LA STAMPA DI FEBBRAIO 2015

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Apprendiamo dalla stampa che giovedì è stato inaugurato l'ufficio postale di Verolanuova alla presenza di varie autorità. Per scelta Aziendale le parti sociali, questo accade solo in Poste Italiane, non sono gradite alle manifestazioni pubbliche. Rileviamo che  a Verolanuova tra i diversi invitati c'era anche il Presidente del Rotary Club!

Giornale di Brescia, 28 febbraio 2015
Verolanuova
Più belle e sicure: ecco le nuove Poste di piazza Libertà

VEROLANUOVA Un ambiente più funzionale, accogliente e sicuro. E capace di assolvere al meglio le proprie funzioni, Sono queste le caratteristiche degli uffici postali di Verolanuova, freschi di ristrutturazione. Tra le novità presenti nello stabile di piazza Libertà, la creazione di una sala consulenza per gli utenti,che garantisce una’adeguata riservatezza riguardo alle operazioni di risparmio, investimento e finanziamento. E non è tutto, perché l’ufficio è dotato di una postazione cash-dispenser,che concede agli utenti correntisti di Poste italiane la possibilità di fare prelievi  24 ore su 24. Il servizio è munito di un sistema di protezione, per vanificare i tentativi di clonazione. Al taglio del nastro, svoltosi giovedì, erano presenti il sindaco Stefano Dotti, il capitano dei carabinieri,Gian Franco Corsetti, il prevosto don LucioSala, Nedo Brunelli in rappresentanza del Rotary Club, il personale dell’ufficio postale coordinato dalla direttrice Maria Luisa Bernabé e Carla Brunori, direttore della Filiale di Brescia1, che ha dichiarato: «Desidero ringraziare il sindaco e tutta l’Amministrazione per la disponibilità e la sensibilità dimostrate verso Poste Italiane. Aver ospitato le attività dell’ufficio postale di Verolanuova in locali di proprietà comunale ha permesso di garantire ai cittadini la continuità dell’offerta e di realizzare il necessario intervento di sistemazione degli uffici siti in piazza Libertà». Le spese per i lavori svolti negli uffici con sede nella piazza di Verolanuova sono state interamente coperte da Poste Italiane. Durante i due mesi di lavori per la messa a nuovo degli spazi abituali, le poste hanno usufruito dello stabile presente nel cortile del Comune di Verolanuova, concesso in comodato d’uso dall’Amministrazione verolese. «Il Comune- afferma il sindaco Stefano Dotti ha messo a disposizione gratuitamente per le poste i locali che un tempo ospitavano gli uffici del Giudice di Pace. Questo ha dato vita ad una collaborazione e sinergia che hanno garantito ai cittadini la continuità del servizio postale. Ora che i lavori di ristrutturazione sono terminati siamo lieti di poter usufruire degli spazi rinnovati e funzionali». Le poste in piazza Libertà saranno aperte al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.35 e il sabato dalle 8.20 alle 12.35.
Viviana Filippini

Brescia Oggi - venerdì 27 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 25

È STATA INAUGURATA la sede rinnovata dell´ufficio postale di Verolanuova, in piazza Libertà 43. Gli sportelli sono 3, coi nuovi servizi di Sportello Amico. È stata creata un´area riservata ai prodotti finanziari e c´è un cash-dispenser 24 ore su 24. Apertura al pubblico dalle 8.20 alle 13.35 (lunedì-venerdì) e dalle 8.20 alle 12.35 (sabato).

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Giornale di Brescia, 27 febbraio 2015
Chiusure degli uffici, Poste Italiane va avanti
Senza esito l’incontro di ieri in Broletto: destino segnato per otto sportelli della provincia

Nessuna trattativa è possibile per salvare gli otto uffici postali destinati a chiudere i battenti, e gli otto in cui verranno ridotti i giorni di apertura settimanale al pubblico. Non sono servite a nulla le proteste dei sindaci, le petizioni dei cittadini residenti nei paesi per cui è stata decisa la soppressione della Posta, e nemmeno i tentativi di mediazione della Provincia di Brescia e dell’Associazione dei Comuni Bresciani. È quanto emerso dall’incontro svoltosi ieri in Broletto tra i rappresentanti di Poste Italiane ed i vertici di Provincia e Acb. Il Piano di riorganizzazione aziendale, che inizierà a far pesare i suoi effetti dal 13 aprile, tirerà quindi diritto per la sua strada cancellando per sempre i punti di riferimento postale di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno,Provezzedi Provaglio d’Iseo,Cogno e Botticino Mattina,ma anche facendo passare da tre a due i giorni di funzionamento settimanale degli sportelli a San Martino della Battaglia (Desenzano), San Pancrazio di Palazzolo, Ponte Caffaro (Bagolino), Incudine,Ono San Pietro,Maderno, Valvestino e Prestine. Spiega il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli: «Abbiamo accolto con favore la disponibilità di Poste Italiane a un confronto immediato, anche se nella discussione è emersa l’impossibilità di rivedere il Piano industriale già tracciato. Nelle istituzioni del Bresciano c’è preoccupazione, soprattutto per i piccoli centri dei Comuni delle valli,e riteniamo quindi necessario mantenere aperto un confronto costante con l’azienda per verificare le ripercussioni sul territorio delle scelte imposte dal Piano industriale». Buone notizie, secondo il presidente di Acb Gabriele Zanni,sono arrivate invece in fatto di ammodernamento dei servizi: «Con il "postino telematico" si potrà pagare a casa le spedizioni in contrassegno ed effettuare ricariche telefoniche e di carte prepagate. Resta comunque l’amarezza legata ai nuovi provvedimenti, perché in nome delle esigenze economiche vengono rivisti e penalizzati i servizi ai cittadini». Ieri mattina intanto le commissioni Bilancio e Attività produttive della Regione hanno approvato all’unanimità una risoluzione con cui si prefiggono di fermare il Piano di ristrutturazione e scongiurare il taglio degli ufficio.

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Brescia Oggi - venerdì 27 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 23
IL CASO. Stop a otto uffici, altri 8 ridimensionati
Tagli agli sportelli: nessuno «sconto»  da Poste Italiane
Mottinelli: «Ora limitiamo i disagi» La Regione non vuole arrendersi

Alessandro Faliva

Otto uffici al capolinea, altrettanti aperti a singhiozzo. Poste Italiane non arretra di un centimetro e, nonostante il pressing a tutto campo delle istituzioni, ribadisce i tagli al servizio in provincia di Brescia. Le trattative intavolate con la società da Provincia e Associazione Comuni Bresciani, non hanno sortito effetti tangibili. L´azienda resta ferma sulla propria decisione: «non c´è margine per rivedere il piano industriale, nè è possibile prorogare l´avvio del nuovo assetto, fissato per il 13 aprile» ha ribadito in una scarna note Poste Italiane. In quella data arriveranno al capolinea gli uffici di Botticino Mattina Brozzo, Cogozzo, Cogno, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno e Provezze di Provaglio d´Iseo. Mentre verrà ridimensionato l´orario di apertura degli sportelli di San Martino della Battaglia, San Pancrazio, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Prestine e Valvestino.
«Avevamo accolto con favore la disponibilità della società ad un confronto - osserva il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli -, ma alla fine è emerso che non c´è la possibilità di rivedere il piano industriale. A questo punto - insieme a Poste Italiane - dovremo cercare di limitare i danni all´utenza, soprattutto quella delle valli». Si punta, per esempio, a incentivare il ricorso al «postino telematico», che consentirà di pagare dal proprio domicilio le spedizioni in contrassegno, effettuare ricariche telefoniche e di carte prepagate e inoltrare raccomandate.
«Si tratta di uno strumento utile, che però pochi cittadini conoscono», sottolinea il presidente dell´Acb, Gabriele Zanni. La Regione però non sembra disposta ad arrendersi. «La riorganizzazione venga sospesa e si proceda all´istituzione di un tavolo regionale per studiare nuovi strumenti operativi insieme a sindacati, associazioni di consumatori e istituzioni territoriali». si legge nella risoluzione approvata ieri dalle commissioni Attività Produttive e Bilancio del Pirellone. Il peggio però, potrebbe ancora arrivare. Poste Italiane ha interrotto le trattative aperte con i sindacati per fronteggiare la carenza di organico agli sportelli.
«L´azienda si è presentata senza alcuna seria proposta, disconoscendo la realtà e basandosi solo sui freddi numeri», afferma il segretario generale dei postali Cisl Lombardia, Giuseppe Marinaccio.

