LA STAMPA DI GENNAIO 2016

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Giornale di Brescia, 29 gennaio 2016
Montascale bloccato Alle Poste la pratica si firma sui gradini
All’ufficio di piazza Vittoria mattinata da dimenticare per un uomo in carrozzella e il figlio che l’accompagna
Otto gradini. Otto scalini che marcano la linea di confine tra chi li può affrontare senza problemi e chi invece ha bisogno di una mano,magari perché è seduto su una carrozzella, malato. Avrebbe bisogno di un montascale, tipo. Quell’aiuto però non c’è, perché è bloccato e perché non c’è chi lo sa far funzionare, ed ecco che per fare due firme ci vuole un’ora e mezza, invece dei canonici venti minuti.
Porta posteriore. La scena si svolge al mattino. Ieri, per l’esattezza. Siamo in via Alessandro Volta, davanti alla porta posteriore delle Poste di piazza Vittoria, una delle principali filiali della città. Un uomo
sulla sedia a rotelle è accompagnato dal figlio, devono sistemare alcuni passaggi burocratici per riattivare un libretto postale. Fa freschino, entrano nel piccolo atrio non riscaldato dopo aver suonato il campanello per l’assistenza. È l’ingresso per i disabili, il montascale è lì che aspetta. Ma ecco che,quando arriva, il primo impiegato mostra un certo imbarazzo. «Ecco, beh, se ci lasciate un recapito telefonico possiamo contattarvi, ci sono alcuni problemi». Prima sembra che non ci sia la responsabile dei libretti postali, poi che l’addetto sia troppo occupato per esaminare la pratica, poi fa capolino un’altra questione: «Non so usare il montascale» .E nessuno tra i colleghi è in grado. L’unico capace è a Milano. Passano altri clienti, qualcuno chiede informazioni ai due: «Per i bollettini va bene qui?». Boh, forse. Tra una richiesta e l’altra si accorgono che all’ingresso c’è scritto «Sportello amico». Amico di chi? Arriva un altro impiegato, poi un altro, poi un’altra, si prova a far partire il montascale seguendo le indicazioni al telefono, ma niente. O è rotto o è andato in tilt dopo i vani tentativi. Il leggero fischio d’allarme della pedana meccanica suona ogni tre minuti in sottofondo. Fa proprio freddo. «E se lo sollevassimo di peso?». Troppo pericoloso per la schiena. Nel frattempo si decide di sbrigare le pratiche direttamente lì, all’ingresso, ai piedi degli otto gradini.
Gentilezza. Padre e figlio non sanno più se essere arrabbiati o addirittura dispiaciuti per quegli impiegati che col passare dei minuti sembrano ancora più dispiaciuti e imbarazzati di loro. «È qui la Polizia postale?», chiede un ragazzo. «Deve girare l’angolo». I due stanno facendo pratica. Dopo un’ora e mezza riescono a firmare e controfirmare tutti i moduli, si è creato un clima di collaborazione. Il primo impiegato però è proprio mortificato. C’è da capirlo, ma non è colpa sua. Se nessuno ha insegnato a lui e ai suoi colleghi come usare il montascale, non può farci niente. È colpa degli otto gradini e di chi a volte scorda che la normalità sia poterli fare comunque, a prescindere dal fatto che si riesca a camminare.
Le scuse. Poste Italiane è d’accordo? L’azienda, si legge in un comunicato, «desidera scusarsi con il cliente per le difficoltà nell’accesso agli sportelli. Dagli accertamenti eseguiti risulta essersi verificato un malfunzionamento del montascale. A questo proposito è stato richiesto un intervento tecnico per ripristinarne il corretto funzionamento nel più breve tempo possibile».

