibera dell'Agcom. La delibera - la numero 640 di "Approvazione della manovra tariffaria di Poste Italiane"- è stata pubblicata sul sito dell'Autorità per le comunicazioni alla vigilia di Natale ed ora è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il ritocco interessa varie voci del tariffario postale e anche il prezzo per gli invii di corrispondenze all'estero: ad esempio, spedire una lettera in Europa o nel Bacino del Mediterraneo costerà al minimo 85 centesimi contro gli attuali 75.

Giornale di Brescia, 27 dicembre 2012
ATTESA ALLO SPORTELLO
Due ore per spedire una raccomandata Non sono troppe?
Le"Poste Italiane" hanno una funzione privata o, come pensavo, ancora pubblica visto che, per fare un esempio, sono abilitate a ricevere lettere raccomandate? Mi pongo la domanda alla luce di quanto ho visto lo scorso 18 dicembre all'Ufficio Postale di via Gambara (Stazione) dove, con molti altri utenti,ho avuto la malaugurata idea di recarmi per spedire una lettera raccomandata. Ora di ingresso 14,50 e ora di uscita 17,05. Tempo di attesa ore 2 ore e minuti 15, tutti rigorosamente in piedi, dato che i posti a sedere erano regolarmente occupati, a turno, da baldi giovani evidentemente stanchi per i numerosi impegni. Per stabilire il proprio turno si prelevava da una apposita macchinetta un biglietto numerato. Venivano fornite due serie di biglietti: quelli con la lettera "A" (come quello preso da me) per gli utenti "normali" e quelli con la lettera "E" per gli utenti con un conto postale. Evidentemente questi ultimi godono di privilegi particolari (che mal si concilierebbero, però,con la funzione "pubblica" delle Poste) dal momento che mentre noi "normali" utenti aspettavamo in piedi il nostro turno,4 sportelli su 5 facevano comparire sempre e solo la lettera "E". Di conseguenza ci vedevamo passare davanti i "privilegiati" che, appena entrati, dopo un minuto o due avevano già uno sportello tutto per loro. Dato il periodo natalizio, evito di riportare i commenti di chi con me aspettava in piedi. Mi chiedo solo se si tratti di una nuova forma di federalismo/razzismo alla rovescia e/o se sia entrato in vigore un qualche regolamento di cui ignoravo l'esistenza (tipo, magari, obbligo di aprire un conto in posta anche per spedire una semplice raccomandata, onde evitare di passare un pomeriggio... in attesa).
Dott. Roberto Smussi Brescia

Brescia Oggi - giovedì 13 dicembre 2012 PROVINCIA, pagina 27

ROCCAFRANCA. Il Comune gioca l´ultima carta: una mossa disperata?
Ludriano, poste a rischio Scatta la raccolta di firme

"Firma anche tu per opporti alla chiusura dello sportello postale di Ludriano".
È racchiusa nello slogan la rivendicazione della petizione lanciata dal Comune di Roccafranca per salvare lo sportello della frazione.
Si tratta di una battaglia "disperata", nel senso che l´accordo sottoscritto da sindacati e poste Italiane non lascia spazio a ripensamenti. Ma i cittadini di Ludriano non si sono arresi e in questi giorni hanno cominciato a sottoscrivere in massa la raccolta firme aperta fino al domenica 16 dicembre all´ufficio anagrafe.
Sull´iniziativa pesa l´incognita del "campanilismo", che storicamente divide i due borghi.
LE ULTIME due Amministrazioni civiche si sono spese moltissimo per la frazione, che ha ottenuto il mercato settimanale, uno sportello bancario e appunto l´ufficio postale.
La chiusura del servizio ha fisiologicamente alimentato polemiche a non finire, di stampo politico. Le minoranze hanno attaccato la Giunta, guidata da Marina Murachelli, accusandola di aver avuto un atteggiamento troppo soft quando si ventilava la cancellazione delle poste (che già da qualche anno d´estate funzionavano a giorni alterni). La petizione, a parere delle opposizioni, sarebbe il classico scaricabarile, ovvero un pro-forma per smarcarsi dalla partita nel momento in cui il risultato pare ormai scritto.
Ma l´esecutivo di Roccafranca non si lascia intimidire, convinto che ci siano ancora i margini per salvare l´ufficio postale della frazione. E quindi prosegue la raccolta di firme. Poi si vedrà il da farsi. M.MA.

