LA STAMPA DI MARZO 2012

Giornale di Brescia, 31 marzo 2012

INTERROGAZIONI

Dibattito nel segno dell'ambiente e del "caso Poste"

Ambiente, ambiente e ancora ambiente. Con una "postilla postale".
Nello spazio riservato dal Consiglio provinciale a interrogazioni e mozioni, sono tornati d'attualità alcuni temi ambientali di grande respiro, sia per quello che riguarda impianti previsti (centrale a biomasse del Paradello, impianto di trattamento rifiuti speciali Portamb a Mazzano), impianti esistenti "sotto accusa" (Ori Martin a Brescia, sulla quale Arpa effettuerà un monitoraggio relativo alle emissioni acustiche) o emergenza radioattività, emergenza quest'ultima relativa alla falda nella zona sud-est di Brescia. Documenti in qualche caso superati dal tempo (perché, magari depositati oltre un mese fa, ma discussi solo ieri), ma indicativi di una costante attenzione (in questo caso specifico la parte del leone l'ha fatta il Partito democratico) su questo fronte. In particolare, l'interrogazione su Portamb è stata ritirata, rimandando il confronto ad una Commissione ad hoc che sarà convocata a breve. Stesso destino per una mozione sulla razionalizzazione degli uffici postali, azione rispetto alla quale è stato comunque chiesto di attivarsi anche a livello politico, così che si rimetta mano agli interventi che stanno interessando parecchie sedi situate in piccoli centri.

Brescia Oggi - sabato 31 marzo 2012 CRONACA, pagina 12

Riflettori puntati sull´Ori poste, impegno unanime

Ambiente di nuovo sotto i riflettori in Broletto. Oltre all´interrogazione sull´ex cava Piccinelli, che ricalca gli esiti di una recente seduta di commissione, l´aula ha discusso delle emissioni acustiche dell´Ori Martin. L´auspicio dei democratici con Roberto Cammarata è che la Provincia abbia un ruolo più incisivo in materia. "Le ultime indagini fonometriche - ha detto l´assessore Stefano Dotti - sono quelle eseguite da Ori nell´agosto 2011 e già oggetto di una relazione Arpa. La Provincia ha poi chiesto a dicembre ad Arpa ulteriori verifiche, ma alcuni problemi con le strumentazioni hanno bloccato i rilievi la cui ripresa era prevista per questo mese".
Tra le interrogazioni in esame anche quella del Pd sul cantiere al nuovo liceo "Olivieri" di via Tartaglia" Si è appreso che i lavori sono al 62% e il trasloco, d´accordo con i dirigenti, potrebbe essere a giugno 2013. Dibattito infine sul ricorso della Provincia al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che la condannava a sostenere le spese di trasporto e assistenza ad personam per gli studenti disabili. Secondo l´assessore Aristide Peli la competenza spetta ai Comuni; Antonella Montini del Pd ha ribadito che "esiste un decreto legge che assegna il compito al Broletto".
MOZIONI E DELIBERE. La Provincia si impegnerà a chiarire il nodo della riduzione di risorse e orari negli uffici postali bresciani. È stata infatti votata all´unanimità una mozione presentata da Pd e Udc. "I tagli ricadono sugli anziani, per lo più in montagna, in difficoltà per pagare le bollette e riscuotere le pensioni - ha detto l´Udc Roberto Gitti -. Il presidente Molgora si attivi per un confronto con le poste e un protocollo che garantisca l´apertura minima".
Tra le delibere, astensione del Pd invece sul nuovo schema di convenzione con Comune e Audiofonetica per l´assistenza ai minori audiolesi: i democratici chiedevano che fosse stralciata la cifra destinata al capitolo per evitare fosse messo un tetto ai beneficiari. Al momento di votare la sostituzione di alcuni membri della commissione elettoriale Terza di Lonato, composta da componenti della Provincia e della prefettura, il dibattito ha puntato sull´utilità di questi organismi. Critiche da Giampaolo Mantelli (Gruppo Misto) e da Diego Peli (Pd), secondo cui "servono solo per mettere una firma". Pur con il malcontento, alla fine il via libera è stato unanime. NA.DA.