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Brescia oggi - martedì 12 gennaio 2016 CRONACA, pagina 9
IL CASO. Disguidi dopo il declassamento del Centro meccanizzato di via Dalmazia dovuto al riordino aziendale
Da via Tosio a via Calatafimi ora la posta passa per Verona

Paola Buizza
E tutta la corrispondenza proveniente da altre province confluisce al centro di smistamento di Milano Punzi: «Agire sull'organizzazione per evitare disagi, soprattutto in vista del recapito a giorni alterni»
Certe lettere, come gli amori cantati da Antonello Venditti, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Buste che percorrono chilometri, per giorni e giorni, prima di arrivare al destinatario, magari residente nella stessa città dalla quale sono partite. È capitato a Brescia, soprattutto durante le feste di fine anno, causando ai malcapitati il dispiacere (ad esempio) di non ricevere gli auguri di Natale. Lettere inviate a parenti o amici, residenti anche a pochi isolati di distanza, arrivate con estremo ritardo e con il timbro di Verona impresso sul francobollo. Una comunicazione a tempi di lumaca che, nell'era di internet, del click istantaneo che in pochi secondi trasferisce messaggi da un continente all'altro, balza ancor di più all'occhio. Soprattutto se si imbuca una lettera in via Tosio, a Brescia, per mandarla nella vicina via Calatafimi. Ma il disagio ha una spiegazione ben precisa e va ricollegato al piano di razionalizzazione delle risorse messe in campo da Poste Italiane che ha ridotto i Cmp (Centri di meccanizzazione postale) da 21 a 10 in tutta Italia.LA POSTA elettronica si è mangiata una buona fetta del mercato e l'azienda è dovuta correre ai ripari. A Brescia lo smantellamento del Cmp (sul quale fin dal 2012 i sindacati avevano manifestato perplessità) è diventato effettivo a ottobre 2015 penalizzando - come spiega Giovanni Punzi, segretario generale dei postali Cisl - «un fiore all'occhiello per la Lombardia». Con circa 800 mila pezzi al giorno Brescia era ai vertici della graduatoria di Poste Italiane per quantità, lavorazione e qualità del servizio. Poi il mondo è cambiato, la corrispondenza è diminuita (eccezion fatta per i pacchi che, soprattutto a dicembre, hanno registrato una forte ripresa). Al Cmp di via Dalmazia sono così cessate le lavorazioni meccanizzate e i dipendenti, con circa 244 esuberi, sono stati ridotti a un centinaio: alcuni sono andati a potenziare la rete degli sportelli, altri sono stati ricollocati nei centri di recapito primario. Dal Centro sono stati smontati gli impianti con i rulli sui quali scorrevano le lettere per essere smistate provincia per provincia, in base al codice di avviamento postale, e sono rimaste solo le funzioni da centro primario con lavorazione manuale, come la gestione dei grandi clienti e la logistica. La corrispondenza inviata da Brescia e indirizzata nella stessa provincia o in altre parti d'Italia adesso viene così prima portata al Cmp di Verona per essere smistata secondo il piano di riorganizzazione. Da qui la spiegazione di quel timbro impresso sulla lettera che ha sollevato le perplessità di alcuni bresciani. Ma sul timbro è capitato di leggere anche il nome di Padova (attiva nel caso Verona sia oberata di lavoro) o di Milano. perché da quel centro di meccanizzazione postale proviene tutta la corrispondenza inviata a Brescia da altre province .Il declassamento del Cmp di Brescia è irreversibile, ora bisogna capire come evitare disagi ai cittadini e in proposito secondo Punzi «c'è un evidente problema di organizzazione e di meccanizzazione che Verona deve risolvere, altrimenti la situazione non potrà che peggiorare quando sarà a regime il recapito della posta a giorni alterni». A DISAGIO, quindi, potrebbe aggiungersi altro disagio. Per esempio quello previsto dalla delibera dell'Autorità per le comunicazioni, che ha concesso a Poste Italiane la possibilità di consegnare la posta a giorni alterni in alcuni Comuni italiani. A regime questa novità interesserà il 25 per cento della popolazione italiana. Il piano, volto a ridurre i costi in vista della quotazione a Piazza Affari, ha preso il via in ottobre. La seconda fase scatterà ad aprile e l'ultima non prima di febbraio 2017. In Lombardia sono 542 i Comuni interessati, a Brescia, spiega Punzi, «abbiamo già iniziato con Edolo e Breno e progressivamente procederemo nelle altre zone ma, ribadisco, è fondamentale, prima del 2017, organizzare al meglio i Cmp perché i ritardi rischiano di sommarsi a discapito dei cittadini».

