LA STAMPA DI OTTOBRE 2015

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Giornale di Brescia, 28 ottobre 2015
Poste, un debutto in calo: -0,74% Ma Caio: «Investimento solido»
L’a.d.: «Lo sbarco in Borsa è un passaggio storico» Il Tesoro ha incassato ieri 3,4 miliardi di euro

ROMA. Boom di scambi ma chiusura sotto il prezzo di collocamento per il debutto a Piazza Affari di Poste Italiane. Il titolo ha deluso le aspettative legate ai primi riscontri sul mercato (+9,26% in asta di pre apertura,+ 2,23% ad avvio contrattazioni) ed in linea con una giornata debole per le piazze europee (-1,15% l’Ftse-Mib a Milano) ha toccato il picco negativo a pochi minuti dalla chiusura delle contrattazioni a 6,65 euro (-1,4%) per poi recuperare negli ultimissimi scambi segnando l’ultimo prezzo a 6,7euro (-0,74%). Fitti gli scambi, con il passaggio di mano sul mercato di più dell’8% del capitale. L’a.d Francesco Caio, che ha sottolineato lo sbarco in Borsa parlando di «passaggio storico», a fine giornata non è per nulla deluso: «Seguiamo l'indice, molto bene», commenta; per l’andamento in Borsa il numero uno del gruppo postale prevede un «passo del montanaro»: guardando allungo periodo «è un investimento solido».

Analisti. Un commento in linea con le valutazioni degli analisti che rilevano l’assenza della componente speculativa per un titolo che si presenta più da cassettisti. Poste arriva a Piazza Affari anche per «promuovere un azionariato diffuso, aiutare famiglie e piccoli risparmiatori a investire in Borsa» sottolinea l’amministratore delegato ricordandogli incentivi della politica dei dividendi (che garantirà per due esercizi «un rendimento che secondo le prime indicazioni degli analisti sarà tra il 4 ed il 5%») e del premio fedeltà (una bonus share del 5%, un’azione gratuita ogni venti perchi le manterrà in portafoglio per 12 mesi dal collocamento). Nessuno degli investitori ha in portafoglio una quota sopra il 2%, ha confermato il direttore finanziario Luigi Ferraris.

I fondi. Buona la risposta dei fondi stranieri: le azioni sono state collocate «per l’80% all’estero», indica Caio: gli investitori istituzionali stranieri hanno fatto «una scommessa», puntato su un «investimento» che dimostra «un forte interesse verso il nostro Paese». Con il primo collocamento sul mercato il Tesoro ha incassato ieri circa 3,4 miliardi.

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CORRIERE DELLA SERA  - Martedì 27 Ottobre, 2015

Poste, il sorteggio per le azioni ai «piccoli»
L’offerta al pubblico ha coperto solo metà della domanda. Oggi il debutto

A Piazza Affari è partita questa mattina la quotazione di Poste. Un evento incorniciato da una domanda pari a 3,3 volte l’offerta complessiva. È un test di mercato importante che rivelerà se il prezzo dell’Ipo, pari a 6,75 euro, è corretto. E se la fame lasciata agli investitori rimasti insoddisfatti, oppure assegnatari di una quota inferiore a quella richiesta, rappresenta il giusto appetito che sosterrà la crescita del valore in Borsa, senza strappi. Intanto, ieri l’azienda ha comunicato che la capitalizzazione di Borsa è di circa 8,816 miliardi sulla base del prezzo di offerta. Sono pervenute richieste per 1.530.154.215 azioni, pari a circa tre volte i titoli assegnati (498,3 milioni). In particolare, nell’ambito del collocamento istituzionale ci sono state richieste per 1.143.046.165 azioni da parte di 359 investitori, pari a 3,2 volte l’offerta: 362,4 milioni di azioni sono state assegnate a 54 investitori qualificati in Italia e 168 istituzionali esteri che hanno fatto la parte del leone. Secondo le banche collocatrici — Banca Imi, Bofa Merrill Lynch, Mediobanca e Unicredit — il titolo della matricola Poste non dovrebbe registrare scossoni all’avvio di seduta, proprio a causa della massiccia domanda non soddisfatta di titoli da parte degli investitori-fondi sovrani, pension fund e asset manager. Che potrebbero decidere di comprare non appena Caio, la presidente Luisa Todini e il ceo di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi avranno finito il discorso di rito e saranno scattate le negoziazioni.
La richiesta dei piccoli risparmiatori, cui è destinato il 30% dell’offerta globale, è invece stata soddisfatta a metà. Sono stati assegnati 135,9 milioni di titoli (contro i 362,4 milioni richiesti) a 179.004 persone, tra retail e dipendenti, sulle 303.536 che avevano prenotato quote. Poste e il consorzio di banche hanno infatti deciso di non procedere al riparto (seppure previsto nel prospetto) dei lotti minimi (500 azioni). Bensì di utilizzare il sorteggio. Il criterio non è una prima assoluta. Fu applicato anche nelle varie fasi di privatizzazione dell’Enel. Il meccanismo dovrebbe servire a dare stabilità al titolo sul lungo periodo.
Daniela Polizzi