Giornale di Brescia, 29 marzo 2012

POLEMICHE

Poste, riduzioni d'orario per dodici sportelli

Ancora tagli ai servizi degli uffici postali delle valli e della montagna bresciana, quelli più piccoli e "meno operativi".
A partire da lunedì scorso, 26 marzo, altri dodici sportelli hanno ridotto il loro orario di apertura al pubblico, alcuni in modo drastico, passando da sei a tre giorni di lavoro, altri con modifiche meno vistose ma ancora una volta al ribasso, portando l'attività da tre a due mattine. Vittime delle nuove chiusure sono le Poste dei paesi valsabbini di Casto, Lavenone, Preseglie e Forno d'Ono di Pertica Bassa; dei camuni Berzo Demo, Vione, Monno, Cervino e Saviore dell'Adamello; della gardesana Campione del Garda (di Tremosine); della triumplina San Colombano (Collio) e della sebina Zone.
I nuovi tagli al servizio, realizzati senza il contributo delle forze sociali che fino a l'altro ieri avevano ricevuto solo notizie comunicate in via ufficiosa, ha spinto per l'ennesima volta sul piede di guerra le segreterie sindacali bresciane. "Le realtà del territorio hanno caratteristiche diverse tra loro - racconta il segretario di Slp Cisl Giovanni Punzi -, ragione per cui le modifiche andrebbero fatte sempre confrontandosi con chi vive i paesi e ne conosce i bisogni. Invece ancora una volta ci troviamo a subire una linea di condotta a senso unico. Cosa intendo? Che Poste Italiane ha ottenuto il benestare dal Ministero dell'economia per tagliare gli orari degli uffici meno redditizi e da quel momento è partita a testa bassa, senza nemmeno informarci".
Alla base dei continui tagli ci sarebbero però anche carenze di personale, "visto che - come precisa Punzi -, nel 2011 sono stati pensionati circa 100 dipendenti postali e non tutti sono stati sostituiti".

Folzano: la cassetta della posta guasta da più di un anno
In città le cassette della posta sono 160

"Cassetta guasta. Verrà sostituita al più presto". La promessa, plastificata e affissa sulla cassetta postale di Folzano, riporta la firma di Poste Italiane Spa. Un "presto" colpevole però di una certa relatività visto che, al numero 1 di via della Palla, il servizio per l'invio della corrispondenza manca ormai da più di un anno.
Nonostante le continue sollecitazioni dei residenti nessuno ha ancora provveduto alla sistemazione della cassetta. Come nella maggior parte dei casi, ad essere penalizzati dai disagi del servizio pubblico sono soprattutto gli anziani: "Chi fa fatica a muoversi autonomamente come fa? Dobbiamo prendere l'autobus e arrivare fino in centro per imbucare una lettera?", lamenta una signora. Chi non ha la possibilità di raggiungere facilmente la città si rivolge agli uffici postali più vicini di Fornaci, Lamarmora e San Zeno Naviglio.
Una mancanza denunciata anche dalla Consulta di quartiere nel corso dei mesi scorsi ed evidenziata nuovamente con una richiesta scritta spedita al presidente della Circoscrizione Sud Giacomo Lini, invitato a richiamare l'attenzione delle Poste sulla problematica:
"Crediamo che un quartiere di 1.700 abitanti, lontano dalla città, abbia diritto ad una cassetta della posta attiva e funzionante - puntualizza il referente Gianni Bottazzi -. Circa un anno fa ci è stato detto che ne sarebbe stata installata una nuova nella piazza centrale, ma ancora nulla si è mosso". Proposta ripresentata dai rappresentanti della Consulta anche nella lettera recapitata alla circoscrizione di via Micheli. A margine di questo "restano da risolvere i numerosi disservizi alla distribuzione della posta, segnalati da molti cittadini".
Interpellata sulla problematica, Poste Italiane ha voluto comunque rassicurare i cittadini del quartiere:
"Una situazione che era già alla nostra attenzione e che cercheremo di risolvere il prima possibile". Ma per la sostituzione della cassetta fuori servizio "servono le autorizzazioni necessarie e tempi tecnici - spiega l'ufficio stampa della società - ma non abbiamo ancora certezze sulle date precise dell'intervento". Nell'attesa, per imbucare la posta i folzanesi si serviranno delle "buche" rosse più vicine. In città sono 160 le cassette postali collocate per le strade dei diversi quartieri urbani, comprese quelle disponibili nei punti di raccolta dei singoli uffici postali.
Un numero ancora rilevante considerando che nell'era di internet e del digitale gran parte della corrispondenza si avvale delle possibilità offerte dalla rete. Un numero che, ad oggi, non comprende ancora la zona di Folzano.

