LA STAMPA DI MARZO 2015

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Brescia Oggi - martedì 31 marzo 2015 CRONACA, pagina 17
IL CASO. Dopo il colpo alla Posta di via Moretto
La metro bloccata per catturare il rapinatore in fuga
Intervento della Volante alla stazione Marconi Alla stessa ora «colpo» anche a Brescia due
L´aveva pensata giusta: scappare in metrò dopo la rapina in posta in via Moretto, mentre le forze dell´ordine lo avrebbero cercato per le vie del centro, ma non ha fatto i conti con la polizia che lo ha individuato mentre scappava a piedi grazie alle telecamere di sicurezza. Il bandito bresciano che ieri alle 15, armato di un grosso cacciavite ha rapinato un´impiegata dell´ufficio postale nel cuore della città, è stato visto salire sulla metropolitana in piazza Vittoria ed è stato bloccato alla stazione Marconi.
FUGA IMPOSSIBILE dato che gli agenti della Volante hanno chiesto che venisse bloccata per pochi minuti la linea. Il tempo necessario per far salire sulla carrozza gli agenti che hanno arrestato in flagranza di reato il bandito tra la curiosità dei viaggiatori che hanno chiesto agli agenti cosa stesse accadendo. Il treno della metropolitana pochi minuti dopo è ripartito verso Casazza.
In suo possesso il cacciavite che era stato scambiato dai dipendenti delle poste di via Moretto per un coltello e il bottino. I 200 euro ricevuti dalla cassiera. Di più non c´era.
Per motivi di sicurezza infatti l´incasso della giornata viene messo in cassaforte e resta solo il fondo cassa . Il rapinatore è stato condotto in questura e dichiarato in arresto. Conclusi gli accertamenti il trasferimento in carcere dove attende l´interrogatorio di convalida.
ALTRA RAPINA, quasi in contemporanea, in un centro benessere di Brescia due. Pure in questo caso è entrato in azione un bandito solitario. Il bottino è nettamente superiore anche se non si tratta di cifre che risolvono i problemi di una vita. Il «colpo» ha fruttato 400 euro in contanti.
La fuga del bandito è riuscita: ha anticipato l´arrivo della volante della questura e della gazzella del Radiomobile dei carabinieri. F.MO

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Giornale di Brescia, 31 marzo 2015
Rapina la Posta, nella fuga perde
il tesserino della «Mensa dei poveri»
Concitata caccia all’uomo ieri in città tra autobus e metropolitana
Colpo a mano armata anche a Brescia2: malvivente via con 400 euro
Galeotti dovevano essere i mezzi di trasporto pubblicoche avrebbe utilizzato nella sua fuga. Ma alla fine, complice la sua distrazione,un bel po’ di goffaggine e una scarsa inclinazione criminale, un«pericoloso» rapinatore è stato tradotto in carcere non senza una fuga... rocambolesca. I fatti si sono consumati ieri a partire dalle 12,45, quando un rapinatore armato di coltello ha assaltato l’ufficio postale di via Moretto. Volto travisato da uno scalda collo (sotto il sole ieri c’erano oltre venti gradi...) e lama alla mano, lo sconosciuto è riuscito a farsi consegnare tra monete e qualche banconota di piccolo taglio, circa 200 euro. Poi, saltato il balcone con un gesto atletico, la fuga lungo Corso Martiri della Libertà per far perdere le proprie tracce. Immediato l’allarme antirapina alla Sala Operativa del 113. Una Volante è arrivata sul posto a raccogliere non solo la descrizione dell’uomo, ma  anche indicazioni sulla direzione che il fuggitivo aveva preso poco prima. Nel frattempo un’altra Volante ha fermato in Corso Martiri un bus su cui era stato notato il fuggitivo. Il quale, tuttavia, alla vista degli agenti è sceso alla fermata. Da qui l’uomo ha preso la via dell’ingresso del metrò a Vittoria. Gli agenti si sono precipitati nella stazione, ma i convogli erano già partiti. A quel punto la Centrale ha chiesto il blocco dei treni alla fermata Marconi. Il rapinatore, nel frattempo, era sceso dal convoglio e nel tentativo di prendere il treno nell’opposto senso di marcia, si era portato lungo l’altra banchina. Ripreso dalle telecamere e individuato, il fuggitivo è stato arrestato. È stato solo allora che ci si è accorti che nella fuga la sua sbadataggine aveva avuto la meglio sull’organizzazione del colpo: in Posta aveva perso la tessera personale della «Mensa dei poveri» con tutti i dati. Sul treno aveva poi dimenticato lo scalda collo, il coltello e soprattutto il denaro rubato. Rapina anche a Brescia 2 in via Nenni: un uomo dall’accento bresciano e armato di pistola si è introdotto in un negozio, facendosi consegnare dalla negoziante circa 400 euro prima di darsi alla fuga.
Roberto Manieri