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Brescia Oggi - sabato 24 ottobre 2015 NAZIONALE, pagina 3
PRIVATIZZAZIONI. Al Tesoro 3.364 milioni
Poste, successo del collocamento Ora Enav, poi Fs
Il prezzo iniziale fissato a 6,75 euro Il ricavato andrà a ridurre il debito
ROMA Poste Italiane sbarca in Borsa a 6,75 euro per azione, per una capitalizzazione della società che supera gli 8,8 miliardi di euro. Il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha illustrato ieri «la quotazione più importante dell'anno in Europa», che porterà nelle casse dello Stato fino a quasi 3,4 miliardi di euro mettendo sul mercato fino al 38,2% della società. «L'operazione Poste e quella Ferrari mostrano che c'è una grande voglia di Italia nel mondo», ha sottolineato il primo ministro, Matteo Renzi, da Santiago del Cile, facendo «i complimenti al ministro Padoan, alla presidente Todini e all'ad delle Poste Caio» per la «straordinaria operazione». Il prezzo è stato fissato a metà della forchetta individuata, tra 6 e 7,5 euro per azione. Il che significa che la capitalizzazione della società, da martedì prossimo negoziata a Piazza Affari, supera gli 8,8 miliardi, arrivando a 8.816 milioni. La risposta dei mercati è stata molto positiva, con una richiesta pari a 3,3 volte l'offerta globale. Le azioni in palio erano in totale 453 milioni: ai risparmiatori e ai dipendenti è stato riservato il 30%, vale a dire circa 136 milioni in lotti da minimo 500 l'uno, per un prezzo di ogni pacchetto pari a 3.375 euro. I dipendenti, invece, potevano sottoscrivere anche lotti più piccoli, compresi tra 50 e 500 azioni e godranno di un trattamento di favore nella distribuzione della bonus share, con un titolo in regalo ogni 10 posseduti, se conservati per 12 mesi (per gli altri, uno su 20). I richiedenti del grande pubblico sono stati circa 300mila: l'ipotesi di un sorteggio da parte delle banche non è esclusa. L'assegno per il Tesoro salirà alla fine dagli attuali 3.058 a 3.364 milioni di euro, tutti destinati, come previsto, «alla riduzione del debito». Di «bel lavoro» ha parlato l'ad di Poste Francesco Caio, convinto che il prezzo individuato sia giusto perché «il prezzo lo fa il mercato, siamo molto contenti». Poste in Borsa dovrebbe farsi forte di soci che vanno da George Soros ai fondi cinesi e del Kuwait: un interesse che potrebbe portare alla cessione di altre tranche. ALTRI COLLOCAMENTI. Dopo il successo dell'Ipo di Poste, il piano di privatizzazioni del Governo proseguirà con Enav e Fs. Padoan sottolinea che «le privatizzazioni rimangono una parte importante dell'azione del governo». La quotazione del gruppo Fs dovrebbe andare a segno per la fine del 2016, quotando il 40% del capitale. Ma prima, entro metà 2016, tocca a Enav, l'Ente Nazionale di Assistenza al Volo. L'incasso atteso è di 1,8 miliardi, destinati sempre a ridurre il debito. Più lungo il percorso peril gruppo Fs. Si sta procedendo con la privatizzazione di Grandi Stazioni (60% di Fs, 40% di Eurostazioni ovvero gruppi Benetton, Pirelli, Caltagirone e le ferrovie francesi Sncf) dall'altro con la cessione a Terna dei novemila chilometri di rete elettrica di Fs.