Giornale di Brescia, 23 marzo 2012

Poste: da lunedì orario ridotto - La Prefettura scende in campo

VALCAMONICA Poste Italiane "segna un gol" nella contrapposizione con i Comuni montani della Valcamonica per la riduzione di orario di alcuni sportelli.
Una rete contestatissima, com'è naturale che sia, che non va giù ai sindaci ed è destinata a prolungare le polemiche degli ultimi mesi.
Con una missiva che non lascia adito a interpretazioni, il direttore di filiale Giuseppe Erario ha comunicato nei giorni scorsi ai primi cittadini di Vione, Monno, Berzo Demo e Cerveno che, da lunedì 26, sarà contratto l'orario di apertura dei loro sportelli postali. La decisione è scaturita "dopo un'attenta analisi dei volumi di traffico", dalla quale è emerso che orari più ridotti risultano comunque "adeguati a soddisfare la richiesta della clientela".
Dopo essersi rivolti a più interlocutori istituzionali, quali la Comunità montana, l'Associazione dei Comuni bresciani, la sede territoriale della Regione, e dopo i confronti con la direzione regionale e provinciale di Poste, ora i sindaci camuni hanno provato ad appellarsi al prefetto, affinché si interessi della questione.
"Il progetto di rimodulare gli orari degli uffici - dicono gli amministratori valligiani - secondo noi ha come obbiettivo finale una definitiva chiusura, che non giova ai territori montani. Si tratta di sportelli che presidiano il territorio ed offrono servizi alla comunità, in molti casi ad anziani, pensionati e nuclei mono parentali spesso non autosufficienti".
Facendo proprie le istanze del "suoi" Comuni, la Prefettura si è attivata da subito, inviando una nota al direttore bresciano di Poste, in cui invita l'azienda a rivedere la pianificazione di razionalizzazione in atto, "con l'auspicio che si possa superare la difficoltà o almeno instaurare con le Amministrazioni strategie condivise d'intervento". Ma è come nel post partita: tante polemiche, tante prese di posizione, ma il gol segnato nessuno lo può cancellare.
Da bravi camuni, e per voce del sindaco di Vione Mauro Testini, i territori montani della Valle però non vogliono rassegnarsi e annunciano nuove prese di posizione. g. moss.

Giornale di Brescia, 17 marzo 2012

Bornato - Irrompe alla Posta con un taglierino, fugge a mani vuote

BORNATO Colpo a vuoto. Con il rapinatore, non proprio determinato, che si risolve a fuggire senza bottino per sfuggire all'intervento dei Carabinieri. È l'ufficio postale di via Vittorio Emanuele il bersaglio del malvivente che entra in azione poco prima delle 13. Un paio di utenti in attesa non rappresentano un ostacolo per il malvivente che piomba dentro con intenzioni del tutto evidenti, ma non trova sponda.
Qualcuno urla, gli chiede cosa voglia anche se nulla è lasciato all'immaginazione. Basta l'accenno di reazione a fare breccia nel malintenzionato, che non deve essere certo un professionista di intrusioni del genere. Un rapido dietrofront anticipa la fuga. Salvo l'incasso, nessuna conseguenza per il personale e gli utenti. Colpo maldestro che finisce in un fallimento su tutta le linea.
A seguire l'allarme al 112 e l'intervento dei militari di Cazzago San Martino e del Radiomobile di Gardone Valtrompia.

Brescia Oggi - sabato 17 marzo 2012 PROVINCIA, pagina 19

L´impiegato "disarma" il bandito con le parole

"Ma stai scherzando?". Con questa frase, ieri alle 13.20, alle poste di Bornato, uno dei due impiegati ha "disarmato" il giovane bandito che, armato di un taglierino, si era presentato nell´ufficio chiedendo che gli venissero dati i soldi custoditi nella cassaforte a tempo.
"Voglio i soldi della cassaforte" è stata la richiesta che ha preceduto la ... disarmante risposta.
IL MALVIVENTE ha visto che la cassaforte era chiusa ed essendo regolata a tempo non poteva essere aperta prima dell´orario stabilito. Il rapinatore, probabilmente alle prime armi, anziché attendere l´apertura con il rischio di essere arrestato qualora fossero transitati i carabinieri se ne è andato a mani vuote. È stato visto allontanarsi a piedi ma non si sa avesse nascosto nelle vicinanze un veicolo e se qualcuno lo attendeva. Gli impiegati hanno dato l´allarme e a Bornato per le indagini sono intervenuti i carabinieri di Gardone Valtrompia.F.MO.