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Brescia Oggi  - sabato 28 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 26
PISOGNE. La rapina nel pomeriggio di giovedì
Pistola, barba finta e parrucca in testa: «svaligiate» le Poste
Prima le minacce alle impiegate Poi la fuga con un magro bottino
È riuscito a fuggire, ma con un bottino assai magro, il rapinatore che nel primo pomeriggio di giovedì ha preso di mira l´ufficio postale di Pisogne, sulla via Antica Valeriana.
ERANO DA POCO passate le 13 e, secondo alcune testimonianze, il malvivente da parecchi minuti si aggirava parlando al telefonino intorno allo stabile che ospita anche un parrucchiere, uno studio dentistico e diversi appartamenti privati. L´uomo si era camuffato in modo evidente, tanto da far insospettire un paio di passanti, che hanno allertato preventivamente le forze dell´ordine.
Mascherato con barba e capelli finti, cappello in testa, occhiali a nascondere il volto, armato di pistola, è entrato in azione nell´orario in cui le impiegate di solito si preparano per il cambio di turno. Si è fatto consegnare il contante, poche centinaia di euro, e si è dileguato senza fretta, verso la zona della palestra comunale. I carabinieri della stazione di Pisogne sono arrivati pochi minuti dopo, ma del rapinatore nessuna traccia.
Al momento della rapina nell´ufficio c´erano solo le tre dipendenti. Lo sportello è stato chiuso e sulla porta di ingresso è stato appiccicato il cartello «chiuso per rapina».
Le indagini sono partite subito. Non è la prima volta che le Poste di Pisogne vengono prese di mira. L´ultimo colpo risale al 2010. Le modalità sembrerebbero le stesse della rapina di Costa Volpino, del 20 marzo. Quando intorno alle 20, l´orario di chiusura, fu assaltato il supermercato «Di Più» di via Cesare Battisti.
Anche in quel caso una vistosa parrucca e le minacce di rito alle cassiere. A.ROM.

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Brescia Oggi - domenica 22 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 24
GARDONE. La realtà sembra smentire le rassicurazioni della politica
Magno al capolinea? È «giallo» sulle poste
Cinque Stelle e Italia dei valori parlano di tagli fermi ma in Comune c´è la disdetta del contratto d´affitto

Laura Piardi
Trattative politiche e realtà si smentiscono a vicenda e il futuro del decentratissimo ufficio postale di Magno di Gardone è diventato un «giallo». L´azienda ha annuncianto il «congelamento» del piano di tagli che avrebbe portato alla soppressione dello sportello innescando un coro di commenti soddisfatti dei partiti. Ma in Comune spiegano che il contratto di affitto dei locali che ospitano il servizio postale è stato disdettato.
Sono decisamente ottimisti Alessandra D´Agostino, consigliere del Movimento Cinque Stelle di Gardone e Massimo Bertuzzi, responsabile del Lavoro dell´area valtrumplina per l´Italia dei valori di Brescia. «Per l´ufficio postale di Magno - precisa Alessandra D´Agostino - ci eravamo mossi anche a livello centrale con una interrogazione parlamentare, e il risultato di questi giorni è stato il blocco delle chiusure. Stiamo anche lavorando per la raccolta di firme sia a Magno, sia in alcuni esercizi commerciali, e lo faremo anche al mercato di Gardone del 27 marzo».
«Sono soddisfatto - aggiunge Bertuzzi - perchè Poste italiane ha almeno per ora sospeso i tagli a livello nazionale, e soprattutto nel Bresciano. E la soddisfazione non è solo mia ma anche dei circa 1.500 cittadini, anche di Padile, che avrebbero dovuto affrontare i disagi innescati dalla chiusura dello sportello».
Molto più prudente il quadro che viene affrescato in municipio.
«Siamo in attesa dell´evolversi degli eventi - precisa il sindaco Pierangelo Lancelotti -. Per ora l´unica notizia certa è che il contratto di locazione è stato disdetto dalle Poste. Nei prossimi giorni sentiremo la direzione provinciale per capire come intende muoversi. Vorrei precisare che nei precedenti incontri con la spa per evitare la fine dello sportello di Magno ho sottolineato con fermezza la particolare situazione di questo ufficio e l´importanza del servizio. Noi poi li abbiamo pure agevolati facendo pagare un affitto annuo di 3.500 euro, con utenze e manutenzione a nostro carico».

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Brescia Oggi - giovedì 19 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 17
LENO. Salvo, per ora, lo sportello di Castelletto ed altre sette filiali destinate alla soppressione. Slitta l´orario ridotto in altri otto sedi bresciane Uffici postali a rischio, congelato il piano tagli
Alessandro Faliva

L´azienda si confronterà ad un Tavolo con Comuni e Regioni prima di rendere operativa la ristrutturazione

