LA STAMPA DI AGOSTO 2012

GIORNALE DI BRESCIA - VENERDÌ 31 AGOSTO 2012 - BRESCIA E PROVINCIA, pag. 12

Poste Spa non si presenta in Prefettura
Si doveva discutere della chiusura di 16 piccoli uffici postali in città e provincia
Reazione indignata di chi ha atteso invano. L’azienda: «A breve un altro incontro»

Che Poste Italiane, sul tema della chiusura dei 16 piccoli uffici postali sparsi tra la nostra citta e la provincia, volesse avere "mano libera"era cosa immaginabile. Ma che arrivasse a disertare il tavolo di confronto organizzato in Broletto nientemeno che dalla Prefettura, non se l'aspettava proprio nessuno.
La Spa a partecipazione pubblica ieri mattina ha infatti lasciato con un palmodi naso quanti l'attendevano al tavolo della mediazione. Si tratta dei 16 sindaci, dell'assessore della Provincia di Brescia Mario Maisetti, dei rappresentanti delle comunita montane di Valcamonica e Valsabbia, dei sindacalisti di Cisl, Uil e deiconfederali di Valcamonica, nonche del direttore dell'Associazione comuni bresciani (Acb) Veronica Zampedrini (non il capo di gabinetto della Prefettura, avvisato il giorno prima con una lettera).
L'assenza di Poste ha scatenato l'indignata reazione di quanti hanno atteso invano. Reazione piccata a cui l'azienda non ha comunque mancato di replicare.
CONTROMISURE
L’Acb predisporrà un documento per chiedere al Ministero d’intervenire direttamente
«Nonostante l'imponente accorrere di politici e dirigenti - attacca Acb senza mezzi termini nel suo comunicato - abbiamo dovuto registrare lfeclatante e ingiustificata assenza dell'unico attore indispensabile.
Visti i precedenti, a questo punto tutti i presenti hanno dato mandato ad Acb di predisporre un documento da far sottoscrivere ai 206 sindaci bresciani, in cui si chiede alla Prefettura e al Ministero d'intervenire direttamente affinché si possano ottenere risposte chiare ed esaustive sulle scelte intraprese». Identico il tono di Slp Cisl.
«Siamo di fronte, per la seconda volta, ad un comportamento irriguardoso, menefreghista e provocatorio - spiega il segretario di Brescia Giovanni Punzi -. Anche perché non temo smentite quando dico che i dirigenti postali di livello regionale sono un piccolo esercito, e gli assenti potevano essere sostituiti.
Ma la verità secondo noi è un’altra - continua il sindacalista - e può essere trovata in buona parte nel fattoche la Prefettura ha convocato all’incontro anche i rappresentanti dei lavoratori, mentre Poste Italiane ha già chiesto al rappresentante locale del Governo di lasciarci fuori, di incontrarci separatamente.
E sapete perché? Di fatto questo è l’unico modo che hanno per non vedersi sbugiardati pubblicamente».
Altrettantosecca la risposta dell’azienda. «La nostra assenza era già stata annunciata il giorno prima in un comunicato inviato al Prefetto - sottolinea infatti Poste Italiane -, assenzadovuta ad impegni imprevisti e inderogabili.
Nell’ottica della collaborazione con le istituzioni, sarà programmato comunque a breve un nuovo incontro.
Per noi, infatti, la soddisfazione dei clienti è un obiettivo prioritario».
Per completare il quadro, in un comunicato ufficiale la Prefettura ha annunciato che si muoverà nuovamente, «pianificando un altro incontro tra le parti», nonché garantendo che «sulla questione verranno informati i Ministeri interessati».

Brescia Oggi - venerdì 31 agosto 2012 - PROVINCIA, pagina 21

"Una totale chiusura al dialogo"

"Un comportamento irriguardoso e provocatorio: i dirigenti di poste italiane di sede a Brescia sono addirittura quattro, e a livello regionale sono un piccolo esercito. Ma per la seconda volta in pochi mesi, hanno snobbato platealmente l´impegno". Così Giovanni Punzi, segretario generale dei Postali Cisl, si è espresso sull´assenza dei rappresentanti delle poste all´incontro di ieri mattina in Broletto. Tutti erano presenti, fanno notare dalla Cisl, "tranne quelli che avrebbero dovuto dare ragione di scelte e comportamenti che penalizzeranno cittadini ed economia locale. Pur essendo una società per azioni, l´azienda non dovrebbe dimenticare che il suo maggior azionista è lo Stato, e quindi i cittadini".
"Quel che dà fastidio a poste Italiane è che il Prefetto abbia convocato anche i rappresentanti dei lavoratori - ha sostenuto Punzi -: sono arrivati a chiedere al rappresentante locale del Governo di incontrarci separatamente. Eliminando il sindacato dal tavolo istituzionale, le poste eliminerebbero una voce scomoda che dispone dei dati complessivi di ciò che sta avvenendo".
Punzi ha parlato apertamente di "bugie" da parte dell´azienda, che "dimentica di dire che non è stato possibile, ad oggi, confrontarsi su queste chiusure, perchè l´azienda rifiuta ogni forma di dialogo". Sulla stessa linea l´Acb, secondo cui "la razionalizzazione comporta difficoltà per gli utenti più deboli, non tiene conto della crescita che molti Enti locali hanno garantito all´azienda, senza contare gli effettivi danni dovuti ai ritardi e all´apertura a singhiozzo di alcuni uffici". M.V.