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Giornale di Brescia, 24 febbraio 2015
Montichiari
Postina investita da un’auto
MONTICHIARI
Contusioni e tanto spavento per la postina investita da un’auto a Montichiari. L’incidente è avvenuto ieri poco prima delle 13 in via Marcadora nella frazione dei Novagli, all’incrocio con via Erculiani, a ridosso della Provinciale 236, nella campagna tra Montichiari e Carpenedolo. La portalettere stava ultimando il suo giro di consegna di buste e pacchi; quando,secondo una prima ricostruzione dei fatti, uscendo da una strada secondaria a bordo dello scooter, la donna di 53 anni, si è scontrata con una vettura in transito. A causa dell'impatto la postina è stata sbalzata dalla sella del motorino ed è finita prima sul cofano dell'auto, poi a terra. Subito soccorsa dai sanitari del 118, le sue condizioni sono apparse al momento gravi ed è stato richiesto l'intervento di un’auto medicalizzata e dell'elisoccorso. La donna è stata ricoverata alla Poliambulanza di Brescia con la prognosi è di un mese. Sul posto gli agenti della Polstrada di Montichiari per i rilievi di legge.

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Brescia Oggi - lunedì 23 febbraio 2015 NAZIONALE, pagina 3
CONTI PUBBLICI. I piani allo studio del Tesoro
Privatizzazioni Verso la cessione  del 40% di Poste
Risparmi per 150 milioni l´anno dagli affitti degli uffici pubblici
ROMA
Il governo prova a stringere su privatizzazioni e tagli alle spesa pubblica. In settimana riprende lo studio del dossier Poste Italiane con una nuova riunione al ministero dell´Economia: per la controllata al 100% del Tesoro l´obiettivo è lo sbarco in Borsa del 40% entro il 2015. Ma sia per Poste che per le altre partecipate il governo ha un solo obiettivo, valorizzare e non svendere: e quindi l´apertura dei capitali ai privati avverrà solo se i mercati consentiranno di realizzare «valori adeguati».
A ribadirlo è il ministro dell´Economia Pier Carlo Padoan che sottolinea come «l´Italia ha fatto molto più di altri paesi per ritirare progressivamente la presenza dello Stato dai settori dell´economia dove il mercato può essere più efficiente». Ora tocca a Ferrovie e Poste, per le quali «abbiamo voluto rinnovare i vertici perché non vogliamo svendere il patrimonio nazionale ma valorizzarlo. E per farlo abbiamo chiesto una revisione dei piani industriali». «Nel 2015 apriremo ai privati il capitale di queste società, purché», avverte, «le condizioni dei mercati ci consentano di realizzare valori adeguati».
L´obiettivo del 2015 per Poste è confermato anche nel documento inviato dal governo a Bruxelles dove si conferma l´obiettivo di raccogliere dalla valorizzazione delle aziende partecipate dal Tesoro in media uno 0,7% del Pil l´anno tra il 2015 e il 2017.
Per quanto riguarda gli altri dossier aperti, si va avanti anche su Ferrovie dello Stato, l´unica per la quale nel documento trasmesso all´Ue la deadline è al 2016: sono stati scelti gli advisor e mercoledì è tornata a riunirsi la task force formata dai ministeri dell´Economia e delle Infrastrutture. In questo caso - precisa il documento del Tesoro - la privatizzazione è subordinata alla decisione sulla separazione della rete.
SPENDING REVIEW. Sul fronte dei tagli alla spesa, entra nel vivo nel 2015 il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare della Pubblica amministrazione. Solo sugli affitti si punta a risparmi per 150 milioni. «Possiamo arrivare a contribuire alla riduzione del debito pubblico per un miliardo di euro», dice il direttore dell´Agenzia del Demanio, Roberto Reggi. Il tutto, spiega, attraverso il risparmio sugli affitti e la riduzione degli spazi, la vendita di immobili, i ricavi dalla gestione dei fondi di immobili pubblici o la vendita alla Cassa depositi e prestiti di parti del patrimonio. Sempre in questa ottica sta per partire un censimento per passare al setaccio i 13 mila enti pubblici, i loro compiti e le loro spese.

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Brescia Oggi - sabato 21 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 26
LA POLEMICA. A rischio 16 uffici bresciani
Scure sulle Poste  Davide Caparini  incalza il Governo

«L´esecutivo sottovaluta il problema e ignora le ricadute sui cittadini»

Continua il confronto a distanza tra i vertici di Poste Italiane e le amministrazioni locali. Sul tavolo il piano di riorganizzazione che per il 2015 prevede la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura per altri 608. Nel Bresciano i tagli prevedono la chiusura di 8 sportelli e l´apertura a singhiozzo di altri 8 in vaerie aree della provincia.
DOPO LE CRITICHE di molti parlamentari, amministratori comunali e regionali, il sottosegretario per lo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, con delega in materia di telecomunicazioni, ha incontrato nei giorni scorsi Francesco Caio, amministratore delegato di Poste italiane. In quell´occasione, l´azienda ha confermato che «il piano non comporterà alcun impatto occupazionale né una riduzione dei servizi ai cittadini». È stato inoltre ribadito che i tagli degli uffici previsti sono in linea con i criteri fissati dalla Agcom.
Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha comunque aperto un piccolo spiraglio, spiegando che Poste Italiane si è resa disponibile a aprire un confronto con i sindaci: in particolare l´azienda si è impegnata a spiegare come attraverso strumenti innovativi assicurerà comunque la tutela dei servizi strategici per i cittadini.
A dieci giorni dalla presentazione di un´interrogazione parlamentare sul caso, il deputato della Lega Nord Davide Caparini è pessimista: «Resta la netta sensazione che il governo non intenda rivedere il piano - sottolinea polemicamente - noncurante degli ulteriori disservizi agli utenti e contravvenendo in tal modo a qualsiasi principio di qualità del servizio pubblico che deve invece essere assicurato in modo appropriato, efficace e continuativo». AL.FA.

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Brescia Oggi - venerdì 20 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 29

GARDONE. La rabbia dei cittadini alla notizia che lo sportello della frazione chiuderà i battenti

Poste addio, Magno non ci sta

A distanza di due anni, torna l´incubo della chiusura dei piccoli uffici postali, tanto utili nei borghi montani o nella frazioni, in particolar modo alla popolazione anziana.
E stavolta pare toccherà anche all´ufficio di Magno a Gardone Val Trompia.
«L´UFFICIO POSTALE di Magno - ha spiegato il vice sindaco Patrizia Concari - è fondamentale per i residenti, soprattutto per gli anziani. Anche perché nella piccola frazione, che conta con Padile 1500 abitanti circa, non c´è una banca. Per una persona senza automobile spostarsi con i mezzi pubblici dal paesello per scendere a Inzino o nel capoluogo, significa perdere almeno due o tre ore, dato che i mezzi di collegamento sono presenti solo in alcune fasce orarie».
«Come amministrazione comunale - ha proseguito Concari - incontreremo la direttrice delle poste di Gardone, Luisella Gnocchi, per sottolineare le criticità legate a un´eventuale chiusura. Ci sono già stati nei giorni scorsi tavoli istituzionali dov´erano presenti i rappresentanti della Comunità Montana, dell´Acb - l´Associazione comuni bresciani -, della Prefettura e naturalmente di Poste Italiane. Per sensibilizzare il gruppo e far presente i problemi che potrebbero sorgere con le chiusure a raffica. Già due anni fa, quando vennero chiusi altri uffici, a Magno vennero ridotte le mattinate di apertura, si passò da tre a due: martedì e sabato, in cui l´operatore viene distaccato dalla posta di Gardonee. Per altro - conclude Concari - per agevolare il servizio, il Comune aveva già fatto la sua parte: Poste Italiane paga per l´affitto dei locali un canone simbolico di 3500 euro all´anno, tutte le spese come le utenze, la manutenzione ordinaria e straordinaria sono invece a carico del municipio. E dal punto di vista dell´economicità, la scelta potrebbe non essere così conveniente per le poste. Con la chiusura dello sportello la clientela potrebbe scegliere di non usufruire dei servizi proposti e magari scegliere una banca. Certo è che se Poste Italiane deciderà in ogni caso di chiudere lo sportello di Magno, l´Amministrazione dal canto suo al fine di garantire il servizio si vedrà costretta a valutare la proposta di banche o cooperative che offrono anche servizio postale». L.P.

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Giornale di Brescia, 17 febbraio 2015

Provaglio d’Iseo
Mozione in Consiglio contro la chiusura delle Poste a Provezze

PROVAGLIO D’ISEO Non è rimasta immobile di fronte alla scelta di Poste Italiane di chiudere l’ufficio postale di Provezze. Anzi. L’Amministrazione comunale di Provaglio d’Iseo ha portato una mozione in Consiglio comunale contro la chiusura dell’ufficio. Il prossimo 25 febbraio, inoltre, il sindaco Marco Simonini incontrerà la dirigenza di Poste Italiane nella speranza di percorrere eventuali nuove strade che garantiscano l’apertura dello sportello di Provezze. Tuttavia il primo cittadino conferma che i numeri di accessi e di prestazioni registrati nella frazione non sono dati particolarmente favorevoli. «L’incontro è stato programmato per tutti quei sindaci ai quali, come nel nostro caso, è stata prospettata la chiusura dell’ufficio postale sul loro territorio – comunica Simonini -. Vedremo cosa ci diranno e se ci sarà una speranza perché Provezze non resti senza le Poste».