Tagli «congelati». Poste Italiane ha sospeso l´attuazione del piano di riorganizzazione che a partire dal 13 aprile prevedeva in Lombardia la chiusura di 61 uffici e l´apertura di altri 121 a giorni alterni. Sull´altare della razionalizzazione nel Bresciano sarebbero stati sacrificati sedici sportelli. Per quelli di Botticino Mattina, Brozzo, Cogozzo, Cogno, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno e Provezze di Provaglio d´Iseo era prevista la soppressione, mentre sarebbe stato ridimensionato l´orario di apertura delle sedi di San Martino della Battaglia a Desenzano, San Pancrazio a Palazzolo, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Prestine e Valvestino.
La «scure» della ristrutturazione è stata bloccata in attesa di un confronto fra l´azienda e gli enti locali. La mobilitazione a tutto campo di sindaci, amministratori, cittadini e dipendenti ha insomma portato ad un primo risultato. A sgretolare la linea dell´intransigenza di Poste Italiane è stata la risoluzione approvata dal consiglio regionale.
«Contestualmente - spiega Daniele Nava, sottosegretario della Giunta del Pirellone - abbiamo avviato una serrata trattativa che ha portato alla sospensione del piano. Regione e Poste Italiane completeranno insieme una analisi dei territori prima di dare definitiva attuazione alla ristrutturazione». La prossima settimana si riunirà un tavolo regionale creato ad hoc. La mobilitazione contro la riorganizzazione ipotizzata dalle Poste ha visto nel Bresciano protagonista la Lega Nord, che con il consigliere regionale Fabio Rolfi aveva subito bocciato un piano «destinato a penalizzare i centri più piccoli, mal collegati, e dove la maggior parte degli abitanti sono anziani».
Il deputato del Carroccio Davide Caparini aveva incalzato il Governo con un´interrogazione parlamentare. «Accogliamo positivamente la decisione dell´azienda - osserva il segretario generale delle Poste Cisl Lombardia, Giuseppe Marinaccio -. Ci auguriamo che questa svolta si traduca nella disponibilità a discutere con tutte le parti interessate e quindi anche con il sindacato. Auspichiamo inoltre che sia il segno di un ripensamento generale sulla gestione delle risorse umane e di una maggiore attenzione al problema della carenza di personale, uno dei principali fattori all´origine della decisione di chiudere gli sportelli».
Sulla stessa lunghezza d´onda Gian Antonio Girelli. «La sospensione del piano è una prima buona notizia - rimarca il consigliere regionale del Pd -. Ora si può ragionare con più calma aprendo finalmente il tavolo che abbiamo richiesto fin dall´inizio della vicenda. Il servizio postale non può lasciare scoperti tanti territori periferici, costringendo i cittadini ad ulteriori disservizi».

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Giornale di Brescia, 18 marzo 2015

Ieri manifestazione dei sindacati in città: in cinque anni persi 258 dipendenti, 160 zone di recapito e 11 uffici sul territorio. Dal 13 aprile «tagli» in altri 16 uffici

È un regresso che fa poco clamore, passando quasi sotto silenzio. Eppure i numeri parlano chiaro. Dal 2010 a oggi l’organico postale a servizio di Brescia e del Bresciano si è ridotto di 258 unità, ha perso 160 zone di recapito su 814 (oggi ne sono rimaste 654), ha visto la riduzione dei giorni d’apertura in 23 uffici, e la chiusura definitiva di altri 11 sul territorio. Chiusure e riduzioni d’orario a cui dal prossimo 13 aprile se ne aggiugeranno altre 16: per la sopressione definitiva delle poste di Botticino Mattina, Castelletto di Leno, Mazzano, Provezze, Brozzo, Cogno, Cogozzo e Magno, e la riduzione d’apertura dei presidi di San Martino della Battaglia, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino, Prestine e San Pancrazio. Per attirare l’attenzione su una questione che penalizza il nostro territorio, i sindacati Slp Cisl, Slc Cgil, Sailp Confsal e Ugl Comunicazioni, hanno manifestato ieri mattina in via Gambara davanti alla sede della direzione di Poste Italiane. «Quello che è successo è solo una faccia della medaglia – ha precisato il segretario di Slp Cisl Giovanni Punzi – perché il Piano di riorganizzazione estenderà i suoi effetti anche tra 2015 e 2016. In questo biennio è atteso l’avvento della nuova modalità di recapito a giorni alterni nei paesi piccoli e di montagna. Questo porterà a nuovi tagli, ancora una volta per colpire gli uffici dove lavora un solo operatore, che a Brescia sono il 23%». Secondo l’azienda, però, la riduzione degli uffici e il dimezzamento in periferia del passaggio dei portalettere sarà compensato dalla modernizzazione in arrivo con il postino telematico. «Il portalettere non può risolvere il problema - continua Punzi – perché comunque non farà operazioni di consegna delle pensioni e pagamenti in contanti, ma riceverà solo raccomandate o potrà ricaricare servizi come Poste Pay e simili. Per noi rilancio significa fare accordi con gli enti locali per trovare nuovo lavoro e investire in nuovi mezzi di trasporto». A puntare il dito contro l’azienda e le presunte ingiustizie in tema di assunzioni ci ha pensato il segretario di Slc Cgil Laura Storti. «Riscontro un imbarbarimento nei rapporti umani, soprattutto dove appare fin troppo chiaro che fare cassa è diventato più importante del rispetto verso i dipendenti. In particolare sono infastidita dalle assunzioni fatte con scambio tra padri e figli, senza concorsi pubblici». Per il segretario di Confsal Francesco Doria un problema che merita attenzione è «la svendita del tradizionale punto di forza rappresentato dalla capillarità degli uffici sul territorio», mentre per il consigliere regionale Fabio Rolfi, protagonista nelle settimane scorse di appelli che hanno sollecitato a intervenire in merito anche il Consiglio del Pirellone, «le rassicurazioni di Poste sui diritti dei cittadini sembrano le promesse di Pinocchio».
Flavio Archetti