Giornale di Brescia, 16 marzo 2012

"Siamo diventati ex lavoratori senza futuro"

BRESCIA Mara, Giovanni, Mauro e Giuseppe hanno lavorato per la stessa azienda, Poste Italiane, fino al 31 dicembre. Nessuno li ha licenziati, su proposta dello stesso datore di lavoro (visto che a ognuno di loro mancavano pochi mesi per maturare i fatidici 40 anni di contributi), i quattro bresciani hanno deciso di presentare le dimissioni prima della fine dell'anno, intraprendendo però un percorso di accompagnamento verso la pensione. Una soluzione che ha previsto una "buonuscita" da parte delle Poste e il versamento volontario dei contributi da parte di ogni lavoratore fino al raggiungimento della pensione.
"Poi, però, è arrivata la Fornero ed è ufficialmente iniziato il nostro calvario" sentenzia Mara Polato distribuendo, davanti alla Prefettura di Brescia, un volantino sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil dove vengono spiegate le ragioni della protesta di tutti quegli ex lavoratori entrati a far parte della categoria degli "esodati". La riforma voluta dal governo Monti ha infatti cambiato alcuni parametri di gestione del sistema previdenziale è ciò ha comportato non pochi problemi a chi, come i nostri quattro (ex) lavoratori, pensava ormai di aver raggiunto il traguardo della pensione. "In questo momento non abbiamo la prospettiva né di un lavoro né di una pensione - ammette Mauro Foschetti - e se anche mi volessi rimettere in gioco, secondo voi, chi mi riassumerebbe?". La delusione di Mauro si mischia all'indignazione di Giovanni Punzi: "Le nostre transazioni sono state firmate all'ufficio provinciale del lavoro, quindi il Governo sa bene quanti di noi stanno vivendo questa situazione d'incertezza senza ricorrere a un nuovo monitoraggio". Alle sue parole fanno eco quelle di Giuseppe Grasso, al quale mancavano solo 4 mesi per raggiungere i quarant'anni di contributi: "Sembrava una buona proposta, invece mi hanno lasciato nell'oblio". e. bis.

Brescia Oggi - venerdì 16 marzo 2012 ECONOMIA, pagina 30

Esodati, pressing in prefettura

UN PRESIDIO a palazzo Broletto, per andare in pressing sulla Prefettura. L´iniziativa (nella foto di Gabriella Bettariga/Fotolive) organizzata da Cgil, cisl e Uil di Brescia ha coinvolto alcune decine persone: è stata decisa per sensibilizzare il Governo sulla situazione dei cosiddetti "esodati", cioè lavoratori usciti dalle aziende a fronte di un percorso di accompagnamento alla pensione, ma penalizzati dalla riforma previdenziale. È stata consegnata una lettera per esplicare la protesta e sollecitare risposte. La Prefettura ha garantito l´impegno per estendere le richieste alle sedi competenti.

Il Tempo 11/03/2012

Ennesimo Black Out. Caos alle Poste

Disservizi: utenti infuriati in mezza Italia. L’azienda minimizza. La Cisl annuncia un esposto alla Procura.