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Giornale di Brescia, 24 ottobre 2015
Poste, le azioni in Borsa al prezzo di 6,75 euro
Allo Stato 3,4 mld La capitalizzazionedella società superacosì gli 8,8 miliardiSoddisfatto il Tesoro
ROMA. Poste Italiane sbarca in Borsa a 6,75 euro per azione, per una capitalizzazione della società che supera gli 8,8 miliardi di euro. In una conferenza stampa al Tesoro, con un certo orgoglio il ministro Padoan ha illustrato le caratteristiche di quella che viene definita «la quotazione più importante dell’anno in Europa», che porterà nelle casse dello Stato fino a quasi 3,4 miliardi di euro mettendo sul mercato fino al 38,2% della società. Come già anticipato da notizie circolate alla vigilia, il prezzo è stato fissato a metà della forchetta individuata, tra 6 e 7,5 euro per azione. Il che significa che la capitalizzazione della società, su cui le negoziazioni partiranno martedì prossimo a Piazza Affari, supera gli 8,8 miliardi, arrivando a 8.816 milioni. La risposta dei mercati è stata positiva, con una richiesta complessiva pari a 3,3 volte l’offerta. Le azioni in palio erano infatti in totale 453 milioni: ai risparmiatori e ai dipendenti è stato riservato il 30%, vale a dire circa 136 milioni in lotti da minimo 500 l’uno, per un prezzo totale di ogni pacchetto pari a 3.375 euro.

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Brescia Oggi - giovedì 15 ottobre 2015 ECONOMIA, pagina 26
PRIVATIZZAZIONE. Già vendute tutte le azioni
Boom di richieste per l'offerta di Poste italiane
Collocata anche la quota del pool di banche del consorzio di garanzia
MILANO Boom di richieste per l'offerta per la quotazione in Borsa di Poste italiane. Al terzo giorno del road-show, a quanto si apprende, la domanda ha già coperto l'intero 38,2% del capitale messo in vendita dal Tesoro, inclusa la greenshoe, ovvero quella quota di azioni oggetto dell'opzione concessa dal ministero dell'Economia alle banche del consorzio. In altre parole ha già fatto il tutto esaurito sia la parte dell'offerta riservata al pubblico indistinto (30%) sia quella per gli investitori istituzionali (70%). Ad oggi quindi, suggeriscono le stesse fonti, il prezzo dell'azione potrebbe essere fissato sopra i valori minimi della forchetta indicativa compresa tra 6 e 7,5 euro, che corrispondono a un incasso in favore dello Stato che varia dai 2,7 ai 3,7 miliardi di euro.Non a caso intorno al pool delle banche che sta curando l'operazione - Mediobanca, Banca Imi e Unicredit - emerge ottimismo. Appare comunque presto per ipotizzare una chiusura anticipata. Le richieste continuano ad arrivare e i conti si faranno entro domani.Cauta, la presidente di Poste spa, Luisa Todini. Senza entrare nel merito dell'operazione, ha sottolineato che «l'ingresso in Borsa sarà un ulteriore servizio per i cittadini». Poste, ha ricordato, «ha oltre 150 anni di storia e si racconta con la storia. Ora ne scriviamo un altro pezzo». Il debutto in Piazza Affari rappresenta inoltre «un'operazione che racconta il futuro. Questo è un pezzo d'Italia e chi avrà in mano le azioni di Poste sarà protagonista dell'Italia. Ogni giorno attraverso le nostre operazioni i clienti, oltre 33 milioni, dimostrano di credere in Poste».Intanto, chi si aspetta ricadute positive per il mercato delle quotazioni in Italia è Raffaele Jerusalmi amministratore delegato di Borsa italiana. L'approdo di Poste, ha dichiarato, «avrà sicuramente un effetto traino per il 2016-2017. È un segnale molto importante e di cambiamento a livello Paese».In giornata sono arrivati gli annunci di due Ipo prossime offerte pubbliche iniziali. La prima è quella dell'agenzia per il lavoro Openjobmetis che ha perfezionato i passaggi formali con Borsa Italiana (domanda d'ammissione) e Consob (richiesta di pubblicazione della nota informativa). La seconda, è la popolare Veneto Banca, che nell'ambito del piano industriale al 2020 ha annunciato che si quoterà in Borsa a gennaio, subito dopo la trasformazione in Spa. Un altro istituto bancario, chiamato a diventare società per azioni e a quotarsi, ad aprile, è la Popolare di Vicenza.