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Brescia Oggi - mercoledì 18 marzo 2015 CRONACA, pagina 10
LA PROTESTA. Le segreterie provinciali di Cisl, Cgil, Confsal e Ugl contestano la cancellazione dei servizi nei piccoli centri
Poste: no alla chiusura degli sportelli I sindacati contro il piano dei tagli
Michela Bono
Negli ultimi cinque anni saltati 258 posti di lavoro e altri 8 uffici

Si sono radunati fuori dalle Poste di via Gambara, accanto alla Stazione, per protestare contro la politica di progressiva chiusura degli uffici postali bresciani. Le quattro segreterie sindacali della provincia – Cisl, Cgil, Confsal e Ugl Poste – ieri hanno gridato la loro contrarietà per tutta la mattina, sostenendo le ragioni del loro malcontento. «Dal 2010 è stata una continua spirale negativa, che trova nella razionalizzazione una soluzione fin troppo facile per risparmiare» ha fatto notare Giovanni Punzi, segretario generale dei lavoratori postali della Cisl. Eppure, gli ha fatto eco la segretaria di Slc Cgil Laura Storti, «Poste Italiane ha chiuso per l´undicesimo anno con un bilancio in attivo, dato che non può lasciare indifferenti sulle scelte che riguardano la nostra città e l´Italia intera». Scelte che, da cinque anni, hanno visto tagliati 258 posti di lavoro sul nostro territorio, soppresse 160 zone di recapito e chiusi 11 uffici postali, prima razionalizzati (con la riduzione dell´apertura settimanale) e poi definitivamente soppressi. A questi – spiegano i sindacati – tra il 2011 e il 2012 se ne sono aggiunti altri 23, per ora ridotti nei servizi, a cui si sommano ulteriori 8 uffici nei comuni di San Martino della Battaglia, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino, Prestine e San Pancrazio Bresciano.
Dal 13 aprile, inoltre, chiuderanno definitivamente gli uffici postali di Botticino Mattina, Castelletto di Leno, Mazzano, Provezze, Brozzo, Cogno, Cogozzo e Magno, prevalentemente gestiti da un unico operatore (come il 23 percento degli uffici postali bresciani).
«I VERTICI AZIENDALI dicono che si tratta di presidi dove vengono fatte 30/40 operazioni al giorno, ma sono sicuramente di più - ha rimarcato Salvatore Cumbo di Ugl -; inoltre non conta il numero, ma il tipo di operazioni, più complesse rispetto al passato a causa delle nuove norme antiriciclaggio».
La chiusura non causerà direttamente dei licenziamenti, ma una riorganizzazione che, oltre a portare disagio ai dipendenti, secondo i patronati creerà problemi anche agli utenti, obbligati a ripiegare su altri presidi. «Senza contare che nelle zone a basso traffico postale, nel 2015/2016 è previsto anche il recapito a giorni alterni» ha spiegato Punzi. L´azienda postale punta a ottimizzare, ma non come vorrebbero i lavoratori: «Sono tagli lineari che decurtano senza valutare la qualità - fa notare Francesco Doria di Confsal – che vanno a minare il nostro cavallo di battaglia: la capillarità».
Oggetto della battaglia sindacale bresciana è anche la riorganizzazione del Centro Meccanizzato Postale di via Dalmazia, che a seguito del trasferimento della ripartizione della corrispondenza al presidio di Milano, dallo scorso anno ha visto la progressiva riduzione del personale locale, che si concluderà entro fine anno con 80 lavoratori in meno. «Di questi la metà è stata sportellizzata – ha spiegato Storti -, l´altra è da ricollocare, con il rischio che qualcuno debba spostarsi a Milano». A non piacere è una presunta disparità di trattamento: «Assumere 50 nuovi manager e pagarli profumatamente, facendo pagare i tagli ai lavoratori non è giusto» ha rimarcato Cumbo, così come, secondo Storti, non lo è invogliare i dipendenti anziani a licenziarsi per lasciar spazio ai figli: «Un piano di ricambio alla luce del sole, quasi fossimo tornati al fascismo, quando non contava il merito, ma il fatto di essere figlio o nipote di qualcuno».
Le soluzioni, per i sindacati, sono altre. «Bisogna rilanciare i servizi, fare accordi con le amministrazioni comunali e recuperare competitività, soprattutto sull´e commerce» fa notare ancora Punzi. Si prenda Amazon: secondo il segretario di Cisl, il colosso delle vendite online si serve di Poste Italiane solo per pacchi piccoli, ma se l´azienda si dotasse di mezzi più capienti e moderni sarebbe in grado di accaparrarsi commesse ben più remunerative. «Lo stesso vale per il rilancio dei servizi a denaro – ha aggiunto Punzi -, anche questi devono tornare ad essere competitivi». «Questa azienda – ha concluso Storti – è specchio della politica renziana. Vedremo cosa succederà quando si compirà la privatizzazione entro fine anno. Il denaro che entrerà servirà a migliorare la condizione o si continuerà così?».