Brescia Oggi - giovedì 13 dicembre 2012 PROVINCIA, pagina 30

PERTICA ALTA. L´incontro con gli amministratori della società
Poste a mezzo servizio ma il disagio è limitato
Il sindaco: "Già da un anno funzionava così"

A Pertica Alta hanno visto il bicchiere mezzo pieno nella decisione di poste italiane di rivedere gli orari di apertura dello sportello.
"Con l´azienda - spiega il sindaco di Pertica Alta Giovanmaria Flocchini - abbiamo appena firmato il contratto per l´utilizzo del nuovo ufficio postale di Livemmo, all´interno del municipio, con un contratto che da fine anno durerà per 6 anni, rinnovabili".
A Livemmo l´ufficio apre solo 3 giorni a settimana (martedì, giovedì e sabato) con un contratto che al Comune rende una cifra simbolica di 800 euro l´anno: "In realtà - spiega Flocchini - è da un anno che per noi l´apertura è così, semplicemente c´è la conferma che così continuerà. E noi, battaglie non ne facciamo".
Non è una resa, ma la presa di coscienza della realtà: "Le poste stanno ridimensionandosi, comprensibile visti i tempi. Ma per noi era fondamentale mantenere il servizio. Ed infatti il mio obiettivo, nell´incontro coi dirigenti della società, era avere assicurazioni che l´ufficio rimane aperto, seppur con orario ridimensionato. E questa certezza è arrivata: le poste manterranno l´impegno nel nostro Comune".
Così Pertica Alta, pur nel suo piccolo di territorio di montagna, mantiene una serie di importanti servizi sul territorio: "Le poste aprono 3 giorni a settimana, lo sportello bancario della Banca Cooperativa Valsabbina apre ogni mercoledì a Livemmo, mentre il venerdì c´è il dispensario farmaceutico. L´ambulatorio medico apre 2 giorni a Livemmo ed uno ciascuno a Lavino e Belprato, e le scuole materna ed elementare a Lavino sono aperte.
Migliora anche il collegamento con la rete. "Se fino ad un paio di mesi fa con Internet c´erano problemi, ora, grazie all´impegno di Cedis che ha piazzato i ripetitori, tutto è risolto, con una copertura del territorio del 95%. E poi è in arrivo la banda larga, con Telecom che già l´ha portata alle 2 centraline di Livemmo e Belprato". C´è poi un buon servizio di trasporti, la mensa scolastica e i pranzi a domicilio per gli anziani, mentre restano ancora problemi per la telefonia: "Ci sono ancora zone d´ombra, e qualche problema rimane anche per la telefonia fissa. Ma per noi, con la nostra poca forza, già riuscire a garantire i servizi attuali per i prossimi anni sarebbe una grande conquista". M.P.

Giornale di Brescia, 12 dicembre 2012

POSTE ITALIANE
Prepara lo sbarco nel mercato cinese

Poste Italiane entra nel mercato cinese con i suoi servizi di e-commerce e money transfer
internazionale grazie a due importanti accordi di cooperazione con China Post, l'operatore postale di Pechino, e con China Union Pay (Cup), la principale società cinese di servizi interbancari che gestisce 3 mld di carte di credito

GIORNALE DI BRESCIA - DOMENICA 9 DICEMBRE 2012 - BASSA BRESCIANA pag. 29

Remedello Cittadini sul piede di guerra: la Posta «di Sotto» non deve chiudere
Raccolte in pochi giorni cinquecento firme contro l’interruzione del servizio nella frazione in cui risiedono ottocento persone

DISAGI «Per gli anziani - osserva un cittadino - spostarsi nel capoluogo rappresenterebbe un problema»