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CORRIERE DELLA SERA Martedì 13 Ottobre, 2015
La svolta delle Poste : «Con noi si quota l’Italia»
Al via la vendita delle azioni a pubblico e investitori, sul mercato il 38%. Debutto in Borsa il 27 ottobre Caio: è l’operazione più grande in Europa. Confermiamo 8 mila assunzioni. Todini: bene i dipendenti-soci
MILANO È partito ieri il collocamento, in offerta pubblica di vendita, delle azioni di Poste Italiane, che si prepara al debutto in Borsa il 27 ottobre: la «più grande privatizzazione dell’Italia dopo oltre un decennio», ha ricordato il Financial Times . Una svolta. Per il governo è il banco di prova sulla tenuta del Paese, scrive il quotidiano della City. «Se credete nell’Italia, dovete credere anche in Poste», ha detto ieri Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica di Matteo Renzi, alla presentazione in Piazza Affari. Con lui, sul palco, l’amministratore delegato di Poste Francesco Caio, la presidente Luisa Todini e il direttore finanziario Luigi Ferraris. Nel parterre, il direttore delle Partecipazioni del Tesoro, Francesco Parlato. «Quella che decenni fa era l’azienda conservatrice più corporativa e succube della politica, risponderà agli azionisti e al mercato», ha scritto su Facebook il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L’obiettivo è replicare i casi Eni ed Enel.
Per il Tesoro, azionista al 100%, è una «privatizzazione storica » e «la più grande dell’anno in Europa». Quotandosi su Piazza Affari, del resto, Poste (assistita da Rothschild e Clifford Chance) debutta in certo modo anche sul mercato internazionale, visto che Borsa Italiana fa parte del London Stock Exchange Group. «Ci presenteremo sul mercato come una grande utility , che anziché luce distribuisce servizi ai cittadini — ha detto Caio —. Una società infrastrutturale con base di clienti ampia e stabile e un piano industriale che punta a una significativa crescita degli utili».
Due numeri: nel 2000 i ricavi erano di 7,1 miliardi, dei quali il 61% da prodotti postali; l’anno scorso di 28,5, col settore postale al 14%. Il manager ha confermato che il gruppo assumerà 8 mila persone. Da ieri, dunque, i titoli delle Poste si possono sottoscrivere in banca a un lotto minimo (elevato) di 500 azioni per un prezzo compreso fra i 6 e i 7,5 euro: occorrono dunque tra i 3 mila e i 3.750 euro per avere una fetta del gruppo. Ai risparmiatori andrà il 30% dell’offerta, ma può salire; fra gli investitori istituzionali sarebbero interessati i fondi sovrani. Mettere sul mercato fino al 38,2% del gruppo, significa ricavare fra i tre e i 3,8 miliardi. Un’operazione significativa per l’apertura al mercato di un’azienda dello Stato e per il sottolineato spirito «sociale»: «Teniamo molto a un azionariato diffuso soprattutto fra i dipendenti, leva fisica e intellettuale del cambiamento», dice Todini. Resta il nodo, per il gruppo che ha 2,8 miliardi di crediti col Tesoro, dei possibili aiuti di Stato sul contratto di programma 2015-2019. Verdetto Ue dopo la quotazione. Il collocamento, ha sottolineato Caio «ha una valenza sicuramente finanziaria ed economica ma ha anche una valenza di politica industriale e contribuirà all’ammodernamento del Paese».
Alessandra Puato