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Giornale di Brescia, 17 marzo 2015
Chiusura uffici postali: sit-in di protesta in via Gambara

La mobilitazione dei sindacati contro la chiusura degli uffici postali, di cui otto nella nostra provincia,approda a Brescia. Gli organismi di categoria Cisl, Cgil, Failp, Confsal e Ugl hanno organizzato per questa mattina dalle 10 un sit-in di protesta davanti all’ufficio delle Poste in via Gambara. Il piano di riorganizzazione aziendale inizierà a far pesare i suoi effetti dal prossimo13 aprile: nel Bresciano verranno cancellati gli uffici di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina,Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze di Provaglio d’Iseo, Cogno e Botticino Mattina. Inoltre passeranno da tre a due i giorni di funzionamento settimanale a San Martino della Battaglia (Desenzano), San Pancrazio di Palazzolo, Ponte Caffaro (Bagolino), Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine.

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Giornale di Brescia, 12 marzo 2015
Dalle 50 targhe misteriose ai milioni del Banco Posta
Indagine della Polizia Provinciale e della GdF sul caso di un giro sospetto tra rottami e bonifici

VEROLANUOVA  Da un atto di bracconaggio parte un’indagine che mira a dimostrare l’esistenza di un’organizzazione dedita al riciclaggio, con giri d’affari milionari. Sono infatti questi gli sviluppi di un’indagine condotta dalla Polizia Provinciale che vede il coinvolgimento della Guardia di Finanza. La vicenda prende le mosse da un fatto banale: alcuni spari mettono in allarme dei cittadini che chiamano il 113, certi che si tratti dell’azione di un bracconiere. Per competenza vengono fatti intervenire gli agenti del comando provinciale di via Romiglia. La Polizia Provinciale contesta ad un sessantenne il bracconaggio e procede,prima di sequestrare il fucile,a perquisire un capanno in cui l’uomo dichiara di serbare attrezzi. Vi trovano in una scatola una cinquantina di targhe (anteriori e posteriori) di automobili, con le carte di circolazione e i certificati di proprietà. L’uomo non chiarisce al momento il perché delle targhe conservate, se non come quanto restasse di una sua attività di demolizione ormai cessata. Ma è nel passaggio di competenza dagli agenti di polizia venatoria alle aliquote appartenenti alla Stradale – ora in forza alla Provinciale - che emerge come quelle targhe si riferiscono ad altrettanti veicoli che risultano ad oggi circolanti e mai oggetto di contestazioni per sanzioni o bolli non pagati. Ad un’ulteriore perquisizione emergono nuovi documenti: estratti conti, fatture e bonifici passati attraverso Banco Posta di cifre trasferite in contanti da continui prelievi. E qui emerge l’elemento che diventa competenza della Guardia di Finanza: il titolare dell’allora attività di demolizione risulta destinatario di decine di bonifici da centinaia di migliaia di euro al mese, tutti provenenti dalla medesima società che acquista rottame. Curiosa la scansione della giornata tipo del nostro: l’1marzo2011 riceve un bonifico su bancoPosta di 150mila euro. Lo stesso giorno preleva in contanti alle 10,17 ben 15.000 euro a Orzivecchi, alle 10,31 a Pompiano 14.000, alle 10,42 a Corzano 10.000, alle 11,12 a Brandico 6.000, alle 12,12 a Verolavecchia 12.500, alle 12,50 a Verolanuova 10.000, alle 13,10 a Quinzano d’Oglio 10.000, alle 13,36 a Seniga 15.000. Il giorno dopo alle 9,42 con un Postamat a Dello ne preleva altri 15mila. Bonifici che diventano euro fruscianti fuori dai controlli e in un lasso di tempo «sospetto». Così la scansione mensile dei bonifici ricevuti in Posta in un mese:150mil al’1marzo, 50 mila il 2, 81.348 il 3, 50mila il 4, 90mila il 10 con altri due bonifici da 69.373 e 42mila, 115mila l’11, 120mila il 15, 107mila il 18, 80mila e altri 60mila il 21, 80mila il 22,92mila il 24, 70mila il 25 e 80mila il 29marzo. Come dire: 1,3 milioni incassati in un mese e riscossi in contanti in vari passaggi. E come potevano gestire così agevolmente gli uffici postali tali erogazioni in contanti? Perché le targhe senza demolizioni alla Motorizzazione? Domande a cui ora troveranno risposte le Fiamme Gialle.
Roberto Manieri