Brescia Oggi - venerdì 31 agosto 2012~PROVINCIA, pagina 21

I NUMERI DEI "TAGLI"
Secondo quanto sostiene il sindacato Cisl

Secondo quanto sostiene il sindacato Cisl che si occupa del comparto postale, ad oggi in provincia di Brescia sono stati razionalizzati 25 uffici postali, mentre due - quelli di Bostone di Villanuova sul Clisi e di Farfengo, frazione di Borgo San Giacomo - sono stati chiusi definitivamente. Ma oltre alla razionalizzazione, a preoccupare le organizzazioni sindacali sono i giorni di chiusura degli uffici postali. Secondo la nota della Cisl, nel 2011 la somma delle giornate di chiusura di tutti gli uffici bresciani (senza considerare quelle nel periodo estivo e in quello natalizio) è arrivata a 453 giorni: "Come se ogni giorno fossero stati chiusi quasi quattro uffici", notano dalla Cisl. La situazione si aggrava considerando i primi otto mesi del 2012: finora i giorni di chiusura sono stati 299, pari a circa sei uffici postali chiusi al giorno. "A questi bisogna aggiungere i giorni di chiusura che non vengono comunicati alle organizzazioni sindacali, per cui il dato reale è sicuramente più alto", affermano da Cisl.
"È partendo da questi numeri che deve muovere un confronto serio conposte Italiane - afferma Giovanno Punzi, segretario generale dei Postali Cisl -: peccato che l´azienda non mostri nè serietà nè responsabilità".

Brescia Oggi - venerdì 31 agosto 2012 PROVINCIA, pagina 21
IL CASO.
Nessun rappresentante dell´azienda si è presentato al tavolo tecnico organizzato in Broletto per discutere i tagli: monta la rabbia delle istituzioni e dei sindaci
Uffici a rischio, le poste disertano l´incontro
L´assessore provinciale Maisetti: "È la seconda volta che succede" E le parti in causa puntano il dito contro l´assenza di concertazione

Manuel Venturi
C´erano tutti. C´erano i rappresentanti della Prefettura, i sindaci dei numerosi Comuni della provincia interessati, i delegati delle organizzazioni sindacali del comparto postale, l´assessore provinciale alla Sicurezza, Mario Maisetti, le Comunità montane di Valle Camonica e Sabbia e l´Unione Comuni Alta Valle Camonica.
C´erano tutti ed erano pronti a confrontarsi con i rappresentanti di posteitaliane sulla razionalizzazione degli uffici postali più "inefficienti", il cui saldo tra costi e ricavi è in negativo. Ma nessuno delle poste si è presentato. "Impegni imprevisti e inderogabili", fanno sapere dall´azienda. Ma l´assenza ha scatenato la rabbia degli intervenuti.
LA QUESTIONE dei tagli riguarda 15 uffici postali sparsi per la Provincia, più quello di Lamarmora. L´elenco è contenuto in una lista di circa mille uffici postali italiani, redatta dalle poste su richiesta dell´Autorità per le comunicazioni. Per quanto riguarda la provincia di Brescia, la spada di Damocle della chiusura riguarda gli sportelli di Lumezzane Pieve, Pilzone (Iseo), San Pancrazio (Palazzolo sull´Oglio), Ludriano (Roccafranca), Coniolo (Orzinuovi), Corticelle Pieve (Dello), Remedello, Calvagese della Riviera, Ponte Zanano (Sarezzo), San Colombano (Collio), Campione del Garda (Tremosine), Gorzone (Darfo Boario Terme), Nozza (Vestone), Bogliaco e Navazzo (entrambi a Gargnano), oltre all´ufficio Brescia 19, ovvero quello situato in via Lamarmora, in città.
L´INCONTRO DI IERI avrebbe dovuto chiarire la posizione di posteitaliane, che ha sempre sostenuto come gli uffici "a rischio" non verranno chiusi, ma solo riorganizzati per diventare centri multiservizi, dedicati per esempio all´erogazione di certificati anagrafici, al pagamento dei ticket sanitari o al rinnovo dei permessi di soggiorno. Ma i sindacati e i primi cittadini dei Comuni interessati vogliono vederci chiaro, perché temono che i residenti possano trovarsi, da un giorno all´altro, privati di un servizio essenziale come quello postale.
Ciò che più infastidisce le parti in causa - come si legge anche nella nota diramata dalla Prefettura - è che "la razionalizzazione programmata da poste italiane non sia stata preceduta da una fase di consultazione di tutti gli attori coinvolti che consentisse di conoscere le ragioni della riduzione e permettesse di rendere meno traumatico l´impatto sul territorio".
MOLTO CRITICO anche l´assessore Maisetti, che ha rimarcato come "è già la seconda volta che l´incontro salta per l´assenza di poste Italiane. Togliendo un servizio pubblico come gli sportelli postali si creerebbero gravi disagi alla popolazione residente, soprattutto nei paesi di montagna: le poste devono garantire questo servizio sociale". Maisetti, esprimendo totale vicinanza agli enti locali da parte della Provincia, ha anche sottolineato che "se la logica è quella di far saltare il tavolo o di dividere istituzioni e sindacati, è del tutto sbagliata. Si parla tanto di concertazione: andrebbe messa in pratica sul serio e si risolverebbero molti problemi".
Dopo le reazioni di sindaci e rappresentanti sindacali, nel tardo pomeriggio le poste hanno fatto sapere che sono disponibili a un nuovo incontro nei prossimi giorni per discutere della situazione. La speranza di chi sta lottando per difendere la qualità dei servizi del proprio Comune è che al nuovo incontro, questa volta, partecipino davvero tutti.