REMEDELLO La decisione di chiudere l’Ufficio postale della frazione dal prossimo 19 dicembre, presa da Poste italiane, ha scatenato i malumori degli abitanti e la contrarietà netta dell’Amministrazione civica.
La raccolta di firme per tenere aperta la Posta «di Sotto» promossa dal Comune, sindaco Francesca Ceruti in testa, ha ottenuto in poco tempo un grandissimo riscontro: su un totale di 800 abitanti sono già state formulate oltre 500 sottoscrizioni
(in pratica hanno firmato tutti, esclusi i minorenni).
Nonostante questa mobilitazione e la ferma presa di posizione dell’Amministrazione comunale, Poste italiane ha messo il sigillo sulla decisione di chiuderel’Ufficio di Remedello Sotto. «Questo Ufficio, per altro molto frequentato, è importantissimo per gli abitanti della frazione. Non essendoci in questa zona sportelli bancari - afferma un cittadino contrario come tanti altri alla prevista interruzione del servizio - anziani e pensionati affidano all’Ufficio i propri risparmi. E poi l’impiegato (si chiama Francesco) è sempre disponibile, consiglia, conforta. È uno di noi, un punto di riferimento per gli abitanti della frazione».
Un altro cittadino, che abbiamo incontrato in piazza Feltrinelli, dove ha sede l’Ufficio postale della frazione, esterna una simile considerazione: «La chiusura rappresenterà un problema in particolare per gli anziani. Doversi per forza recare nell’Ufficio
di Remedello Sopra non è cosa da poco. Numerose sono le persone che per esempio non hanno la macchina o che non
guidano: spostarsi per sei chilometri (andata-ritorno), dover fare le code all’unico sportello, avere a che fare con computer che troppo spesso vanno in tilt, perdere tempo... sono solo alcuni esempi dei disagi che gli abitanti della frazione dovranno affrontare se la chiusura andrà in porto».
Ovviamente, l’accentramento delle Poste a Remedello Sopra creerà tempi di attesa più lunghi anche per gli abitanti del capoluogo, che pure verranno penalizzati da una decisione, quella presa da Poste italiane, che a Remedello i cittadini non riescono a capire: «La manovra di razionalizzazione scarica sull’utente tutti i disagi - afferma uno dei cittadini più arrabbiati che abbiamo incontrato sul sagrato della chiesa di San Donato che si affaccia sulla piazza -. Il nostro pensiero va in particolare
agli anziani della frazione». r. gh.

Brescia Oggi - domenica 09 dicembre 2012 PROVINCIA, pagina 29

PALAZZOLO. Chiusura limitata al sabato

Poste di San Pancrazio: "ritoccati" gli orari

Riduce l´orario, ma resta aperto l´ufficio postale di San Pancrazio, la frazione con oltre tremila abitanti a circa tre chilometri da Palazzolo. Il sindaco Gabriele Zanni, che lo scorso 30 novembre si era incontrato con i rappresentanti di poste italiane di Brescia, ha reso nota la conclusione della trattativa che consente di mantenere aperto l´ufficio di San Pancrazio, così come chiedevano i residenti e le diverse amministrazioni che si sono succedute. "Ci è stato garantito - ha spiegato il primo cittadino palazzolese - il funzionamento dell´ufficio, con apertura cinque giorni alla settimana, dalle 8,15 alle 13,45, e la previsione di chiusura solo al sabato mattina. Questa soluzione - ha concluso Zanni -, comporta notevoli sforzi anche per poste Italiane, ma è fondamentale per l´utenza della frazione".
Dal 19 dicembre l´ufficio nel centro di San Pancrazio resterà dunque aperto con il nuovo orario che i responsabili di poste italiane hanno comunicato al sindaco, consentendo il mantenimento di un servizio di particolare importanza per gli anziani che, in caso di chiusura, avrebbero dovuto utilizzare l´ufficio principale di Palazzolo, nel quartiere di Riva. G.C.C.

Brescia Oggi - sabato 08 dicembre 2012 - CULTURA, pagina 44

ISTITUZIONI. Venezia, mostra su 150 anni di storia della comunicazione

LA POSTA DEL CUORE

Il servizio postale ha inventato l´Italia, completando l´unità nazionale. Le cartoline, antenate degli sms nei rapporti personali. Gli sportelli, capisaldi di Stato