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Giornale di Brescia, 09 marzo 2015
Sit-in contro la chiusura degli uffici
La decisione di Poste Italiane continua a far discutere, i sindacati si mobilitano Nelle sedi bresciane interessate dal provvedimento la protesta arriverà martedì 17
La chiusura degli uffici postali sta provocando diversi malumori in tutta la regione e in particolare  a Brescia. Sono 61 infatti quelli destinati a chiudere le porte in Lombardia, otto dei quali nella nostra provincia; altri otto invece vedranno invece ridursi durante la settimana i giorni di apertura al pubblico. Nonostante gli sforzi di molti enti, Provincia in primis, il piano di riorganizzazione aziendale inizierà a far pesare i suoi effetti dal prossimo13 aprile. Nel Bresciano verranno quindi cancellati i punti di riferimento postale di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze di Provaglio d’Iseo, Cogno e Botticino Mattina. Inoltre passeranno da tre a due i giorni di funzionamento settimanale degli sportelli a San Martino della Battaglia (Desenzano), San Pancrazio di Palazzolo, Ponte Caffaro (Bagolino), Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine. Una situazione pesante, tanto che in tutte le province della Lombardia sono stati organizzati i sit-in di protesta dei lavoratori delle poste, organizzati dai sindacati di categoria di Cisl, Cgil, Failp, Confsal e Ugl, a sostegno della vertenza sulla carenza di organico, ma anche contro la chiusura dei 61 uffici in Lombardia. Prima città a partire sarà Milano mercoledì 11, poi il 13 toccherà a Mantova, Cremona e Lodi. Il14 Monza, Lecco e Sondrio, il 16 sarà la volta di Pavia, Como, Varese, mentre martedì 17 i sit-in si terranno a Brescia e Bergamo (dalle10 alle13). «La carenza di personale, ormai diventata insostenibile, è tra le cause principali della chiusura degli uffici postali, una decisione non condivisibile in termini sociali, economici e occupazionali – sottolinea Giuseppe Marinaccio, segretario generale Poste Cisl Lombardia . Per questo apprezziamo la risoluzione contro il provvedimento di Poste approvata all’unanimità dal consiglio regionale il 3 marzo e invitiamo i rappresentanti delle istituzioni a partecipare ai nostri sit-in». Una protesta dunque su due fronti, ma soprattutto orientata al fatto che «i cittadini dei comuni coinvolti dalle chiusure degli uffici subiranno forti disagi - prosegue Marinaccio -. Il "postino telematico" tanto decantato da Poste, purtroppo non sostituirà lo sportello postale, dato che non offre tutte le stesse operatività. Fa specie riscontrare tanta insensibilità da parte aziendale e dal Governo, azionista unico di Poste, anche di fronte all’invito del nuovo presidente della Repubblica, che ha raccomandato a tutti i parlamentari di adoperarsi per garantire i servizi ai più deboli». In Lombardia nei primi due mesi del 2015 sono stati collocati in esodo circa 50 lavoratori delle Poste e per fine anno altri 250 circa lasceranno l’azienda, ma non verranno sostituiti.

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Brescia Oggi - domenica 08 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 25
PROVAGLIO. Un´affollata assemblea promossa dalla minoranza
Poste di Provezze addio? Anziani sul piede di guerra
Preoccupazione a Provezze: la notizia dell´imminente chiusura dell´ufficio postale che già funziona, a dire il vero, a orario ridotto, toglie il sonno a tanti anziani che di per sé dormono poco. Persone che per decenni sono state le colonne portanti di questa istituzione: «la Posta» non era un mero sportello bensì lo strumento che permetteva un certo stile di vita. In quel luogo si pagavano le bollette della luce, della tv, si facevano raccomandate, si spedivano le cartoline e, cosa più importante, si riscuoteva la pensione: rigorosamente in contanti. Perché chi ha vissuto momenti grami vuole avere i soldi in mano e magari tenerseli a casa.
Sembra di parlare di preistoria, ma così non è. Ancora oggi situazioni simili accadono in ogni ufficio postale, cartoline escluse. «E ora - dicono in molti provezzesi nell´affollata assemblea organizzata dalla lista di minoranza Bene Comune -, Poste Italiane vorrebbe cancellare tutto». E già, conti alla mano, magari le poste a Provezze forse sono poco remunerative. «Ma non si può - sostengono i provezzesi - buttare l´osso dopo che se ne è mangiata la carne». Insomma la gente vuol fare qualcosa, farsi sentire, non subire in silenzio quello che in molti considerano uno schiaffo alla storia e alla tradizione. E allora che fare per evitare la scomparsa di certi servizi?. «In primis - ha sostenuto Enzo Simonini di Bene Comune - usare le strutture che ci sono. Poi sarebbe utile riproporre momenti di promozione al consumo locale com´era la borsa del sorriso. Poi cominciare a fare squadra perché uniti si fa la forza, per opporci alla chiusura dell´ufficio postale e degli altri servizi di pubblica utilità». G.C.C.