Villa Carcina «Senza Poste rischio isolamento»

Il Comune si oppone alla chiusura dell’ufficio nella frazione di CogozzoVILLA CARCINA Anche l’Amministrazione di Villa Carcina, così come Comunità Montana e altri Comuni, si è mossa contro il progetto di riorganizzazione attuato da Poste Italiane, che vedrà la chiusura di molti sportelli, tra cui anche quello della frazione di Cogozzo. L’inclusione nella lista di questo ufficio postale è stata subito accolta con stupore, poiché ciò comporterebbe privare dell’accesso facilitato a tali servizi una frazione che conta circa 3.000 abitanti. «E bisogna aggiungere – spiega il primo cittadino Gianmaria Giraudini - che proprio a Cogozzo si può notare un’età media superiore rispetto alle altre frazioni del Comune. La chiusura causerebbe grossi disagi alle fasce più deboli, soprattutto anziani, che si vedrebbero costrette a recarsi fino agli sportelli di Villa e Carcina, situati in zone eccessivamente distanti». La frazione di Cogozzo, situata a nord del comune, lamenta l’Amministrazione, si troverebbe completamente isolata, poiché l’ufficio postale più vicino è posto di molto a sud, sulla strada che da Villa porta a Cailina. «Ci siamo già attivati due mesi fa - rimarca il sindaco – con richieste formali alle Poste. Abbiamo inoltre contattato i sindacati di categoria e saremo presenti al tavolo delle trattative insieme alla Provincia e agli altri Comuni che,come noi, condividono il medesimo problema. Ci rendiamo conto dei costi di mantenimento e per questo, infatti, non chiediamo di mantenere invariato il servizio. La nostra proposta consiste in una riduzione di orario, passando da cinque giorni di apertura a solamente tre, almeno al mattino, nelle giornate di lunedì, mercoledì e sabato».
Marco Guerini

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Brescia Oggi – 17 febbraio 2015

BOTTICINO
SCATTA LA PETIZIONE CONTRO LA CHIUSURA DELL´UFFICIO POSTALE

Botticino si mobilita per evitare la chiusura dell´ufficio postale di Mattino. L´amministrazione comunale ha promosso una petizione che può essere sottoscritta all´ufficio segreteria o allo sportello anagrafe negli orari di apertura al pubblico fino al 24 febbraio. Per informazioni si può telefonare ai numeri 0302197206 oppure 0302197422. Quello di Botticino è uno degli otto sportelli bresciani che saranno sacrificati dal piano industriale delle Poste.

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Giornale di Brescia, 15 febbraio 2015
Gardone «Non chiudete quelle poste»
Trattativa serrata fra Comune e società nel tentativo di salvare l’ufficio di Magno  - Si tratta di un servizio prezioso, soprattutto per gli anziani che ritirano la pensione

GARDONE Ad oggi nemmeno uno sportello bancario che in qualche misura potrebbe fare da alternativa, almeno per l'uso del denaro. Magno o meglio i suoi abitanti, soprattutto gli anziani, con la chiusura, programmata per aprile, dello sportello postale, aperto due mattine la settimana con personale che si distacca dall’ufficio di Gardone, perde la possibilità di poter disporre del proprio denaro per l’uso quotidiano. La chiusura del servizio, prevista dal piano di riorganizzazione di Poste italiane, se per le altre realtà può essere considerato pesante, per gli abitanti di Magno è drammatica. «Il mio pensiero – spiega l’assessore ai servizi sociali Patrizia Concari - va agli anziani che finora hanno gestito il proprio denaro attraverso la posta, non solo per la riscossione della pensione ma anche per il deposito e ritiro di quanto serve per le spese di ogni giorno. Guardando a questa realtà posso dire che la chiusura del servizio avrà strascichi pesanti». A Magno, insomma, non rimarrà un servizio che possa garantire la gestione del denaro per i residenti e se per i giovani questo può essere considerato un problema relativo non può essere lo stesso per gli anziani che ancora oggi popolano il cuore della frazione. Certo rimane l’autobus che scende a Gardone,male corse non sono così frequenti e questo obbligherebbe la popolazione anziana alla scomodità dello spostamento. Per tutti, indifferentemente, c’è l’obbligo di raggiungere l’ufficio di Gardone per le attività strettamente legate al servizio postale. Un solo ufficio per una popolazione di oltre undicimila abitanti. Che fare dunque, anche se tutto pare ormai deciso? Non si rassegna l’amministrazione comunale di Gardone così come non lo ha fatto la Comunità montana. Insieme, unitamente all’associazione dei Comuni sta tentando il tentabile. Ma pare che anche la riunione dello scorso giovedì con Poste Italiane non abbia dato esito positivo. L'assessore Concari sottolinea anche il costo irrisorio del canone d’affitto che le Poste versano, circa 4000 euro l’anno e la gratuità delle utenze «tutte a carico del comune», dice. Il rischio concreto per Poste italiane, alla fine,èl a perdita di clienti. Sono nell’ordine di qualche centinaia gli anziani che Magno utilizzano la posta per il ritiro della pensione e parecchi affidano all’ufficio anche la gestione dei risparmi.
Flavia Bolis

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Brescia Oggi - domenica 15 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 28

MARCHENO. La rabbia di sindaco e utenti per la chiusura di uno sportello ritenuto strategico
Poste addio, Brozzo insorge

Le barricate in quel di Marcheno le hanno già alzate dieci anni fa, quando era stato annunciato un primo ridimensionamento. E servirono a rimandare la chiusura dello sportello. Ma ora le preoccupazioni sono più forti. E il rischio che si arrivi ad abbassare la saracinesca dell´ufficio postale più che concreto. Anche perché in ballo c´è una riorganizzazione nazionale che lascia poco spazio alla speranza.
LA VICENDA. Dieci anni fa si era passati dal tempo pieno al parziale: tre giorni alla settimana, con orario fino al primo pomeriggio come era sempre stato. Ma si capiva che era in atto un ridimensionamento che sarebbe stato progressivo.
Infatti, circa quattro anni fa in piena estate, si era passati ai due mezzi giorni di presenza al mattino. A nulla erano valse le proteste. Ora è stata annunciata la chiusura per il 13 aprile. Brozzo ha circa 1000 abitanti, Marcheno complessivamente 4500 con importanti realtà produttive. È vero che l´ufficio di Brozzo, sulla statale all´inizio della frazione, è a soli 2 chilometri da quello di Marcheno, ma il problema vero (dicono gli utenti) sta nel tipo di servizio e nelle code che si vanno allungando.
«Un solo ufficio francamente mi sembra poco - il commento del sindaco -. L´ho ribadito alla responsabile provinciale delle Poste in un colloquio avuto dopo l´annuncio della decisione della chiusura, sottolineando il rischio intollerabile di un´ora di attesa solo per fare una raccomandata. Mi è stato genericamente assicurato un potenziamento dell´ufficio di Marcheno. Ora è in atto un´iniziativa con la Comunità Montana di un tavolo in Prefettura, di un incontro con le Poste al vertice provinciale. Spero di ottenere garanzie almeno per un servizio efficiente, anche se dovremo mandare giù il rospo della chiusura».E.BER.

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Giornale di Brescia, 14 febbraio 2015

Uffici postali a rischio, Mottinelli a Roma
Mercoledì 25 l’incontro tra Provincia e Comuni interessati alla chiusura

Dopo la lettera inviata ai direttori delle due Filiali bresciane di Poste Italiane nel quale ha chiesto un incontro, il presidente della Provincia di Brescia, PierLuigi Mottinelli ha incontrato a Roma l’onorevole Enrico Borghi per affrontare anche con lui la questione della chiusura degli uffici postali e valutare quanto sia opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza. «Provincia e Associazione Comuni Bresciani - ha dichiarato Mottinelli – hanno convocato un incontro ristretto per il 25 febbraio con i comuni interessati dalla chiusura e dalla razionalizzazione degli uffici postali e con i presidenti delle Comunità Montane. Sono molto preoccupato per i comuni delle Valli, dove, in caso di soppressione degli uffici, a pagarne le conseguenze sarebbero senz’altro utenti già disagiati per le criticità che presentano i territori montani nei quali vivono. Chiederò inoltre a Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, di attivarsi perché siano garantiti i servizi postali alla nostra comunità. È giusto – ha concluso Mottinelli - che ogni istituzione intervenga come gli compete. La Provincia ha il dovere di raccogliere le preoccupazioni che arrivano