Brescia Oggi - venerdì 31 agosto 2012 - ROVINCIA, pagina 21"

Impegni inderogabili e imprevisti"

"Vogliamo sempre essere al fianco delle istituzioni, e non ci tiriamo indietro per un confronto con sindaci e sindacati. Siamo già in contatto con la Prefettura per recuperare l´incontro appena possibile". Poste Italiane si difende dagli attacchi di chi accusa l´azienda di aver fatto saltare il tavolo per evitare il faccia a faccia con i rappresentanti dei lavoratori, e cerca di smorzare i toni della polemica.
"L´incontro è saltato per impegni imprevisti e inderogabili, proprio come è spiegato nella nota diramata dalla Prefettura - fanno sapere dall´azienda -. Ma nell´ottica di collaborazione con gli enti locali, nei prossimi giorni organizzeremo un nuovo incontro per discutere degli uffici postali convolti nella razionalizzazione in provincia di Brescia". Insomma, ci si riproverà. Un nuovo tavolo che stavolta possa vedere riunite tutte le parti in causa. Lo sperano soprattutto i Comuni, che in questi mesi, a più riprese, hanno alzato la voce per difendere gli sportelli minacciati dai tagli. Dalla Valcamonica al Garda, è stato tutto un susseguirsi di prese di posizione, comunicati e conferenze stampa.
"Il nostro obiettivo è mantenere degli standard che garantiscano un servizio di buon livello per tutti i cittadini italiani: per questo abbiamo trasformato alcuni vecchi uffici postali in centri polifunzionali, in cui i cittadini possono svolgere una notevole quantità di operazioni - spiegano da poste Italiane -. Vogliamo spiegare il nostro piano ai sindaci e alle istituzioni: il rapporto con loro è importante, perché ci aiutano a capire meglio il territorio su cui operiamo e a soddisfarne al meglio le esigenze". M.V.

Giornale di Brescia, 30 agosto 2012

ISEO
Cinquecento firme per cercare di salvare le Poste di Pilzone

PILZONE D'ISEO Una lettera corredata da 500 firme e un Consiglio comunale in frazione
per dire "no" alla paventata chiusura dell'ufficio postale di Pilzone. Dopo la partecipata riunione pubblica organizzata dal gruppo politico Progetto Iseo e tre settimane in cui la gente non ha fatto mancare il suo sostegno all'iniziativa che si oppone allo smantellamento del servizio, le volontà della popolazione pilzonese sono arrivate via lettera sulle scrivanie del Prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace e del direttore della filiale "Brescia Due" di Poste Italiane Pio Violante. La novità delle ultime ore - che potrebbe essere determinante nella trattativa in programma nelle prossime settimane tra il Comune e la dirigenza dell'azienda - è la volontà del Municipio iseano di sostenere l'impegno della sua gente attraverso una mozione. Il documento ufficiale dovrà essere redatto con la collaborazione di tutte le forze politiche che compongono il Consiglio, con il fine di mettere nero su bianco il dissenso riguardo al "taglio".
"La nostra è una posta che ha sempre lavorato a buon ritmo - ricorda il pilzonese Pasquale Archetti, ex assessore e oggi presidente di Progetto Iseo -. Non è possibile pensare di rinunciare a un ufficio che per tutta l'estate, tra residenti e turisti nei campeggi, fa da punto di riferimento a un bacino di circa 2mila persone. Siamo determinati a contrastare questa scelta che dimostra scarsa conoscenza del territorio che si andrebbe a "colpire"".

Brescia Oggi - martedì 28 agosto 2012 - CRONACA, pagina 8
Poste, la nuova cassetta in attesa di installazione

Non si è ancora conclusa la vicenda della cassetta postale di Folzano. Ieri mattina la "scatola" che gli abitanti della zona hanno richiesto oltre un anno fa - è da allora che per imbucare una lettera sono costretti ad arrivare in città - è finalmente arrivata nelle mani di Giacomo Lini, presidente della circoscrizione Sud, grazie all´intermediazione di Ornella Cattalini delle~posteItaliane.
LA SORPRESA però era dietro l´angolo: Lini e gli abitanti del quartiere mai si sarebbero aspettati che le poste~provvedessero a consegnare le cassette, ma non a installarle. La nuova cassetta postale è così stata momentaneamente conservata all´interno del centro sociale sito nella piazza di Folzano, a pochi passi da dove avrebbe dovuto trovar luogo.
"L´importante è averla recuperata, per l´installazione si tratterà di attendere solo qualche giorno, il tempo di fare due buchi per terra" spiega Giacomo Lini, soddisfatto del risultato raggiunto, ma in attesa di risolvere un´altra questione che attanaglia il servizio postale nella circoscrizione Sud. In via San Zeno, all´altezza del civico 230, il postino ha subito più di un´aggressione da parte di cani che Lini definisce "non randagi". La soluzione del problema potrebbe avvenire tramite l´installazione di un armadio postale dove conservare le missive indirizzate ai civici dal 230 al 240, evitando così al postino di sfidare la sorte. FE. PIZ.

GIORNALE DI BRESCIA - MERCOLEDÌ 22 AGOSTO 2012 - ECONOMIA pag. 29

Senza lavoro e pensione. Ma quanti sono?

BRESCIA Non hanno uno stipendio e tantomeno una pensione. Li hanno definiti «esodati», ma nessuno sa dire con esattezza quanti sono a Brescia e nel resto d’Italia. Dalle ultime rilevazioni dei patronati Cisl e Cgil, nella nostra provincia si contano almeno duemila ex lavoratori che stanno vivendo questa particolare situazione di disagio.
Solo un anno fa, il ministro Elsa Fornero aveva stimato che nel Belpaese vi fossero 65mila soggetti invischiati in questo «limbo» contributivo. Qualche mese dopo, le sue dichiarazioni furono però smentite dall’Inps che parlò di oltre 390mila contribuenti aventi diritto alla pensione con le vecchie regole. Un’uscita che mandò su tutte le furie il ministro e il giorno dopo, l’Inps fece marcia indietro confermando i 65mila esodati iniziali. Ma che il numero reale degli esodati fosse più alto lo conferma anche il fatto che la stessa Fornero, con il decreto sulla spending review, ha previsto di «salvaguardare» altri 55mila (ex) lavoratori. e. bis.