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Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 22
IL CASO. Sit-in da Botticino a Provaglio d´Iseo
Poste verso il capolinea Sette giorni di proteste
Con l´avvicinarsi del colpo di scure fissato per il 13 aprile si intensifica la mobilitazione per bloccare i tagli previsti ai sedici uffici postali della provincia. Dopo le istituzioni, sono ora i lavoratori a protestare contro il piano industriale che prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 61 uffici e l´apertura a giorni alterni per altri 121. Nel Bresciano saranno soppressi gli sportelli di Botticino Mattina Brozzo, Cogozzo, Cogno, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno e Provezze di Provaglio d´Iseo, mentre verrà ridimensionato l´orario di apertura delle sedi di San Martino della Battaglia, San Pancrazio, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Prestine e Valvestino.
Dalla prossima settimana in tutte le province della Lombardia scatteranno i sit-in di protesta dei lavoratori delle poste, organizzati dai sindacati di categoria di Cisl, Cgil, Failp, Confsal e Ugl. Prima città a partire sarà Milano, l´11 marzo; il 17 toccherà a tutti gli sportelli a rischio del Bresciano. «La carenza di personale, ormai diventata insostenibile, è tra le cause principali della chiusura degli uffici postali, una decisione non condivisibile in termini sociali, economici e occupazionali - sottolinea Giuseppe Marinaccio, segretario generale Poste Cisl Lombardia -. Per questo apprezziamo la risoluzione contro il provvedimento di Poste Italiane approvata all´unan imità dal consiglio regionale. Speriamo che istituzioni e cittadini sostengano la nostra protesta. Saranno loro infatti ad essere penalizzati dai tagli, visto che il "portalettere Telematico" tanto decantato da Poste, purtroppo non sostituirà lo sportello postale, dato che non offre tutte le stesse operatività. Fa specie riscontrare tanta insensibilità sia da parte aziendale che dal governo, azionista unico di Poste».

Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 ECONOMIA, pagina 33
IL PIANO. Fatturato verso i 30 miliardi
Poste italiane punta alla Borsa entro il 2015
Nel mirino della Corte dei Conti l´aumento del costo dei dirigenti
TORINO
L´obiettivo è arrivare in Borsa entro il 2015, mentre va avanti il piano strategico che in cinque anni porterà alla crescita di Poste Italiane con un fatturato verso i 30 miliardi di euro e oltre 3 miliardi di investimenti. L´amministratore delegato Francesco Caio ribadisce i progetti di sviluppo, mentre la Corte dei Conti mette nel mirino l´alto costo dei dirigenti, aumentato nel 2013 del 12% rispetto all´anno precedente. Una crescita dovuta «al significativo incremento sia per le competenze fisse (+4,1%) sia per le competenze accessorie (+18,4%), comprensive dei compensi incentivanti».
Torino è la seconda tappa - dopo quella in Sicilia - del tour di presentazione del piano. Qui Poste Italiane investiranno 50 milioni di euro nel Centro Multiservizi, destinato a diventare uno dei poli tecnologici di eccellenza. Per Caio è anche l´occasione per annunciare che negli uffici postali delle principali città italiane è da ieri gratuito il wi-fi: entro giugno saranno coperte 300 agenzie, 900 entro l´anno, la totalità in tre anni. «Vogliamo essere gli architetti di un´Italia più digitale e stiamo lavorando per rendere migliore la vita delle persone», afferma l´amministratore delegato di Poste Italiane, che elogia «gli sforzi del governo per accelerare lo sviluppo della rete in banda larga»: «sono più che benvenuti. L´Italia ha bisogno di recuperare il terreno perso, anche perchè si tratta di un problema di difficile soluzione».
Caio spiega che l´obiettivo è «chiudere tra marzo e aprile il nuovo contratto di programma» che rivede le regole del servizio universale della corrispondenza. «Con questo accordo la posta ordinaria verrà consegnata fino a 4 giorni dall´invio; quella prioritaria il giorno dopo con un costo del servizio» che giustifica questa celerità. Da alcune indagini è emerso che per più del 90% dei casi il cittadino chiede certezza di ricezione della posta e non solo velocità». Sul declino della corrispondenza tradizionale pone l´accento anche la Corte dei Conti che sottolinea l´esigenza di «un rilancio dell´area dei servizi postali, con interventi sui segmenti più promettenti quali il servizio di raccolta e consegna dei pacchi».
Quanto al progetto di quotazione «l´azionista - ricorda Caio - ha indicato il 2015 come l´anno della privatizzazione. La tempistica resta decisione dell´azionista, noi come management stiamo lavorando in simbiosi con il ministero dell´Economia e delle Finanze. La privatizzazione è uno strumento per dare ai mercati la possibilità di partecipare al nostro piano di crescita». Niente acquisizioni, ma «iniziative di crescita organica».

Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 CRONACA, pagina 8
INNOVAZIONE.
Poste Italiane: agli sportelli con il WiFi il web è aperto
A breve negli uffici postali di Brescia Centro, in Piazza della Vittoria 1 e di Gussago, in Via Richiedei 2, sarà attivo il collegamento alla rete internet per tutti i cittadini.
Accedere alla rete dagli Uffici Postali sarà semplice e a portata di click: basterà infatti registrarsi comunicando il proprio numero di telefono mobile al quale verrà inviato un messaggio con le credenziali per l´accesso al WiFi.
A QUEL PUNTO, attraverso smartphone, tablet o pc sarà possibile navigare in internet, dialogare sui social network o lavorare direttamente dall´ufficio postale.
«Il progetto WiFi che è stato presentato dall´ingegner Caio, stimolato dallo spirito di collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, – dice Pietro Raeli, Responsabile Area Territoriale Mercato Privati Lombardia – rientra nella missione che ci siamo dati per i prossimi anni nel Piano Strategico Poste 2020: stiamo lavorando per rendere migliore la vita delle persone, includendo tutti».
Entro la fine dell´anno il servizio sarà esteso ad altri sette uffici in provincia di Brescia (Chiari, Darfo, Gardone Val Trompia, Montichiari, Rovato e altri due uffici del capoluogo).