Piancogno Levata di scudi per difendere le Poste

Il 13 aprile l’ufficio di Cogno chiuderà, ma il sindaco si oppone

PIANCOGNO Addio all’ufficio postale di Cogno? Probabilmente sì. Ma il Comune di Piancogno promette battaglia. La scure dei tagli decisa da Poste Italiane, colpisce anche in bassa Vallecamonica: a farne le spese, sarà lo sportello in centro alla frazione di Cogno che, stando ai piani dell’azienda, abbasserrà definitivamente la serranda il13aprile.«La notizia della chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno e nessuno ci aveva informato»,ha lamentato il sindaco, Francesco Ghiroldi,che ieri pomeriggio ha convocato una conferenza stampa in municipio alla presenza dei membri della sua Giunta, del segretario della Lega Nord di Vallecamonica, Beppe Donina e del consigliere regionale,Donatella Martinazzoli. «Abbiamo già incontrato il funzionario di Poste Italiane, Luisella Gnocchi, a cui abbiamo espresso la nostra totale contrarietà. La frazione di Cogno conta oltre mille residenti, con molti gli anziani,e togliere un servizio così importante, è gravissimo: siamo pronti ad attivarci con iniziative di protesta». Alla base della decisione dell’azienda, ci sono motivazioni di carattere commerciale e «numerico»: l’afflusso della clientela e i volumi, infatti, sarebbero al di sotto della soglia minima fissata dall’ente. Per «compensare», Poste Italiane avrebbe messo sul piatto, ad esempio,il potenziamento del servizio di consegna della corrispondenza. «Ci siamo già incontrati con le parti sociali e con Poste Italiane e il 3 marzo porteremo in Consiglio regionale una mozione urgente - ha sottolineato Martinazzoli -. Una volta approvato, andremo a consegnare la controproposta: il servizio nei piccoli centri e nei paesi di montagna va mantenuto». «Sarà un grosso disguido – ha aggiunto Donina -.Purtroppo, la Comunità montana continua a tacere anziché schierarsi a fianco dei sindaci e dei cittadini». L’ufficio postale di Cogno è in uno stabile di proprietà comunale:gli amministratori si sono detti disposti a trattare sul canone, ma la risposta è stata negativa. Sarà chiusura?
Sergio Gabossi

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Brescia Oggi - venerdì 13 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 19
IL CASO. Da aprile 8 sportelli saranno soppressi ed altrettanti apriranno a singhiozzo. Contro il piano industriale scatta una mobilitazione istituzionale a tutto campo
Uffici postali a rischio, i bresciani si ribellano
Alessandro Faliva
La risoluzione anti-tagli approda in Regione Interrogazione parlamentare di Davide Caparini: «La Valcamonica penalizzata da politiche miopi»
Dai Comuni al Governo passando per Regione e Provincia. È una mobilitazione istituzionale a tutto campo quella scattata per impedire i drastici tagli alla rete degli uffici postali.
Il piano prevede la soppressione di 65 sedi in Lombardia e la riduzione operativa di altri 120 sportelli. Nel Bresciano, ad aprile chiuderanno otto uffici, mentre per altri otto è prevista l´apertura a singhiozzo. Per la provincia si tratta di un dazio pesantissimo alla luce dell´incisiva campagna di ristrutturazione subìta nel 2011. Non è dunque un caso che a guidare l´offensiva siano proprio i consiglieri regionali bresciani. Ieri Fabio Rolfi e Donatella Martinazzoli sono intervenuti a Milano nel corso dell´audizione delle parti sociali di Poste Italiane.
«IL 3 MARZO PORTEREMO in aula una risoluzione congiunta delle commissioni Bilancio e Attività produttive - spiegano i due consiglieri regionali della Lega Nord -. Con questo documento, che auspichiamo sia sostenuto da tutti i gruppi politici del Pirellone, chiederemo di fermare questa presunta manovra di riorganizzazione e procedere ad un serio confronto tra la Regione e le Poste, finalizzato a condividere le strategie future dell´azienda che impattano sul nostro territorio».
Rolfi ribadisce un concetto espresso in tempi non sospetti: «Non possiamo accettare che decisioni affrettate, fatte con motivazioni nient´affatto convincenti, possano penalizzare ulteriormente certe zone periferiche che non possono permettersi di perdere servizi fondamentali per una fetta consistente della popolazione».
L´annuncio della risoluzione arriva dopo che mercoledì al Pirellone erano stati ascoltati in Commissione Bilancio i responsabili regionali di Poste Italiane. L´audizione ha messo a fuoco le problematiche socioeconomiche che innescherà il piano industriale se non verranno apportati correttivi. Un piano criticato nella forma e nella sostanza dal consigliere regionale del Pd Gian Antonio Girelli. «I sindaci dei paesi coinvolti dal ridimensionamento del servizio lo hanno appreso dai giornali - osserva Girelli -. Al di là del metodo discutibile, siamo fortemente preoccupati per l´impoverimento del network di sportelli. In un momento come questo, di difficile tenuta di coesione sociale, le Poste rappresentano importanti punti di riferimento e di aggregazione per la collettività, soprattutto nelle piccole comunità, e come tali vanno salvaguardate».
DURANTE L´AUDIZIONE Giovanni Bessi, responsabile della gestione operativa mercato privati, e Adriano Galassina, coordinatore dei recapiti - hanno confermato il progetto di riorganizzazione, ma hanno escluso che questo possa avere delle ripercussioni sull´occupazione.
«Non saranno toccati uffici postali rurali o di montagna - hanno spiegato i dirigenti -. Il piano adegua l´offerta ma tiene fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze».
«Le argomentazioni di Poste Italiane non convincono - incalza Rolfi -: non sono state chiarite le modalità di scelta degli uffici che saranno chiusi o ridimensionati. Il piano non tiene conto delle peculiarità delle zone: ci sono Comuni e frazioni dove non è presente nemmeno uno sportello bancario, e togliere anche l´ufficio postale rappresenta un grave problema per una popolazione in maggioranza anziana».
E LA PROTESTA è approdata anche al Governo. «Continua incessante il depauperamento dei servizi ai cittadini nelle zone di montagna e nei piccoli Comuni - osserva il deputato della Lega Nord Davide Caparini -. Da alcuni anni la storia si ripete: Poste Italiane, seppur lautamente pagata dai cittadini contribuenti per garantire il servizio universale, taglia gli sportelli. Stavolta è toccato anche a Incudine e Ono San Pietro, che si vedono drasticamente ridimensionati senza nemmeno avere la possibilità di concordare giorni e orari di apertura - continua il parlamentare, che sul caso ha presentato un´interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico -. Questa è l´Italia, che paga oltre 11 mila euro di vitalizio ad un ex consigliere regionale ma non trova le risorse per garantire un piccolo ufficio postale».

Brescia Oggi venerdì 13 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 19
«Cancellare Castelletto manderà al collasso Leno»

La comunità di Castelletto non si rassegna a perdere l´ufficio postale. Stavolta non è una questione di «campanile» ma di qualità della vita: per i duemila residenti della frazione da sempre in competizione con il capoluogo rivolgersi alla sede di Leno rappresenterà un «sacrificio» in termini di dispendio di tempo.
«Castelletto è un paese, non un borgo - rimarca il sindaco Cristina Tedaldi -: privarlo di un servizio strategico innescherà una serie di problematiche a sfondo sociale».
LE POSTE INSOMMA - secondo il primo cittadino di Leno -, non possono agire come un´azienda qualsiasi ma devono riflettere sul loro ruolo. Concetto ribadito anche martedì durante il faccia a faccia con il direttore di Poste italiane di Brescia, Maria Carla Brunori. Un incontro concluso con una fumata nera. La dirigente ha ribadito che i tagli sono legati a un irrinunciabile politica di risparmi tesa garantire l´efficienza di Poste Italiane. «Da parte mia non ho potuto che sottolineare gli effetti domino di una soppressione che penalizza le fasce deboli, come gli anziani, spesso sprovvisti di mezzi per recarsi a Leno e quindi costretti a dipendere da altri familiari - osserva Cristina Tedaldi -: la chiusura dell´ufficio impoverirà il tessuto socio-economico di Castelletto». Il sindaco di Leno si è rammaricata anche del metodo «che ha escluso a priori le istituzioni da un processo decisionale di Poste Italiane. I sindaci non pretendevano certo di decidere ma almeno di essere informati per tempo». C´è poi in prospettiva il problema del servizio offerto dall´ufficio di Leno.
«MANCA IL PERSONALE, funzionano al massimo due sportelli per volta e l´orario non va oltre le 13 e 40 - afferma Cristina Tedaldi -. La sede di Castelletto serviva anche come valvola di sfogo per alleggerire le code. In futuro l´ufficio di Leno rischierà di collassare perché ai problemi di funzionamento si aggiunge un aumento di utenza significativo».
L´ultima spiaggia rimane un incontro nella sede dell´Associazione Comuni bresciani, in calendario il 25 febbraio, con i responsabili di Poste Italiane. Ma Cristina Tedaldi non è troppo ottimista: «Temo non ci siano margini di trattativa. Noi comunque saremo là con le nostre ragioni e i nostri numeri». MILENA MONETA


Brescia Oggi - venerdì 13 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 19
Provaglio: «Sede gratuita pur di salvare Provezze»