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Giornale di Brescia, 08 gennaio 2016

OGGI COME IERI
Un grazie di cuore al postino

Caro postino ti vorrei ringraziare, per il tuo lavoro e la tua simpatia, quando col sorriso ti vedo arrivare, mi sovviene un pizzico d’allegria. Freddo d’inverno o sole cocente, non fermano il tuo motorino, col passo veloce a tutta la gente, recapiti la posta fin dal mattino. Uno squillo, poi un altro ancora, e nel sentire «C’è da firmare!», non c’è uomo oppure signora, che tu non faccia capitolare. Quotidiano ambasciatore, il quale non porta pena, macini strada nonché ore, sempre in giro di gran lena. Il casco in testa ben fissato, l’occhio vispo e attento, chi non ti ha mai aspettato, con il cuore che batte a cento? La tua figura qua e là impazza, dal grande cancello alla porticina, in ogni strada, quartiere e piazza, sia tu postino oppure postina. Mandare lettere appassionate, purtroppo oggi non si usa più, però arrivano certe raccomandate, che fan alzare gli occhi all’insù. Ricordo ancora quegli anni, in cui le cartoline viaggiavano spedite,c’erano problemi e molti affanni, ma più ottimismo nelle nostre vite. Dobbiamo ad ogni modo ricordare, come scrivere con la propria calligrafia, dopo mail, sms e quanto abbiamo da fare, rimane la cosa più bella che ci sia. Questa lettera ti voglio inviare, se nulla hai in contrario, è senza francobollo ma dovrebbe arrivare, e una volta tanto sarai tu il destinatario. Giuseppe Agazzi  -  Rovato

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Giornale di Brescia, 07 gennaio 2016
Nessuna emissione filatelica «bresciana» ma molto altro
FRANCOBOLLI 2016: DA MORO ALLE PARI OPPORTUNITÀ
Loris Ramponi
Il 2016 è un anno di «digiuno» per i francobolli dedicati a luoghi e fatti bresciani. Nel lungo elenco delle emissioni filateliche che Poste italiane ha annunciato per quest’anno non c’è neppure un rettangolino dentellato che ci conduca al nostro territorio. La serie sul patrimonio naturale e paesaggistico farà quattro tappe, da Albenga (Liguria) a Sperlinga (Sicilia), mentre bisogna risalire al 2014, quando uscì un valore da 70 centesimi dedicato a Lovere, per trovare su un francobollo una località vicina alla nostra provincia. In compenso quest’anno Mantova potrà vantare una emissione filatelica in qualità di capitale della cultura italiana 2016. Tra le ricorrenze del passato recente, così come il 28 maggio 2014 uscì un francobollo celebrativo del quarantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, quest’anno le Poste ricorderanno il procuratore della Repubblica Vittorio Occorsio e il giudice Francesco Coco, vittime del terrorismo, nel quarantesimo anniversario della scomparsa. Quest'anno sarà inoltre ricordato Aldo Moro, in occasione del centenario della nascita. Tra i bolli celebrativi è previsto un valore dedicato a don Carlo Gnocchi, nel sessantesimo anniversario della scomparsa. La Fondazione che porta il suo nome ha due sedi nel Bresciano, il Centro di riabilitazione «E. Spalenza» di Rovato e la Casa per disabili e anziani di Pozzolengo. I soci bresciani del Wwf potranno invece celebrare il cinquantesimo anniversario dell’associazione ambientalista che sarà accompagnato da un’emissione filatelica. Non si conoscono ancora i dettagli della serie tematica «Le Eccellenze del sistema produttivo ed economico», dedicati all’enogastronomia italiana come il Vino Docg, nella quale era già uscito un francobollo sul vino Franciacorta. Per tutte le località, come il Bresciano, dimenticate dalle novità filateliche del 2016 rimangono i francobolli dedicati ai temi principali, come quello che celebrerà la Giornata nazionale sulla salute della donna e quello sulle pari opportunità, nel settantesimo anniversario dell’estensione del diritto al voto alle donne e nel quarantesimo anniversario della nomina del primo ministro donna. Nel 2016 uscirà anche un francobollo sulla Repubblica nel quarantesimo anniversario della fondazione. Per finire, segnaliamo un regalo dentellato destinato agli innamorati, naturalmente in uscita a San Valentino. Potremo raggiungere l’altra metà, nei periodi di lontananza, scrivendole una lettera con un’originale affrancatura. Sarà certamente più romantica di una delle mail alle quali ci siamo ormai abituati.