Laura Facchinelli
Una portalettere a Roma nel 1942: la guerra portò in servizio le donne, al posto degli uomini al ...
L´unità d´Italia fu compiuta dalle poste, che festeggiano quest´anno con la mostra itinerante "150 anni dedicati al futuro" perché nel 1862, il 5 maggio, venne istituito l´"operatore postale nazionale", a unificare le varie amministrazioni preunitarie. La legge di riforma introduceva il monopolio pubblico, a garanzia dell´inviolabilità della posta, la tariffa unica, attraverso il francobollo, e l´impegno a coprire con il servizio tutto il territorio nazionale. Dopo Roma e Torino, ora la mostra è in corso, fino al 12 dicembre, a Venezia, nel palazzo Querini Dubois (ore 11-19, ingresso gratuito).
Può sembrare archeologia nell´epoca di facebook e degli sms, ma le antesignane dei social network furono le care, vecchie cartoline postali. Nasce con le cartoline la passione per la relazione interpersonale a distanza, che oggi dilaga grazie all´informatica.
Il racconto storico è affidato a Corrado Augias, che accompagna la mostra nei filmati su grandi schermi. Ecco il telefono del 1878 della prima telefonata interurbana, fra il capo dell´ufficio telegrafico di Tivoli e il Re d´Italia. La prima rivoluzione tecnologica era arrivata con l´invenzione del telegrafo, che permetteva di comunicare via cavo da un capo all´altro del mondo. Nel 1896, con il telegrafo senza fili brevettato da Guglielmo Marconi, la radio, si apre l´era delle comunicazioni di massa: fra gli oggetti esposti, c´è l´antenna radiogoniometrica, installata nel 1930 sul panfilo Elettra di Marconi. Le cassette per le lettere sono un compendio di storia patria: da quelle degli stati preunitari, a quelle rosse del Regno fino a quelle della posta aerea e della posta pneumatica: operativa dal 1913 a Milano, poi a Roma e Napoli, smistava telegrammi e lettere infilate in bussolotti che, sparati dall´ aria compressa in una rete di tubi sotterranei che collegava gli uffici.
Dopo la seconda guerra mondiale viene introdotto il telex e le stesse trasmissioni tv della RAI, nel 1954, sfruttano i ponti radio della rete postale. Il processo di aggiornamento, che interessa il servizio postale fin dagli esordi, accelera negli anni Sessanta: per accompagnare il boom economico, e il conseguente aumento di corrispondenza, cambia l´organizzazione logistica, si introduce il codice di avviamento postale, inizia l´automatizzazione nello smistamento di pacchi e corrispondenza.
Interessanti i veicoli usati nel tempo per il trasporto della posta, e i volti e le abitudini dei portalettere: anticamente c´erano i corrieri con scorta, poi i postiglioni a cavallo, mentre con la ferrovia iniziò il lavoro degli ambulanti postali, che raccoglievano la corrispondenza nelle varie stazioni e la smistavano (al freddo nei mesi invernali) nell´apposita vettura. Curiosi gli strumenti usati nell´Ottocento per "disinfettare la posta" (erano cilindri, che consentivano di passare le buste sospette di veicolare infezioni attraverso fumo e calore). I timbri svelano gli esordi della comunicazione pubblicitaria: sulle buste venivano impressi messaggi di valore sociale ("Per vivere bene bevete più latte"), ma anche vere e proprie rèclame pubblicitarie (per esempio, della "nuova Fiat 500").
Un mondo affascinante è quello dei francobolli, la cui figurazione nasceva da bozzetti a volte d´autore. Come quello di Guttuso, che festeggiò nel 1982 la vittoria italiana nei campionati del mondo.
Il percorso espositivo è concepito con tecnologie avanzate, tanto che poste Italiane hanno ottenuto per la mostra il Best Event Award. Questo aspetto è evidente nelle due sezioni dedicate al presente e al futuro. Per conoscere l´attività svolta oggi, basta avvicinare la mano a un grande schermo, e questo immediatamente si attiva, grazie a un sistema laser. Le attività esplorate sono quattro: la comunicazione (dalle lettere e pacchi alla telefonia e alla comunicazione on line), poi le infrastrutture e tecnologie, quindi la flotta di mezzi che consegnano la posta, 39mila tra cui sette aerei, e il web, sul quale la polizia postale svolge un ruolo importante di controllo per la prevenzione e repressione di crimini. Il terzo campo presentato è il Banco Posta, quindi i servizi finanziari,
E il futuro? Ipotizziamo che una donna, in un posto qualsiasi, voglia acquistare per esempio un paio di scarpe: ecco che un ologramma le pone davanti una tastiera, sulla quale può compiere le operazioni che ora siamo abituati a fare premendo, o almeno sfiorando con le dita, la realtà fisica di un computer. Fantascienza? Forse no. Intanto chiudono sistematicamente i piccoli uffici postali. Non serviranno più a distribuire le pensioni (altra invenzione delle poste: il libretto di riparmio, inventato nel 1876), ma sembrano capisaldi che crollano. Tocca il cuore, anche il cuore dello Stato.