Il sistema informatico di Poste italiane è di nuovo andato in tilt. Ieri poco dopo mezzogiorno gli uffici di mezza Italia si sono bloccati e, considerando che era sabato, giorno di chiusura anticipata, di fatto non è stato possibile riprendere le operazioni allo sportello. Con conseguenze facilmente immaginabili: clienti furibondi e momenti di tensione in molte città. Una situazione denunciata dal segretario generale della Cisl Poste, Mario Petitto, che ha annunciato un esposto alla Procura per chiedere se si possa ravvisare il reato di interruzione di pubblico servizio. «È una situazione che si verifica di continuo - accusa Petitto - nonostante le nostre segnalazioni che sono rimaste inascoltate. È la quinta volta che si registra un'interruzione del genere su scala nazionale ma sono molte di più quelle avvenute a livello regionale, di cui spesso neppure si parla sui media perché quello che succede nel Lazio magari non accade in Abruzzo». Una sofferenza doppia, sia per chi sta al di qua dello sportello ed è costretto a sopportare code lunghe e frustranti, sia per gli operatori, facile bersaglio degli insulti di chi si vede negare l'operazione dopo aver atteso magari per ore. E non è una esagerazione: basta fare un salto all'ufficio postale centrale di piazza S. Silvestro a Roma per avere un'idea delle code a cui sono costretti gli utenti. «Ho ricevuto decine di telefonate - aggiunge Petitto - da almeno 7-8 regioni. La gente, esasperata, accusa i lavoratori di essere dei fannulloni ma cosa possono fare gli sportellisti di fronte a un evento simile? Il black out di ieri si è verificato in un orario tale che ha impedito, di fatto, di riprendere i servizi perché il ripristino del sistema è stato molto lento. Questo ha comportato un ulteriore disagio per i dipendenti, visto che il blocco ha ritardato anche le chiusure contabili. Ho sentito direttori di uffici che alle 15.30 erano ancora alle prese con questa operazione». Problemi, purtroppo, ricorrenti. Il top nello scorso mese di giugno quando i disagi si protrassero praticamente per una settimana. Ma è evidente che c'è qualcosa che non funziona come dovrebbe. «Continuare a sottovalutare la questione non serve a nessuno - continua Petitto - La realtà è che nonostante i circa due miliardi di euro di investimento, il sistema informatico non regge il peso dei 14.000 uffici sparsi in tutta Italia. Ma questo l'azienda non lo vuole ammettere». In seguito al pesantissimo stop di giugno 2011, venne chiesto all'Università di Roma La Sapienza di individuare le cause del blocco. Una delle ipotesi era la presenza di un «baco» nel software Ibm del sistema. «In realtà - afferma Petitto - c'erano problemi di gestione. Nei primi tempi sembrava reggere ma nel momento in cui tutti gli uffici sono stati collegati alla piattaforma, sono emersi i problemi ormai sotto gli occhi di tutti. A questo punto, visto che non abbiamo avuto risposte, lunedì (domani, ndc) presenterò un esposto alla Procura della Repubblica perché vengano accertate eventuali responsabilità. E se l'autorità giudiziaria andrà avanti, è nostra intenzione costituirci parte civile per tutelare i dipendenti. I lavoratori non possono continuare ad essere parafulmini di situazioni di disagio che non vengono provocate da loro». Nel mirino del sindacalista finisce anche l'amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi: «Di fronte a questi problemi continua a nascondersi. Abbiamo inoltrato richieste scritte ma continua a tacere. E questo è intollerabile. Come mi sembra strano - continua Petitto - il silenzio delle associazioni di consumatori. L'anno scorso hanno avviato richieste di risarcimento per i disagi dei clienti ma di fatto è stata una bolla di sapone. Chi si è messo a perdere ore di tempo per fare una richiesta, spedirla con raccomandata per poi avere 50 euro? Però a questo punto il problema lo facciamo scoppiare noi - conclude il sindacalista – E la prossima settimana ci rivolgeremo anche al ministro Passera, che ha compiti di vigilanza su un servizio fondamantale per il Paese». Di tutt'altro avviso Poste Italiane: «Nessun blocco - fanno sapere dall'ufficio stampa - Ci sono stati rallentamenti diffusi, a macchia di leopardo ma ad un quarto d'ora, venti minuti dalla chiusura degli uffici. I problemi per la clientela sono stati quasi nulli, mentre invece ci sono state difficoltà nella chiusura contabile. Comunque lunedì gli uffici riapriranno senza problemi». Andrea Acali

Giornale di Brescia, 10 marzo 2012

LAMENTELE

Giornali e raccomandate: disservizi postali

Vorrei segnalare, ancora una volta, quello che era un tempo un servizio ed adesso è diventato un inaccettabile disservizio: la distribuzione della corrispondenza.
Dato ormai per scontato che i giornali, tra cui quello di Brescia, cui sono abbonato, vengono distribuiti, almeno dalle mie parti (via Lamarmora 276) saltando uno o due giorni alla settimana (esclusi il sabato ed i festivi) resta il discorso delle raccomandate. Da tempo ormai l'incaricato/a della consegna non suona più il campanello, si limita e mettere (a volte, io ho trovato avvisi anche nella cassetta riservata alla pubblicità) una cartolina confezionata in sede in cui si avverte che il plico è disponibile dal giorno dopo (che poi invece è lo stesso in cui l'avviso viene lasciato) presso lo sportello di via L. Gambara.
Allora basta uscire di casa, trovare un parcheggio, ovviamente a pagamento, disporsi ad un'attesa che può variare dai 30 ai 60 minuti per ritirare la propria corrispondenza. Credo che chiamare questo disservizio sia davvero riduttivo nei confronti della realtà. Solo mi domando perché continuo a pagare le tasse: per servizi che lo Stato dovrebbe garantire e che invece la privatizzazione ha abolito? Forse, era meglio quando era peggio e lo Stato, ladro e romano secondo alcuni, garantiva almeno il servizio postale. Per non dire di altri. Ma mi fermo qui, mi sembra basti.
Giorgio Fontana