ESODATI
Sono così definiti i lavoratori che hanno risolto il loro rapporto di lavoro prima del 31 dicembre 2011 per effetto di accordi individuali o collettivi di incentivi all’esodo. Per ottenere una deroga alla riforma delle pensioni, godendo quindi dei benefici previsti dalla normativa precedente, questa categoria di lavoratori deve essere in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi

SALVAGUARDATI
Con il termine «salvaguardati» si indicano i lavoratori che sono stati esentati dall’applicazione delle nuove regole di accesso alla pensione stabilite dalla riforma previdenziale messa a punto dal Governo Monti e contenute nei decreti legge 201/2011 e 214/2011 e relative conversioni in legge. Tali provvedimenti normativi individuano 65mila persone, suddivise in sette categorie diverse (lavoratori in mobilità breve o lunga, a carico dei fondi di solidarietà, prosecutori volontari, congedati, esonerati, esodati).
Con il decreto legge sulla spending review è stato inoltre previsto di ampliare la platea di lavoratori salvaguardati raggiungendo complessivamente quota 120mila persone

 

Oltre 1.200 lettere danno una speranza agli esodati bresciani
L’Inps ha informato i possibili lavoratori «salvaguardati» dalla riforma Fornero

BRESCIA Il numero esatto ancora non si conosce, ma si ha la certezza che per oltre mille bresciani finiti nel limbo degli «esodati» quest’estate si concluderà in modo più piacevole del previsto, nonostante il continuosusseguirsi di afose ondate di calore.

Da una nostra prima rilevazionerisulta infattiche l’Inps di Brescia abbiagià inviatoacirca 1.200 (ex) lavoratori della nostra provincia una lettera con la quale l’ente anticipa a questi contribuenti la possibilità di accedere alla pensione secondo i criteri antecedenti alla riforma Fornero.
Perla precisione, quindi con l’intento di non alimentare inevitabili entusiasmi, attraverso questo formale avvertimento l’istituto di via Benedetto Croce ha dato il via a un piano di verifica dei parametri contributivi maturati da alcuni esodati bresciani.

Una fase di accertamenti che si concluderà il 20settembre e altermine della quale verrà eventualmente rilasciata una certificazione che attesta i parametri contributivi raggiunti da ogni singolo contribuente come una sorta di «lasciapassare» alla pensione. Solo a quel punto, dunque, i bresciani inizialmente allertati dall’Inps potranno cominciare a convincersi di fare parte del gruppo di quei 65mila lavoratori «salvaguardati» dalle restrizioni dell’ultima riforma previdenziale.
Da un punto di vista prettamente pratico, chi ha già ricevuto o nei prossimi giorni troverà nella cassetta della posta la lettera dell’Inps, dovrà rivolgersi a un patronato.
«Per verificare la sua posizione contributiva - riporta la lettera dell’ente previdenziale - la invitiamo, attraverso il codice identificativo personale (pin) rilasciato dall’istituto, a prendere visione del suo estratto conto disponibile sul sito internet
www.inps.it, in modo da rendere più rapida ed efficace la verifica del diritto alla pensione secondo le regole previgenti». Uno strumento, lo sportello telematico dell’Inps, che ha però già riscontrato non poche difficoltà di «dialogo» con gli utenti (soprattutto con i più anziani) e per questo motivo all’esodato che palesa poca dimestichezza con le nuove tecnologie è lo stesso istituto che lo invita «a farsi assistere gratuitamente da un ente di patronato legalmente riconosciuto». Ma sia chiaro: non è un obbligo, ma un consiglio che la direzione provinciale rivolge ai possibili «salvaguardati».
Anche perché chi ha ricevuto la comunicazione dell’Inps di Brescia non è costretto a verificare la propria posizione contributiva: in questo modo, però, se nell’estratto conto previdenziale riscontrerà delle imprecisioni (ad esempio versamenti nonriconosciuti) avrà tutto il tempo necessario per porvi rimedio.
Entro il 21 settembre le sedi provinciali dell’Inps dovranno concludere le verifiche e le sedi regionali trasmetteranno gli esiti alla direzione centrale. Da qui, entro il 30 settembre partiranno altre lettere destinate ai potenziali «salvaguardati» contenenti l’esito delle verifiche.
Erminio Bissolotti - e.bissolotti@giornaledibrescia

GIORNALE DI BRESCIA - MERCOLEDÌ 22 AGOSTO 2012 - LA CITTÀ pag. 11

Folzano, in ritardo la nuova cassetta postale
Annunciato da Poste Spa per inizio giugno, il ripristino del servizio slitta a settembre
La «buca» sarà collocata in piazza. La Consulta di quartiere: «Era ora, troppi disagi»

Entro settembre Folzano avra una cassetta della postanuovadi zecca. Cosi, dopo un anno e mezzo di inattivita che hacostretto i residenti del quartiere a trasferte "oltreconfine" per poter imbucare lettere e avvisi, il servizio di invio dell
corrispondenza ricomincera finalmente a funzionare a pieno regime. Dalla vecchia buca murata al civico 1 di via della Palla, la "scatola rossa" verrà però spostata e installata in una nuova collocazione, in un angolo della piazza centrale del borgo, vicino al bocciodromo comunale. L'operazione, spiegano dagli uffici milanesi di Poste Italiane Spa, "era gia
prevista, ma l'favvio dell'intera procedura èstato rallentato dall'acquisizione delle autorizzazioni necessarie e dai tempi tecnici d'intervento".
Scadenze che per molti nel quartiere sono state fin troppo lunghe, se non esageratamente prolisse. "La gente si sente presa in giro; nei primi giorni di aprile le Poste ci avevano comunicato che per inizio di giugno la cassetta sarebbe stata posizionata in un nuovo spazio, più comodo e centrale, e che il muro di via Palla 1, proprietà della famiglia che risiede a questo indirizzo, che oggi ospita lavecchia buca sarebbe stato risistemato, ma nulla si è mosso - spiega Gianni Bottazzi, referente della Consulta di quartiere -. Alla faccia dei due mesi, ne sono passati il doppio e ancora nulla è stato fatto. I cittadini sono obbligati a fare riferimento agli uffici postali della città o dei quartieri limitrofi, con disagi in termini di spostamenti, specialmente per i più anziani.
LA SOCIETÀ «Per l’operazione abbiamo dovuto aspettare i tempi tecnici e l’acquisizione delle autorizzazioni»
A questo punto, viste le premesse, ci auguriamo che stavolta la promessa venga mantenuta». La scelta di riposizionamento della cassetta, «dovuta alla necessità di spostare il servizio in una posizione più comoda e centrale», spiegano da Poste Italiane, va incontro al disegno del progetto di risistemazione della piazza. «Un’altra opera che il quartiere attende da tempo, annunciata per quest’anno e slittata, con ogni probabilità, per mancanza di disponibilità nelle casse del comune - continua Bottazzi -. Insieme a questo resta ancora da risolvere il problema della viabilità in via Case Sparse,sul quale era stata presentata una proposta di realizzazione di una pista ciclopedonale per la messa in sicurezza dei pedoni e ciclisti che transitato per questa lingua d’asfalto, molto trafficata e ancora pericolosa per gli utenti deboli». Intanto, nei prossimi giorni, si concluderà la sistemazione delle ultime segnaletiche verticali e orizzontali e dei dissuasori luminosi nelle cosiddette «Zone 30» applicate in diversi punti del quartiere, «più che mai - conclude il referente - necessarie in prossimità di attraversamenti pedonali critici».
Alessandro Carboni