GIORNALE DI BRESCIA - VENERDÌ 7 DICEMBRE 2012 - ECONOMIA pag. 37

«Razionalizzazione» alle Poste: altri 360 lavoratori rischiano il posto

BRESCIA Altri 360 posti di lavoro a rischio. 244 solo al centro di meccanizzazione postale di via Dalmazia; struttura destinata a essere smantellata a partire da gennaio.
Il sistema postale bresciano rischia con il nuovo anno di andare in tilt. Il piano di razionalizzazione delle risorse messo in campoda Poste Italiane prevede che entro il 2014 i Cmp (appunto i Centri di Meccanizzazione postale) in Italia passinodagli attuali 21 a 10. E Brescia, che smista la posta anche di Bergamo e Mantova, sarebbe tra le vittime dei tagli.
La pianta organica del Centro di Meccanizzazione Postale di Brescia, stando a quanto deciso da Poste Italiane, sarebbe ridotta del 22%. I dipendenti oggi sono 315 e ne resterebbero 71. Gli esuberi toccherebbero quota 244. Ai quali va aggiunto il taglio dei postini: 120 postini tra città e provincia.
«È una logica aziendale assurda - tuona Francesco Doria, segretario provinciale Confsal -. Spostare la lavorazione di Brescia in altri Cmp quando l’Hub di Montichiari è lo scalo aereo dove ogni notte vengono scambiati gli effetti postali è
sconveniente dal punto di vista economico» spiega Doria.
Con la soppressione del Centro di Meccanizzazione Postale di via Dalmazia, che ha un volume di smistamento di oltre
800mila pezzi al giorno, la posta bresciana passerebbe da Milano Roserio e da Verona.
Inevitabili i disagi per i bresciani: «La qualità del servizio ne risentirà sicuramente - assicura il segretario Confsal Francesco Doria - anche perché Brescia per lavorazione, qualità e quantità è da anni ai vertici della graduatoria di Poste Italiane».
Con l’inizio del 2013 prenderà il via la trattativa tra sindacati e dazienda. A gennaio sono, infatti, in programma le prime riunioni a livello regionale. E Brescia vuole continuare a contare nel sistema postale italiano.
Andrea Cittadini

GIORNALE DI BRESCIA - GIOVEDÌ 6 DICEMBRE 2012 - VALTROMPIA E LUMEZZANE pag. 30

Lumezzane Poste di Pieve, niente da fare

L’ufficio della frazione, nonostante le proteste, verrà definitivamente chiuso

LUMEZZANE Nonostante il tentativo avviato dal sindaco di Lumezzane ancora un anno fa, la protestapubblica della Lega Nord con il gazebo e la presa di posizione del Consiglio comunale valgobbino, per l’ufficio postale di Lumezzane Pieve il futuro è segnato: come per altri otto uffici del territorio bresciano, verrà chiuso.
In realtà l’ufficio da febbraio era utilizzato prevalentemente per servizi dedicati alle imprese. In ogni caso, erano garantiti ancora il pagamento di bollettini, raccomandate e utenze varie e la possibilità di spedire e ricevere prodotti, limitando di fatto il disagio per gli utenti. Chi già da mesi ha dovuto scontrarsi con la decisione della direzione di Poste Italiane, sonostati i pensionati, che hanno dovuto utilizzare le altre due filiali, poste a Sant’Apollonio e San Sebastiano, per ricevere il loro trattamento economico. Con il nuovo provvedimento attuato dall’azienda postale, nei prossimi giorni verrà meno anche la possibilità di effettuare i pagamenti ricorrenti.
In pratica, per qualsiasi operazione postale normale che si vorrà fare non si potrà più raggiungere la sede di Pieve, che rimarrà attiva solamente per le imprese dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.
Quello che preoccupa sono i disagi che incontreranno gli utenti delle frazioni ad ovest del paese valgobbino, che sono almeno un terzo dei 24.000 abitanti totali. Ricordiamo infatti che chi gravava sullo sportello di Pieve erano anche i residenti di Fontana, Renzo, Gazzolo, Piatucco, Villaggio Gnutti obbligati ora a spostarsi.
Immaginabile l’aumento del traffico veicolare sulla direzione di Via Mazzini - Via Marconi fino a via Martin Luther King dove è posto l’ufficio di S. Sebastiano, che però non ha spazi per parcheggiare le vetture. Non è meglio poi la situazione per l’altro ufficio, quello di S. Apollonio in via XXV Aprile decisamente distante dalle frazioni private del proprio ufficio postale. In ogni caso è meglio armarsi di pazienza. a. s.