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Brescia Oggi - martedì 13 ottobre 2015 ECONOMIA, pagina 28
BORSA. Presentata alla stampa la quotazione, al via il 26 o 27 ottobre al termine del road show
Poste italiane, parte l'Ipo «Scommessa sull'Italia»
Il prezzo delle azioni sarà fissato tra 6 e 7,5 euro. Sul mercato fino al 38,2% del capitale; riservato ai risparmiatori il 30% dell'offerta
MILANOChi investirà nella quotazione di Poste Italiane, la più grande Ipo europea del 2015, non farà una scommessa solo sul gruppo guidato da Francesco Caio. Scommetterà anche sull'Italia e sulle sue capacità di riformarsi, completando la trasformazione di una delle aziende simbolo delle inefficienze e del clientelismo dello Stato-imprenditore in un gruppo appetibile per il mercato e gli investitori. Il doppio filo che lega Poste al rilancio del Paese e alle riforme del governo Renzi, è stato sottolineato a più riprese dai vertici di Poste e dal Tesoro nella conferenza stampa di presentazione della quotazione. L'Ipo «contribuirà all'ammodernamento del Paese», ha detto Caio, parlando di un'operazione non solo necessaria per garantire la «sostenibilità a lungo termine» del gruppo ma in grado di mettere Poste e l'Italia «al centro del mondo e dell'attenzione degli investitori», offrendo «l'opportunità di investire in un'azienda che cambia in un Paese che cambia e cresce». Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef, ha definito la privatizzazione «storica», auspicando la nascita di un «campione nazionale» come è stato con Enel ed Eni. «Va in borsa una grande azienda che rappresenta l'Italia» e «se credete nella ripresa italiana, in questa ripresa che vediamo accelerare, dovete credere anche in Poste». D'altra parte è stato lo stesso Financial Times a riconoscere che l'Ipo rappresenta un banco di prova per la «reputazione» del governo italiano. L'approdo in borsa, ha detto Caio, avverrà «il 26 o il 27 ottobre» al termine del road-show partito ieri a Milano con analisti e investitori, e che si concluderà il 22 ottobre dopo aver toccato Londra, Francoforte, Parigi e New York. Il 30% dell'offerta è riservato ai risparmiatori. Il prezzo delle azioni verrà fissato in un range compreso tra 6 e 7,5 euro. Sul mercato andrà fino al 38,2% del capitale, con un incasso massimo di 3,7 miliardi per il Tesoro. Caio ha confermato le ottomila assunzioni promesse entro il 2020 e ha dato appuntamento tra due anni per un check-up alla generosa politica di dividendi (pay-out dell'80%): se non si troveranno «idee per investire a ritorni molto elevati distribuiremo dividendi».