Dall´Amministrazione comunale Provaglio arriva un secco «no» alla chiusura dell´ufficio postale di Provezze. Nei giorni scorsi è scattata una campagna istituzionale bi-partisan per evitare la soppressione dello sportello della frazione.
«FAREMO di tutto per evitare un provvedimento destinato a penalizzare i cittadini e gli anziani in particolare», spiega il sindaco Marco Simonini. Non è la prima volta che la levata di scudi ha salvato lo sportello di Provezze già finito nel mirino della scure di Poste Italiane nel 2011. «In quell´occasione, l´azienda si accontentò di ridimensionare l´orario di apertura dell´ufficio – spiega l´assessore al Bilancio Davide Boglioni che quattro anni fa era sui banchi dell´opposizione -, ora sembra decisa a sopprimere lo sportello. A mio parere serve ora una delibera di Giunta per blindare la volontà del Comune. Per tenere aperto l´ufficio saremo pronti anche a trasformare il contatto di comodato dando gratuitamente i locali alle Poste Italiane. Anche se i dirigenti sostengono che lo sportello operativo due giorni a settimana non è molto utilizzato crediamo che rappresenti un servizio fondamentale per i residenti». Anche Enzo Simonini della lista di minoranza Bene Comune si è detto contrario alla soppressione della sede di Provezze. «Su un tema così sentito dalla collettività forse sarebbe stato opporturno convocare un Consiglio comunale aperto, magari a Provezze, per dare il segno della vicinanza delle istituzioni alla frazione. Forse l´Amministrazione civica avrebbe dovuto muoversi prima per prevenire le mosse di Poste Italiane».
SULLA STESSA lunghezza d´onda Damiano Delledonne della civica di minoranza Provaglio, Provezze Fantecolo che critica soprattutto il metodo dei tagli, «imposti dall´alto senza un minimo di confronto con le comunità. Ora cittadini e Comune dovranno fare blocco per evitare la chiusura». FAUSTO SCOLARI

Brescia Oggi - venerdì 13 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 19
«La chiusura di Magno è un clamoroso autogol»
Da una parte c´è il Piano industriale di Poste Italiane, dall´altro gli anziani di Magno che rischiano in futuro faticose trasferte a Gardone Valtrompia per inviare una raccomandata o oer effettuare operazioni allo sportello.
NEL MEZZO c´è il sindaco Pierangelo Lancelotti che, insieme a Comunità Montana, Anci e Acb, tenta di trovare un´alternativa alla soppressione dello sportello della frazione. Ma non sarà un partita facile, perché la società ha già inviato una comunicazione che fissa per metà aprile la sospensione del servizio. «La situazione riguarda anche altri paesi della valle spiega Lancellotti -, per questo abbiamo coinvolto l´ente sovracomunale per supportarci nella trattative».
Il primo passo per il sindaco è sfogliare con Poste Italiane i dati sull´affluenza in quel piccolo ufficio per poi valutare le potenziali perdite, sia in termini economici sia per la cittadinanza.
«LA SITUAZIONE di Magno è singolare - spiega il primo cittadino -. L´ufficio è aperto due mattine a settimana e i dipendenti che ci lavorano sono quelli già in servizio allo sportello di piazza Diaz a Gardone. Non capisco quindi che tipo di risparmio ne possa avere la società postale se si considera che per l´affitto dell´ufficio di Magno paga meno di 4 mila euro l´anno».
Lancellotti cerca di fare i conti in tasca alle Poste Italiane per tutelare gli anziani: circa 300 residenti che ogni mese utilizzano l´ufficio per ritirare la pensione, ma anche per depositare i risparmi sui libretti, visto che a Magno non esistono banche.
«HO CHIESTO alla dirigente di Gardone di conoscere i dati sull´operatività dello sportello - rivela il sindaco -. Ad oggi spendiamo 180 mila euro per garantire trasporti tra Magno e il centro del paese, se non salveremo l´ufficio i nostri aziani dovranno aggrapparsi a quei pullman per non restare isolati. Ma le Poste rischiano di perdere centinaia di clienti, libretti di risparmio e conti che, probabilmente, verrebbero spostati nella banca più vicina».
Anche Massimo Bertuzzi, coordinatore provinciale dell´Idv, chiede a tutte le forze politiche «di abbandonare le bandiere e di fare squadra per salvaguardare i bisogni dei cittadini». MARCO BENASSENI

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Giornale di Brescia, 13 febbraio 2015

Riforma delle Poste, in campo la Regione

La Regione, dopo l’appello dei sindacati, scende in campo e dalla commissione Attività Produttive e occupazionali porta in consiglio il 3 marzo una risoluzione che tiene conto delle esigenze del territorio e garantisca il servizio pubblico reso dagli uffici postali collocati nei paesi più piccoli. Del resto ieri Cgil, Cisl Uil dei lavoratori lombardi delle Poste italiane avevano chiesto alla Regione un «intervento forte» sul piano di riorganizzazione, che prevede chiusure e riduzioni di orario di uffici postali. «È vero che nessuno verrà licenziato, ma ci dobbiamo accontentare di questo?» chiede la Cisl. La Cgil sottolinea la situazione di «forte carenza» in cui versa il personale, criticando i tagli «decisi senza tener conto dei bisogni del territorio». La Uil ha ribadito l’esigenza di un confronto con le amministrazioni locali. La risoluzione è stata sostenuta dai consiglieri bresciani Fabio Rolfi e Donatella Martinazzoli della Lega Nord: «Supporteremo l’istanza sindacale. Non possiamo perdere servizi fondamentali per la popolazione».

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Giornale di Brescia, 12 febbraio 2015

Taglio degli uffici postali La Regione: serve altra soluzione

L’ipotesi di chiudere 61 sportelli postali e rimodulare l’orario di altri 121 non piace alla Regione Lombardia. Ieri in Commissione Bilancio si è svolta l’audizione dei rappresentanti lombardi di Poste spa, proprio in merito al piano di riorganizzazione del 2015 che comporterà la chiusura di 61 uffici in Lombardia, tutti riguardanti piccoli paesi con meno di 5mila abitanti: nella nostra provincia si tratta di Brozzo, Cogozzo, Magno di Gardone, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze, Cogno e Botticino Mattina. E al tempo stesso il riordino prevederà la funzionalità a giorni alterni per altri121sportelli, tra cui anche quelli bresciani di San Martino della Battaglia, San Pancrazio, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine. I Commissari regionali ribadiscono la necessità di percorrere strade alternative come quella di tramutare le chiusure in aperture a giorni alterni. Tra loro il bresciano Gianni Girelli (Pd) ha chiarito che le modifiche «impatteranno sulle fasce deboli della popolazione». Anche i due consiglieri regionali leghisti Martinazzoli e Rolfi esprimono forti perplessità: «Si è trattato di un’audizione insoddisfacente in quanto non sono state chiarite le modalità di scelta degli uffici che saranno chiusi o ridimensionati, dimostrando disinteresse per i disagi che ne deriveranno». Tutto questo malcontento dovrebbe tradursi in un atto d’indirizzo chiaro da votare e approvare in Consiglio regionale per rivedere le chiusure.

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Giornale di Brescia, 11 febbraio 2015

Ono Ufficio postale aperto a giorni alterni

ONO La settimana scorsa il sindaco di Ono Elena Broggi ha ricevuto la comunicazione da parte di Poste italiane che l’Ufficio postale del paese, dal 13 aprile, aprirà solo a giorni alterni, contraendo l’orario dello sportello per «adeguare l’offerta all’effettiva domanda di servizi postali nel territorio comunale». Al di là delle questioni economiche e del numero di operazioni effettuate, la presenza di un presidio di questo genere è un servizio ritenuto fondamentale In un piccolo paese di montagna, in particolare per gli anziani e le persone fragili. Per questo l’on. Davide Caparini ha presentato un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico per chiedere quali azioni il Governo intende intraprendere per scongiurare nuove chiusure di uffici postali in località montane come Ono. La risposta è attesa nei prossimi giorni.