GIORNALE DI BRESCIA -GIOVEDÌ 6 DICEMBRE 2012 - SEBINO E FRANCIACORTA pag. 28

PALAZZOLO A San Pancrazio l’ufficio postale apre cinque giorni su sette

PALAZZOLO L’ufficio postale di San Pancrazio rimarrà aperto cinque giorni su sette. Dopo le disposizioni avanzate la scorsa estate dalle Poste italiane sulla razionalizzazione dell’orario di alcuni uffici della Provincia - tra cui anche quello della frazione palazzolese che rischiava un’apertura limitata solamente a tre giorni settimanali - ora l’ufficio di Brescia fa un passo indietro e concede alla sede periferica di San Pancrazio l’apertura da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 13.45 a partire dal 19 dicembre. Chiusura invece per il sabato mattina. Un risultato ottenuto grazie ai diversi incontri avvenuti tra l’Amministrazione comunale ed i rappresentanti delle Poste italiane di Brescia che, durante gli incontri, hanno però ribadito la necessità che i cittadini sfruttino tutti i servizi offerti, compresi quelli commerciali, di conto corrente e di investimento e comunque più remunerativi per l'ufficio stesso.
«Siamo molto soddisfatti per la soluzione proposta - ha affermato il sindaco, Gabriele Zanni -, che sappiamo comportare notevoli sforzi anche per Poste italiane, ma che è fondamentale per l’utenza della frazione».
Dalla decisione originaria San Pancrazio correva il rischio di subire un pesante disservizio. r.b

OBIETTIVO ROCCAFRANCA

«L’ufficio postale di Ludriano non deve chiudere»

Il Consiglio comunale delega la Giunta a battersi affinché il servizio non venga interrotto

MALCONTENTO
Sul piede di guerra anche i cittadini della frazione che non vogliono saperne della chiusura

La decisione era nell’aria già da tempo, ma l’ufficialità, arrivata da poco più di una settimana, ha scatenato reazioni veementi: nessuno a Roccafranca proprio ne vuol sapere della chiusura definitiva dell’ufficio postale della frazione di Ludriano. Nei mesi scorsi Poste italiane aveva annunciato che nell’ambito di una razionalizzazione dei servizi avrebbe chiuso16 uffici in provincia di Brescia. In seguito ad un tavolo di trattativa insieme ai Comuni, solo alcuni di questi sono stati «salvati» prevedendo una riduzione di orario, mentre per altri la chiusura pare ormai inevitabile e tra di essi figura anche Ludriano. «La decisione ci ha fatto molto arrabbiare - affermano gli amministratori del Comune - perché ci è stata comunicata senza previa consultazione e senza alcun margine di discussione. Soprattutto, non ci sono stati comunicati dati relativi al volume di lavoro e clientela servito dall’ufficio».Come in altri casi la scure si è abbattuta sugli uffici «periferici», certamente meno attivi rispetto a quelli dei grossi centri, ma le conseguenze per la gente sono facilmente immaginabili. «Chi ci vadimezzo-proseguono-sono i cittadini, specialmente i più anziani che hanno maggiori difficoltà a spostarsi. Per loro quello dell’ufficio postale è un servizio essenziale perché, per esempio, consente di ritirare la pensione».
Parlando infatti con alcuni abitanti della frazione, anche in questo caso il malcontento emerge chiaramente, soprattutto su questi punti che toccano più direttamente la quotidianità e sono immediatamenteavvertiti.
Ilmalcontento si è tradotto anche in un’azione ufficiale portata avanti dall’ultimo Consiglio comunale: proposta dalla maggioranza, infatti, è stata approvata all’unanimità una mozione che impegna il sindaco e la Giunta a farsi promotori della riapertura di un tavolo di confronto con Poste italiane e di promuovere in tutte le sedi opportune le azioni necessarie a mantenere l’apertura dell'ufficio.
«Inizialmente non siamo stati ascoltati - affermano in proposito dal Comune - anche quando per esempio abbiamo proposto di distaccare unimpiegato dell’ufficio postale di Roccafranca o di ridurre l’orario di funzionamento. Ora vogliamo fare in modo di essere ascoltati perché siamo molto arrabbiati per questa decisione».
Francesco Uberti