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CORRIERE DELLA SERA -  Mercoledì 6 Gennaio, 2016

Sussurri & Grida Cannizzaro da Sator alla squadra di Caio in Poste

(an. duc.) Francesco Caio ( foto ) inaugura il 2016 con un nuovo innesto tra le prime linee di Poste Italiane. Con un ordine di servizio due giorni fa l’amministratore delegato del gruppo postale ha comunicato la necessità, all’indomani della quotazione in borsa, di «garantire un governo unitario delle tematiche legali e di corporate governance». In pratica, è stata costituita la nuova funzione, accorpando affari generali e affari societari, per affidarla alla guida di Giuseppe Cannizzaro, in veste di general counsel di Poste Italiane. Rimangono al loro posto, per ora, nel ruolo di responsabili affari legali e affari societari, rispettivamente Andrea Sandulli e Michele Scarpelli. Per Cannizzaro (già in Consob dal 1983 al 2004) si tratta di un ritorno a un incarico aziendale rispetto all’attuale ruolo di partner dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. La chiamata da parte di Caio lo riporta, dunque, all’interno di un grande gruppo finanziario sulla falsa riga dell’incarico ricoperto tra il 2004 e il 2007 in Capitalia, dove è stato responsabile degli affari legali e societari e vice direttore generale. Proprio in Capitalia ha stretto un sodalizio professionale con Matteo Arpe (all’epoca ad della banca), tanto che fino ad oggi al mestiere di avvocato ha aggiunto quello di consigliere di amministrazione di Sator e di vice presidente di Sator Immobiliare Sgr, ossia le società fondate da Arpe dopo l’uscita da Capitalia. Incarichi da cui si è dimesso per rispondere alla chiamata di Caio.

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Brescia Oggi - martedì 05 gennaio 2016 ECONOMIA, pagina 27
TELEFONIA MOBILE. Lo ha deciso l'Antitrust dopo una denuncia di H3g

Anche le altre società di tlc useranno la rete delle Poste

ROMA  D'ora in poi non solo Poste Mobile, ma tutti gli operatori di telefonia mobile potranno usufruire della rete di Poste Italiane per commercializzare servizi e prodotti. Lo stabilisce l'Antitrust, che si è mossa dopo una denuncia di H3g, a cui Poste aveva di fatto negato «l'accesso ai beni e servizi di cui ha la disponibilità esclusiva in relazione alla gestione del servizio universale a condizioni equivalenti a quelle offerte alla controllata Poste Mobile». Poste dovrà «astenersi in futuro» da comportamenti analoghi. La delibera dell'Antitrust, pubblicata nel Bollettino dell'Autorità, non prevede dunque una sanzione per Poste Italiane, ma impone un obbligo alla società. Se Poste non dovesse «obbedire», scatterebbe la multa. Poste Mobile è il braccio di Poste nel settore tlc ed è il principale operatore mobile virtuale in Italia (vale a dire che non dispone di una rete propria), con una quota di mercato del 3,8% secondo gli ultimi dati dell'Agcom. I servizi di Poste Mobile vengono commercializzati anche negli uffici postali (circa 13mila su tutto il territorio italiano), stando almeno a quanto affermava Poste all'atto della costituzione della società di tlc, secondo modalità che sarebbero state messe a disposizione anche ai concorrenti «a condizioni equivalenti». In sostanza, si tratta della distribuzione delle sim, dell'attivazione delle stesse, delle informazioni, dei servizi di post vendita, forniti secondo un preciso tariffario a Poste Mobile. Ebbene, nella denuncia presentata da H3g, come si legge nel provvedimento dell'Antitrust, si fa riferimento alla diverse richieste presentate a Poste per accedere «alle infrastrutture materiali e immateriali e alla rete di sportelli di Poste Italiane». Tuttavia Poste, fino al 28 ottobre 2015, «non ha dato seguito alle richieste di H3g in quanto non ha fornito i dati relativi alle condizioni economiche applicate a Poste Mobile per l'accesso alla rete né, conseguentemente, ha concesso il predetto accesso».