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Giornale di Brescia, 13 ottobre 2015
«Investire in Poste è scommettere sul nostro Paese e sulla ripresa»
In Borsa il 26 o 27 ottobre Secondo il FT, con l’Ipo sarà in gioco anche la reputazione del governo
MILANO. Chi investirà nella quotazione di Poste Italiane, la più grande Ipo europea del 2015, non farà una scommessa
solo sul gruppo guidato da Francesco Caio. Scommetterà anche sull’Italia e sulle sue capacità di riformarsi, completando
la trasformazione di una  delle aziende simbolo delle inefficienze e del clientelismo dello Stato-imprenditore in un gruppo appetibile per il mercato e gli investitori.
La presentazione. Il doppio filo che lega Poste al rilancio del Paese e alle riforme del governo Renzi è stato sottolineato a più riprese dai vertici di Poste e dal Tesoro nella conferenza stampa di presentazione della quotazione. L’Ipo «contribuirà all’ammodernamento del Paese», ha detto Caio, parlando di un’operazione non solo necessaria per garantire la «sostenibilità a lungo termine» del gruppo ma in grado di mettere Poste e l’Italia «al centro del mondo e dell’attenzione degli investitori», offrendo «l’opportunità di investire in un’azienda che cambia in un Paese che cambia e cresce». Fabrizio Pagani, capo segreteria tecnica del Mef, ha definito la privatizzazione «storica: se credete nella ripresa italiana - ha detto -, in questa ripresa che vediamo accelerare, dovete credere anche in Poste».
Banco di prova. D’altra parte è stato lo stesso Financial Times a riconoscere che l’Ipo rappresenta un banco di prova per la «reputazione» del governo italiano, dopo che sabato Matteo Renzi ha esultato per il fatto che le Poste, per «60anni» luogo delle «schifezze dei politici», ora andranno «sul mercato». L’approdo in Borsa, ha detto Caio, avverrà «il 26 o il 27 ottobre» al termine del road-show partito ieri a Milano, con l’incontro di analisti e investitori italiani, e che si concluderà il 22 ottobre dopo aver toccato Londra, Francoforte, Parigi e New York.Il 30% dell’offerta è riservato ai risparmiatori, che dovranno leggersi attentamente le 85 pagine del prospetto dedicate ai fattori di rischio di un’azienda certamente complessa. Il prezzo delle azioni verrà fissato tra 6 e 7,5 euro. Sul mercato andrà fino al 38,2% del capitale, con un incasso massimo di 3,7 miliardi per il Tesoro.

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CORRIERE DELLA SERA sabato 10 ottobre 2015

Poste, l’offerta parte da lunedì Prezzo tra 6 e 7,5 euro per azione
Sul mercato il 34,7% . Dividendo non inferiore all’80% dell’utile. Al Tesoro tra 2,7-3,4 miliardi
ROMA Lunedì inizia la privatizzazione di Poste Italiane dopo che ieri la Consob ha approvato il prospetto informativo per la quotazione a Piazza Affari: la forchetta di prezzo delle azioni collocate sul mercato oscilla tra i 6 e i 7,50 euro. L’offerta è rivolta ai risparmiatori italiani, ai dipendenti del gruppo e a investitori nazionali e internazionali da parte del ministero dell’Economia. Il totale di azioni ordinarie in vendita è di 453 milioni, corrispondente al 34,7% del capitale sociale della società, ma questo tetto può salire a 498,3 milioni in caso di esercizio integrale dell’opzione greenshoe (le azioni cedute dal ministero allora potranno raggiungere il 38,2% del capitale della società). Considerando il numero di azioni offerte e la forchetta del prezzo, il Tesoro cederà azioni per un valore indicativo tra i 2,7 e i 3,4 miliardi.
Molto interessante la politica dei dividendi decisa dal Consiglio di amministrazione di Poste il 7 ottobre e resa nota ieri: all’assemblea degli azionisti verrà proposta una percentuale non inferiore all’80% dell’utile netto consolidato per gli esercizi 2015 (distribuibile il prossimo anno) e 2016 (distribuibile nel 2017). Quindi rendimenti molto alti rispetto a quello che offre attualmente il mercato. Rothschild agisce da advisor finanziario di Poste.
L’offerta rivolta al pubblico indistinto e il collocamento istituzionale avranno inizio il 12 ottobre e termineranno il 22 ottobre (un giorno prima terminerà l’offerta pubblica riservata ai dipendenti di Poste). L’avvio delle negoziazioni in Borsa è previsto per il 27 ottobre. L’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico della società è compreso tra un minimo non vincolante di 7 miliardi e 837 milioni e un massimo vincolante per la sola offerta pubblica di 9 miliardi e 796 milioni. Il 30% dell’offerta sarà destinata al mercato retail (risparmiatori e dipendenti di Poste) e il restante 70% per investitori istituzionali. A ciascun dipendente saranno garantiti due lotti minimi, corrispondenti complessivamente a 100 azioni. Inoltre sono riservate ai dipendenti di Poste 14,9 milioni di azioni (circa 3,3% offerta totale).
Il ministero dell’Economia, dopo avere ricordato che si tratta della prima quotazione (Ipo) di una società controllata direttamente dal Tesoro, definisce l’operazione «fondamentale nell’ambito del programma di privatizzazioni». Obiettivo è «rafforzare la società, rendere più efficienti i servizi resi ai cittadini, potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziarie da destinare alla riduzione del debito — spiegano dal dicastero in via XX Settembre —. La quotazione di Poste Italiane rientra nella stagione di riforme che il governo sta attuando e rappresenta un ulteriore segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto». Questo modello di privatizzazione «assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e stabile — aggiungono dal Mef — anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo e innovazione digitale che l’azienda ha avviato». Per l’agenzia di rating Fitch questo «non cambierà la valutazione sulla società («BBB+» con outlook stabile - stesso giudizio dell’Italia ndr ) perché non ridurrà il sostegno del governo al gruppo». Sulla privatizzazione Anna Maria Furlan, segretaria nazionale della Cisl (sindacato con più iscritti in Poste), non fa barricate, ma chiede «un azionariato collettivo e la partecipazione dei lavoratori alla governance ».
Francesco Di Frischia