GIORNALE DI BRESCIA SABATO 1 DICEMBRE 2012 VALCAMONICA pag. 34

Darfo Poste addio, Gorzone protesta
A fine dicembre lo sportello chiuderà i battenti: a nulla sono valse le 710 firme raccolte
Inutile anche l’intervento del sindaco Mondini, che ha offerto uno spazio gratuito

DARFO Gorzone non è Atene e l’Italia non è la Grecia.Ma la coda di pensionati e massaie agli sportelli dell’ufficio postale della frazione di Darfo evoca scenari di tempi da«default». Il piano di riorganizzazione e razionalizzazione di PosteItaliane è stato approvato e Gorzone non è scampato alla mannaia dei tagli. A fine dicembre l’ufficio che funziona due giorni a settimana (dalle 8.15 alle 13.45) chiuderà definitivamente i battenti.
«Hanno detto che non rende abbastanza:benissimo, porteremo i nostririsparmi dove saranno tenuti in maggior considerazione». Una donna infila le banconote in una busta che scompare sul fondo di una borsa. Susanna, da dieci anni impiegata del piccolo ufficio e amata dai gorzonesi, allarga le braccia e ammette che «ormai va avanti così da una settimana: temo che peggiorerà col passare dei giorni». Si prosciuga la cassaforte, si alleggeriscono i libretti e non si rinnovano gli investimenti a scadenza. «Dicono che trasferiranno i nostri conti in un altro ufficio postale: i soldi sono miei e decido io dove sono più comoda», aggiunge la signora Caterina.
Gorzone conta 1.300 residenti, ma a nulla sono servite le 710 firme raccolte nei mesi scorsi per chiedere di tenere aperto l’ufficio. E, finora, Poste Italiane non si è spaventata nemmeno davanti ai 95 preavvisi dichiusura dei rapporti di conto corrente e di libretti postali con minaccia trasferimento ad altre banche. Nei giorni scorsi è stata respinta anche l’ultima offerta fatta dal sindaco Ezio Mondini e del consigliere delegato, Doralice Piccinelli, che mettevano a disposizione dell’ente uno spazio gratuito all’interno delle elementari.
«Negli ultimi mesi, a Gorzone hanno chiuso gli ultimi due bar rimasti», sottolinea Doralice. «Non abbiamo mai avuto
la farmacia e se adesso chiude anche l’ufficio postale ci sentiamo davvero tagliati fuori dal mondo». Il giovedì mattina, all’interno dell’ufficio postale, la coda è costante. «Ci è stato detto che questo sportello non guadagna abbastanza - spiega Doriana -. Ma prima veniva aperto anche il sabato. Poi hanno ridotto a due i giorni di apertura e adesso chiudono». La rabbia monta cliente dopo cliente. «Prendo la minima di pensione e adesso dovrò pagare qualcuno perché mi accompagni a ritirare i soldi da un’altra parte», ringhia un’anziana signora 90enne. I clienti mostrano ricevute e fotocopie di assegni circolari: pare che in un solo giorno, dall’ufficio postale di Gorzone siano stati prelevati contanti e assegni per oltre 150mila euro. Suppergiù il 15% della liquidità parcheggiata sui 60 conti correnti e sui 300 libretti postali aperti negli ultimi anni. Capitale che, ovviamente, non comprende il valore dei buoni fruttiferi postali.
L’emorraggia dei contanti non si arresta e, intanto, alcune banche di Darfo si sono già mosse per aprire a Gorzone un loro mini sportello. È la finanza, bellezza...

COSTANZO: «È ndisagio davvero pesante, soprattutto per noi pensionati. Per chi non ha la patente è un bel problema»
ELISABETTA: «Prima ci hanno venduto i loro prodotti e adesso scappano e chiudono l’ufficio. Non è un modo corretto di agire»
CATERINA: «Sono anziana, ma sono pronta a venire qui e aoccupare l’ufficio con gli altri clienti per impedire che venga chiuso»

Sergio Gabossi

 

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