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Brescia Oggi - lunedì 09 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 19
La Valtrompia e le poste La Comunità montana tratta per il salvataggio

Un cambio in giunta, le preoccupazioni per i tagli a carico degli uffici postali e una proposta per la gestione dell´illuminazione pubblica. Insiene alla presentazione del progetto di bilancio 2015, sono stati questi i temi affrontati dall´ultima assemblea della Comunità montana della Valtrompia.
Partiamo dalle poste, e dai ridimensionamenti che prevedono chiusure a Brozzo e a Magno di Gardone ricordati nella comunicazione fatta dal presidente comunitario Massimo Ottelli. Di Brozzo (l´ufficio più vicino si trova nel capoluogo Marcheno, a due chilometri) si parla da tempo, e per Magno in particolare la novità sarebbe una «tegola» su una comunità che, compreso Padile, supera i 1.200 abitanti, in futuro costretti a una non facile discesa a Gardone, a oltre 3 chilometri: proprio sabato una troupe di Rai 3 era in Valtrompia a documentare il problema.
Cosa fare? Ottelli ha annunciato che si sta attivando un tavolo in Prefettura per affrontare un problema che interessa molti paesi della provincia, mentre la direttrice della filiale delle Poste Brescia 2, Luisella Gnocchi, ha dato la sua disponibiltà a un incontro.
Passando al tema «lampioni», esiste una proposta per la presentazione di una «piattaforma provinciale» fatta dal presidente dell´Area Vasta Pierluigi Mottinelli in vista del bando di assegnazione della gestione della rete di illuminazione pubblica previsto per legge ai comuni: una alleanza di 150/170 municipalità, come sarebbe possibile, avrebbe una forza contrattuale ben diversa da quella dei singoli.
Per adesso in Valtrompia esiste una convenzione sottoscritta nel 2009 con Enel Sole che si occupa appunto dell´illuminazione pubblica e che è stata firmata da 15 comuni su 18 (con le aggiunte di Montichiari, Calcinato e Lonato). Ha una durata di 12 anni, alla fine dei quali è previsto il passaggio della proprietà dei punti luce agli enti al costo simbolico di un euro.
In questo stesso periodo Enel Sole deve provvedere alla sostituzione dei corpi illuminanti con quelli a minor consumo e seguire la manutenzione; e naturalmente il problema è superare la durata della convenzione soprattutto relativamente al costo di acquisizione (un euro a pezzo) delle reti. In effetti, alla futura piattaforma provinciale si chiede anche una preparazione a eventuali contenziosi legali per potervi aderire con tranquillità.
Il presidente ha poi annunciato la sostituzione a termini di Statuto dell´assessore Fabio Buscio di Pezzaze (ringraziato per l´impegno e oggi all´estero per lavoro) con Gerardo Ferri, sindaco di Tavernole, con le stesse deleghe: Attività di sviluppo economico, ambientale, agricol e forestale e Coordinamento delle funzioni di programmazione, promozione e valorizzazione dell´alta valle.
Infine la presentazione sintetica del progetto di bilancio, che pareggia in 9,3 milioni e deve fare i conti con ulteriori tagli del fondo regionale passato per tutte le Comunità da 20 a 10,5 milioni. Un bilancio che riesce a mantenere comunque miracolosamente in essere tutti i servizi associati; a partire da quelli sociosanitari affidati come sempre alla società pubblica Civitas (per un valore di 3,5 milioni). E.BERT.

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Giornale di Brescia, 09 febbraio 2015

UFFICIO POSTALE
La chiusura pesa sull’intera comunità

Le chiedo ospitalità per alcune riflessione in seguito agli articoli apparsi il 3/2/15 sul vostro giornale relativa all’assetto futuro degli sportelli postali della provincia di Brescia, in particolare, quello aperto a San Martino della
Battaglia nel comune di Desenzano del Garda. È prevista per questo ufficio un’apertura per soli 3 giorni la settimana. Evidentemente il problema verrà posto nelle sedi opportune dall’Amministrazione comunale di Desenzano,mi preme però sottolineare anche attraverso questo spazio, il disagio che la pur parziale chiusura provocherà nella cittadinanza. La nostra comunità è formata da oltre 2.700 persone,nel circondario vi sono diverse realtà produttive quali ad esempio aziende vinicole (in continua espansione), aziende agricole e varie piccole e medie aziende produttive che necessitano, per le loro attività, di usufruire di un servizio postale quotidiano. È da tener presente anche che buona parte dei nostri concittadini è in età avanzata e che tanti non sono automuniti: la posta per molti di loro rappresenta anche la banca non solo per riscuotere la pensione ma usata anche per altri servizi, quali depositi e prelievi.
Le alternative (Rivoltella,Sirmione e Pozzolengo) purtroppo non sono vicine e soprattutto sono già molto congestionate. Mi auguro che si possa arrivare ad un ripensamento di questa scelta da parte di Poste che è una azienda di proprietà pubblica che svolge anche un ruolo sociale.

Catuscia Giovannone
Consigliere comunale di Desenzano con delega ai Rapporti con il Territorio

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Giornale di Brescia, 08 febbraio 2015
Gardone Vt
Dall’Idv appello per le Poste di Magno

GARDONE VALTROMPIA
Un appello a tutto il mondo politico gardonese perché faccia fronte comune per salvare l’ufficio postale di Magno. A lanciarlo è Massimo Bertuzzi, trumplino, coordinatore provinciale dell’Italia dei valori. «Dopo aver appreso la notizia - dichiara – della chiusura di otto uffici postali in provincia, nell’ambito del piano di riorganizzazione di Poste Italiane, sono rimasto molto colpito ed amareggiato per il fatto che la decisione colpisce in particolar modo la Valtrompia. «La situazione che mi preoccupa di più - spiega - è quella di Magno, frazione di Gardone che conta 1.400 abitanti, dei quali circa 400 anziani. La chiusura dell’ufficio postale, che peraltro oggi è aperto solo due volte alla settimana, li priverebbe di un servizio essenziale, in particolare per il ritiro della pensione ed il pagamento delle bollette. Si consideri che il collegamento con il capoluogo Gardone attraverso i mezzi pubblici è garantito da poche corse di pullman. Chiedo dunque a tutti i partiti politici di metterci insieme per arrivare ad una soluzione positiva per gli abitanti di Magno. Da parte mia mi dichiaro sin d’ora disponibile ad iniziative pubbliche o a raccolte di firme. Credo che in questa vicenda la politica, al di là degli schieramenti, debba metterci un po’ di cuore, per stare dalla parte dei bisogni dei cittadini».

DESENZANO
Poste di S. Martino verso l’apertura di soli tre giorni

DESENZANO Poste dimezzate a San Martino della battaglia. L’ufficio postale della frazione infatti rientra fra gli otto sportelli che nel corso dell’anno saranno oggetto di riorganizzazione e di drastica riduzione d’orario. Lo prevede il piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane che è da alcuni giorni al centro del dibattito e dell’attenzione di organizzazioni sindacali, personale, sindaci dei Comuni coinvolti. Nel Bresciano chiuderanno otto uffici, mentre per altri otto, tra cui San Martino della battaglia, è prevista la riduzione d’orario. «Si tratta - spiega il sindaco Rosa Leso - di un taglio significativo anche se la posta fortunatamente rimane. Infatti secondo le informazioni ottenute dalla direzione provinciale, l’ufficio aprirà i battenti solo di martedì, giovedì e sabato, giorno di mercato. Si tratta di un taglio significativo del servizio considerando la circostanza che attualmente la posta apre dal lunedì al sabato, ma anche tenendo conto che sono circa 3mila gli abitanti di riferimento. Per questo ho scritto al direttore di Poste Italiane di Brescia sottolineando il disagio che la chiusura, seppur parziale, arrecherà ai residenti, alle numerose realtà produttive, alle persone anziane che usano la posta come sportello bancario». L’ufficio situato in via Unità d’Italia serve infatti i 2.355 cittadini della frazione, ai quali vanno aggiunti quelli di Vaccarolo e quelli che «migrano» da Rivoltella per sfuggire alle code.


SERVIZI PUBBLICI
Poste Italiane, la scure dei tagli su Desenzano

La scure dei tagli delle Poste Italiane si abbatte anche su Desenzano del Garda, nella fattispecie sull’Ufficio di San Martino della Battaglia. Nella riorganizzazione dovrebbe, infatti, rimanere aperto solo tre giorni alla settimana, andando a danneggiare in tal modo anziani e pensionati, vale a dire le categorie più deboli, che non sempre e non facilmente godono della possibilità di una grande mobilità. Ho apprezzato nel merito l’immediato intervento del consigliere regionale lombardo Fabio Rolfi, che chiede che il Parlamento regionale intervenga per evitare che i previsti tagli in Lombardia vengano attuali. Certo non vorrei mai che accadesse come la soppressione di alcune corse dei treni o ancora peggio per la Tav nella tratta Brescia-Verona, destinata, così come progettata, a recare gravi danni all’economia del basso lago oltre che all’ambiente. Quanto agli  Uffici Postali non posso fare a meno di sottolineare quanto sia difficile raggiungere l’Ufficio di Desenzano centro, tanto da spingere molti utenti a preferire l’Ufficio di Rivoltella ed anche quello di San Martino.

Luigi Cavalieri
Consigliere Comunale di Desenzano del Garda

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Giornale di Brescia, 05 febbraio 2015
Tagli alle Poste, le perplessità di Acb
«La società chiarisca le sue intenzioni in un incontro»

BRESCIA Spiazzati e perplessi. L'Associazione comuni bresciani esprime le sue preoccupazioni in merito alle scelte anticipate alcuni giorni fa da Poste Italiane, che nella nostra provincia implicheranno la chiusura di otto uffici e l'applicazione di una riduzione d'orario in altrettanti sportelli.
«Su sollecitazione e a tutela delle amministrazioni coinvolte (che hanno appreso la notizia direttamente dai media) - spiega in una nota l'Acb - e con l'intento di addivenire a un confronto che meglio chiarisca motivazioni e intenzioni di Poste Italiane, abbiamo invitato i rappresentanti della società a un incontro». L'associazione guidata da Gabriele Zanni (sindaco di Palazzolo) ritiene infatti che la questione dei tagli previsti da Poste Italiane «vada affrontata di concerto con un tavolo che coinvolga tutti gli enti interessati» e che venga convocato al più presto possibile. Senza tanti giri di parole Acb critica anche il modus operandi adottato dalla società a partecipazione statale. «Auspicando che in futuro procedure di comunicazione più consone siano adottate nei confronti delle realtà locali - puntualizzano dagli uffici dell'associazione bresciana -, rinnoviamo la nostra ferma convinzione che solo il confronto possa chiarire la situazione e dare risposte rispetto ai servizi oggi erogati».