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BresciaOggi - sabato 10 ottobre 2015 ECONOMIA, pagina 33
VERSO LA BORSA. Prevista forchetta tra 6 e 7,5 euro ad azione . Tranche riservata ai dipendenti
Poste, ok della Consob  Al via Ipo da 3,7 miliardi
Lunedì il lancio del collocamento delle azioni, dal 27 ottobre avvio delle contrattazioni Sul mercato andrà quasi il 35%
ROMA Il lancio del collocamento di azioni di Poste Italiane sarà lunedì prossimo, con l'obiettivo (se non ci sarà una chiusura anticipata o una proroga del periodo di offerta) dell'avvio delle contrattazioni a Piazza Affari da martedì 27 ottobre. Arriva così in BOrsa un colosso da 142mila dipendenti, 13mila uffici postali e 50 milioni di operazioni al giorno. Il Tesoro centra così, e nei tempi previsti, un obiettivo che «rientra nella stagione di riforme che il Governo sta attuando e rappresenta un ulteriore segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto». I CONTI. È prevista una tranche riservata ai dipendenti, c'è l'incentivo di una bonus share ad un anno, e quello di una generosa politica dei dividendi. Sul mercato andrà fino ad un massimo del 34,7% del capitale che salirà al 38,2% (498,3 milioni di azioni) se il Tesoro eserciterà integralmente l'opzione greenshoe prevista. La valorizzazione del capitale della società è stata fissata tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi ed un massimo vincolante solo per l'offerta pubblica (e non per il collocamento istituzionale) di 9,796 miliardi: la forchetta prevista è quindi tra 6 e 7,5 euro per azione. Se ne deduce indicativamente un valore dell'operazione tra 2,7 e 3,7 miliardi. IL TESORO. Arrivato l'ultimo via libera di Consob con il sì al prospetto informativo, e confermate le indiscrezioni degli ultimi giorni, il Tesoro realizzerà così «il collocamento che rappresenta dopo 16 anni la prima quotazione di una società direttamente controllata»: il Ministero dell'economia lo indica «con soddisfazione» sottolineando che «si tratta di una operazione fondamentale del programma di privatizzazioni del Governo» con l'obiettivo sia di «rafforzare la società» sia di «potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziare da destinare alla riduzione del debito». Della quota di azioni che andrà sul mercato il 70% è riservato a investitori istituzionali. Il restante 30% è per il mercato retail (per i lotti sono previste tre diverse opzioni: il lotto minimo da 500 azioni, un intermedio da 2mila azioni, un maggiorato da 5mila azioni), compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti (ad ognuno saranno garantiti due lotti da 50 azioni l'uno, e per l'acquisto potranno richiedere l'utilizzo del Tfr). Poste premierà la «fedeltà» di chi acquisterà azioni al collocamento e le terrà in portafoglio per almeno un anno: è prevista una bonus share del 5% (con l'assegnazione di una azione gratuita ogni venti) che salirà al 10% (una azione gratuita ogni 10) per le azioni dei lotti riservati ai dipendenti. IL CDA. Ad incentivare ulteriormente gli investitori concorre la politica dei dividendi fissata dal cda del gruppo guidato dall'amministratore delegato Francesco Caio: il consiglio di amministrazione ha deciso che proporrà all'assemblea degli azionisti, alla chiusura degli esercizi 2015 e 2016, «la distribuzione di una percentuale non inferiore all'80% dell'utile netto consolidato di periodo di pertinenza del gruppo». Il collocamento, salvo proroghe o chiusure anticipate, si chiuderà il 22 ottobre (il giorno prima per la tranche riservata ai dipendenti). Il modello di privatizzazione definito, garantisce il Tesoro, «assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e la stabilità dell'assetto azionario, anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo e innovazione digitale che l'Azienda ha avviato».