Giornale di Brescia, 07 marzo 2012

Poste di Pieve, il sindaco finisce nel mirino

LUMEZZANE "L'ufficio postale di Pieve chiude e il sindaco e la Lega Nord non sanno fare altro che allestire gazebo e sventolare bandiere del Carroccio". È durissimo l'attacco portato a Giunta e maggioranza dai consiglieri comunali di Pd, Civica per Lumezzane e Udc, che accusano il primo cittadino di "scarse capacità amministrative" e "poca autorevolezza".
In una nota congiunta ricordano come il problema della Posta di Pieve sia stato portato in Consiglio da Flavio Pelizzari dell'Udc fin dal giugno 2011. "In quella occasione il sindaco Vivenzi dichiarò di non saperne nulla e che si sarebbe interessato della questione. Purtroppo era l'unico a ignorare il problema, visto che Poste Italiane aveva preso la decisione almeno sei mesi prima e che i dipendenti e molti cittadini ne erano a conoscenza da diverse settimane. Dopo un po' di tempo, resosi finalmente conto che ciò che le opposizioni e i cittadini dicevano da tempo non era un'allucinazione collettiva, il sindaco si decise a chiedere ufficialmente un incontro con i responsabili provinciale e regionale delle Poste, i quali non fecero altro che confermare la decisione ormai presa di convertire l'ufficio postale di Pieve in uno sportello unicamente per le aziende, sottolineando che tale scelta risaliva a diversi mesi prima".
Il Consiglio comunale a quel punto prese una posizione unitaria, avendo ben presente come l'ufficio di San Sebastiano, su cui andrà a gravare tutto il pubblico della frazione di Pieve, sia posto in una zona centrale, con una situazione viabilistica tutt'altro che ottimale e con ampia insufficienza di parcheggi.
Senonché, proseguono i consiglieri d'opposizione, "notiamo che l'unica iniziativa del sindaco è stata allestire i gazebo della Lega! C'è da preoccuparsi seriamente se questo è il modo in cui pensa di risolvere i problemi concreti del nostro paese".
Per questo, conclude la nota, "si chiede al sindaco Vivenzi, che in questa vicenda ha dimostrato di avere scarse capacità amministrative e poca autorevolezza per tutelare Lumezzane, di essere in futuro più sollecito verso i bisogni dei cittadini facendo valere il ruolo che occupa".

Brescia Oggi - domenica 04 marzo 2012 CRONACA, pagina 13

IL CASO. Dal 23 febbraio gli sportelli sono chiusi al pubblico. La serrata dopo un colpo messo a segno con dell´esplosivo

San Bartolomeo senza Posta
Un "giallo" dopo la spaccata

Un cartello avverte i residenti dell´imprevista chiusura "forzata" Ma i sindacati rimangono vigili: "Chiederemo che si riapra presto"

