LA STAMPA DI OTTOBRE 2016

 

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Giornale di Brescia, 28 ottobre 2016IN POSTA
Pacco mal sigillato Trattato malissimo da un'impiegata

Ufficio postale di Gussago: devo spedire un pacco. Non è perfettamente sigillato e vengo aspramente redarguita dall'impiegata che a male parole e con tono sgradevole mi caccia via: «Lei adesso se ne torna a casa, mette bene lo scotch e poi torna».
Chiedo di avere del nastro adesivo, avendo visto che allo sportello accanto un altro impiegato sta provvedendo a sigillare un pacco portato da un altro utente: con spocchia l'impiegata si rifiuta ripetutamente alle mie obiezioni. Io, estenuata da una lunga giornata lavorativa e con mio figlio piccolo stanco dopo che a sua volta è stato otto ore a scuola, non ho la prontezza di spirito di far valere le mie ragioni o esigere l'intervento di un superiore, raccatto il mio pacco e me ne vado avendo perso inutilmente tempo e dovendo quindi trovare un altro momento per tornare, cosa non facile visto che lavoro a tempo pieno.
Lavoro in un ente pubblico quindi so bene quanto sia estenuante avere tutto il giorno a che fare con l'utenza, ma essere di fatto illicenziabili non ci autorizza a trattare male, con estrema maleducazione rifiutandosi come in questo caso di fornire un servizio, chi si rivolge agli sportelli per avere un servizio che noi abbiamo il dovere di offrire: per quanto il nostro lavoro ci possa fare schifo, siamo dei privilegiati in un momento come questo e a maggior ragione dobbiamo svolgere in modo adeguato sotto ogni profilo le nostre mansioni, senza contare che il rispetto è un atto dovuto sempre e comunque.
Non faccio di tutta l'erba un fascio perché nel medesimo ufficio ci sono operatori competenti, disponibili e cordiali, ma ciò non toglie che abbiano colleghi estremamente indisponenti e villani e palesemente insofferenti del lavoro che hanno la fortuna di avere.

Lettera firmata

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Brescia Oggi - giovedì 27 ottobre 2016 CRONACA, pagina 13

SOLIDARIETÀ. Iniziative di Poste Italiane
Un folder filatelico per le popolazioni colpite dal sisma
Il francobollo dedicato al museo di Santa Giulia con quello che ricorda la «sagra dell'amatriciana»

Anche Poste Italiane corre in soccorso delle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto e lo fa lanciando diverse iniziative illustrate ieri nella sede principale di piazza Vittoria alla presenza del sindaco Emilio Del Bono. «Dopo pochissime ore dal sisma Poste Italiane si è attivata attraverso una raccolta fondi in collaborazione con la Croce Rossa Italiana; con la donazione di un'ora di lavoro degli oltre 130 mila dipendenti; con ricariche telefoniche gratuite ai clienti PosteMobile e con la sospensione delle rate dei mutui a tutte le persone colpite dal terremoto», ha detto Maria Carla Brunori, direttrice della Filiale di Brescia 1.IL NUOVO progetto lanciato ieri prevede la vendita di un folder filatelico con un francobollo da 0,60 euro, emesso nel 2008 e dedicato alla «Sagra dell'Amatriciana», che sarà abbinato al francobollo dedicato al Museo di Santa Giulia emesso nel 2002. «La filiale centrale di Brescia è stata scelta tra 20 uffici e 7 filatelie del paese e insieme a quella di Milano è l'unica nella regione», ha spiegato Antonella Foschetti, referente regionale dell'ufficio filatelia. «La nostra città è stata scelta perché è sempre in prima linea e ha risposto con un corale coinvolgimento attraverso raccolte fondi, spedizioni di aiuti umanitari e iniziative a favore delle zone terremotate», ha specificato Emilio Del Bono elogiando la scelta di Poste Italiane di introdurre nel folder il francobollo stampato per il Museo Santa Giulia patrimonio dell'Unesco. «In una sola iniziativa vengono unite due caratteristiche di Brescia: la predisposizione alla solidarietà e la bellezza del patrimonio culturale», ha aggiunto il sindaco. Per la sede di Brescia sono stati messi a disposizione 200 folder, in vendita a 9 euro l'uno ed il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
MAR.GIAN.

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Brescia Oggi - martedì 25 ottobre 2016 PROVINCIA, pagina 23

ISEO. Le indagini partite nella Bergamasca
Maxi frode fiscale tra fatture false e super prelievi
Al vertice dell'organizzazione un bresciano residente a Iseo