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Giornale di Brescia, 10 ottobre 2015
Poste Italiane in Borsa, per il Tesoro incasso vicino ai 3 miliardi
Il lancio lunedì La quotazione il 27 Prevista una tranche riservata ai dipendenti
ROMA. Il lancio del colloca-mento di azioni di Poste Italiane sarà lunedì prossimo, con l'obiettivo (se non ci sarà una chiusura anticipata o una proroga del periodo di offerta) dell' avvio delle contrattazioni a Piazza Affari da martedì 27 ot-tobre.
Il Tesoro centra così, e nei tempi previsti, un obiettivo che «rientra nella stagione di riforme che il Governo sta at-tuando e rappresenta un segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto».
Le azioni ai dipendenti. È prevista una tranche riservata ai dipendenti, c'è l'incentivo di una bonus share ad un anno, e quello di una generosa politica dei dividendi. Sul mercato andrà fino ad un massimo del 34,7% del capitale che salirà al 38,2% (498,3 milioni di azioni) se il Tesoro eserciterà integralmente l'opzione greenshoe prevista. La valorizzazione del capitale della società è stata fis-sata tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi ed un massimo vincolante solo per l'offerta pubblica (e non per il collocamento istituzionale) di 9,796 miliardi: la forchetta prevista è quindi tra 6 e 7,5 euro per azione.
L'operazione. Se ne deduce indicativamente un valore dell' operazione tra 2,7 e 3,7 miliar-di. Arrivato l'ultimo via libera di Consob con il sì al prospetto informativo, e confermate le indiscrezioni degli ultimi giorni, il Tesoro realizzerà così «il col-locamento che rappresenta dopo 16 anni la prima quotazione di una società direttamente controllata»: il Ministero dell' Economia lo indica«con soddi-sfazione» sottolineando che «si tratta di una operazione fondamentale del programma di pri-vatizzazioni del Governo» con l'obiettivo sia di «rafforzare la società» sia di «potenziare il mer-cato dei capitali e reperire risor-se finanziare da destinare alla riduzione del debito». Della quota di azioni che andrà sul mercato il70% è riservato a investitori istituzionali. Il restante 30% è per il mercato retail (per i lotti sono previste tre diverse opzioni: il lotto minimo da 500 azioni, un intermedio da 2mila azioni, un maggiorato da5mila azioni), compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti. Poste premierà la «fedeltà» di chi acquisterà azioni al collocamento e le ter-rà in portafoglio per almeno un anno.