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Giornale di Brescia, 04 marzo 2015
La Regione contro le Pt: «Non tagliate gli uffici»
Documento unanime del Consiglio che chiede alla Giunta di intervenire su Governo e azienda
Dall’inviato Enrico Mirani

MILANO Giù le mani dagli uffici postali. Se ci sono tagli da fare vanno concordati con i Comuni, i sindacati, le associazioni di utenti: in ogni caso non devono penalizzare i territori, specie quelli più deboli. La Regione dice no al piano di riorganizzazione varato da Poste Italiane, che prevede la chiusura in Lombardia di 61 uffici (455 in Italia, 8 nel Bresciano) e l’apertura a giorni alterni di altri121(608 totali, 8 nella nostra provincia). Le Poste non possono, in nome del business, ledere l’universalità del servizio, tanto più in un territorio come quello lombardo, ricco di valli, frazioni, paesi isolati e privi di sportelli bancari, malamente collegati con i centri più grandi. È l’opinione unanime del Consiglio regionale, che ieri (65sì) ha votato una risoluzione sull’argomento. Dunque, tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, contro Poste Italiane. Il documento impegna la Giunta del presidente Roberto Maroni ad intervenire sul Governo per chiedere la sospensione del progetto (le Pt sono un’azienda pubblica); chiede che la Regione verifichi le criticità che il piano delle Pt provocherebbe; invita a creare un tavolo di confronto fra Poste, istituzioni, Comuni, sindacati, associazioni di consumatori ed utenti per formulare una nuova proposta. La Giunta,per bocca del sottosegretario agli enti locali,Daniele Nava, si è detta d’accordo: «La particolarità morfologica della Lombardia non può essere ignorata. Nel tavolo regionale che costituiremo, sperando che la Direzione nazionale delle Poste dia mandato a quella regionale per trattare, cosa al momento non prevista, bisognerà analizzare le criticità e trovare proposte concrete di soluzione che possano fare sintesi tra le esigenze dell’azienda e quelle della collettività». Finora i segnali provenienti da Poste Italiane non sono stati positivi, ha spiegato Nava. «Nell’incontro che le Regioni hanno avuto il 19 febbraio con l’amministratore delegato della società, Francesco Caio, è emersa la disponibilità a valutare singole eccezioni, ma non a fermare il piano». Ecco perché, ha insistito il sottosegretario, «è fondamentale condurre una battaglia comune». Nel dibattito in aula ci sono stati toni diversi. Il leghista Fabrizio Cecchetti ha parlato di «scelta vergognosa da parte di Pt,che deve servire i cittadini non seguire logiche di mercato, anche perché da 11 anni la società èi n equilibrio finanziario e fa utili». Stefano Buffagni (M5S) ha attaccato il Governo per la prossima privatizzazione di Pt: «Un errore svendere il patrimonio per sanare i buchi di bilancio dello Stato». Gianantonio Girelli (Pd) ha proposto che la Regione studi un nuovo modello di servizio postale specifico per le piccole comunità:«Basta con uffici supermercato che vendono anche i gratta e vinci».

Ma le Poste sembrano intenzionate a procedere

Nonostante le proteste dei sindaci, le petizioni dei cittadini e, da ultima, la presa di posizione del Consiglio regionale della Lombardia, il Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane sembrerebbe destinato a tirare diritto per la sua strada. La posizione della spa a maggioranza pubblica è stata infatti confermata pochi giorni fa a Palazzo Broletto dai dirigenti postali nell’incontro avuto con il presidente della Provincia di Brescia Pierluigi Mottinelli e con il presidente di Acb Gabriele Zanni. I tagli e le chiusure, destinati a far pesare i loro effetti dal prossimo 13 aprile, prevedono la chiusura definitiva dei punti di riferimento postali di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze di Provaglio d'Iseo, Cogno e Botticino Mattina. Oltre alle chiusure verrà ridotto l’orario di apertura al pubblico da tre a due giorni degli sportelli di San Martino della Battaglia di Desenzano, San Pancrazio di Palazzolo sull’Oglio, Ponte Caffaro di Bagolino, Incudine, Ono SanPietro, Maderno di Toscolano, Valvestino e Prestine. Il Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane, ancora riferito agli anni2013-2014, preoccupa il personale e i sindacati perché potrebbe essere seguito da altri provvedimenti analoghi quando entrerà il vigore il Piano d’impresa 2015-2019. Nelle istituzioni del Bresciano quindi c ’è molta preoccupazione, soprattutto peri piccoli centri delle valli, dove comunque la presenza dell’ufficio postale oltre a costituire un servizio di grande importanza sociale per i residenti, ha la funzione di tener vivo un tessuto urbano e conferirgli valore anche in chiave turistica.
f. a.