Brescia Oggi - martedì 14 agosto 2012 PROVINCIA, pagina 26
DARFO BOARIO. Sul tavolo la probabile cancellazione dell´ufficio postale della frazione
Dal municipio ai sindacati tutti in campo per Gorzone
Alla fine del mese ci sarà un incontro in Prefettura con tutti i comuni minacciati dai tagli di poste spa

Eletta Flocchini
Dal Comune di Darfo alla Prefettura, passando per i sindacati. Il "pressing" attuato per evitare la chiusura dell´ufficio postale di Gorzone di Darfo si sta rafforzando. Dopo la raccolta di firme (è stata raggiunta quota 710) promossa dalla consigliera comunale di maggioranza Doralice Piccinelli sono stati avviati altri tentativi per salvare la sede postale della frazione, e il sindaco Ezio Mondini si è attivato anche per cercare spazi di confronto con la direzione provinciale di poste Italiane.
I risultati? "A Brescia ci hanno spiegato che terranno conto della particolarità di questo caso - racconta il sindaco - ma che per ora non hanno ancora preso decisioni al riguardo. Hanno anche sottolineato che la nostra città ha altri tre uffici ben funzionanti e che gli abitanti di Gorzone potrebbero in futuro usufruire di queste sedi. Dal nostro punto di vista, però, lo sportello di Gorzone è fondamentale: serve un paese in cui vivono molte persone anziane che non possono spostarsi".
In effetti oltre a Gorzone esistono i riferimenti di Darfo, Boario ed Erbanno. Tutti molto vicini tra loro, però, e quindi poco utili per le esigenze delle frazioni più lontane.
La sede minacciata, inserita poche settimane fa da poste italiane nella lista di quelle a rischio chiusura sulla base del nuovo piano di riorganizzazione aziendale, offre servizi a quasi 1.200 utenti, molti dei quali arrivano da Boario Alta e dall´area di Angolo Terme. "Anche la Prefettura di Brescia - continua Mondini - si sta interessando alla vicenda e questo ci rassicura. Sappiamo che alla fine di agosto proprio questo ufficio incontrerà i comuni del Bresciano alle prese col problema".
All´azione del Comune si è aggiunta anche quella di Cgil e Cisl di Valcamonica e Sebino e della Uil di Brescia, che hanno inviato un lettera ai vertici postali di Brescia: "Chiediamo un incontro urgente - spiegano le sigle sindacali - per un confronto su questo caso. Vorremmo capire le motivazioni ed esprimere la nostra preoccupazione, sia per i disagi che nascerebbero nella comunità, sia per quanto riguarda i dipendenti di questo ufficio".

GIORNALE DI BRESCIA - DOMENICA 12 AGOSTO 2012 - LA CITTÀ pag. 9

Tentano il colpo al Postamat, messi in fuga
La tempestiva segnalazione di una residente al 112 ha evitato il furto

Sicurezza partecipata. Èquella di cui ogni cittadino può rendersi protagonista.
Com’è accaduto la scorsa notte al Villaggio Ferrari quando grazie ad una telefonata giunta al 112, i carabinieri del Radiomobile sono riusciti a mettere in fuga due malviventi che stavano cercando di far saltare lo sportello bancomat dell’ufficio postale. Sono le 3 passate di notte. Unasignora che abita al Villaggio Ferrari non riesce a dormire. Sente dei rumori e si avvicina alla finestra. Nota due sagome che si muovono furtivamente e rapidamente nel buio. Duepersone che hanno un cappuccio in testa per nonfarsi riconoscere.
Le vede armeggiare allo sportello automatico di distribuzione delle banconote e quindi allerta la centrale operativa del 112. Al Villaggio Ferrari, al numero 25, arrivano in pochi secondi due pattuglie del Radiomobile, ma è ormai troppo tardi per riuscire adacciuffare i due. La signora racconta di persona ai militari quanto ha visto e basta uno sguardo per capire che dal Postamat esce un cavo elettrico. Il sospetto è che i due possano aver collegato dell’esplosivo e quindi scatta la segnalazione anche agli artificieri. Fortunatamente i due malviventi sono stati messi in fuga prima che potessero far alcunchè, collegando magari il cavo a qualche ordigno in grado di far saltare lo sportello. Provocando magari dei danni seri, anche alle strutture, come accaduto in altre circostanze, come al Villaggio Badia, dove l’ufficio postale è ancora chiuso dopo il tetativo di furto dei mesi scorsi. Per effettuare tutti i rilievi del caso sono stati inviati all’ufficio postale del Villaggio Ferrari anche gli uomini della Sezione investigazioni scientifiche, per recuperare eventuali
elementi in grado di far risalire gli investigatori all’identità dei ladri. dz

Brescia Oggi - domenica 12 agosto 2012 CRONACA, pagina 13

VILLAGGIO FERRARI. Prese di mira le poste
Vede i ladri, avvisa il 112 e l´assalto al bancomat fallisce
Rinvenuta la miccia elettrica per provocare l´esplosione