«Buongiorno, sono qui per un prelievo. Quanto? 500mila euro». La richiesta era quantomeno anomala, ma veniva esaudita. In questo modo si aggiungeva un tassello all'attività che, secondo la Guardia di Finanza, ha portato ad evadere imposte per oltre 80 milioni di euro. Le persone complessivamente denunciate sono in tutto sedici e al vertice dell'organizzazione, sempre secondo le indagini, ci sarebbe un bresciano di 45 anni residente a Iseo. Un imprenditore, come tutti coloro che sono rimasti coinvolti, denunciato in stato di libertà e specializzato nel commercio dei metalli non ferrosi e ferrosi. Brescia, in ogni caso, è toccata anche da altri punti di vista. C'erano alcune delle società cartiere, quelle che si occupavamo di emettere fatture per operazioni inesistenti. L'imprenditore bresciano, tra il 2009 e il 2011 avrebbe frodato al fisco oltre 8 milioni di euro. MA LE FIAMME GIALLE bergamasche hanno anche accertato che le contestazioni di violazioni al trasferimento di denaro contante ammontano circa a 57 milioni di euro e riguardano quattro persone fisiche e una società obbligata in solido. Di tutto ciò ora si sta occupando la procura di Bergamo. All'imprenditore bresciano sono stati inoltre sequestrati beni mobili registrati e immobili per oltre 600 mila euro. Ma è stata anche contestata, a 7 operatori di sportello e a 5 direttori degli uffici postali coinvolti nella movimentazione dei contanti, la violazione degli obblighi di adeguata verifica. Le verifiche fiscali eseguite nei confronti delle società indagate e di alcune aziende clienti hanno quindi portato alla constatazione di ricavi non dichiarati ai fini Ires ed Irap per oltre 80 milioni di euro, Iva dovuta per 10 milioni di euro e costi indeducibili per circa 1,5 milioni di euro.

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Brescia Oggi - mercoledì 12 ottobre 2016 LETTERE, pagina 44

LA POLEMICA
Poste: il premio e i disservizi

Egregio direttore, leggo esterrefatta che fra i premiati uffici di Poste italiane «che hanno raggiunto i migliori risultati nell'offerta di servizi e prodotti postali, finanziari e di comunicazione» figura lo sportello di Desenzano del Garda. Nel mio piccolo avrei pensato che questo ufficio si sarebbe meritato il premio per l'esatto contrario e quindi non posso desistere dallo scrivere per esprimere il mio sdegno. Ma quale sarebbe di grazia la graduatoria dei meriti in base alla quale questo ufficio ha ottenuto un premio? Io, cittadina di Desenzano, che uso spesso la posta, ho smesso da un bel po' di scegliere questo sportello per le mie urgenze, servendomi piuttosto degli uffici di Rivoltella, Centenaro, San Martino e di Castiglione delle Stiviere o Pozzolengo, quando non addirittura altri sportelli della provincia, dove mi capita di trovarmi per altre commissioni. E quando ci vado, mi ritrovo con altri concittadini che disertano la sede di Desenzano per gli stessi motivi miei. Forse che la scarsità di utenti fa salire le classifiche del gradimento? Quando mio malgrado ricevo una notifica di giacenza e devo andarci per forza, mi segno la croce per quello che mi attende, minimo 3 quarti d'ora di attesa senza che ci sia alcuno prima di me, macchine in tilt e impiegati annoiati che non sanno usarle o che chiedono ai colleghi, nonchè al direttore, come si fa questo e quello, giacenze sbagliate che inducono la rincorsa da una scansia a un'altra con il contemporaneo rosario di lamentele sul possibile colpevole. Insomma, la fotografia di un ufficio che eccelle in inerzia e lentezza, senza dimenticare le lunghe chiacchierate con tizio e caio su argomenti che esulano dal lavoro e che sono di interesse dei soli coinvolti, e intanto allungano le attese. Dentro non ci sono quasi mai utenti del posto, quest'anno ho trovato solo utenti stranieri, che sono stati bistrattati perché cercavano nella loro lingua di ottenere qualcosa che non veniva recepito: che dire di un posto di villeggiatura dove le lingue sono un optional seccante? E che dire dei successivi commenti? Lo sanno gli impiegati che tutti gli altri che seguono il malcapitato sentono e vedono? Oltre la linea gialla che dovrebbe segnare una specie di barriera per la privacy si ha invece una panoramica desolante della situazione che riesce chiara a tutti, volenti e nolenti, altro che privacy, maleducazione, supponenza e ignoranza dei più elementari principi di educazione civica. Basta? No, questo si aggiunge ai difetti ormai noti: il parcheggio inesistente, anzi come se non bastasse sono stati aggiunti i birilli per impedire la sosta selvaggia delle auto. Questo scoraggia gli utenti che non si vede come possano scegliere Desenzano per le loro spedizioni; la road map per ottenere la posta che arriva quando non siamo in casa, doppio avviso, da ritirare dal giorno dopo, ma non prima delle ore 10,30 e con documento, del delegante e del delegato, sono questi i risultati della «buona posta»? E poi, il postino che viene quando gli pare, perfino al sabato, una volta non veniva affatto, ora viene solo in un giorno, quale sia, indovina indovinello, se la posta c'è, è venuto, se no verrà.... Vorrei sapere, come si fa a dare un premio di redditività senza avere mai consultato gli utenti? Un questionario di soddisfazione non l'abbiamo mai visto nè compilato, sarebbe il primo passo per migliorare un servizio, che è prima per i cittadini e poi per i dirigenti, o no?
Giovanna Ragusini