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Brescia Oggi - giovedì 05 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 17
POSTE NEL MIRINO. Il piano di chiusure
Provaglio convoca il consiglio comunale per salvare Provezze

Gabriele Zanni, sindaco di Palazzolo, contesta il taglio di San Pancrazio In campo anche l´Acb

La notizia che Poste intende chiudere lo sportello di San Pancrazio, frazione di Palazzolo, ha provocato l´immediata reazione del sindaco Gabriele Zanni, da poche settimane anche presidente dell´Associazione comuni bresciani, deciso a difendere un presidio importante per 2700 residenti. Zanni, che ha già scritto alle Poste, ha portato la questione all´attenzione dell´Acb per evitare il «divide et impera», con cui spesso i Comuni bresciani si sono visti ridurre servizi importanti. «Per San Pancrazio - ha spiegato Zanni - lo sportello è importante in particolare per gli anziani e per evitare di affollare l´ufficio di via Zanardelli. Il problema va affrontato insieme agli altri paesi. Chiudere o ridurre gli orari preoccupa perché crea disagi ai più deboli oltre a ridurre il servizio importante per tutti i cittadini. Sono convinto che il problema vada affrontato portando allo stesso tavolo tutti i soggetti e che in futuro si adottino procedure attente alle realtà locali: il confronto, che mi auguro avvenga a breve, dovrebbe permettere di chiarire la situazione».
Da Provaglio un altro no secco alla chiusura dell´ufficio postale di Provezze. L´amministrazione, che ha avuto ieri la comunicazione ufficiale della prevista soppressione dell´ufficio postale, farà di tutto per scongiurare questa decisione. Il sindaco Marco Simonini sta cercando ogni possibile strada per mantenere il servizio postale. Addirittura ha convocato per lunedì 9 febbraio alle ore 19 una seduta del consiglio comunale dove si voterà una delibera contraria alla chiusura dello sportello postale. «Già nel 2011 - ricorda il primo cittadino - cercarono di chiuderlo, ora ritentano. Faremo di tutto per tenerlo aperto perché è un servizio essenziale alla gente soprattutto quella più anziana. Siamo disposti anche a rinunciare all´affitto che Poste italiane paga al comune. Chiediamo di sederci ad un tavolo e discutere».

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Giornale di Brescia, 04 febbraio 2015
Tagli alle Poste, in Val Trompia i sindaci non ci stanno
Ottelli (Comunità Montana) a Roma. E il primo cittadino di Leno chiede un incontro

Tre su otto sono nella Valle del Mella. La razionalizzazione di Poste Italiane con l'annuncio della chiusura di alcuni uffici nel bresciano penalizza la Val Trompia che si vede chiudere ilservizio di Cogozzo, Magno e Brozzo. «È una situazione che ancora una volta va a penalizzare i bacini montani - sottolinea il presidente della Comunità montana, Massimo Ottelli, che domani sarà a Roma in qualità di membro dell'Unione nazionale delle comunità montane a parlare proprio di questo Intendiamo quindi muoverci coni sindaci dei Comuni interessati per un'azione condivisa».
Sono preoccupati i sindaci triumplini, in particolare quello di Marcheno, Diego Bertussi, che si vede chiudere un servizio con un bacino d'utenza di mille persone. «Ben 4500 cittadini- spiega - dovranno alla fine gravitare su un unico ufficio, quello di Marcheno che conta su due soli addetti». A Brozzo già da tempo il servizio funziona due giorni la settimana, cosi come due sole mattine l'ufficio di Magno.
«Negli anni passati - ricorda il sindaco di Gardone Pierangelo Lancellotti - si era già paventata la chiusura ma con una raccolta di firme il Comune è riuscito a bloccarla. Noi però vogliamo porre il segno sull'importanza della presenza della posta a Magno, ospitata in alcuni locali di proprietà comunale e per la quale ci facciamo carico del pagamento delle utenze; non è cosi semplice per un anziano prendere l'autobus, peraltro non frequentissimo e raggiungere Gardone». Da parte sua la Comunità montana in occasione dell'assemblea di venerdì intende fare il punto della situazione. «Preoccupazione e contrarietà» sono espresse pure dal sindaco di Leno, Cristina Tedaldi, che ha appreso dal nostro giornale la notizia della chiusura dell'Ufficio postale di Castelletto. In una lettera a Poste Italiane Tedaldi sottolinea che l'ufficio «serve 2mila abitanti della frazione e sopperisce anche a carenze strutturali e di personale dell'ufficio postale di via 25 Aprile». Da qui la richiesta di «rive-dere le chiusure» e di «un incontro per poter acquisire informazioni più precise».
Di «incomprensibile e intollerabile deci-mazione di sportelli nel territorio lom-bardo» parla il presidente dell'Associa-zione Artigiani Enrico Mattinzoli, mentre il consigliere regionale bresciano Fabio Rolfi annuncia che «il 12 febbraio si terrà in Commissione Attività produttive l'audizione che ho richiesto con le parti sociali e l'azienda». Obiettivo: «esercitare la massima pressione sulla governance delle Poste per tutelare in modo adeguato le comunità interessate». f. b.

L'ufficio postale di Pilzone «non si tocca»

ISEO L'ufficio postale di Pilzone non chiuderà, come era stato paventato nei giorni scorsi. La conferma è stata data dalla stessa azienda ed è stata ribadita dall'Amministrazione di Iseo che si è sempre data da fare perché il servizio, nella frazione, fosse garantito. «Per ora non abbiamo nessuna comunicazione in merito alla riduzione degli orari o alla sospensione del servizio -ribadisce l'assessore Pasquale Archetti-. Anzi, è stato fatto di tutto perché Pilzone mantenga il suo ufficio postale e, di fatto, così è stato reso noto dalle Poste Italiane che nella razionalizzazione dei servizi non ha toccato Pilzone d'Iseo».

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Brescia Oggi - mercoledì 04 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 18

BUFERA SULLE POSTE. Otto gli sportelli
Da Botticino a Leno il taglio degli uffici scatena la protesta
I sindaci contestano le chiusure E gli artigiani rincarano la dose

Oltre a negozi ed altre attività che hanno chiuso in questi anni a causa di una crisi che sembra non avere fine, ora anche l´ufficio postale: ma dove stiamo arrivando? E´ questa la frase che i cittadini della frazione di Mattina a Botticino continuano a ripetere, dopo la notizia della chiusura della sede postale in via Salvo d´Acquisto.
«Capiamo tutto - lamentano gli abitanti - ma chiudere un ufficio postale come questo, equivale a creare enormi disagi a centinaia di persone: gli anziani in particolare che d´ora in poi dovranno delegare qualcuno - figli o nipoti sempre non se ne hanno - per effettuare le loro piccole operazioni mensili».
Protesta il sindaco Donatella Marchese che non vuole rimanere spettatrice: «L´annuncio della chiusura dell´ufficio postale non può che preoccuparmi: penso alle persone che hanno difficoltà a muoversi e trovano necessario avere un ufficio nelle vicinanze. Confido ina una soluzione che ridimensioni il disservizio che si creerebbe qualora il piano di ridimensionamento venisse attuato». Lamentele anche a Castelletto, la popolosa frazione di Leno con 2mila abitanti già nell´elenco degli 8 uffici destinati alla soppressione. La notizia ha allarmato il sindaco Cristina Tedaldi che ieri appena letti i quotidiani ha scritto ai responsabili di Poste italiane per esprimere la contrarietà dell´amministrazione alla chiusura dello sportello e chiedere un incontro a breve. Premesso che l´ufficio di Castelletto «sopperisce anche a carenze strutturali e di personale dell´ufficio di via XXV aprile, nel quale i cittadini sono costretti a lunghe code ed attese per la già limitata attivazione di sportelli al pubblico» il sindaco esprime preoccupazione e dissenso per un taglio che «aggrava la carenza del servizio alla popolazione di tutto il territorio di Leno». Esprime rammarico per le modalità assunte dall´azienda nell´operazione «che ha ignorato gli interlocutori istituzionali, ai quali era per lo meno dovuto un contatto informativo». Per tanto chiede di rivedere il programma di chiusure ed un incontro per notizie più precise in merito. «Incomprensibile e intollerabile la decimazione di sportelli nel territorio lombardo» accusa il presidente dell´Associazione artigiani di Brescia Enrico Mattinzoli e prosegue: «Saranno le aree già fortemente svantaggiate dal punto di vista geografico, come la Valcamonica, a pagare il tributo più pesante dei tagli, contribuendo ad aumentare il già pesante disservizio che colpisce cittadini ed imprese».