Magda Biglia
Il signor Mario Bolzoni arriva con la sua grossa busta in mano: deve spedire una raccomandata, ma l´ufficiopostale di via Scuole, a San Bartlomeo, al posto delle vetrate ha fogli di plastica. Un cartello spiega che "a causa di un evento criminoso" gli sportelli sono inagibili dal 23 febbraio, ma che i pensionati possono fare riferimento a via don Vender per ritirare il loro assegno mensile. Si avvisa anche che un altro ufficio vicino è in via Baracca. Bolzoni sospira, risale in auto, se andrà altrove, per lui è solo una scocciatura.
Per gli anziani invece il disagio è grosso: non ci sono mezzi pubblici di collegamento con Don Vender. Bisogna farsi accompagnare da qualcuno.
"PER IL QUARTIERE è una gran scomodità - afferma la signora Giovanna Carla Andrighetti -: l´ufficio era sempre pieno. Non c´è più nemmeno il bancomat per ritirare i soldi. Povera Italia, andiamo sempre peggio". La signora era ripassata avendo visto la situazione qualche giorno prima: "Non avevo letto, credevo fossero lavori in corso. Invece qui di lavori non si vede l´ombra". Anche Andrea Rossi era venuto a curiosare, convinto che fervesse l´opera di ripristino. Se ne va sconsolato, pure lui.
CHI SA TUTTO è Giorgio Putzu, residente con la consorte proprio nell´appartamento sovrastante. Ha assistito, quasi in diretta, alla spaccata che nella notte del 22 febbraio ha squarciato le vetrine, ridotto in mille pezzi gli arredi interni, scagliando la cassaforte del bancomat a metri di distanza. "Era un disastro. Dal rumore dello scoppio abbiamo pensato fosse accaduto qualcosa alla Ori Martin. Noi della casa abbiamo corso un bel pericolo. Non dobbiamo illuderci, ci vorrà tempo per rimettere tutto in sesto. Il responsabile passa spesso di qui ma, dopo il primo giorno, non si più visto un tecnico" racconta. Fra la gente gira il timore, secondo l´inquilino, che magari l´ufficio venga soppresso: "Sa con quello che si legge, di tagli qui e là, di riduzione degli orari, non vorremmo rimanere senza".
Qualche crepa si è aperta nel bar di fianco. Anche ai due proprietari Barbara Inselvini e Armando Pini risulta che fino a giugno almeno non ci saranno novità. Al bancone sentono parecchie proteste di abitanti che, non essendo al corrente dell´atto dei malviventi, restano stupiti per la chiusura. I più arrabbiati sono i pensionati, via Don Vender non è dietro l´angolo. "Un danno l´abbiamo ricevuto persino noi - sorridono - perdiamo il pienone dei primi del mese, giorni in cui si festeggia l´incasso della pensione".
AL CONTRARIO i tabaccai accanto hanno aumentato gli affari, perché accettano i bollettini postali. Ma il loro servizio non basta. "Il rione è grande, in continua crescita, non potrebbe rimanere senza un riferimento delle Poste", dicono Francesco Orsatti e Francesco Callegari. "Se non verrà trovato un rimedio, la gente si farà sentire. Ai tre sportelli c´era sempre la fila", incalza da parte sua una cliente, Bianca Affò.
"Vigileremo perché la sede di via Scuole torni funzionante al più presto", dichiara Giovanni Punzi di Slp- Cisl. Si sente di rassicurare i cittadini che non ci sarà eliminazione tuttavia i tempi saranno lunghi. Di sabato dalla centrale dell´azienda non è possibile avere notizie. Il giallo sul "se" e sul "quando" gli abitanti di San Bartolomeo potranno riavere il servizio resta irrisolto.

Brescia Oggi - sabato 03 marzo 2012 LETTERE, pagina 53

L´APPELLO

I danni alle poste di S. Bartolomeo

Vorrei segnalare il disaggio di alcuni cittadini, tra cui anche il mio per la chiusura della Posta sita in via Scuole nel quartiere S. Bartolomeo a causa di tentato furto e scasso avvenuto con esplosione della vetrata e del bancomat, episodio avvenuto più di dieci giorni lavorativi fa.
Prendendo atto che questo episodio anche le poste sono parte offesa e sono danneggiate da tale episodio, che si sono subito attivate per recare meno disagi e che è stato attivato uno sportello presso la Posta sita ad Urago Mella in via Don Vender, non vorrei che questa soluzione di prima emergenza e transitoria diventasse un alibi per eliminare la Posta.
Vedendo i danni, anche se non sono un tecnico, penso che si possano riparare in tre giorni lavorativi; mi auguro, vista l´attesa, che forse le postepossano investire in questo ufficio per renderlo più efficiente e tecnologicamente alla avanguardia. Tenendo presente gli spazi fisici di questo ufficio, vorrei solo aggiungere che mentre scrivo siamo alla fine del mese e che molti pensionati e utenti si recano all´ufficio postale per usufruire dei suoi servizi in un momento in cui, anche a causa dei problemi di inquinamento, il disagio aumenta.
Franco Verdone
BRESCIA

 

sito a cura della Segreteria Territoriale SLP CISL di Brescia -  email slpbs@tin.it
webmaster  Antonio Vegliante