Ladri traditi dall´insonnia di una signora che abita al Villaggio Ferrari e che alle 3.45 di notte, nell´affacciarsi dalla finestra, ha notato due uomini incappucciati che armeggiavano vicino allo sportello bancomat delle poste, al numero 25.
Intuendo che si trattasse di ladri e non di un prelievo notturno, ha avvisato il 112, segnalando all´operatore della sala radio quello che stava vedendo. La signora è stata alcuni minuti al telefono descrivendo i movimenti dei due sospetti, mentre nella zona si dirigevano due pattuglie del Radiomobile.
"Fate presto, stanno andando via in auto", ha avuto il tempo di dire la solerte cittadina. I malviventi, intuendo di essere stati notati, hanno preferito abbandonare il campo anticipando l´arrivo dei carabinieri.
Le ricerche, che hanno impegnato anche altre pattuglie, non hanno portato a risultati. Attraverso i filmati delle telecamere di sicurezza di alcune ditte, gli investigatori potrebbero risalire alla vettura usata per raggiungere il bancomat delle poste e fuggire, sia pure a mani vuote.
NELL´EFFETTUARE un sopralluogo i carabinieri hanno accertato che lo sportello era stato parzialmente manomesso. Hanno anche rinvenuto un cavo elettrico collocato nell´intercapedine tra il bancomat e il muro: serviva da miccia. I ladri avrebbero collocato una miscela esplosiva a base di gas e provocato a distanza con un congegno l´esplosione che avrebbe divelto la cassaforte. Un lavoro da professionisti.
All´alba gli investigatori del Sis di Brescia hanno sequestrato il cavetto e rilevato diverse impronte. Potrebbero essere utili per dare un nome ai due malviventi. F.MO.

Giornale di Brescia, 12 agosto 2012
crac in vista
Le Poste americane in pesante rosso
Le Poste americane chiudono il terzo trimestre con un rosso di 5,2 miliardi di dollari dai 3,1 miliardi di dollari dello stesso periodo dell'anno scorso. La scorsa settimana il US Postal Service non ha pagato 5,5 miliardi $ per i fondi sulla sanità. Molti si attendono il mese prossimo la dichiarazione di fallimento.

Brescia Oggi - giovedì 09 agosto 2012 PROVINCIA, pagina 24

DARFO BOARIO. Dei mille residenti della piccola frazione più di settecento hanno firmato per scongiurare la chiusura
Gorzone, per l´ufficio postale
si è mobilitato un intero paese

La petizione è stata consegnata al Prefetto e ai vertici di poste Italiane Il consigliere Piccinelli: "Servizio essenziale per la nostra comunità"

Eletta Flocchini
La petizione ha avuto successo. La campagna di sensibilizzazione promossa per salvare l´ufficio postale di Gorzone ha portato alla raccolta di 710 firme. Praticamente ha fimato tutto il paese (se si calcolano i maggiorenni su un migliaio di residenti). Ieri mattina il plico con le firme e la lettera di accompagnamento da Gorzone è partito alla volta di Brescia. A scortarlo il consigliere di maggioranza Doralice Piccinelli e un gruppo di accompagnatori.
Due di destinatari: la Prefettura e la Direzione provinciale delle poste, che alcune settimane fa avevano inserito l´ufficio postale di Gorzone nell´elenco delle 1156 sedi a rischio sospensione. Gli abitanti della frazione di Darfo Boario Terme avevano subito manifestato il propria dissenso.
"CHIEDIAMO che l´ufficio postale venga mantenuto - è stata la risposta dei residenti - perché rappresenta un servizio fondamentale per la comunità. L´attività di questa sede è considerevole e presta servizio a quasi 1.300 persone". Anche il sindaco della cittadina, Ezio Mondini, aveva presto inviato una lettera a poste Italiane e alla Prefettura per sollevare l´inopportunità del provvedimento. Parallelamente era stata attivata una raccolta firme, che dopo una decina di giorni si è conclusa. Così, nella giornata di ieri, la delegazione gorzonese è entrata nel quartier generale delle poste Italiane a Brescia.
Ma il viaggio non è andato a buon fine. Vuoi a causa delle ferie, vuoi per procedure interne, la petizione non è stata ritirata dai funzionari, che hanno chiesto di inviare nuovamente allo stesso indirizzo il plico tramite raccomandata. Il gruppo camuno non si è perso d´animo. E dopo il tentativo fallito si è diretto verso la Prefettura. Qui i documenti sono subito stati accolti. Con un sospiro di sollievo, i promotori sono rientrati in Valle, determinati più che mai a non mollare.
"CI VIENE DETTO - spiega Doralice Piccinelli - che nella nostra città ci sono quattro uffici postali e che per coprire il servizio ne basterebbero tre. Ma la sede di Gorzone, oltre al paese, serve un´utenza molto più ampia, che coinvolge l´area di Angolo e di Boario Alta".
Nei prossimi giorni la versione originale della petizione - e relative firme - verrà consegnata nelle mani del sindaco, Ezio Mondini, che a breve dovrebbe avere un incontro ufficiale con la Direzione delle poste e il Prefetto. Anche le organizzazioni sindacali si stanno interessando alla vicenda. Intanto una copia dei documenti verrà anche inviata all´ente comprensoriale di riferimento, la Comunità Montana. E alle poste? Quest´oggi la petizione, come indicato dai funzionari interpellati ieri, sarà inviata ufficialmente a Brescia e a Roma. Il tutto con raccomandata. Da dove? Ma dall´ufficio di Gorzone, ovviamente.