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Giornale di Brescia, 03 febbraio 2015
Sentirsi raggirati dal disservizio postale
Con riferimento alle lettere pub-blicate mercoledì 21 e sabato 24 gennaio sul tema disservizi postali e con-segna posta durante le festività (e pure nei periodi di assenza del postino addetto in zona) esprimo un acre deludente rammarico rabbioso, identico a quello delle due lettrici. La zona cittadina stavolta è l'Oltre mella - Ponte Crotte e adiacenze, il periodo più «malmesso» e trascurato ha riguardato le festività di fine 2013, inizio 2014, così come per e ultime festività natalizie, sin oltre l'Epifania 2015. Per due - tre settimane di fila per le strade del quartiere menzionato nessuna traccia di portalettere. Diversa corrispondenza - non recapitata - era ritornata in giacenza al centro di via Dalmazia. Sono andate così «smarrite» varie corrispondenza ordinaria, oltre ad alcune bollette e richieste di pagamento (telefoniche e di altro genere). Trovo sconcertante - a dir poco - tanti spot televisivi e pubblicità su servizi postali afferenti attività finanziaria/ bancaria/assicurativa, ecc... , mentre si trascura il semplice, primario dove-re del recapito postale. Particolare tutt'altro che insignifican-te: in 10 anni la tariffa ordinaria - per lettere e cartoline - è quasi raddoppia-ta: da 0,45 a 0,80 centesimi di euro, a decorrere dall'1 dicembre 2014 (diffi-cile persino trovare i francobolli ne-cessari all'affrancatura nuova). Per non parlare della sospensione di consegna del sabato, e magari, prossimamente, verrà effettuata in certe zone persino a giorni alterni. Se si intende in qualche modo entrare in concorrenza col sistema bancario, lo si dichiari apertamente, e si tolga la denominazione di Poste italiane. E poi si vantano degli ottimi bilanci che riescono ad ottenere... ma chi vogliono prendere in giro?

Lettera firmata

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Brescia Oggi - martedì 03 febbraio 2015 PROVINCIA, pagina 18

 IL CASO. Il piano industriale nazionale è stato ufficializzato ieri: in Lombardia saranno «sacrificate» sessantuno sedi
Le Poste «isolano» le frazioni Otto uffici verso la chiusura
Alessandro Faliva
Da Castelletto di Leno a Magno di Gardone Valtrompia servizio soppresso nei piccoli centri Altri 8 sportelli funzioneranno a singhiozzo: la Valcamonica pagherà il dazio più pesante

Prima si ragionava su numeri empirici, da ieri gli obiettivi della scure dei tagli di Poste Italiane hanno una precisa collocazione geografica. Che apre scenari complessi per uno dei servizi dalle profonde implicazioni sociali.
Sono sedici gli sportelli della provincia di Brescia inseriti nel piano di riorganizzazione nazionale, comunicato in questi giorni da Poste Italiane, che prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 61 uffici e l´apertura a giorni alterni per altri 121.
PER QUANTO RIGUARDA la nostra provincia, nel breve periodo saranno soppresse le sedi di Botticino Mattina, Castelletto di Leno, Mazzano, Provezze di Provaglio d´Iseo, Brozzo di Marcheno, Cogno di Piancogno, Cogozzo di Villa Carcina e Magno di Gardone Valtrompia. Per gli utenti diventerà quindi obbligatorio appoggiarsi agli uffici dei comuni limitrofi.
I disagi maggiori saranno, verosimilmente, per i residenti di Castelletto e di Magno, che dovranno percorrere i cinque chilometri che li separano dalle strutture più vicine, rispettivamente Leno e Gardone Valtrompia.
Per altri otto terminali delle Poste si delinea lo scenario dell´apertura «a singhiozzo», tre giorni a settimana.
Il ridimensionamento in questo caso riguarderà lo sportello di San Martino della Battaglia a Desenzano, l´ufficio di San Pancrazio a Palazzolo e la sede di Incudine.
Orari a scartamento ridotto anche per Maderno, Ono San Pietro, Ponte Caffaro a Bagolino, Prestine e Valvestino.
SE L´AZIENDA non ha ancora specificato quando si abbasseranno le saracinesche, e nonostante il personale coinvolto - tredici dipendenti - verrà riqualificato nelle strutture vicine, i sindacati sono già sul piede di guerra. «Questo programma di interventi è riferito all´anno scorso, per cui ne potrebbero seguire altri in conseguenza del Piano d´Impresa varato fino al 2019 - spiega il segretario provinciale della Cisl, Giovanni Punzi -. Si tratta di un piano industriale che, invece di promuovere investimenti e sviluppo, adotta tagli lineari dei costi, facendo ricadere i disagi collegati sulla collettività».
Sulla stessa lunghezza d´onda il segretario dei postali della Cigl Lombardia, Laura Storti. «Non vorremmo che questo fosse un primo prezzo da pagare sull´altare della privatizzazione. Non va sottovalutato il peggioramento del servizio universale, che Poste Italiane dovrebbe garantire soprattutto nei confronti di una popolazione già svantaggiata».
Nel frattempo, il vicepresidente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti, presenta una mozione allineandosi alla posizione critica assunta nei confronti del piano delle Poste Italiane dal consigliere regionale bresciano della Lega Nord Fabio Rolfi. «Nonostante i forti dubbi e le proteste anche sindacali per le preoccupanti ricadute sull´occupazione che potrebbero esserci - commenta Cecchetti - pare che Poste italiane voglia andare avanti spedita sull´attuazione del progetto di ridimensionamento.
A questo punto credo sia urgente una presa di posizione del parlamento lombardo: chiudere sportelli o limitarne le aperture, soprattutto quando questi uffici sono periferici, vuol dire negare un servizio che è importante e al tempo stesso gettare nel disagio più assoluto le persone più deboli, soprattutto quelle anziane».

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 Giornale di Brescia, 03 febbraio 2015

Poste, chiudono 8 uffici e altri 8 riducono l'orario
Definita la mappa dei tagli.
La Valtrompia paga il dazio più salato. Scontro azienda-sindacati

I tagli al servizio postale bresciano di cui si parla da giorni adesso hanno «nome e cognome». La mannaia di Poste Italiane, destinata a penalizzare la capillarità del servizio sul nostro territorio, porterà nel 2015 alla chiusura definitiva di otto uffici postali e alla riduzione d'orario per altri otto, tutti sportelli sparsi in provincia. A pagare il dazio più salato sarà la Valtrompia, dove i vertici della società a maggioranza pubblica hanno deciso di abbassare - per sempre - la saracinesca a Brozzo, Cogozzo e Magno di Gardone Valtrompia. Due uffici li perderà la Bassa (a Mazzano e Castelletto di Leno), mentre uno sportello per zona chiuderà in Franciacorta (a Provezze), in Valcamononica (a Cogno) e nell'hinterland cittadino (a Botticino Mattina).
Al capitolo «riduzione d'orario» - ancora da specificare in quale misura - subiranno dei tagli gli uffici di San Martino della Battaglia, San Pancrazio, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine.
Il Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane, ancora riferito agli anni 2013-2014, preoccupa il personale e i sindacati perché potrebbe essere seguito da altri provvedimenti analoghi quando entrerà il vigore il Piano d'impresa 2015-2019. Ancora una volta,come già accaduto in passato in casi analoghi, i provvedimenti in divenire stanno provocando uno scontro tra l'azienda e i sindacati, fermi in alcuni passaggi su posizioni molto distanti. Per Poste Italiane - che ieri dopo l’incontro con le parti sociali ha chiarito le sue posizioni: «Il piano assicura efficienza e capillarità del servizio e la tenuta dei livelli occupazionali. La riorganizzazione infatti garantisce l'accesso della clientela al servizio universale coprendo il 96% dei comuni italiani, e in particolare l'87% di quelli con popolazione inferiore a mille abitanti, con livelli di servizio superiori agli standard fissati dal Contratto di programma e dalle norme in materia.
Il personale degli uffici postali invece inclusi nel Piano di rimodulazione - precisa Poste - verrà opportunamente collocato in altre sedi del medesimo ambito territoriale, mantenendo inalterato il numero dei posti di lavoro».
Per la segreteria di Brescia di Slp Cisl, che si dice pronta alla «mobilitazione», la situazione sarebbe meno rosea. «Quello che serve a questa azienda è un piano d'investimenti che riduca le criticità e metta nelle condizioni il personale di lavorare bene - spiega il segretario Giovanni Punzi Questo Piano? Si preoccupa solo dei tagli ai servizi. La realtà di tutti i giorni è quella della mancanza cronica di personale negli organici, che non consente la copertura delle postazioni di sportello e delle sale consulenza, ma anche dei continui distacchi di personale da un ufficio all altro per permetterne l'apertura ed il funzionamento, come dei prolungamenti d orario di lavoro spesso nemmeno retribuiti. È di queste cose - conclude Punzi - che ci aspetteremmo si occupasse il Piano d'impresa».

Flavio Archetti