Brescia Oggi - lunedì 06 agosto 2012~PROVINCIA, pagina 20

Anche Pilzone si schiera per salvare uno sportello che lavora moltissimo

Dalla bassa al Sebino bresciano per parlare di un´altra realtà urbana teoricamente destinata a dover fare a meno di un riferimento per una raccomandata o per il ritiro di un pacco. Anche a Pilzone d´Iseo, così come ormai in numerose altre realtà del Bresciano, è scattata la mobilitazione contro la chiusura dell´ufficio postale.~
L´operatività della struttura sebina aveva già subito una drastica riduzione, lo ricordiamo, con l´apertura a giorni alterni, e adesso è stata inserita nella lista di 1.155 sportelli, sparsi in tutto lo Stivale, che~posteitaliane spa ha dichiarato di voler sopprimere entro la fine dell´anno.~
Una decisione giudicata inaccettabile dai residenti, che si sono riuniti in assemblea su iniziativa dell´associazione "Progetto Iseo", e che adesso stanno, come molti altri bresciani alle prese con lo stesso problema, raccogliendo firme in calce a una petizione che sarà inviata al Comune e alla Prefettura.~
Due, in sostanza, le ragioni alla base dell´alzata di scudi: l´ufficio postale di via Fenice è non solo l´ultimo servizio di interesse pubblico rimasto nella frazione iseana (abitata da 900 persone), ma è utilizzato - collocato com´è a margine della vecchia strada litoranea - anche da molti automobilisti di passaggio. Succede spesso, infatti, di dover aspettare in coda non meno di un quarto d´ora davanti allo sportello prima che arrivi il proprio turno.~
Un riferimento che, a stare alle testimonianze rese in assemblea e riportate nella lettera sopra menzionata, ha sempre lavorato a pieno ritmo. D´estate, poi, Pilzone conta almeno mille abitanti in più per effetto del turismo; persone ospiti nei tre campeggi che sorgono in riva al lago.~
I residenti della cittadina, infine, secondo il Piano di governo del territorio in corso di approvazione, dovrebbero crescere a breve di 300 unità, mentre nuove attività sono previste nell´ex Montecolino e nell´ex Nk. Se tagli ci devono essere, insomma, che siano mirati. La posta di Pilzone non può figurare, solo perchè inserita in una frazione, fra quelle "prive di movimento". G.Z.

Brescia Oggi - lunedì 06 agosto 2012~PROVINCIA, pagina 20

LA BATTAGLIA PER I SERVIZI/1. L´ufficio della frazione di Orzinuovi è uno dei tanti definiti non "remunerativi"
Posta, Coniolo combatte contro i tagli

Quasi 900 gli utenti colpiti dal piano di dismissione Ignorate anche le esigenze della vicina Farfengo

Riccardo Caffi
Decisamente l´estate del 2012 è segnata dalle proteste e dalle mobilitazioni per contrastare un pesante elenco di "dismissioni" di un servizio essenziale: quello postale. Fa parte della serie anche l´ufficio postale di Coniolo, la più grande delle frazioni di Orzinuovi, che figura appunto tra quelli inseriti nella lista delle cosiddette strutture antieconomiche: sportelli non necessariamente periferici che il piano di riorganizzazione di~poste~italiane intende sopprimere.
La notizia ha iniziato a diffondersi gradualmente tra gli utenti, e ha ovviamente provocato fastidio e rabbia. Il recapito bassaiolo svolge infatti da sempre, per i quasi 900 abitanti, un servizio indispensabile per l´inoltro ed il ricevimento della normale corrispondenza, di vaglia e telegrammi, ma in più, non essendo presente sul posto alcuna filiale bancaria, si è assunto gradualmente le incombenze di sportello per l´accredito degli stipendi, per il deposito dei risparmi e per il ritiro della pensione.
"Quest´ultimo in particolare è un "avvenimento" che le persone anziane ancora vivono quasi come un rito, da celebrare e condividere con chi si trova nella stessa situazione", osserva l´assessore comunale al Bilancio di Orzinuovi Maria Teresa Salera, che risiede priprio a Coniolo.
Lo stesso assessore e l´intera amministrazione comunale orceana sono im prima fila nel tentativo di difendere lo sportello; e stanno provando a percorrere tutte le strade possibili per impedire la chiusura della struttura. "Pur condividendo il principio che devono essere tagliati gli sprechi, non possiamo accettare di vedere soppressa una struttura che funziona", aggiunge Salera. Che però subito dopo deve ammettere che "purtroppo i primi segnali ricevuti non sono stati incoraggianti".
A un paio di chilometri di distanza, a Farfengo, una frazione di Borgo San Giacomo, la Posta ha già chiuso dall´inizio di aprile. In seguito alla fine del servizio i residenti hanno raccolto 250 firme a sostegno di un documento del consiglio di frazione che chiede la riapertura, ma la petizione non ha neppure avuto risposta. O ora le minoranze sollecitano il sindaco Giovanni Sora a farsi portavoce del malcontento e a chiedere che, se proprio è impossibile riaprire l´ufficio di Farfengo, sia almeno potenziato quello del capoluogo.

GIORNALE DI BRESCIA - SABATO 4 AGOSTO 2012 - LA CITTÀ pag. 11

Poste, la Prefettura chiede garanzie
Dopo la notizia della chiusura di 15 sportelli in provincia e di uno in città
«Le scelte aziendali non possono danneggiare la popolazione e le amministrazioni»

L'annuncio della chiusura di15 uffici postali in provincia e 1 in citta, a cui si andrebbe ad aggiungere il funzionamento a singhiozzo di altri 3 sportelli, ha mobilitato enti e forze sociali bresciane, che in questi giorni stanno reagendo alla clamorosa notizia contattando le direzioni cittadina e lombarda di Poste Italiane per fissare incontri chiarificatori.
Tanto fermento, il cui contagio si ègia esteso anche alla popolazione dei paesi dove il servizio potrebbe esser soppresso, ha spinto a intervenire anche la Prefettura di Brescia, solerte nel contattare i vertici aziendali e raccomandare la maggior condivisione possibile nella trattativa con i 19 sindaci.
Nella nota prefettizia del 23 luglio, particolarmente apprezzata dai sindacati postelegrafonici e dai primi cittadini, il rappresentante numero uno dello Stato sul nostro territorio ha invitato le Poste a «un confronto leale ed efficiente», auspicando «che le esigenze di gestione aziendale non entrino in conflitto con quelle delle Amministrazioni locali, deputate ad assicurare servizi pubblici funzionanti e senza disguidi».
Una concertazione, quella che entrerà nel vivo dopo le ferie, richiesta «tanto piu dove la razionalizzazione del servizio andrebbe a toccare le fasce più deboli della popolazione», cioe i paesi piu periferici e disagiati, dove gli anziani sono numerosi, le attivita soffrono e i residenti diminuiscono.
Dal canto suo Poste Italiane, con la rapida risposta del 26 luglio, ha garantito «attenzione al livello dell'offerta», da mantenere «continua e capillare», rassicurando che la Prefettura sarà «costantemente aggiornata sugli sviluppi della
situazione».
Menofortunato invece il tentativo dell'Associazione dei Comuni Bresciani di creare un momento unico di confronto tra
i dirigenti postali e i 19 sindaci, «rifiutato - come comunicato dalla stessa Acb - perché l'fazienda preferisce vedere i
sindaci uno a uno».
L'fattività di mediazione comunque sta continuando su più fronti. «Assieme al vice sindaco Fabio Rolfi ho visto il direttore generale di Poste Lombardia - riferisce il presidente di Acb Servizi Ettore Monaco - ma al momento non ci sono novità.
Qualcosa di più si potrà sapere nei prossimi giorni, visto che nel fine settimana è in programma a Roma un delicato incontro tra i direttori regionali di Poste e i sindacati. è probabile che dopo il faccia a faccia conosceremo meglio i margini di trattativa. Sapremo se le esigenze del nostro territorio godranno di considerazione, o se sarà battaglia».

GIORNALE DI BRESCIA - SABATO 4 AGOSTO 2012 - LA CITTÀ pag. 11

L’ELENCO DEGLI UFFICI POSTALI SOPPRESSI
In città e provincia: tagli a macchia di leopardo

A Brescia le soppressioni sono destinate a riguardare soprattutto paesini e frazioni, realtà economiche meno redditizie dei capoluoghi e dei grandi centri, ma allo stesso tempo comunità che per sopravvivere contano sul sostegno (e non
sull’abbandono) delle istituzioni.
I tagli annunciati dalle Poste potrebbero essere a macchia di leopardo e non risparmiare alcuna zona del Bresciano.
Nel piano dell’azienda c’è spazio per una sorta di par condicio, dal lago di Garda alla Franciacorta, passando dal lago d’Iseo, le valli e la Bassa. Non dovrebbe salvarsi nemmeno il capoluogo, visto che nel mirino c’è l’ufficio cittadino di via
Lamarmora.
L’elenco comprende Pilzone d’Iseo, San Pancrazio di Palazzolo, Calvagese, Coniolo di Orzinuovi, Ludriano di Roccafranca, Corticelle Pieve di Dello, Remedello Sotto, Campione del Garda di Tremosine, Nozza di Vestone, Ponte Zanano di Sarezzo, Lumezzane Pieve e le frazioni Bogliaco e Navazzo di Gargnano. A Provaglio Valsabbia, Bione e Livemmo l’apertura potrebbe essere ridotta da 6 a 3 giorni la settimana.

Giornale di Brescia, 02 agosto 2012

Pilzone d'Iseo
Mobilitazione contro la chiusura dell'ufficio postale

PILZONE D'ISEO Pochi giorni dopo aver saputo che il loro ufficio postale è inserito nella lista dei 1.156 (sparsi in tutta Italia) che Poste Italiane sarebbe intenzionata a chiudere entro fine anno, i pilzonesi sono "insorti". Il primo incontro per decidere come salvaguardare un presidio così strategico - affacciato sulla provinciale 510, comodo e capace di attirare molti pendolari - è andato in scena l'al-tra sera in una sala civica affollata come si era visto raramente. Organizzata dal gruppo civico Progetto Iseo, l'operazione "salvaposta" ha iniziato a concretizzarsi con la lettera d'intenti e disappunto letta ai pilzonesi dal presidente Pasquale Archetti, forte del pieno appoggio del Comune, che già in serata, per bocca della consigliera Delia Corti, si è detto convinto "dell'importanza di mantenere attivo un ufficio pubblico tanto prezioso, sia per i pilzonesi che per i turisti (circa un migliaio in questi giorni)". L'iniziativa ha trovato l'appoggio di abitanti di tutte le età: alle 22, al termine del dibattito, la sottoscrizione della lettera destinata al Comune iseano e al Prefetto di Brescia era corredata da 127 firme. Una cifra destinata a salire, se si considera che la raccolta proseguirà in negozi e bar.
"L'ufficio ha sempre lavorato a pieno ritmo - ricorda Archetti -. La prova? Perché arrivi il proprio turno bisogna sempre aspettare circa dieci minuti in coda. Nessuno, data la mole di lavoro, immaginava potesse rientrare nella lista degli sportelli da chiudere perché "privi di movimento"". La grande risposta del pubblico? "Essendo l'ultimo servizio rimasto in paese - conclude il portavoce - la Posta è divenuta una presenza fondamentale per il rilancio della nostra comunità, che nei prossimi anni dovrebbe crescere di circa 300 abitanti e potrebbe arrivare a ospitare anche nuove attività sulle pregiate aree ex NK e Montecolino". Pieno appoggio all'iniziativa arriva anche da Cisl Poste di Brescia. "Siamo soddisfatti di questa mobilitazione appassionata - riferisce il segretario Giovanni Punzi - perché tagli come questo sono inaccettabili. Pilzone lavora bene tutto l'anno, soprattutto in estate. Per la prossima estate, quindi, avremmo intenzione di proporre all'azienda il rafforzamento dell'ufficio, per farlo tornare a funzionare sei giorni la settimana. Quale gestione privata competente non lo farebbe, con un paese che d'un tratto si trova mille persone in più?".

 

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